ITALIAN DESIGN DAY 2023 VII EDIZIONE

Roma, marzo 2023 – Giovedì 9 marzo torna in oltre 100 Paesi nel mondo l’Italian Design Day, la manifestazione nata nel 2017 per promuovere all’estero il sistema del progetto e del design italiano, con numerose iniziative che vedono protagonisti nomi di spicco del settore.

La VII edizione, dedicata al tema La qualità che illumina – L’energia del design per le persone e per l’ambiente, è promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – Direzione Generale per la promozione del sistema Paese, realizzata grazie al contributo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Creatività Contemporanea e si svolge in collaborazione con ADI, Fondazione ADI, ITA Italian Trade Agency, Triennale Milano, Salone del Mobile Milano e Federlegno Arredo.

Coinvolgendo 110 sedi della rete MAECI all’estero, l’Italian Design Day porta nel mondo la qualità del design italiano attraverso mostre, incontri, presentazioni di oggetti e progetti, concorsi e seminari organizzati dalla rete diplomatico-consolare, dagli Istituti Italiani di Cultura e dagli Uffici ICE. In tale cornice, 97 tra i più noti e qualificati professionisti, ricercatori, imprenditori, giornalisti specializzati, condividono con il pubblico le proprie esperienze e conoscenze, facendo emergere i tratti distintivi e originali che rendono il design italiano apprezzato e riconosciuto in tutti i continenti. Tutti gli eventi si apriranno con un video introduttivo realizzato da Studio Azzurro appositamente per l’Italian Design Day 2023 e si concluderanno con un video di invito al prossimo Salone del Mobile.

Proseguendo nel percorso tematico sviluppato negli ultimi anni e, in particolare, riprendendo il filo della scorsa edizione dal tema RI–GENERAZIONE, design e nuove tecnologie per un futuro sostenibile, l’Italian Design Day 2023 si concentra su La qualità che illumina – L’energia del design per le persone e per l’ambiente, a rappresentare la qualità nelle sue differenti sfaccettature, intesa come elemento connettivo per tutto il design italiano e come profondo fattore di sviluppo sostenibile e responsabile.

Un tema delicato e strategico che intende sottolineare l’idea del design italiano quale azione integrata di sistema, con la capacità di costruire relazioni solide e durature, indispensabili per competere nell’attuale e sempre più complesso scenario geopolitico. La qualità diventa così l’elemento alla base del processo produttivo, attorno al quale concepire e sviluppare idee innovative in grado di coniugare funzionalità e benessere, per le persone e per l’ambiente.

Alla sua VII edizione, l’Italian Design Day è oggi un appuntamento apprezzato e consolidato, reso possibile grazie al prezioso contributo dei numerosi partecipanti. In un contesto internazionale sempre più articolato e sfidante, il sostegno attivo al sistema produttivo italiano è di fondamentale importanza: l’obiettivo della manifestazione è proprio quello di dare visibilità e risalto al design italiano da un lato, rafforzando e consolidando i legami esistenti, dall’altro creando nuove relazioni e valorizzando i talenti.

Desigual x Maitrepierre: un nuovo orizzonte, una nuova collezione 100% sostenibile

Dopo il successo della precedente collaborazione nella stagione Fall Winter 22, Desigual lancia questa primavera una nuova collezione 100% sostenibile disegnata dal giovane creativo francese Alphonse Maitrepierre.

Maitrepierre si è ispirato all’immagine del buco nero al centro della Via Lattea -come metafora della distruzione e della creazione universale-, immortalata per la prima volta nel 2022. Da questa istantanea, Maitrepierre sviluppa stampe che ricordano nebulose e galassie.

Altri due concetti importanti nella collezione sono il solarpunk, un movimento opposto alla distopia, che cerca di costruire un futuro ottimista, con la tecnologia e la sostenibilità come spina dorsale, e il jugaad, una parola hindi che significa “soluzione creativa” e che spiega i processi di riparazione o sviluppo di prodotti con il minimo impatto sull’ambiente.

