Rendi uniche le tue feste con Maison Ruinart!

Dal 22 novembre al 5 dicembre, personalizza la tua second skin in Rinascente a Milano 

L’innovativa confezione Ruinart second skin case, pluripremiata per il packaging innovativo, ecosostenibile, 100% riciclabile, il cui design evoca le storiche cantine della Maison a Reims, può essere personalizzata in esclusiva nei seguenti store:

  • Fondaco dei Tedeschi a Venezia fino al 30 novembre 2022 
  • Rinascente Milano al 7° piano dello store dal 22 novembre al 5 dicembre 2022.
  • Rinascente Torino dal 29 novembre al 4 gennaio

Un’occasione da non perdere per un’idea regalo unica ed eco-frendly.  

Ruinart, la più antica Maison de Champagne, ha costantemente sviluppato e promosso l’art de vivre di cui è indiscusso emblema. Eleganza e savoir-faire sono elementi cardine della Maison che ha rotto con la tradizione delle singole confezioni regalo e si è spinta oltre proponendo la second skin case, un imballaggio ecosostenibile che  si sposa perfettamente con la silhouette emblematica dell’esclusiva e inconfondibile bottiglia della Maison, mantenendo l’integrità del gusto Ruinart fino al momento della degustazione.

Minimalista nel suo eco-design e comunque sempre elegante, la confezione di carta riciclata evoca il gesto con cui il maître d’hôtel avvolge un tovagliolo bianco intorno alla bottiglia di champagne.

The Mall Luxury Outlets presenta XMAS FACTORY – L’esclusivo evento di Natale tra sogno e tradizione

La magia delle feste si accende su The Mall Luxury Outlets, che celebra le tradizioni del Natale
con Xmas Factory. Live dal 15 novembre a The Mall Sanremo e dal 21 novembre a The Mall
Firenze, l’esclusivo evento accoglierà i visitatori in speciali villaggi incantati fino all’8 gennaio, tra luminarie, decorazioni e installazioni dal sapore vintage.
Inizia così un viaggio tra sogno e realtà, che si snoda lungo i corridoi delle due destinazioni per lo shopping di lusso, impreziositi da grandi abeti illuminati blu in Liguria e rossi in Toscana, boule de neige in formato maxi e suggestivi archi con addobbi.
In un tripudio di colori, ghirlande e ornamenti riempiono anche le speciali strutture immersive. Nelle Xmas Factory, vere e proprie stanze delle meraviglie, è possibile rilassarsi, giocare e confezionare i propri acquisti con carta da regalo e sticker ad hoc circondati da oggetti festosi, come caroselli, Schiaccianoci, palle di vetro e mongolfiere-porta-doni. Per un’esperienza personale e social unica nel suo genere, le Dream Room diventano spazi infiniti con cascate di sfere argentate, paillettes ed effetti sonori tutt’intorno.

Un Natale vista mare, quello nella Riviera dei Fiori, che gli ospiti potranno ammirare dall’ampia terrazza adibita ad area relax tra decori e pouf a tema, o sorseggiando una fumante tazza di deliziosa cioccolata calda. A The Mall Firenze, invece, sarà servito un particolare punch analcolico a base di frutta di stagione, cannella e chiodi di garofano. Nei weekend, entrambi i Luxury Mall coinvolgeranno i bambini in attività a loro dedicate.

Non solo. Per l’intera durata dell’evento, i clienti riceveranno in omaggio addobbi personalizzati, come palline con logo e piccoli alberi in legno con cui imbellire casa.
The Mall Luxury Outlets inaugura così la stagione natalizia a ritmo di bellezza e unicità: il luogo
ideale dove vivere in prima persona la vera essenza delle feste.

La diciottesima edizione della Vienna Art Week, Challenging orders

Testo Giorgia Basili

Una Vienna che regala sorprese e pugni allo stomaco, tra meraviglie da far girare la testa come la Saliera di Benvenuto Cellini del Kuntistoriches e contenuti esplosivi per la loro attualità come la mostra del Mumok “Mixed up with others before we even begin”, vista in anteprima la guida del curatore Franz Thalmair

Dal 18 al 25 novembre nell’ex capitale dell’Impero Austro-Ungarico, città di leccornie come la Sacher torte, del Valzer, della passione teatrale, della musica di Mozart, Haydn, Beethoven, Schubert, Mahler e moltissimi altri, che ha ospitato il padre della psicanalisi Sigmund Freud, arriva un ricco programma ad animare i luoghi d’arte della città. È la Vienna Art Week che festeggia la sua diciottesima edizione, quest’anno con l’ambizioso titolo Challenging orders. Ben 140 eventi distribuiti in istituzioni, spazi indipendenti o espositivi più canonici e gallerie private hanno coinvolto cittadini e turisti. Oltre alla sede scelta per la mostra principale, House of Challenging orders, meeting point d’obbligo il Museums Quartier che, al confine col centro storico e inaugurato nel 2001, con la sua superficie che vanta 60.000 metri quadri è una delle aree culturali più vaste al mondo.

Quali sono stati gli appuntamenti più interessanti? Cosa vi consigliamo di andare a vedere a Vienna per Natale oltre i suoi amati addobbi e mercatini?

La visita al Mumok
Nel corso della nostra permanenza a Vienna abbiamo avuto il piacere di visitare in anteprima, accompagnati dal curatore Franz Thalmair, Mixed up with others before we even begin. La mostra sarà visitabile fino al 10.04.2023, perché merita di essere vista? Innanzitutto alcuni pezzi della collezione mumok vengono accostati a oggetti del Museo di Storia Naturale di Vienna, scelti per aprire un dialogo vivo con l’arte contemporanea e i suoi linguaggi eterogenei. Si parla infatti di ibridazione, non solo in ambito creativo ma anche sociologico e politico, di creolizzazione. Le opere intendono aprire “prospettive alle storie postcoloniali della diversità, alla traslitterazione satirica, al folklore queer e ai rituali femministi collettivi, ai confini molecolari del corpo umano e ai suoi legami con la scienza e la tecnologia”. Gli artisti coinvolti sono Leilah Babirye, Mariana Castillo Deball, Anetta Mona Chişa & Lucia Tkáčová, Nilbar Güreş, Nicolás Lamas, Slavs and Tatars.

House of Challenging orders
Un edificio d’uffici convertito in spazio espositivo per una settimana, fra l’altro in via di demolizione, è stato scelto come sede per la House of Challenging Orders il cuore di questa edizione dell’Art Week viennese. 1000 metri quadri distribuiti su 3 livelli ospitano artisti e performer di 40 diverse nazionalità. Qui, il co-fondatore e direttore della Vienna Art Week, Robert Punkenhofer, si è affidato alla co-curatela di Julia Hartmann. Ad inizio del loro testo critico si legge: “Ogni volta che un “ismo” dominante è stato percepito come troppo incrostato e statico, i concetti e le pratiche di lunga data sono stati smantellati”. L’introduzione della prospettiva e la tridimensionalità spaziale di Giotto, la prospettiva aerea di Leonardo Da Vinci, il marmo come carne viva di Bernini, il Salon des Refusés con in testa Manet, le rivoluzioni copernicane dell’arte contemporanea nel corso del Novecento attraverso i due colossi Duchamp con il ready-made, Andy Warhol con il processo di riproduzione tecnica dell’immagine: tutti questi artisti ebbero il merito di comprendere il tempo che vivevano. Ne lessero la fibrillazione sotterranea, respirarono a pieni polmoni l’aria di cambiamento, infierendo un colpo basso i nostalgici dell’ordine congelato.

Capofila come Pipilotti Rist e le Guerrilla Girls vengono affiancati da artisti emergenti o già affermati. Si fanno notare l’installazione cruda e spirituale di Roberta Lima, i neon femministi di Mai-Thu Perret, il lavoro corrosivo dei The Yes Man, un video dell’artista-attivista dell’ambiente Oliver Ressler, i lavori di Manu Luksch e Regina José Galindo, le pitture fuori fuoco di Christiane Peschek, il video Dehumanisation di Maria Scheider.

IL Q21
l Q21 ospita l’Artists-in-Residence programme. Vengono ospitati artisti da ogni parte del mondo, diversi per etnia, cultura e background sociale. Attualmente troviamo in residenza: Neil Mendoza che combina scultura, elettronica e software, Koloah (Dmytro Avksentiev) uno degli artisti chiave della scena musicale elettronica ucraina, Jennifer Loeber fotografa concettuale di base a New York City che investiga il nuovo concetto di donna-strega nell’attualità, Aleksandra Kononchenko fotografa e artista visiva che porta un interessante video sulla detenzione e violenza in Bielorussia, poi Anna Kove, Juraj Mydla, TJ Cuthand, Rebecca Chesney & Lubaina Himid, Anatoly Belov.

body –  video Aleksandra Kononchenko

Il palazzo della Secessione
L’opera di Jean-Frédéric Schnyder è esposta fino al 05.02.2023 nel Palazzo della Secessione, il tempio della vertiginosa rivoluzione dello Jugendstil opera dell’architetto Olbrich con la sua cupola traforata da fiori dorati come fosse un incantevole ricamo e i fregi di Gustav Klimt dedicati a Beethoven. Jean-Frédéric Schnyder (1945) ha collaborato con curatori di elevato calibro (partecipò alla celebre When attitudes become form di Harald Szeemann), porta avanti una ricerca pittorica di quasi quarant’anni. 

In giro per la città
In città non mancano spazi indipendenti e sperimentali da visitare. Das Weisse Haus è ad esempio una piattaforma collaborativa che offre residenze per artisti locali e internazionali, curatori/teorici e critici, punta sull’intersezione di professionisti di diverse nazionalità e sulla multidisciplinarietà. Vuole favorire un ambiente in cui le idee possano fluire e incontrarsi, costruendo una rete cosmopolita. Ospita alcuni studi d’artista, attualmente in residenza  Ryts Monet nome d’arte per Enricomaria De Napoli (Bari, 1982) che attualmente sta lavorando sulla lingua artificiale dell’Esperanto, Julia Gaisbacher, Lavinia Lanner, Willem de Haan, Hyeji Nam. 