Queste filosofie collegano la prospettiva creativa di Maitrepierre con un pilastro fondante di Desigual. “Nel 1984, lo stesso Thomas Meyer, fondatore di Desigual, realizzò una giacca, l’Iconic, usando diversi paia di vecchi jeans… Questo spirito riflette esattamente dove siamo adesso”, dice Alphonse. “Penso che ci sia qualcosa di molto puro e poetico nel creare, nell’innovare, nel riformulare i codici e nel generare impatto”, aggiunge. Un attributo rilevante in questa collezione è che è creata interamente con fibre sostenibili, qualcosa di imprescindibile per Maitrepierre e fondamentale per Desigual. I capi sono realizzati con cotone organico o BCI e Naia, una fibra che proviene dalla cellulosa. Tutti i dettagli sono stati curati: i bottoni dei capi denim sono riciclati, così come l’etichetta posteriore dei jeans. Gli accessori in pelle possiedono il certificato di processo sostenibile del Leather Working Group. Per questo, generare una visione positiva del futuro per l’umanità è il messaggio contenuto in questa collezione, che si nutre di ispirazioni cosmiche e reminiscenze tecnologiche, ed è attraversata da una prospettiva sostenibile. Insomma, un NEW HORIZON. 

La collezione, look per look
Il denim è uno dei materiali protagonisti della collezione. Maitrepierre lo immagina in rosa pallido (pagina accanto, a sinistra) per creare un completo di pantaloni e giacca multiposizione: chiudendo i bottoni a pressione, diventa un poncho. Ma anche sotto forma di jeans snow bleach, un vestito con bretelle apparentemente semplice il cui taglio è davvero innovativo, e di pantaloni con gamba super ampia, che possono essere indossati con la cintura allacciata o slacciata, per creare due diverse silhouette. Altri tre vestiti completano la serie di fotografie: uno, con trompe l’oeil sullo scollo (nell’intestazione di questo comunicato stampa); un altro, bicolore e con doppie bretelle, molto originale; e un terzo, con una stampa stile cosmico in rosa e arancione.


Gli accessori, chiave della proposta
Realizzati in pelle responsabile, gli accessori sono il tocco finale perfetto per i look di questa collezione. Uno di questi è una reinterpretazione in marrone e in formato mini dell’iconica Mantis bag, che abbiamo potuto vedere nella collezione precedente e nella campagna FW22 di Desigual con Nathy Peluso. Ad essa si aggiungono altri due articoli: una borsa a secchiello e un’altra ispirata alla forma sinuosa delle conchiglie, entrambe con pannelli in cotone e pelle. Come calzature, Maitrepierre fonde mocassini e sneakers e crea un originale ibrido (sempre in rosa).

La collezione si completa con un altro vestito stampato nei toni del fucsia e uno nero con bretelle, una maglietta nera in tinta unita e un’altra che riproduce l’effetto ottico del vestito bianco e nero, due minigonne a portafoglio (in rosa e in azzurro), una felpa decostruita, dei jeans con stampa cosmica… Secondo lo stesso Maitrepierre, “questa è una collezione estremamente ispirata alla natura, con colori presi direttamente dal cielo, dall’azzurro fino alla stampa ispirata alle immagini dei buchi neri”. “Penso sia molto bello -afferma- che gli effetti sui tessuti parlino della creazione del colore a partire dalla luce”.  

Desigual e le collaborazioni, un’opportunità di dialogo
Come marchio aperto al cambiamento e all’innovazione, Desigual ha sempre collaborato con la moda e altri creativi per sviluppare le sue collezioni. Per il brand, queste collaborazioni sono alleanze strategiche che consentono di ascoltare nuove voci per scoprire nuove visioni ed incorporare nuove prospettive sulla moda. Collaborando con questi nuovi creatori, si offre qualcosa di nuovo, si raggiunge un nuovo pubblico. Le collaborazioni sono quindi un’opportunità per avviare nuove conversazioni, per aprire nuovi dialoghi.

ALESSANDRO MENDINI, “L’ETA’ DEI METALLI”

Dal 4 aprile apre al pubblico “L’ETA’ DEI METALLI”, la mostra a cura di Stephan Hamel con la partecipazione particolare di Francesca Alfano Miglietti, dedicata al racconto dell’artista, poeta, progettista e designer Alessandro Mendini, fino al 20 maggio 2023, presso M77 Gallery, in via Mecenate 77.

Un grande progetto espositivo nato dalla volontà dei galleristi Giuseppe Lezzi ed Emanuela Baccaro di M77 Gallery di mostrare un’inedita visione dell’eclettico architetto e teorico.
Il metallo si fa così il comune denominatore per descrivere la caleidoscopica attività di un artista che ha se- gnato in maniera profonda la storia del design e dell’arte internazionale.

L’intenzione di Alessandro Mendini era di infondere un’anima agli oggetti, perché un oggetto non è mai solo uno strumento, esso stabilisce relazioni intime con la psiche, la fragilità e le incertezze delle persone secondo atteggiamenti rituali e cerimoniali.
Per Mendini ogni oggetto è un simbolo, è un feticcio, è frutto di utopie e di amori e l’energia che esso esprime è un racconto che conferisce identità alle silenziose forme delle cose, come se ogni oggetto riflettesse la sua storia attraverso la struttura, la superficie, il colore e i materiali.

“…Dalla profondità dei tempi, gli oggetti del mondo hanno posseduto un’anima, quella delle aspirazioni spi- rituali degli uomini dei loro popoli. L’oggetto di serie dell’epoca industriale é alla ricerca dell’anima perduta.” 2014, Alessandro Mendini

Oltre 55 opere di cui alcuni straordinari inediti, indagano così l’anima metallica del Maestro, scomparso nel 2019, che ha lasciato come suo riconoscibile metodo creativo la visione del progetto come arte e l’arte come progetto.

La scelta curatoriale prende spunto dall’interesse di Alessandro Mendini per l’uso dell’oro come la torre del Museo di Groningen e del giallo e nero nel decoro a scacchi della pensilina degli autobus di Hannover, o in alcune installazioni dei primi anni novanta, dove questa quadrettatura si espande e invade le superfici di pareti, quadri, oggetti e sculture.

“Il quadrettato è un segno enigmistico e anche enigmatico, specialmente se giallo e nero, oppure oro e nero. E’ un sistema altamente segnaletico, usato tanto nell’araldica medievale, quanto sulle piste degli aeroporti. Se è molto piccolo si traduce nella griglia di un mosaico o nella trama del tessuto a piccolo punto, se è grande può tradursi nel solo incrocio di due colori.” 2007, Alessandro Mendini.

Negli spazi della galleria M77 sono presenti in dialogo alcuni dei tanti oggetti che esprimono questo gioco dell’accostamento dei due colori e dei materiali come il bronzo dorato del piccolo Cavaliere di Dürer (D613 Studiolo, Grenoble), delle miniature di Short Stories, preziose sculture dorate di alcuni storici mobili ideati a partire dagli anni ’70, nel periodo Radical fino alla riproduzione in gioielli d’oro a pendente degli Stilemi, riconoscibili segni grafici del suo personale alfabeto decorativo (Alessandro Mendini. Cose).

In questa costellazione iridescente di opere di Alessandro Mendini, si intrecciano materiali come l’acciaio della grande sedia Scivolavo (Short Stories), il mosaico in foglia d’oro dei mobili scultura (Bisazza); la ceramica dei vasi Camino in finitura oro 24 kt e platino opaco e la miniatura Proust Marieda in platino ramato maculato (Alessandro Mendini. Cose) e infine il vetro del vaso Rombo, nella nuova colorazione all’uranio, realizzata da Lasvit, secondo la tradizione dei maestri vetrai in Boemia.
Argento, smalto e rame sono i materiali scelti da Alessandro Mendini per il suo omaggio ai Futuristi italiani, rappresentati come visi e maschere da parete, sculture realizzate dall’Argenteria Pampaloni di Firenze.

“Fra i materiali e le pietre preziose, lavorare con l’oro mi piace per la sua bellezza e per la sua disponibilità tecnica. Ma quello che più mi interessa è che l’oro, dai lontanissimi tempi della maschera di Agamennone fino ad oggi, e dovunque, è un mezzo prezioso nelle mani dell’umanità, per creare piccoli simboli carichi di poesia e di memorie.” 2000, Alessandro Mendini

In mostra sono esposti alcuni disegni originali e dipinti dell’artista, parte dell’Archivio Alessandro Mendini. Gli oggetti delle edizioni Alessandro Mendini. Cose sono stati individuati dal grande patrimonio di progetti e disegni dell’Archivio Alessandro Mendini, curato da Elisa e Fulvia Mendini.