Ma soprattutto da non perdere l’occasione di visitare una delle gemme dell’Art Cluster viennese: non c’è che l’imbarazzo della scelta! L’Academy of Fine Arts Vienna, l’Albertina con dipinti di Gustav Klimt, Egon Schiele, con le opere d’arte applicata di Koloman Moser e Josef Hoffmann, l’Albertina modern, Il Belvedere & il Belvedere 21, il Leopold Museum (che conserva opere di Schiele e dei maggiori maestri espressionisti, tra i quali Kirchner e Kokoschka). Imperdibile il Kunsthistorisches Museum Wien dove fra l’altro fino all’8 gennaio potete trovare l’esposizione Idols & Rivals che si focalizza sulla competizione tra artisti, dall’antichità ellenica attraversando Rinascimento e Barocco. Un esempio di queste sfide tra fuoriclasse? Brunelleschi e Ghiberti, Leonardo e Michelangelo, Michelangelo e Rubens, Rubens e Van Dyck, Lavinia Fontana e Sofonisba Anguissola… non perdete l’occasione di scoprire le splendide opere di pittura ivi conservato o di soffermarvi qualche minuto di fronte a uno dei capolavori dell’arte applicata di tutti i tempi…la saliera di Benvenuto Cellini.

https://www.khm.at

Le gallerie d’arte contemporanea 
11 rinomate gallerie che animano il panorama contemporaneo viennese: Galerie Layr, Galerie Krinzinger, Galerie Crone Wien, König Wien, Galerie Elisabeth und Klaus Thoman, Lukas Feichtner Galerie, Galerie Ernst Hilger, Projektraum Viktor Bucher, Rauminhalt Harald Bichler, Suppan e Galerie nächst St. Stephan – Rosemarie Schwarzwälder. 

Nella Galerie Layr ci imbattiamo nella mostra di Niklas Lichti “Meds & Miracles” che sarà aperta fino al prossimo 22 dicembre.

Image Credits: House of CHALLENGING ORDERS. VIENNA ART WEEK 2022 © Rainer Fehringer

NATALE CON ZWILLING GROUP

Siamo arrivati al periodo dell’anno più magico: il Natale che, si sa, è la festa per eccellenza del buon cibo e dei regali.

Quale migliore proposta che mixi i due simboli di questa festività se non con Zwilling Group

Le idee per i migliori regali sono diverse, non solo utili ma dal design moderno da diventare un perfetto oggetto di arredo per la cucina.

Dai frullatori di Zwilling adatti a tutti i concentrati vitaminici e proteici per affrontare l’inverno, le Cocotte di Staub amate non solo per il loro modo di cucinare ma anche per la particolarità dell’oggetto in sé che dona un tocco in più alla tavola e alla presentazione delle pietanze che, insieme alla padella Alba di Ballarini, sono un ottimo regalo per chi ama cucinare ed è attento ai dettagli. Non può mancare, tra le proposte, il nuovo trend per gli amanti del buon cibo cucinato in modo sano e leggero: la friggitrice ad aria Zwilling, ottima per i piatti più sfiziosi croccanti come un fritto ma restando leggeri e gustosi. Le proposte continuano, col cappuccinatore elettrico, i comodissimi fresh saver e molto altro.

Il natale diventa gustoso con le proposte di  Zwilling Group, impossibile non trovare il regalo ideale!

Arte in nuvola

Photo credit immagine di copertina: Eleonora Cerri Pecorella

Photo credit e testo: Giorgia Basili

Dal 17 al 20 novembre 2022 è tornata Roma Arte in Nuvola che nei propositi dell’ideatore, Alessandro Nicosia (Catania, 1953, ha gestito per oltre 20 anni le popolari esposizioni del Vittoriano), sarebbe dovuta essere riconfermata per almeno altri tre anni. Siamo quindi alla seconda edizione curata da Adriana Polveroni e, nonostante siamo ancora lontani dalle fiere italiane più in voga, si è avvertito un miglioramento rispetto all’anno precedente. Sopratutto la selezione delle gallerie è stata più oculata con l’entrata in scena della rinomata Richard Saltoun (Londra, Roma) che porta avanti un lavoro di ricerca sulle artiste che sono state sottovalutate nella storia passata. In totale espongono 140 gallerie, l’esposizione si distribuisce su tre livelli della Nuvola di Fuksas e lo spazio, altamente suggestivo supporta la riuscita della fiera. Ciò che manca più di tutto, ancora una volta sono le proposte internazionali. Vediamo tuttavia cosa ha funzionato e quali sono state le gallerie che si sono distinte in questo caldo novembre romano.

Le proposte extra mercato

15 sono gli special projects: la decostruzione catastrofica di Giovanni Termini – che risulta purtroppo sacrificata tra uno stand e l’altro -; l’atelier del pittore orchestrato da Manfredi Beninati, con il titolo Ai Leoni, che si può scrutare solo dall’esterno attraverso il vetro appannato di una porticina. Ancora gli stendardi in seta del Tramonto onirico di Ludovica Gioscia, l’intervento ControNatura, a cura di Valentina Ciarallo, che ha visto l’artista Giacomo Cossio dipingere in rosa shocking una piccola giungla di piante da vaso. Il senso dell’operazione? Nonostante il sovrapporsi della vernice irradiata (non dannosa per l’ambiente) il paesaggio vegetale espellerà presto la mano antropica, ritornando a manifestare il suo colore naturale.

1-Le proposte extra-mercato ControNatura Giacomo Cossio

Gli interventi performativi al femminile

Nell’arco delle 4 giornate di fiera si sono alternate le performance di altrettante valide artiste: Elena Bellantoni, Romina De Novellis, Loredana Longo, Marcella Vanzo.

La performance di Romina De Novellis, curata da Valentina Ciarallo, ha avuto luogo venerdì 19 novembre. Attraverso la cardatura della lana, l’artista ha inteso “rievocare lo scioglimento da catene mentali, che suggestionano al punto tale da sembrare impenetrabili”.

Durante l’ultima giornata è stata la volta dell’azione performativa orchestrata da Elena Bellantoni. PENSATE DOMANI È LA FINE DEL MONDO il titolo cita un frammento del film Nostalghia di Andreij Tarkovskij del 1983. 29 donne hanno occupato La Nuvola, marciando sulle scale mobili, disperdendosi nello spazio fino a radunarsi in ordine marziale sulla scale prospicienti l’ingresso. Hanno lanciato un monito, anticipato da un gesto sonoro ripetuto: sbattendo le braccia lungo i fianchi, come a voler spiccare il volo, hanno cercato di attivare una trasformazione architettonica ma anche sociale. Le corvesse non si limitano a essere messaggere ma vogliono in prima persona “incidere una nuova ritmica” all’attualità di “un tempo scandito dalla meccanica del capitale” (dalle parole dell’artista). Un tempo forse fuori dal cardine, fuor di sesto (Time out of joint) per citare il romanzo di Philip K. Dick e l’operazione di riallestimento della Galleria Nazionale di Roma ad opera della direttrice Cristiana Collu (dal 10 ottobre 2016).

La performance di Elena Bellantoni courtesy l’artista

Le gallerie storiche

Da Tornabuoni Arte spiccano un dipinto di Guttuso, gli occhi di plastica nel quadro surrealista di Carol Rama, i quadri astratti e coloratissimi di Piero D’Orazio, uno scatto da una performance di Vanessa Beecroft. Interessante anche il dipinto Concertino di Carlo Socrate e la Composizione (Autoritratto nello studio con due modelle) (1930) di Bernardino Palazzi, proposti dalla Galleria Berardi. Da Laocoonte la Venere latina di Achille Funi e il bozzetto per il Manifesto de Le Euripidi di Eschilo (Siracusa, 1943) di Dulio Cambellotti.

Le gallerie storiche Guttuso da Tornabuoni

Richard Saltoun 

Assolutamente d’effetto ed esteticamente accattivantigli specchi di cera e spine di Silvia Giambrone. Cattura l’attenzione la fotografia di Eleanor Antin The Empire of signs (da Roman Allegories) 2004. Eleanor Antin sfoggia, o meglio mette in scena, un “ampio cast di alter ego di epoca storica e contemporanea, che esplorano questioni di età, razza, sesso e classe” e, utilizzando costumi e fogge del passato, problematizza e pone in questione il presente. Grazie all’impersonificazione riesce a mettere in luce alcuni dilemmi identitari complessi, come riescono a fare altre artiste femministe celebri degli anni Settanta, quali Cindy Sherman e Rose English (sempre rappresentata dalla galleria). Tra le serie dell’artista anche “The King and His Subject”, “The Last Days of Pompeii”, “Helen’s Odyssey”. Nel 1972 in Carving: A Traditional Sculpture documenta nell’arco di 5 settimane il cambiamento del suo stesso corpo sottoposto a un piano dietetico proposto da una nota rivista americana. Le foto sono scattate frontalmente, di schiena, a destra e a sinistra; i contorni del corpo si trasformano perdendo progressivamente 12 chili. Quali sono gli standard di bellezza in una società che oggettivizza la donna? Quanto può influire uno stereotipo condizionando il benessere psico-fisico della persona?

Richard Saltoun Silvia-Giambrone crediti Giorgia Basili

Andrea Festa

Davide Quartucci, Jade Van Der Mark, Yann Leto. La Home Gallery della capitale, nonostante il giovane gallerista Andrea Festa sia originario di Torino, porta in fiera pittura figurativa raffinata. Le tele dello spagnolo Yann Leto si notano per il carattere sovversivo dei soggetti di natura socio-politica e per una pittura densa, fluida e portentosa. Il giovane Davide Quartucci porta tre dipinti dall’atmosfera luminosa e grottesca, protagonista un marinaio strampalato e naive. Jade van der Mark, caratterizzata da una pennellata abbondantemente materica, sceglie invece come soggetto i cosmetici e i prodotti della società metropolitana consumistica.

Andrea Festa-Fine Art i lavori di Yann Leto con l’assistente di Andrea Festa Benedetta Monti crediti Giorgia Basili

IPERCUBO 

Ipercubo decide di puntare tutto su un solo show, lo stand infatti è completamente in mano alla pittrice 26enne bosniaca Adelisa Selimbašić, le cui tele ad olio di grande formato si fanno notare grazie a tonalità pastello manipolate in compatte e ampie campiture. Il corpo femminile viene reso senza voyeurismo, le gambe sono nude o coperte da calze a tinta unita. Si respira allegria, nonchalance ed emancipazione in uno spazio simbiotico e irriverente, senza pregiudizi, costruito secondo scenari ludici, di distensione e relax.

IPERCUBO Roma-Arte-in-Nuvola-2022-Adelisa-Selimbasic-Pranzo-della-domenica
2022-IPERCUBO-Stand-G21

Galleria 1/9

Lo stand della galleria romana, in Via degli Specchi, gioca sullo stretto dialogo di due artisti: Fabio Giorgi Alberti e la giovanissima Verdiana Bove, componente dello spazio indipendente di Torre Angela Condotto48. Gli specchi del primo giocano tra la porzione riflettente e le macchie di colore che creano occhi e bocche in negativo, mostruose o buffe creature, o particolari increspature – come quando viene lanciato un sasso per creare i cerchi sulla superficie di un lago montano -. I dipinti di Bove partono invece da un repertorio di fotografie familiari: le relazioni domestiche, i sorrisi e l’intimità, l’infanzia con i suoi umori trapelano dalle sagome immerse in soluzioni pittoriche evanescenti. Il titolo della serie è Canto alla durata, ripreso da una raccolta di poesie di Peter Handke.

1/9 Roma-Arte-in-Nuvola-2022-Verdiana-Bove-Fabio-Giorgi-Alberti

SpazioManca 

La galleria diretta da Chiara Manca, (ex direttrice dell’archivio Maria Lai) si trova davanti al Mann di Nuoro. Propone artisti emergenti dai prezzi concorrenziali, infatti riesce a vendere moltissime delle opere in fiera. Interessanti gli specchietti rivestiti di tessuto ad opera di Nadia Piras (su instagram Nadia Petit).

Mancaspazio, Nuoro Courtesy Arte in Nuvola

Niccoli Arte Moderna (Parma) 

Espone la personale Boyfriend di Jessica Wilson curata da Massimo Belli: una serie di opere, disposte in sequenza e in piccolo formato. Il colore pastello e il tratto minimale del segno, che sembrare orchestrare un nuovo alfabeto visivo, risultano accattivanti.

NICCOLI, Jessica Wilson, Boyfriend solo show nello stand di Niccoli Arte Moderna, photo courtesy “Roma Arte in Nuvola”

S.t. foto libreria galleria allo stand H 27 

Colpisce una serie di polaroid ad opera di Mario Schifano in cui l’artista prende come soggetto lo schermo della televisione (alcuni nudi e il frame che immortala il programma l'”Ora esatta”), ancora un piccolo scatto che ritrae Alighiero Boetti a Basilea di Fausto Giaccone, una serie di ritratti della poetessa Patrizia Cavalli ad opera di Paola Agosti , Isabell Ducrot e Dino Ignani.

S.t. foto libreria galleria allo stand H 27 – Polaroid di Mario Schifano, crediti Giorgia Basili

Beatrice Burati Anderson e Galleria Gallerati

Nello stand della veneziana e da poco romana galleria capitanata da Beatrice Burati Anderson spicca una scultura in  vetro di Judi Harvest e le installazioni luminose a parete di Shay Frisch, mentre Galleria Gallerati punta sulla fotografia di Claudio Orlandi – con i suoi scatti ai ghiacciai del Passo dello Stelvio – di Angelo Cricchi e Nicola Bertellotti.

Beatrice Burati Anderson, Shay Frisch, courtesy Beatrice Burati Anderson

NM Contemporary (Principato di Monaco) 

La NM Contemporary si è aggiudicata il Premio Rock come miglior allestimento ma ha vinto facile grazie agli artisti di talento coinvolti: Leonardo Petrucci, Vincenzo Marsiglia, Giovanni De Cataldo, Matteo Basilè.

NM Contemporary (Principato di Monaco) crediti Giorgia Basili

Magazzino

La romana Magazzino (in via dei Prefetti) presenta opere di Alessandro Piangiamore – il ciclo dell’Ikebana -, Mircea Cantor, Francesca Leone – la serie delle carte -, Namsal Siedlecki – opere scultoree – e il duo Vedovamazzei – Early Works. 

MAGAZZINO Arte-in-Nuvola-2022-Magazzino

Materia e Gilda Lavia

Entrambe le gallerie sono romane e basate nel quartiere di San Lorenzo.Nello stand di Materia, che solitamente punta molto sulla fotografia, risultanointeressanti le due installazioni di Bekhbaatar Enkhtur dal titolo “Uccello”, grazie al loro minimalismo, all’apparenza asciutto ma in realtà ricco di sporcature – quella leggiadra piuma di pavone sembra appoggiata quasi per incanto sulla superficie -. Gilda Lavia fa forza invece su due degli artisti più notevoli della sua scuderia: Pamela Diamante e Leonardo Petrucci.

Materia e Gilda Lavia, galleria Materia, crediti Giorgia Basili

Accademia di Belle Arti di Frosinone

In ultimo non si può tralasciare lo stand dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone, tra gli insegnanti figura Iginio De Luca, l’artista dei Blitz che ha studio a Roma in zona Marconi, Gioacchino Pontrelli, Gino Sabatini Odoardi e Donatella Spaziani. Tra gli studenti spiccano Giulia Apice (1997) e Veronica Neri. Mentre Apice – che ha già esposto in occasione di Bagni Misteriosi nello stabilimento Sporting Beach di Ostia ad autunno – porta delle opere che, partendo dai tipici specchietti da make-up, usano l’idea della lente di ingrandimento per restituire un’immagine pittorica distorta del volto e della carne, Veronica Neri compone delle astrazioni poetiche usando scarti organici e un piccolo cubo in plexiglass, aprendo una breccia nella superficie, un portale mnemonico.

Accademia di Belle Arti di Frosinone, l’opera di Giulia Apice, crediti Giorgia Basili

Funivie Arabba diventa Società Benefit

Si respira aria di cambiamento nel quartier generale di Funivie Arabba, giovane azienda di impianti a fune che riunisce sotto un’unica bandiera gli asset delle preesistenti società Impianti Turistici Boè S.p.A S.B e SOFMA S.p.a., controllando inoltre direttamente Padon S.rl. e Arabba Fly. L’azienda – la più grande realtà funiviaria di tutto il Veneto, che da sola rappresenta più dei 2/3 del Consorzio Impianti a Fune Arabba-Marmolada – già da tempo si impegna nella valorizzazione delle Dolomiti attraverso importanti iniziative e innovativi servizi al territorio.
Sempre pronta a cogliere nuove sfide e a guardare avanti con coraggio e determinazione, Funivie Arabba si presenta all’appuntamento con la nuova stagione invernale sotto una nuova veste: sarà la prima società funiviaria a diventare Società Benefit. Un’operazione pionieristica non solo nell’ambito degli impianti a fune ma in generale nel panorama aziendale italiano. 
 
Ma cosa significa essere una Società Benefit? Vuol dire essere un’azienda che oltre agli obiettivi di profitto ha lo scopo di produrre effetti positivi sul beneficio comune, quindi sulla società, sulla comunità. Un passo molto importante in linea con una visione, quella che guida Funivie Arabba sin dall’inizio, che pone al centro il territorio e la gente che ci vive cercando di ampliare l’offerta dei servizi e migliorare la qualità della vita. 
Obiettivo principale della nuova Società Benefit sarà quindi la cura e la valorizzazione del territorio e dei suoi abitanti con l’ambizione di costruire un ecosistema che può investire nella valle per garantire un futuro all’insegna della prosperità, dell’innovazione e della sostenibilità, creare valore e far in modo che la gente abbia un buon motivo per rimanere. Finita la stagione dello sci, Arabba deve continuare a vivere: questa è la sfida più grande
“Alcune località di montagna sono immerse in un circolo vizioso di rassegnazione e pessimismo” spiega Diego De Battista, CEO di Funivie Arabba. “Nell’ottica dello sviluppo globale attuale, siamo testimoni di un innalzamento medio della qualità dei servizi, a cui si accompagna il fatto che la gente si abitua ad avere sempre di più e a dare per scontate sempre più cose. Esiste una soglia critica di rapporto tra residenti e servizi, sotto la quale il settore pubblico fatica a giustificarne la fornitura. È perciò quasi inevitabile, che in zone demograficamente poco dense come le valli di montagna, certi servizi, che nelle realtà urbane sono offerti dal settore pubblico, vengano a mancare”. Questo crea chiaramente un grado di disagio a cui molte persone rispondono abbandonando il paesino natio e spostandosi verso realtà urbane più grandi. Occorre quindi fare qualcosa per invertire questo processo, altrimenti è molto probabile che la rovinosa ipotesi secondo cui fra cento anni nelle valli di montagna non vivrà più nessuno finirà per concretizzarsi. 
Anche se il comprensorio Arabba-Marmolada è una realtà economica prospera, inserita nel circuito della Sellaronda, e caratterizzata da piste da sci che sono tra le più belle delle Dolomiti, è comunque importante rendersi conto che una situazione come questa, proprio per il fatto di godere di un certo benessere, può portare in qualche modo ad adagiarsi e a non intraprendere progetti a lungo termine.
L’unica soluzione è quella di mirare a diventare un modello in cui il vivere in montagna sia in perfetta simbiosi con il turismo, grazie ad un’attività imprenditoriale in grado di mantenere vivo il territorio, sopperendo dove possibile a quelle mancanze di servizi. Questo significa mettere in cantiere dei progetti che vadano oltre il solo fine economico: una visione estremamente lungimirante che non si preoccupa del fatto che investimenti di questo tipo possano non avere un ritorno nell’immediato. È indubbio che senza il profitto un’azienda non vada avanti, ma questo non significa che non si possa fare di più, e De Battista è fermamente convinto che il business degli impianti a fune debba avere un compito più importante per le comunità di montagna rispetto a quello che attualmente ricopre: “Gli impianti a fune non devono essere giudicati importanti unicamente perché creano posti di lavoro. Al contrario, essendo di fatto il motore economico trainante di queste valli, possono e devono dare un qualcosa in più per far sì che la gente voglia continuare a vivere qui e creare a loro volta valore per il territorio”.
 
La centralità del mondo impiantistico all’interno dell’economia di montagna si accompagna quindi alla volontà della nuova Società Benefit Funivie Arabba di diventare un punto di riferimento ancor più centrale per i soggetti, dal singolo cittadino alle istituzioni, in modo da offrire un’esperienza di montagna emozionante, autentica, inclusiva, conforme al principio della sostenibilità economico-sociale del territorio che contribuisca a rendere la comunità più prospera non solo dal punto di vista economico ma anche da quello sociale, famigliare, psicologico, comunitario. “Siamo un’azienda che ha come obiettivo quello di far crescere il territorio, e far sì che la gente continui a viverci” ribadisce Marco Grigoletto, CFO di Funivie Arabba e presidente di Anef Veneto. “Realizzeremo questo creando le situazioni adatte per far sì che questo territorio cresca per quello che merita, nella consapevolezza che in alcuni casi potremmo doverci trovare a sostituire l’ente pubblico per dare alla gente i servizi che mancano – ma siamo pronti a farlo – perché crediamo fermamente in un progetto di vivibilità del nostro territorio e come azienda dobbiamo necessariamente portarlo avanti”. 