La Mostra “L’ETA’ DEI METALLI” sarà visitabile dal 4 aprile fino al 20 maggio 2023 presso M77 Gallery, in via Mecenate 77, dal martedì al sabato, dalle 11 alle 19.
www.m77gallery.com

MONCLER LUNETTES

Il percorso dello stile e del design di Moncler Lunettes ha le sue radici nello sport e fiorisce nella moda. I modelli di ogni nuova collezione sono costruiti per affiancare la qualità dei materiali al carattere delle forme e dei dettagli. Tradizione e innovazione animano lo sviluppo del brand.

ML0253 – LANCER
Modello gender-neutral all’avanguardia che si distingue per un design contemporaneo. La montatura sportiva è caratterizzata da una maschera trasparente con profili discontinui sulla parte superiore e inferiore del frontale, che conferiscono unicità e originalità a questi occhiali da sole. Proposto in bianco o in nero, il modello presenta l’iconico logo a campana sule aste.


MARCOLIN
Marcolin è un’azienda leader a livello mondiale nel settore dell’eyewear fondata nel 1961 nel cuore del distretto veneto dell’occhialeria. Si distingue per la capacità unica di coniugare manifattura artigianale con tecnologie avanzate attraverso la costante ricerca dell’eccellenza e l’innovazione continua. Il portfolio marchi comprende: TOM FORD, Guess, adidas Sport, adidas Originals, Bally, Moncler, Max Mara, Sportmax, Zegna, GCDS, Barton Perreira, Tod’s, Pucci, BMW, Swarovski, MAX&Co., Kenneth Cole, Timberland, GANT, Harley-Davidson, Marciano, Skechers e Candie’s. Tra i brand di proprietà figurano WEB Eyewear, Marcolin e Viva.

MONCLER
Moncler nasce a Monestier-de-Clermont, Grenoble, in Francia, nel 1952 ed ha attualmente sede in Italia. Il marchio ha affiancato negli anni allo stile una costante ricerca tecnologica coadiuvata da esperti nel campo delle attività legate al mondo della montagna. Le collezioni Moncler coniugano le esigenze più estreme dell’outerwear alla quotidianità metropolitana. Moncler produce e distribuisce direttamente le collezioni abbigliamento e accessori a marchio Moncler attraverso negozi fisici e digitali gestiti direttamente, così come selezionati negozi multimarca, department stores e e-tailers.

BELVEDERE VODKA CELEBRA LA DONNA CON OUR VOICE IS THE FUTURE, FEMMINILITÀ E GUSTO IN UN UNICO COCKTAIL

Milano, Marzo 2023 – Delicato, profumato, avvolgente. Un inno alla femminilità che risiede nelle candide tonalità del rosa e nel sapore morbido e fruttato. In occasione della Festa della Donna, Belvedere Vodka propone un gustoso “Our Voice is the Future” un twist del French Martini Cocktail IBA, cremoso e seducente ma di gran carattere.
Nato negli anni ‘80 a New York, questo cocktail fruttato dalle dolci note di sciroppo di lampone e succo d’ananas fresco è un classico contemporaneo, sinfonia di sapori e profumi.
Da gustare come aperitivo o dessert, fai sentire la tua voce in questo tripudio di delicatezza e autenticità firmato Belvedere Vodka, la vodka super premium e regina dei party!

Ecco come realizzarlo a casa.

Ingredienti:
45 ml Belvedere Vodka
15 ml home made sciroppo di lampone
15 ml succo d’ananas fresco

Preparazione: 
Sciroppo di lamponi: schiacciare i lamponi e filtrare il succo attraverso un colino, aggiungere 160 grammi di zucchero bianco ogni 100 ml di succo di lampone, mescolare fino a sciogliere lo zucchero. Lasciare riposare (utilizzabile per 3 gg). 

Riporre tutti gli ingredienti in uno shaker colmo di ghiaccio, shakerare per 15 secondi e filtrare in una coppa ghiacciata. Rilasciare all’interno del drink l’olio essenziale di una scorza di limone. 


Alea iacta est

a cura di Milovan Farronato
16 marzo – 29 aprile 2023

Vistamare è lieta di presentare dal 16 marzo al 29 aprile 2023 Alea iacta est, una mostra collettiva a cura di Milovan Farronato. Per il suo rientro in Italia, Benedetta Spalletti e Lodovica Busiri Vici hanno invitato il curatore a raccontare l’esperienza degli anni londinesi attraverso i rapporti con l3 artist3 che più hanno segnato il suo percorso. 