COPPIE IMPOSSIBILI

TEXT: GIANNI DINI
ILLUSTRATIONS: ANDREA MANCINI

Klimt e Madonna

Klimt e Madonna

– Ohhh Madonna..
– Dimmi Gustav:
– Non dicevo ohhh Madonna te… dicevo ohhh Madonna… l’altra… insomma… ohhh Veronica. Ma è proprio bello stringerti forte, cosi, vicina vicina vicina: ho tanta voglia, sai?
– Anche io, anche io Gustav… quando sono fra le tue braccia mi fai sentire… Like a virgin.
– Esagerata…
– Piuttosto te, sei sicuro che starai attento, quando sarai Into the Groove?
– Che dici Mado… Veronica. Certo che sto attento.
– Mah, speriamo. Si dice che tu abbia sparsi per il mondo più di una dozzina di figli. Non che poi ho voglia di tornare a casa e di dover dire di nuovo Papa don’t preach, che l’ultima volta si è incazzato parecchio.
– Dai, mi so trattenere. Ma… come ti sei vestita stamani, ti tolgo il reggiseno e sotto hai la canottiera e un’altra maglietta? L’altra volta poi, con il corsetto con quelle coppe a punta.. avevo quasi paura che mi facessi male.
– Me ne sono accorta, ho creduto per un attimo che ti diventasse tipo Frozen e invece, hai visto, mi son messa in ginocchio, Like a prayer… e ti è piaciuto molto, mi pare. Mmmh Gustav, vieni qui, Open your heart. Per me sei irresistibile, sei la mia isla Bonita.
– Che dolce che sei. Ma in fatto di moda, lasciatelo dire da chi ha sposato una stilista: sembra ti abbiano vestita degli uomini. Uomini parecchio strani, anche.
– Ma che ne capirai di moda tu, che hai fatto la guerra di secessione.
– La guerra no, ma la secessione l’ho fatta veramente, a Vienna, che tutti se ne ricordano ancora. Una rivoluzione: basta con ‘ste cose borghesi, il gusto classico, il naturalismo, il perbenismo, basta con le costrizioni. Si deve ambire al bello: che c’è di più bello delle donne nude, a parte le tagliatelle al cinghiale e la bistecca alla fiorentina?- Lo so, lo so, per te sempre almeno due porzioni di tutto.
– Bè, almeno due porzioni anche di te, petto e coscia. Veronica mmmh, mi fai venire l’acquolina in bocca, vieni qui che ti scardino.
– Dai, non mi trattare come una Material Girl. Facciamo un gioco prima, dai, conosciamoci meglio.
– Che gioco facciamo?
– A domanda rispondi, comincio io mio bel mangione: il dolce preferito?
– Oro Saiwa.
– Film che ti sono piaciuti di più?
– Non saprei scegliere… Chaplin, La febbre dell’Oro o Sogni d’oro di Nanni Moretti. Anzi no. Dico Goldfinger.
– Programma tv?
– Lo Zecchino d’Oro.
– In che epoca vorresti vivere?
– Nell’Età dell’Oro.
– E dove vorresti lavorare?
– Al Lingotto.
– Vediamo che mi dici ora, non sbagliare eh… cantante che ami di più?
– Mango.
– Mango?
– Oro, oro, oro (canticchia ridendo).
– Gustav, sono rimasta senza parole.
– Il silenzio è d’oro! Scherzo Veronica. Fammi scherzare che ne ho bisogno. Ma pensa un po’, mi aspettavo di passare tranquillo l’ultimo anno della mia vita, e invece devo subire la guerra, l’epidemia di Spagnola. Non la vedo mica tanto bene sai? Preferirei essere ai tuoi giorni…
– Tutto uguale Gustav, solo che in più c’è Britney Spears.

Frida e Picasso

Frida e Picasso

– Frida, non ti sento a tuo agio…
– Hai ragione Pablito, qui, cosi… senza letto a baldacchino, senza specchio sulla testa… mi sento un po’ spaesata.
– Non per mettere il dito nella piaga ma ti ricordo che in quel letto a baldacchino, sotto lo specchio, ci sei stata mesi e mesi: trentadue operazioni, colonna vertebrale rotta in tre punti, osso pelvico diviso in quattro, fratture al collo del femore e a infinite costole. Pensa un po’ se eri D’Annunzio di costole rotte te ne risparmiavi almeno due. Per non parlare delle slogature e delle lussazioni.
– Ok. Ok. Ma proprio in quel letto ho preso consapevolezza di me, del mondo, e dell’arte. E del comunismo.
– Lo sai che a volte ti invidio. lo invece ho sempre girato fin da ragazzo, Malaga, La Coruña, Barcellona, Madrid, e poi Parigi, a 18 anni avevo già visto un bel po’ d’Europa.
– Vuoi che ti mandi subito affanculo Pablo?
– E studia e cambia città, e dipingi e cambia città, e lavora e cambia città. Il Barça, il Real Madrid, al limite il Paris Saint Germain: tutti hanno una squadra del cuore. E io non saprei chi scegliere fra Messi e Cristiano Ronaldo. E mai poter passare un pomeriggio sul divano, a vedere un bel combattimento di galli alla televisione, o una domenica alla corrida, a fare il tifo per i miei toni preferiti.
– Già, invece pensa che culo io, una ragazza di 18 anni a letto per mesi, potevo solo farmi selfie, autoritratti come dicevano allora che non c’era il telefonino, ma non mi son mica lasciata andare alla depressione. La vita è a colori sgargianti.
– La vita va a periodi, cara Frida. Ti senti cupo e vedi tutto blu, poi ti sciogli al mondo e la vita ti sembra rosa. Poi, quando credi di aver capito tutto, di vederla giusta da tutti i lati, esprimi te stesso al cubo. Ma… ti rivesti già?
– Si, devo andare, torna mio marito e voglio farmi trovare a casa. Non ho voglia dei suoi interrogatori: “Dove sei stata? Con chi sei stata? Sei stata a letto con Breton? Con Tina Modotti? Con Lev Trockij?”. Come se lui fosse Paolo Brosio dopo la svolta della castità. 
– Ma non eri divorziata da quello li, come si chiamava… Mazzola?
– Rivera si chiama. Diego Rivera. Per l’esattezza Diego Maria de la Concepción Juan Nepomuceno Estanislao de la Rivera y Barrientos Acosta y Rodriguez, guarda un po’ doveci porta la storia del doppio cognome, e guarda un po’ quali sono le priorità delle donne del PD oggi.
– Certo. una volta noi comunisti avevamo altri problemini: rivoluzioni, guerre civili, guerre mondiali… però i simboli sono importanti. lo una volta ho fatto il ritratto di una città dopo un bombardamento e ci ho messo su una colomba: i pacifisti di tutto il mondo ancora mi ringraziano.
– Ridillo un’altra volta: L’avete fatto voi quest’obbrobrio? 
– No. L’avete fatto voi.
– Ma perché divorziasti?
– Mi tradiva. Mi tradiva con La Chiunque. Pensa un po’: quando ci siamo sposati, il sindaco non aveva ancora finito di pronunciare la formula “Vuoi tu Frida Kahlo sposare Diego Maria eccetera eccetera” che lui già sbaciucchiava un’altra.
– Vabbè Frida, anche tu in quanto a ganzi non ti sei fatta mancare nulla. Ma chi hai risposato?
– Ecco… lui ho risposato.
– Lui? Di nuovo? E come mai, se posso?
– Che dire, mi fa stare bene quando io sto male e viceversa.
– Quindi anche tu lo fai stare bene quando lui sta male?
– No, voglio dire che mi fa stare male anche quando io sto bene.

Van Gogh e Yoko Ono


Van Gogh e Yoko Ono

– Oh Paul! È stato bellissimo.
– Anche per me Yoko però… mi chiamo Vincent.
– È stato bellissimo lo stesso Paul, starei qui con te tutta la settimana.
– Sono Vincent, Yoko. Lo farei anche io, ma senza tutti quei giornalisti a capo del letto che ci vorrebbero vedere in azione. E tu che magari ti metti a parlare della pace nel mondo.
– Sei bella bella bella, ma certe cose lasciale dire a Miss Italia.
– Che dici Paul, bisogna sempre stare attenti al sociale, essere sempre sul pezzo (non solo sul tuo, dico). La pace, l’attualità: sono i tempi di Facebook e di Instagram, l’instant marketing è il principio imprescindibile. E poi, aiutare gli altri è sempre stato il mio scopo.
– Vincent. Sono Vincent. Lo so, hai sempre voluto essere d’aiuto al mondo, però mica hai fatto come me che ho lasciato baracca e burattini e sono andato fra i minatori: mi son tolto il pane di bocca per aiutare le loro famiglie che morivan di fame, per far vedere che dramma vivevano ogni giorno. E mica con le fotografie del telefonino.
– Sarà per questo che sei cosi magro Paul e pure un po’ sciupato, lasciatelo dire.
– Mi lascio dire tutto, ma chiamami Vincent. E a proposito di instant marketing, è per quello che dopo un anno che ti hanno ammazzato il marito hai messo in copertina del tuo disco gli occhiali rotti e sanguinosi che aveva quando gli hanno sparato?
– Ma che ne vuoi sapere tu del business e dello star system, Paul? Hai sempre voluto vivere povero come un cane, sei stato costretto a mendicare e dormire nei pagliai. Ti hanno anche cacciato dalla casa d’aste dove ti aveva raccomandato tuo zio perché mancava poco li facevi fallire: con te gli affari li facevano solo i tuoi clienti.
– Yoko: Vincent. La mia vocazione non è mica per la pittura sai. Ma con tutti i mercanti d’arte che ho in casa dovevo fare quello. La mia vocazione è per gli umili, per i poveri, per gli alienati dal lavoro e dalla fatica…
– Ehhh Paul, e chi sei Gino Strada?
– Noo, sono Vincent. Guarda che lo ha detto anche uno che di soldi ne ha fatti parecchi: “Stay hungry, stay foolish”.
– Ecco Paul, lui lo hai preso proprio alla lettera. Ma non è che intendeva dire che bisogna morire di fame e finire in manicomio come hai fatto tu, per avere successo.
– Vincent, non te lo dico più. Mi vuoi chiamare con il mio nome?
– Ok Paul.
– Eeee, ancora. Ma poi, proprio Paul, come quello che ti stava più sull’anima dei Fantastici Quattro.
– Erano i Fab Four. E non mi nominare quel Paul. Lui me ne ha sempre dette di tutti i colori, altro che le litigate fra te e Gauguin. Ma io son riuscita a dividerli, ho fatto si che si sciogliessero. E che tutti continuassero da soli.
– Yoko, per caso hai anche fatto parte della sinistra italiana? Ché negli ultimi quaranta anni, fra scissioni e divisioni si è sciolta nel nulla anche lei?
– Quanto sei simpatico Paul.
– Senti Yoko, ora me lo spieghi: come mai continui a chiamarmi Paul?
– Come perché? Non hai un padre severo che ha sempre criticato i tuoi atteggiamenti?
– Si.
– Non vieni da una famiglia dove l’arte è sempre stata di casa?
– Si.
– Non ti hanno tagliato un pezzo di orecchio e sei andato in giro mesi con la testa fasciata, sembravi un italiano nella ritirata di Russia?
– Ehm, si.
– E allora caro il mio Paul Getty, preferisci che ti chiami Junior?