Inserite in un originale dispositivo narrativo che si rifà alla lettura dei Tarocchi, le opere in mostra, tra nuove e recenti produzioni, conducono lə spettatorə all’interno di un articolato sistema di relazioni artistiche e personali intessute da Milovan Farronato nel corso dell’ultimo decennio londinese, dal 2013 al 2020.

Alea iacta est raccoglie le opere di quindici artist3 selezionat3 tra coloro con i quali il rapporto del curatore è stato più avvincente, duraturo e sfaccettato in un ventaglio di stimolanti occasioni: Enrico David (1966, Ancona), Patrizio di Massimo (1983, Jesi), Anthea Hamilton (1978, Londra), Celia Hempton (1981, Stroud, UK), Camille Henrot (1978, Parigi), Maria Loboda (1979, Cracovia), George Henry Longly (1978, Londra), Goshka Macuga (1967, Varsavia), Lucy McKenzie (1977, Glasgow), Paulina Olowska (1976, Danzica), Christodoulos Panayiotou (1978, Limassol, Cipro), Eddie Peake (1981, Londra), Sagg Napoli (1991, Napoli), Prem Sahib (1982, Londra) e Osman Yousefzada (1977, Birmingham).

Il dado è tratto, le carte sono state estratte e posizionate correttamente sul tavolo. Ognuna corrisponde a un presagio, un monito o un’enigmatica indicazione. Predisposte nello spazio espositivo come Tarocchi, le opere assecondano le traiettorie più consuete di una lettura profetica. A destra si colloca il mazzo di carte non svelate, mentre a sinistra sono disposte una accanto all’altra le quatto influenze esterne. Al centro, a disegnare una croce, si trovano quelle che rappresentano lə richiedente, il suo presente e il suo futuro, la risposta al quesito che pone e in conclusione il suggerimento che il mazzo spontaneamente intende offrire. Se le opere o gli assemblaggi di opere costituiscono gli arcani, la galleria rappresenta lo spazio tridimensionale dove prendono posizione per una inedita, quanto puntuale, lettura. E come in tutti i giochi di carte, anche il caso assume un ruolo centrale, intervenendo nella disposizione e negli abbinamenti. I segreti contenuti in alcune opere piegate e riverse sul pavimento di Christodoulos Panayiotou configurano il mazzo non svelato, mentre i contributi inediti di Patrizio di Massimo, Anthea Hamilton, George Henry Longly, Lucy McKenzie le quattro influenze esterne. Quale ruolo è stato invece assegnato dal caso all3 altr3 partecipanti – Enrico David, Celia Hempton, Camille Henrot, Maria Loboda, Goshka Macuga, Paulina Olowska, Eddie Peake, Sagg Napoli, Prem Sahib e Osman Yousefzada? Sarà stato veramente il caso a dettare le regole del gioco o, come sostiene Stéphane Mallarmé, le coincidenze sono sempre guidate e quindi anche Farronato ha tirato il dato più volte per trovare la soluzione più benevola? In fondo come afferma la scrittrice britannica Jeanette Winterson: “l’autobiografia è solo arte e menzogna”.


Milovan Farronato è stato curatore del Padiglione Italia alla Biennale Arte di Venezia nel 2019. Ha diretto il Fiorucci Art Trust fino al 2021. Ha sviluppato il progetto di residenza itinerante Roadside Picnic e, dal 2011 fino al 2019, il festival annuale Volcano Extravaganza, nato a Stromboli e poi migrato prima a Napoli nel 2017, a Dhaka, Bangladesh, nel 2018 e nel Parco Archeologico di Pompei nel 2019. Con Paulina Olowska ha dato vita al simposio Mycorial Theatre tenutosi nel 2014 a Rabka, Polonia, e nel 2016 a São Paulo, Brasile. Ha collaborato con le Serpentine Galleries per le Magazine Sessions (2016). Farronato ha ideato The violent No!, parte del programma pubblico della 14. Biennale di Istanbul nel 2015. Dal 2005 al 2012 Farronato è stato direttore dell’organizzazione noprofit Viafarini e curatore al DOCVA Documentation Centre for Visual Arts di Milano. Dal 2006 al 2010 è stato Curatore Associato della Galleria Civica di Modena e, dal 2008 al 2015, docente di Cultura Visiva al claDEM dell’Università IUAV. Tra le esposizioni curate: Nightfall, con Fernanda Brenner e Erika Verzutti, Mendes Wood DM Bruxelles (2018); Nick Mauss, Illuminated Window, La Triennale e Torre Velasca, Milano (2017); la prima personale di Lucy McKenzie in Italia, La Kermesse Héroïque alla Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (2017); Si Sedes Non Is alla The Breeder Gallery, Atene (2017); Prediction da Mendes Wood DM, São Paulo, (2016); la mostra personale di Peter Doig alla Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (2015); la personale di Christodoulos Panayiotou al Kaleidoscope Project Space, Milano (2014) e Arimortis al Museo del Novecento, Milano (2013), co-curata con Roberto Cuoghi. Farronato è stato membro del team curatoriale del IV Dhaka Art Summit ed è parte del Comitato di Sviluppo della Chisenhale Gallery a Londra.