Raffaello e Fornarina

Raffaello e Fornarina

Li abbiamo fregati tutti Margherita.
– Tutti tutti Raffaello mio. Ma quanto saranno stati stupidi a pensare che fossi la figlia di un fornaio….
– E invece il forno lo possiedi proprio tu Margherita bella. E senti come è sempre caldo.
– Quando sei con me hai sempre voglia Raffaello. Però ti fai vedere sempre cosi poco. Sempre in giro a lavorare. Era meglio se come amante avessi scelto un camionista, o un rappresentante, l’avrei visto un po’ di più. E chissà quante altre donne avrai, a Siena, a Roma, a Urbino.
– Marghe, lo sai che sei tu la mia modella preferita.
– Lo so, lo so che non vedi l’ora di infornare la tua pala. Piuttosto, spengi il cellulare e posalo nel cassetto.
– E se mi cerca il Bramante, o Leone X?
– Non gli vorrai mica dire che hai le mani in pasta?
– No. Ma…
– Te lo dico chiaro e tondo Raffa, non voglio più che tu mi faccia i ritratti nuda.
– Ma lo sai che è un gioco, che rimane fra noi.
– Si, rimane fra noi come l’ultima volta, che tutto il mondo mi ha visto a tette all’aria. Che poi, ti sembra che le abbia cosi piccole come me le hai fatte tu?
– Certo che no.
– Meno male, che se dicevi di si il mio prossimo amante era Roy de’ Vita, che si è anche lasciato con Nancy Brilli.
– E chi è?
– Uno che le tette le sa fare a modino.
– O brava. Vuoi ingelosirmi e darmi delle altre preoccupazioni? Sono oberato di lavoro, sempre in giro, ho una bottega con tanti sottoposti da mandare avanti, cantieri in mezza Roma.. Guarda che il forno si raffredda
– La butti sempre sul sesso, quando lo sai che ho una vita bestiale, che l’ho sempre avuta.
– Ecco che si ricomincia. “Non avevo dieci anni, ero già a lavorare a bottega..”.
– Proprio così e mi pagavano a pane e schiaffi.
– Come Cannavacciuolo.
– Prendimi pure in giro, ma è proprio così. A quindici anni sono andato via di casa, via da Urbino che se rimanevo li ero operaio alla Benelli a montare fucili o motorette. O magari, disgrazia delle disgrazie, mi laureavo alla Facoltà di Giornalismo e allora ero proprio disoccupato. E invece oggi ho un’azienda tutta mia con trenta dipendenti, mi cercano in tutta Italia e anche all’estero, sono il trionfo del Made in Italy. E mi sono fatto tutto da solo.
– E a me? Sono la tua amante, mica tua moglie. Mica mi tocca la legittima, la reversibilita della tua pensione. Non mi nominerai nemmeno, nel tuo testamento. Che, detto per inciso, ti consiglio caldamente di fare al più presto: se continui con questa vita, muori parecchio ma parecchio giovane. 
– Senti Margherita, non mi fare prediche. Ho sempre fatto alla mia maniera: anzi questa maniera si può dire che l’ho inventata io. E poi, mangio poco, non bevo, non fumo. E ho solo trentasette anni.

Lautree e Abramovic

Lautree e Abramovic

– Marina, quanto vuoi continuare a agitarti come una tarantolata? Pari Sangiorgi dei Negroamaro.
– Non ero abituata a queste performance: magari, se provassi a togliermi quel dito…
– Proprio te che con le performance estreme ti ci sei pagata il mutuo e la macchina nuova.
– Si ma erano una roba diversa, molto. E in tante di quelle performance io stavo immobile, fra l’altro.
– Lo so, lo so. A sedere a guardare la gente, a legarti i capelli col tuo marito, gnuda a farti fruzzicare con un po’ di oggetti, a strusciarti con quelli che entrano alle mostre…
– Che hai da dire, ho scelto di usare il mio corpo per esprimere le mie idee, il mio disagio, la mia arte.
– Beata, che hai potuto scegliere, tu. Il mio corpo ha deciso lui invece, ha esercitato lui la sua arte, e proprio su di me. Ha espresso la sua ribellione alla nobiltà, alla consanguineità, a un modo di vivere che avrebbe dovuto appartenermi per discendenza, casato. Per diritto divino insomma. Così, io poco più che bimbo, le mie gambe hanno deciso di rompersi e di smettere di crescere. Via i falconi, via la caccia, via i cavalli. L’arte degenerata l’ha inventata il mio corpo, mica i nazisti sai. Meno male che mi piaceva usare il pennello.
– Quello direi che lo sai fare piuttosto bene.
– Bè, almeno questo: la natura mi ha dotato di un grande pennello, come dice la pubblicità (che, me ne vanto tra parentesi, ho contribuito a far nascere). Ma diciamo anche che mi sono esercitato parecchio, e ho avuto tante buone maestre. Ma non è che se siamo qui è perché hai voluto fare come la ragazza irriverente di De André, che “vuol scoprir se è vero quanto si dice intorno ai nani che siano i più forniti della virtù meno apparente, fra tutte le virtù la più indecente”? (canticchiando e ridendo).
– Allora seguita, Henry, continua a prendermi in giro. Come eri messo lo sapevo da sempre, che mica ti sei mai vergognato a farti fotografare nudo come un verme. Anzi come un verme con il cappello.
– Settecentotrentasette dipinti, 4748 disegni, 275 acquarelli. Poi 334 stampe, 4 monotipi e 30 manifesti. E tutti si ricordano di me per due fotografie dove sono nudo, la pubblicità del Moulin Rouge e per due ritratti alle puttane di Montmartre. E sì che di performance ne ho fatte parecchie anche io: mescolare oppio e assenzio ogni sera, riuscendo a lavoricchiare anche così, per esempio. E anche a fare 14 passi, in quelle condizioni.
– Che ci vorrà, dovresti vedere Mick Jagger e Keith Richard che fisichini hanno ancora, dopo una vita di bagordi. E anche io, nel mio piccolo, una volta ho fatto mezza Grande Muraglia, solo per dire addio al mio compagno.
– Non siamo qui a fare le gare per veder chi vince, cara Marina. Tanto lo sai, perdiamo tutti.
– Perdiamo tutti, è vero. E evidentemente ci piace perdere, e forse proprio per questo continuiamo a iniziare guerre. Non mi è bastato stare a ore e ore a pulire ossa marce, puzzolenti e piene di vermi, per far vedere, far capire, dimostrare quanto sia orribile la guerra e quanto disgustosi gli uomini.
– A me, per far capire quello mi è stato sufficiente dipingere due prostitute che si baciano.

Dalì e Yayoi Ikusama

Dalì e Yayoi Ikusama

Salvo…
– Dimmi Yayoi.
– Guarda che se si va avanti cosi gli orologi saranno la seconda cosa che mi viene a mente associando al tuo nome il concetto di molle…
– Si ma guarda che non è che si può fare tutto in fretta come sei abituata tu. Se fosse per te per fare alla svelta disegneresti solo tondini.
– Non sono tondini, Salvo. Sono pois. Ci vuole tanto a capire la differenza? Diresti mai che l’abito di Audrey Hepburn è “a tondini”? O che Gianni Agnelli indossa una cravatta “a tondini”? Sono pois. Al massimo cerchietti, te lo concedo. Ma è tutta colpa dei miei genitori che quando ero piccola se si accorgevano che disegnavo mi strappavano i fogli di mano. Solo pois mi rimaneva il tempo di fare. Ma credi che per una giapponesina degli anni ’40 fosse tantofacile fare qualcosa di differente dalla geisha? A New York son dovuta andare, per lavorare. Anche se, a dire il vero, pure li gli uomini la facevan da padroni. Donna e giapponese. In America. Negli anni ’50. Non è stato mica facile. Sono stati anni a pane ecicoria, pari pari a Rutelli.
– Rutelli?
– Uno ispirato dalla margherita, non è mai esploso veramente.
– Yo, è vero che i danni che fanno i genitori sono indicibili: a me hanno fatto credere di essere la reincarnazione di mio fratello morto, pure il suo nome mi hanno dato. E si stupiscono se il mio metodo di lavoro l’ho chiamato paranoico-critico.
– Salvo, un po’ paranoico sei, anche se oggi si direbbe che sei un narcisista aggressivo-passivo, con tendenze istrioniche e pure borderline.
– Perché ho gridato a quelli dell’Accademia che nessuno aveva la competenza per giudicare un’artista della statura di Salvador Dalì? Era vero.
– Ammettiamolo. Ma presentarsi con tua moglie Gala alla festa di New York vestiti come il figlioletto di Lindbergh e il suo rapitore? E non mi dire che era un gesto surrealista, che anche i surrealisti ti han cacciato dal loro club.
– L’ho detto a loro e lo dico a te: “il surrealismo sono io”.
– Si, ma stai calmo baffino. Oggi un Biden che scorreggia davanti ai Windsor ti sotterra. Che poi senza una donna non sei stato capace di andare in nessun posto. Prima Gala, poi Amanda, sempre di una musa hai avuto bisogno. Anche se, in realtà, ho sempre pensatoche a te più di tutto piacesse l’uomo. L’uomo forte in particolare: lo zio Adolf, il generalissimo Franco… gente di carattere insomma.
– Lascia stare la politica, che forse non ci ho mai capito tanto. Ma non andar mai contro nessuno mi ha permesso di vivere e fare come ho voluto.
– Si, lasciamo stare, che ora devo proprio andare in bagno.
– Non è che me lo intasi di palline argentate riflettenti? O me lo dipingi tutto a pois?
– Cretino. Piuttosto non è che te lo sei fatto fare da Duchamp il bagno, con il cesso montato alla rovescia?
– Finiscila. E torna qui, che ci facciamo un po’ di coccole.
– Guarda Salvo, a parte che non è tua, ma nessuna ti ha mai detto che “bella come l’incontro casuale di una macchina per cucire e un ombrello su un tavolo da dissezione” non è un gran complimento per una donna?
– Dici no?
– Dico no. E ora fammi prendere le mie cose, che non vedo l’ora di tornare nella mia stanzina al manicomio. Certo, potrei anche rimanere qui, però ho bisogno di un po’ più di normalità. E poi non vorrei rispondere al telefono e essere morsa da un’aragosta.
– Però, ti tratti bene: borsa, scarpe, pochette, portafogli, bracciale: tutto Louis Vuitton!
– Va là, lo sai bene che è tutta roba presa allo spaccio della ditta dove faccio qualche lavoretto di quando in quando.

I nuovi occhiali di Pucci

Pucci definisce il nuovo corso della Maison sotto la Direzione Artistica di Camille Miceli: un vero e proprio viaggio che abbraccia anche la linea eyewear. Un moderno modo di essere, di vivere e muoversi, con un guardaroba nomade dall’allure lussuosa e spensierata, che affonda le sue radici nella storia della Maison.

Audaci e raffinati, Sirena ed Emilio, i primi modelli da sole della collezione Pucci Eyewear firmata da Camille Miceli, sono caratterizzati da un’estetica irresistibile e da elementi simbolici, come il nuovosignature logo, rappresentato da due pesci intrecciati a formare l’emblematica P di Pucci.

La vitalità del mare disegna silhouette dalla personalità decisa che raccontano una femminilità ultra-contemporanea e da montature dal design vivace, valorizzate dall’energia del colore.

EP0208 – SIRENA

Montatura sofisticata che gioca con forme e colori per creare un occhiale dal design sorprendente. Modello dalla sagoma moderna e dall’anima gioiosa, caratterizzata dall’inserimento sulle aste bold di un nuovo signature logo che raffigura due pesci intrecciati, richiamando le origini della Maison e l’intramontabile legame con il mare di Capri, dove Emilio aprì la sua prima boutique nel 1951.

EP0209 – EMILIO

Maschera dal design deciso e dal look energico. Lente dalla linea pulita, impreziosita da inserti metallici sul frontale che riproducono delle piccole code di pesce. Elementi che contraddistinguono anche gli spoiler laterali in metallo intarsiato e disegnano il nuovo ed esclusivo terminale delle aste in acetato e metallo. Arte e artigianalità si fondono perfettamente in questo modello che definisce la lussuosa identità del brand con rinnovata personalità.

LUA BODY, la linea bodycare pensata per gli inestetismi cutanei di tutti

Lua Body, startup italiana composta da un team under 30, nasce per aiutare le donne a migliorare e prevenire gli inestetismi corporei come ritenzione idrica, cellulite e cattivo microcircolo.

Nei suoi laboratori Lua Body ha creato dei trattamenti estetici funzionali specifici da poter inserire facilmente nelle routine di ognuno di noi, per poter trattare gli inestetismi cutanei comodamente da casa.

“Nei nostri cosmetici combiniamo i migliori estratti vegetali e molecole bioattive per fondere in maniera sinergica scienza e natura in trattamenti efficaci e performanti che rispettano la naturale barriera cutanea e non danneggiano l’ambiente” dice la founder del brand.

Tutte le formule di Lua Body sono certificate dall’ente AIAB e contengono:

– fitoestratti botanici, i migliori blend vegetali con proprietà drenanti, lipolitiche, antiossidanti e ricchi di molecole, come antociani e flavonoidi, che stimolano microcircolo, sistema linfatico e turnover cellulare;

-biomolecole polifunzionali, vitamine, acido ialuronico, caffeina, niacinamide, attivi naturali che hanno meravigliosi effetti sulla nostra pelle; -oli essenziali, altamente selezionati, non solo sono attivi che aiutano a migliorare la buccia d’arancia, a stimolare la microcircolazione e ridurre l’infiammazione tissutale, ma donano delle profumazioni naturali che, seguendo i principi dell’aromaterapia, generano una sensazione di relax e benessere che non può mancare durante l’applicazione delle bodycare routines.

Tutte le formulazioni di Lua Body non contengono siliconi, parabeni, oli minerali o sostanze chimiche, a differenza della maggior parte dei prodotti in commercio, questo perchè  vogliono essere dei veri trattamenti che invece di coprire gli inestetismi cutanei penetrano in profondità e lavorano per migliorarli riattivando il microcircolo e il sistema linfatico, alleviando l’infiammazione dei tessuti e agendo sull’idratazione e il benessere della nostra cute.

Lua Body ha creato dei trattamenti corpo efficaci e facili da utilizzare, organizzati in kit specifici per ogni inestetismo, scoprili sul sito https://www.luabody.com

BE COOL – crema corpo anticellulite, rassodante

La crema forte BE COOL è il tuo miglior alleato per aiutare a prevenire e combattere gli inestetismi della cellulite.Una formula studiata per concentrare i migliori attivi naturali che aiutano a ridurre l’aspetto della buccia d’arancia, drenare i liquidi in eccesso e rassodare in profondità. Formato: 150ml
BE COOL è un fluido corpo leggero e setoso con potente azione rassodante e tonificante. Contiene attivi che stimolano il metabolismo dei lipidi, biomolecole che nutrono in profondità e oli essenziali che stimolano il microcircolo e tonificano le pareti capillari. La consigliamo a chi soffre di cellulite e buccia d’arancia, ristagni di liquidi e capillari fragili.
La formula di BE COOL contiene una sinergia di oli essenziali e estratti biologici di mirtillo, vite rossa, edera e centella che fortificano il microcircolo e hanno azione drenante, antiossidante e antinfiammatoria. Caffeina e pepe rosa agiscono sui depositi adiposi, stimolando il metabolismo dei lipidi e prevenendo la formazione di nuovi accumuli di grasso. Il succo di aloe bio, l’acido ialuronico e l’olio di mandorle dolci idratano la pelle in profondità donandole un aspetto compatto, vellutato e luminoso. Un prodotto unico, dalla texture setosa e leggera, da massaggiare su gambe e corpo una o due volte al giorno.

BE GLOWY –  olio corpo drenante

L’olio BE GLOWY è il prodotto perfetto per i tuoi massaggi drenanti. Una miscela di bioattivi botanici e oli essenziali mirati alla riattivazione del microcircolo e a combattere la sensazione di gambe pesanti. Ottimo per una pelle idratata, setosa e lucente. Formato: 100ml
BE GLOWY contiene una sinergia di oli preziosi, attivi botanici e oli essenziali completamente naturali ideale per i tuoi massaggi drenanti. Una texture nutriente ma che non unge per combattere cellulite e ritenzione idrica. Riattiva il microcircolo e il sistema linfatico ed ha azione antiossidante. Nutre e illumina la pelle rendendola compatta e idratata. Il leggero effetto fresco completa il suo effetto contro le gambe gonfie.
Lo consigliamo a chi soffre di ritenzione idrica, gonfiore e ristagno dei liquidi.
La formula di BE GLOWY contiene oli preziosi di macadamia e mandorle dolci e vitamina E che nutrono la pelle in profondità rendendola setosa e lucente. Gli estratti biologici di ginkgo, edera e rusco rafforzano le pareti capillari, stimolano il drenaggio ed hanno proprietà antiossidanti. La sinergia di 5 oli essenziali migliora gli inestetismi della cellulite, l’infiammazione tissutale e la funzionalità del microcircolo e dona una profumazione fresca e naturale.

BE FRESH – fluido corpo drenante

BE FRESH è un fluido corpo che dona un immediato effetto freddo studiato per alleviare la sensazione di gambe stanche e pesanti.Una formula delicata dalla texture in gel per donare immediato senso di freschezza e leggerezza senza ungere la pelle. Formato: 250ml
La formula di BE FRESH è studiata per donare un effetto freddo immediato che tonifica la muscolatura, elimina il gonfiore, migliora la circolazione e aiuta a drenare i liquidi in eccesso. Il fluido è studiato per chi soffre di gonfiore e fragilità capillare, chi trascorre molte ore in piedi e soffre di gonfiore e pesantezza alle gambe. E’ ottimo dopo l’allenamento come trattamento crioterapico per rigenerare muscolatura, cute e rete capillare.
Tip! Per un effetto ghiaccio conserva il trattamento in frigorifero!
BE FRESH è’ formulato a base di succo fresco di aloe vera biologico che nutre, rassoda e illumina la pelle grazie alle vitamine e i minerali contenuti. L’estratto di edera e il mandarino migliorano la funzionalità del microcircolo, rafforzano le pareti capillari e aiutano a prevenire e combattere gli inestetismi della cellulite. La menta dona alla formula l’effetto freddo che aiuta a tonificare e a sgonfiare le gambe.

BE SHAPE – bendaggi tonificanti effetto freddo

I bendaggi tonificanti BE SHAPE effetto freddo sono un trattamento estetico professionale formulato per migliorare la sensazione di gambe stanche e pesanti e la funzionalità del microcircolo. Sono imbibiti con alte concentrazioni di principi attivi naturali ad azione tonificante, defaticante e stimolante.La leggera compressione delle bende favorisce l’azione drenante e l’attività delle molecole biofunzionali. Il pantacartene incluso nel kit, grazie all’effetto sauna, trattiene il calore e garantisce una maggiore perdita di liquidi. Formato: contiene due bende monouso lunghe 10m x 9cm ciascuna imbibite con 220ml di lozione.
I nostri bendaggi effetto freddo sono un trattamento di crioterapia professionale pratico e funzionale. Aiutano chi soffre di gambe gonfie e pesanti migliorando le funzionalità del microcircolo e il benessere e l’elasticità delle pareti capillari. Un trattamento ottimo per eliminare l’infiammazione sottocutanea che causa la cellulite e il gonfiore dovuto al ristagno di liquidi. Sono ideali dopo l’allenamento come trattamento crioterapico per rigenerare muscolatura, cute e rete capillare. Ottimi per chi trascorre molte ore in piedi e vuole donare sollievo immediato agli arti inferiori. TIP! Prima dell’utilizzo conserva il tuo bendaggio in frigorifero per un effetto ghiaccio!
La formula di BE SHAPE EFFETTO FREDDO contiene biomolecole fondamentali per il trattamento del cattivo microcircolo e del gonfiore. Ginseng e ginkgo aiutano la pelle a rimanere compatta, tonica ed elastica donandole luminosità e contrastando la comparsa di inestetismi cutanei della cellulite.L’estratto biologico di ippocastano contenente escina, migliora la funzionalità del microcircolo e fortifica le pareti capillari. Menta e mentolo conferiscono l’effetto freddo che dona sollievo e leggerezza lavorando su gonfiore e infiammazione tissutale.

BE SOFT – spazzola per il body brushing

BE SOFT è la nostra spazzola per il corpo costituita da manico in legno naturale, setole in fibra di cocco e cingolo regolabile per garantire una piacevole impugnatura.
BE SOFT può essere utilizzata su pelle asciutta o sotto la doccia per i tuoi massaggi drenanti e migliorare gli inestetismi della cellulite. Usala a secco per un’esfoliazione profonda, stimolare il microcircolo e il drenaggio dei liquidi in eccesso. Il dry brushingè una tecnica di esfoliazione antichissima che prevede lo spazzolamentodel corpo dal basso verso l’alto su gambe e braccia e con movimenti circolari su pancia e glutei. Riattiva la circolazione, stimola il sistema linfatico, risveglia la muscolatura e favorisce il rinnovamento cellulare. Puoi usare BE SOFT anche su pelle umida o sotto la doccia per un wetbrushing leggero e rilassante che donerà alla vostra pelle un aspetto sano, luminoso e compatto. Il body brushingè il primo step fondamentale delle nostre bodycarerountines. È una pratica che apporta moltissimi benefici al nostro corpo e alla nostra pelle ed aumenta l’efficacia dei trattamenti che vengono eseguiti successivamente. Una pelle ben esfoliata sarà infatti molto più ricettiva per far penetrare le molecole biofunzionaliattive presenti nei nostri trattamenti. La stimolazione del flusso sanguigno comporta una maggiore ossigenazione dei tessuti e stimola l’eliminazione delle molecole di scarto metabolico. Questo rende la pelle tonica, compatta e luminosa e pronta per i trattamenti successivi. Indicata per ogni tipo di pelle.