BENTLEY MOTORS ALLA MILANO FASHION WEEK 2023 CON MIRIAM DE NICOLO’, DIRETTORE E FONDATORE DI SNOB

BENTLEY MOTORS TORNA ALLA MILANO FASHION WEEK CON IL VOLTO DI MIRIAM DE NICOLO’, DIRETTORE E FONDATORE DI SNOB

RICONFERMATA LA COLLABORAZIONE CON MIRIAM DE NICOLO’, CHE HA RACCONTATO LA SETTIMANA PIU’ ATTESA DELL’ANNO SULLA BENTLEY UNIFYING SPUR


La Milano Fashion Week si è colorata dei modelli Bentley che promuovono temi cardine come integrazione, uguaglianza, unicità e sostenibilità; messaggi che vedono Bentley Milano partecipe della importante kermesse meneghina, e portavoce della strategia Beyond 100 con i suoi prodotti che ne interpretano la visione innovativa e consapevole. La Unifying Spur ha animato le strade del quadrilatero della moda milanese con il suo importante messaggio di inclusione: un’opera d’arte a quattro ruote frutto del Bentley Design Team che veste i nove colori della bandiera Progress con le parole “Love is Love” che, attraverso un’unica linea ininterrotta, incrociano volti, figure danzanti e forme che incarnano il potere unificante dell’umanità, indipendentemente dalla razza, dal credo o dalla sessualità. Il messaggio dinamico della Unifying Spur, icona automobilistica di eleganza, stile, comfort e prestazioni, è stato portato tra le vie della moda, attraverso lo storytelling di Miriam De Nicolò, volto rappresentativo Bentley di questa MFW 2023.

“La passione per la moda, per l’arte e per il bello coltivata sin da giovanissima spinge Miriam De Nicolò a fondare e dirigere un progetto editoriale printed e digital (SNOB) che propone contenuti di approfondimento culturali. L’approccio al mondo del fashion dal tocco personale fresco e leggero si intreccia ad uno storytelling ricco di riferimenti e citazioni dedicato al mondo dell’arte, del cinema e del lusso. Non a caso Miriam si muoverà tra una sfilata ed un backstage della MFS a bordo di Bentley con cui condivide i temi etici e sostenibili, declinati anche attraverso collaborazioni artistiche valoriali, da raccontare al grande pubblico e agli addetti del settore moda.”

Queste partnership confermano Bentley, da sempre icona automobilistica indiscussa di stile, classe ed eleganza, come marchio proiettato verso un futuro consapevole e un’immagine moderna. La storia del brand si integra con i nuovi linguaggi comunicativi e persone protagoniste del mondo della cultura e dell’informazione.

Questo è il racconto per immagini della Settimana della Moda milanese, a bordo di una Bentley Unifying Spur

Volto: Miriam De Nicolò
Regia: Giovanni Piscaglia
DOP: Giuseppe Campo
Produzione: SNOB


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‘Relazioni grottesche’ Allora dillo che ti senti speciale, egoista