BE SHAPE – bendaggi drenanti al sale rosa dell’ Himalaya

I bendaggi drenanti BE SHAPE al sale rosa dell’Himalaya sono un trattamento estetico professionale ideale per combattere ritenzione idrica, gonfiore e ristagni di liquidi. Sono imbibiti con alte concentrazioni di principi attivi naturali ad azione drenante, snellente e detossinante. La leggera compressione delle bende favorisce l’azione osmotica e drenante e l’attività delle molecole biofunzionali. Il pantacartene incluso nel kit, grazie all’effetto sauna, trattiene il calore e garantisce una maggiore perdita di liquidi. Formato: contiene due bende monouso lunghe 10m x 9cm ciascuna imbibite con 220ml I nostri bendaggi ad azione osmotica sono un trattamento drenante professionale pratico e funzionale. Aiutano chi soffre di ritenzione idrica e gonfiore dovuti a cause genetiche, ormonali, vita sedentaria e cattive abitudini. Aiutano a stimolare il sistema linfatico e il drenaggio dei liquidi, migliorano le funzionalità del microcircolo e donano tono, idratazione e luce alla pelle. TIP! Prima dell’utilizzo conserva il tuo bendaggio in frigorifero per un effetto freddo, sul calorifero per un effetto caldo!
La formula dei nostri BE SHAPE drenanti contiene il 30% di sale rosa dell’Himalaya e sale di Epsom che, attraverso il processo di osmosi, richiamano in superficie tossine e liquidi in eccesso permettendone l’eliminazione. L’estratto biologico di edera migliora e rafforza l’attività del microcircolo ed è il perfetto alleato per prevenire e contrastare gli inestetismi della cellulite. Infine, il brevetto hydracomplexcontenente niacinamide è un attivo studiato per aumentare significativamente l’elasticità, la luminosità e l’idratazione della pelle.

BE SHAPE – bendaggi rimodellanti effetto caldo

I bendaggi rimodellanti BE SHAPE effetto caldo sono un trattamento estetico professionale formulato per stimolare il metabolismo dei lipidi, migliorare la buccia d’arancia e riattivare e fortificare la circolazione. Sono imbibiti con alte concentrazioni di principi attivi naturali ad azione lipolitica, stimolante e rassodante. La leggera compressione delle bende favorisce l’azione osmotica e drenante e l’attività delle molecole biofunzionali. Il pantacartene incluso nel kit, grazie all’effetto sauna, trattiene il calore e garantisce una maggiore perdita di liquidi. Formato: contiene due bende monouso lunghe 10m x 9cm ciascuna imbibite con 220ml di lozione.
I nostri bendaggi ad azione rimodellante sono un trattamento professionale per trattare gli accumuli adiposi e rimodellare la silhouette. Stimolano il flusso sanguigno (provocando arrossamento cutaneo e pizzicore) portando una maggiore ossigenazione tissutale e quindi una riduzione dell’infiammazione sottocutanea causa della cellulite. L’effetto caldo accelera l’azione della lipolisi e la scomposizione degli acidi grassi a livello delle zone critiche. Il trattamento non è consigliato a chi soffre di capillari fragili e vene varicose.
I nostri BE SHAPE rimodellanti contengono caffeina, guaranà e bromelina che stimolano la lipolisi e aiutano a prevenire la formazione di accumuli adiposi. Accelerano il turnover cellulare, hanno azione antiage aiutano a migliorare gli inestetismi della cellulite. L’estratto biologico di mirtillo migliora la funzionalità del microcircolo e fortifica le pareti capillari. Il peperoncino stimola il flusso sanguigno, la vasodilatazione e l’ossigenazione dei tessuti contribuendo così a minimizzare lo stato fibrotico del tessuto connettivo e quindi ad eliminare gli inestetismi della cellulite.

BE FIT – pants drenanti, rassodanti + Liquido Salino

I pants drenanti riutilizzabili BE FIT al sale del Mar Morto sono un trattamento estetico professionale studiato per migliorare gli inestetismi cutanei di cellulite e ritenzione idrica. Sono imbibiti con alte percentuali di attivi naturali polifunzionali che aiutano a drenare i liquidi in eccesso e donare alla pelle tono e luminosità. La leggera compressione dei pants favorisce l’azione drenante e l’attività delle molecole biofunzionali. Il pantacartene incluso nel kit, grazie all’effetto sauna, trattiene il calore e garantisce una maggiore perdita di liquidi.
Formato: contiene un pants imbevuto con 125ml di lozione
BE FIT è un trattamento pratico ed efficace per eliminare liquidi in eccesso e inestetismi della cellulite. I pants si indossano come dei semplici leggins donano la libertà di eseguire qualsiasi attività quotidiana durante il loro utilizzo. Coprono tutte le zone critiche dai fianchi ai polpacci, sono lavabili e riutilizzabili fino a 10 volte, basterà imbibirli con il nostro ecorefill di LIQUIDO SALINO. Garantiscono una vestibilità dalla taglia 36 alla 46.
TIP! Conserva il trattamento il frigorifero per un effetto freddo! I nostri pants contengono sale del Mar Morto che, attraverso il processo di osmosi, richiama in superficie tossine e liquidi in eccesso permettendone l’eliminazione. Caffeina e peperoncino stimolano il metabolismo dei lipidi e aiutano a migliorare la pelle a buccia d’arancia. Tarassaco, finocchio e ortica sono attivi botanici dal potere drenante e detossinante che aiutano ad eliminare i ristagni di liquidi. Il complesso di oligoelementi ha funzione idratante e rassoda e rimineralizza la pelle in profondità. Il nostro ecorefill di liquido salino contiene 500ml di lozione biofunzionale per imbibire pants e bendaggi drenanti. Contiene 4 trattamenti da 125ml per riutilizzare BE FIT.

BE BLOOME – sali da bagno drenanti

I nostri sali drenanti sono una coccola rilassante per i tuoi bagni caldi. Ideali per sgonfiare le gambe e drenare i liquidi in eccesso. La formula salina è arricchita con oli essenziali e fiori essiccati dalle proprietà drenanti, vasoprotettricie tonificanti. Formato: 250gr
I nostri sali BE BLOOME sono formulati a base di sale rosa dell’Himalaya arricchito con fiori di gelsomino, lavanda biologica, fiordaliso rosso e karkadè. Il karkadè ha proprietà depurative e un effetto vasoprotettivo, il fiordaliso rosso è un ottimo idratante e tonificante per la pelle. Sono una coccola rilassante da utilizzare nella vasca da bagno o per i tuoi pediluvi. Un vero e proprio rituale di bellezza che ti aiuterà a drenare i liquidi in eccesso, eliminare il gonfiore e la sensazione di gambe stanche e pesanti. La formula è arricchita con olio essenziale di pompelmo noto per le sue proprietà drenanti e stimolanti del microcircolo e olio essenziale di lavanda che contribuirà a donare un piacevole profumo rilassante.

The Dalmore e il museo V&A Dundee uniscono le forze per creare la serie Luminary: una collaborazione unica al mondo

The Dalmore Highland Single Malt presenta The Luminary Series – una collezione di Single Malt in edizione limitata, presentati da eccezionali talenti del mondo del whisky e del design architettonico, curata in collaborazione con il V&A Dundee, il museo scozzese del design. A partire dal 2022, la serie vedrà l’uscita di tre edizioni, ciascuna contenente due whisky Luminary: The Rare e The Collectible. Il capitolo inaugurale della serie Luminary – Luminary No.1, 2022 Edition – mette in mostra le abilità combinate di due maestri e dei loro protetti: Kengo Kuma e Maurizio Mucciola, i capo architetti del V&A Dundee, in collaborazione con il Master Distiller Richard Paterson e il Master Whisky Maker Gregg Glass. L’edizione 2022 è un omaggio ai valori che accomunano questi uomini: la comune sacralità per i materiali naturali, il profondo rispetto per il processo creativo e l’impegno verso l’eccellenza.

Luminary No.1 – Rare – 2022 Edition (40,8%, uncoloured, unchill filtered)

Ideato da Kengo Kuma e Richard Paterson, The Rare è una collaborazione creativa unica, che unisce cultura e artigianato. Questo Single Malt di 48 anni segna una pietra miliare nella collaborazione creativa in corso tra Kuma e Paterson, iniziata nel 2020 con l’annuncio di una partnership quadriennale con il V&A Dundee. The Rare, di cui saranno create solo tre bottiglie, è contenuta in una scultura unica disegnata da Kengo Kuma, composta da 48 pezzi realizzati a mano in rovere giapponese, rovere scozzese e acciaio. La bottiglia contiene un whisky estremamente raro e prezioso, selezionato da Richard Paterson dopo 46 anni di invecchiamento in botti ex Sherry della bodega Gonzalez Byass, ex Tawny Port ed ex Bourbon, a cui si aggiunge una seconda maturazione di due anni in botti di rovere scozzese Tay e di rovere giapponese.La prima delle due sculture sarà venduta da Sotheby’s a Londra, in un’asta aperta dall’1 al 16 novembre 2022, e una parte del ricavato sarà devoluta al V&A Dundee, mentre la seconda sarà conservata nella sede della distilleria nelle Highlands. La prova originale del designer sarà esposta al pubblico presso il V&A Dundee dalla fine di ottobre.

Kengo Kuma e Richard Paterson hanno messo oltre sessant’anni di esperienza in questa straordinaria creazione. Kuma è già apparso insieme a Paterson l’anno scorso in Decades in the Making, un cortometraggio che presenta la realizzazione di questa prima partnership mondiale. Opera di due icone del settore, Luminary 48 anni incarna davvero la ricerca dell’eccellenza nel corso di una vita.

The Luminary No.1 – Collectible – 2022 Edition (46,8%, uncoloured, unchill filtered)

Parallelamente al Rare, per l’edizione Collectible Gregg Glass ha creato un innovativo Single Malt di 15 anni che mette in risalto la sua passione per il legno e i suoi aromi: un whisky custodito in un cofanetto disegnato dal pupillo di Kuma-san, Maurizio Mucciola. The Collectible, tributo al grande lavoro di ricerca di Glass sull’influenza che diversi tipi di rovere esercita sul distillato, inizia il suo viaggio in rovere bianco americano e termina in botti di vino Amarone e in botti realizzate appositamente per questa edizione limitata, composte da rovere Tay scozzese, rovere Mizunara giapponese e rovere bianco americano. Mucciola rende poi abilmente omaggio al suo mentore, utilizzando le stesse particelle geometriche sul cofanetto.

Il Progetto The Dalmore Luminary Series No.1 nasce dalla ricerca di un punto di convergenza tra le complesse competenze del design e della produzione di whisky. Kuma è noto in tutto il mondo per il suo approccio che coniuga l’architettura con la natura; la comprensione del luogo è parte integrante nel rendere ogni progetto eccezionale. L’importanza attribuita all’utilizzo di materiali naturali, in particolare del legno, è la firma di Kuma-san e si riflette nel progetto degli interni del V&A Dundee. Presso la distilleria The Dalmore, il suolo e il legno svolgono un ruolo fondamentale nel processo di produzione del whisky. Kuma e Mucciola stabiliscono un legame poetico tra il design e la produzione di whisky, mettendo in risalto i materiali utilizzati, ispirandosi all’ambiente naturale di ciascuna destinazione. L’utilizzo del metallo insieme al legno fa cenno all’arte del “Kintsugi”, l’antica arte giapponese in cui le ceramiche rotte vengono riparate con l’oro.

La partnership tra The Dalmore e il V&A Dundee

In una partnership quadriennale unica al mondo, The Dalmore e il V&A Dundee intendono promuovere e coltivare eccezionali talenti creativi. Insieme, si impegnano a coltivare una piattaforma globale per artigiani e designer contemporanei, e a ispirare la prossima generazione di creativi. Una delle tre raffinate bottiglie e la scultura di accompagnamento del Luminary No.1 Rare saranno disponibili per l’acquisto all’asta nel novembre di quest’anno, con una parte del ricavato devoluta al V&A Dundee. Circa 15.000 bottiglie della Collectible Edition saranno disponibili per l’acquisto presso i migliori luxury retailer di tutto il mondo.

Dichiarazioni

Kengo Kuma: “Il mio rapporto con The Dalmore e con la Scozia nasce dall’amore per i materiali naturali. Nel mio lavoro con Richard Paterson e The Dalmore vedo lo stesso rispetto per l’ambiente e la stessa attenzione con cui il grande design deve continuare a evolversi nel tempo” Richard Paterson: “È un piacere e un privilegio collaborare ancora una volta con Kengo Kuma, e trarre ispirazione dalla sua ricca esperienza per dare vita a questa nuova release. The Rare è una meravigliosa celebrazione del patrimonio culturale. Sono estremamente orgoglioso di questo Single Malt, che racconta una bellissima storia di unione di parti separate in un insieme più grande”

Maurizio Mucciola: “Lavorare con Gregg Glass e imparare da lui, condividendo la nostra passione per i materiali e il rispetto per il mondo naturale, fa luce sull’importanza dell’artigianato. Questa release è ispirata al lavoro che abbiamo intrapreso con i nostri mentori e al lavoro che dobbiamo ancora fare – l’incarnazione del potenziale realizzato nel corso del tempo”

Gregg Glass: “The Dalmore è in costante innovazione, e lavora per sbloccare il potenziale nascosto in ogni fase del processo di produzione, al fine di raggiungere l’eccellenza. L’opportunità di creare qualcosa di completamente nuovo ha dato vita a un whisky magistrale che bilancia tradizione e innovazione. Esprime magnificamente i percorsi personali e professionali miei e di Maurizio Mucciola, e mostra ciò che c’è di così speciale nella vera artigianalità”

About The Dalmore

Fondata nel 1839 sulle rive del Cromarty Firth, nelle Highlands del nord scozzesi, The Dalmore detiene l’uso esclusivo dell’emblema reale del cervo a 12 punte, dopo che il capo del Clan Mackenzie,storico proprietario della distilleria, salvò il re Alessandro III da un cervo. Da 180 anni The Dalmore porta avanti una ricerca orientata alla produzione di Single Malt dal carattere inconfondibile, sposando assieme un distillato robusto e di personalità con i migliori barili provenienti dale bodegas di vino Sherry. A una fermentazione relativamente breve, di 50 ore, che porta a un mosto maltoso e vegetale, segue una distillazione in due coppie di alambicchi dotati di un sistema di raffreddamento sul collo che aumenta il riflusso del distillato e ne garantisce la pulizia. Il sapiente mix di legni di rovere diversi e che hanno contenuto differenti qualità di Sherry garantisce poi la profondità e la complessità alla base del fascino dei Single Malt di The Dalmore.

L’attuale Master Distiller, Richard Paterson, è una leggenda vivente nel mondo dello Scotch e nel 2020 ha festeggiato il suo sesto decennio presso The Dalmore. Richard Paterson continua a selezionare botti di prima qualità provenienti dalle migliori bodega e cantine del mondo.

About Fine Spirits

The Dalmore è distribuito in esclusiva per l’Italia da Fine Spirits, società di importazione e distribuzione specializzata in spirits di qualità, spesso prodotti da realtà artigianali e micro distillerie. Accanto a brand prestigiosi come i whisky scozzesi Jura e Scarabus, i rum Takamaka e Mhoba, il gin Kyrö, lo Sherry Valdespino, nel portfolio compaiono alcune delle realtà più interessanti e qualitative di questi ultimi anni, tra cui Isle of Harris, Mars Whisky, Transcontinental Rum e l’innovativa distilleria italiana Winestillery.

Ludovica Mascheroni apre L’Appartamento, boutique/showroom dedicata all’arredo e all’abbigliamento di lusso

Ludovica Mascheroni, azienda italiana specializzata in arredamento e abbigliamento di alta gamma, apre L’Appartamento, boutique/showroom dedicata all’home decor e alla couture, sia uomo che donna, nel cuore del Quadrilatero di Milano, al civico 13 di Via Gesù.

La boutique/showroom di Ludovica Mascheroni si sviluppa su tre livelli per un totale di 250 metri quadrati ed è stata pensata e progettata come un vero e proprio appartamento. Ogni piano è caratterizzato da un’essenza di legno diversa: rovere al piano terra, acero al primo piano e cedro nel basement. Essenze di legno naturalmente luminose e profumate, capaci di restituire atmosfere calde e accoglienti. Tutto parla un lessico fatto di rifiniture di eccellenza, materiali pregiati, massima attenzione ai dettagli, altissima qualità manifatturiera, know-how squisitamente artigianale e italiano, sia nell’arredo che nell’abbigliamento, e tutto è votato alla conservazione e al tramandare.

Nello spazio “Boutique” al piano terra sono esposti tutti i capi di abbigliamento, sia uomo che donna firmati Ludovica Mascheroni, realizzati con tessuti pregiati come il cashmere e il cashmere primus: cappotti, maglioni, cardigan, completi con giacche, stole fino al leisurewear e ai capi iconici del brand come le pillow bag, le pettorine ovvero gilet con allacciature laterali e i loafers rivestiti internamente in cashmere da indossare anche in inverno senza calze. Abbigliamento in cui dominano colori neutri e pastello: carta da zucchero, beige, grigio fumè, blu navy e marrone caramello. Qui, l’essenza di rovere è protagonista di tutti gli armadi e gli elementi di arredo, tra cui spicca il baule per la conservazione con cassetti di diverse dimensioni da utilizzare in base alla finezza dei maglioni e ripiano porta fragranze. 

Lo spazio “Fashion Lounge”, nel basement, è dedicato all’abbigliamento maschile. Qui, è il cedro a caratterizzare gli ambienti, con armadi e cabine armadio con sistema di sanificazione a ozono e uno spazio lounge con mobile bar e tisaneria.  

Infine, il primo piano, chiamato “Apartment Suite” è un ampio spazio multifunzionale caratterizzato da grandi finestre che affacciano su Via Gesù e in cui domina l’acero. Si compone di:

  • una lussuosa camera da letto sui toni del rosa cipria con un letto matrimoniale, comodini e comò, appendi abiti, boiserie in acero sbiancato, nabuk e lino, una preziosa carta da parati dipinta a mano. Tra gli oggetti più particolari spiccano il kit per il cucito extra lusso e gli scrigni in legno per la conservazione dei capi più pregiati dotati di cilindretti imbevuti nelle fragranze profumate. Questa suite, all’occorrenza, diventa camerino di prova per l’abbigliamento femminile, sempre firmato Ludovica Mascheroni. 
  • lo spazio dining dedicato alla purezza del bianco, con la cucina a scomparsa in acero sbiancato e marmo Calacatta Altissimo, un tavolo scultura in marmo sempre Calacatta Altissimo e piano in cristallo, la libreria domotica, ovvero una speciale libreria in cui i volumi sono inseriti all’interno di custodie rivestite in cuoio bianco e indicizzati all’interno di un dispositivo tecnologico che permette la selezione e l’uscita del volume desiderato. 
  • il bagno in marmo travertino white moon, dal pavimento al soffitto, comprese mensole e porte a scomparsa.  
  • lo spazio living in cui spiccano i toni del cuoio e del tabacco, con sofà, poltroncine e tavolini e una grande boiserie artistica che rappresenta la Corte Ducale del Castello Sforzesco di Milano, in acero sbiancato, pelle, nabuk, ottone bronzato e marmo Calacatta Altissimo.  

«Volevamo creare non un semplice negozio, ma un luogo che parlasse di noi, della nostra azienda, che rappresentasse al meglio ciò che siamo in grado di fare sia nell’ambito dell’arredo che della couture e che valorizzasse al massimo le opere dei nostri artigiani. L’idea alla base del nostro progetto è quello di accogliere i nostri clienti in uno spazio che restituisca l’idea di casa, accogliente e curato nei minimi dettagli, dove vivere l’esperienza dei nostri arredi e dei nostri capi di abbigliamento, con tutti i comfort, le atmosfere e i tempi diluiti che solo un Appartamento, caratterizzato da arredi di pregio e abiti di alta fattura, può offrire», dichiara Fabio Mascheroni, proprietario e fondatore del brand insieme alla moglie Roberta Caglio.

Un progetto che consacra definitivamente la doppia anima del brand: arredamento e abbigliamento di lusso. L’Appartamento di Via Gesù 13 rappresenta un unico concept in un unico indirizzo, dove il bello, il ben fatto, l’eccellenza, l’artigianalità italiana e la grande attenzione ai dettagli trovano la loro massima espressione, sia nell’arredo che nell’abbigliamento. 

Non un semplice negozio, ma una vera e propria casa, un appartamento dove trovare capi e pezzi per la casa unici e realizzati dalle sapienti mani degli artigiani dell’azienda, dove tutto può essere realizzato su misura, dagli abiti all’arredo, per offrire il massimo della personalizzazione. Un’esperienza da vivere con il giusto tempo, senza fretta e a 360 gradi, immersi in un’atmosfera accogliente, capace di coccolare e soddisfare anche il cliente più esigente.