‘Relazioni grottesche’ è un fumetto creato nel 2022 da Flora Rabitti ed è il racconto che muove la collezione Florania FW23. È una riflessione sull’appartenenza ad un genere, sull’identificazione con un personaggio, sulle relazioni. 
Elementi ‘grotteschi’, come animali impersonificati, personaggi mostruosi ed altre proiezioni inconsce, partecipano in maniera corale alla nascita, breve durata e morte della storia tra due amanti. In questo immaginario cupo ed ironico, ambientato a Milano, si sviluppa l’idea di design: sintesi degli elementi gotici, dell’estetica dark e gioco tra le identità sessuali. 
La circolarità e nobilitazione dello scarto è sempre alla base del progetto Florania: in questa collezione, in particolare, speciale attenzione è data a tessuti maschili di stampo inglese (microfantasie jacquard e cotoni pesanti da completo) di cui sono utilizzate le rimanenze di magazzino, le prove di colore, i maltinti. 
La grafica rappresenta un elemento chiave di interpretazione per lo sviluppo progettuale: serigrafie del fumetto originale, ‘Relazioni Grottesche’, sono utilizzate sui tessuti maschili inglesi come tessiture jacquard, contrapposti a leggeri ma inquietanti acquerelli, stampati su chiffon rigenerati, evocanti un’apocalisse green ambientata in Duomo.
Gargoyle digitali appaiono su gonne ed abiti di stampo anni ’50, contemporaneamente a mostriciattoli pixelati che compaiono come ricami sulla maglieria.
Questi ultimi elementi sono il frutto della collaborazione con Micro Tenko, artista visivo ed illustratore di Milano che ha interpretato ‘Relazioni grottesche’ con una mano cyborg. Un’altra collaborazione importante è con Readymade Textiles, realtà Milanese che recupera gli scarti di magazzino di tessuti maschili da Irlanda ed Inghilterra.
Questa realtà ha supportato la collezione FW23 con i ‘Gamps’: prove di colore jacquard per i completi da uomo, trasformati in motivi geometrici sui capi genderless.
Non solo il rispetto delle risorse naturali è un mantra costante in Florania.
La produzione artigianale avviene tra Milano, Giambellino, e Mantova, città natale della designer, dove le modelliste e sarte della sartoria sociale Drittofilo contribuiscono in maniera fondamentale alla produzione. Drittofilo è un laboratorio in cui sono supportate donne in situazioni sociali peculiari, tra violenze domestiche e problemi di occupazione.
È un progetto supportato da Caritas, Centro Aiuto alla Vita Mantova e Lubiam.

In arte Veritas, Donnafugata al Museo Bagatti Valsecchi

Con le Cantine Rocca di Frassinello, Donnafugata, Altemasi Museo Bagatti Valsecchi

L’opera d’arte è in grado proiettare l’animo umano in un mondo parallelo suscitando emozioni inaspettate. Pittura e scultura, musica e danza, sono arti universalmente riconosciute come tali, in grado di elevare lo spirito umano e farlo sentire attraversato dalla bellezza. Tutte le arti raccontano un luogo e un tempo, spesso diverso dal reale, attraverso emozioni che coinvolgono i sensi. Allo stesso modo un vino ben fatto è in grado di condensare luoghi e culture esportandole sulle tavole di tutto il mondo. In questo senso il Museo bagatti Valsecchi organizza in collaborazione con tre importanti cantine italiane una serie di eventi per indagare i punti di contatto tra il mondo della pittura e quello del vino.  

Tre esempi virtuosi di come arti maggiori e sapienza enologica possano compenetrarsi e veicolarsi a vicenda, trasportando il fruitore in un percorso multisensoriale. 

In occasione della mostra La seduzione del bello. Capolavori segreti tra ‘600 e ‘700 che si svolge al Museo Bagatti Valsecchi dal 14 ottobre 2022 al 12 marzo 2023, andrà in scena In arte Veritas, un ciclo di appuntamenti per un ristretto numero di persone che permetterà di vivere la Casa Museo di via Gesù come un luogo accogliente e intimo in cui godere gli inediti intrecci culturali tra arte e vino. 

Tre serate che avvicineranno il pubblico al mondo del vino in armonia con la pittura del Sei e Settecento. 

30 novembre 2022: Rocca di Frassinello, cantina museo disegnata e realizzata dall’archistar Renzo Piano, produttrice di prestigiosi vini maremmani che vanta collaborazioni con l’artista contemporaneo David LaChapelle. 

25 gennaio 2023: Donnafugata, importante realtà siciliana con sedi produttive nelle migliori zone vitivinicole siciliane, alfiere della cultura mediterranea nel mondo e protagonista di una jointventure di successo con Dolce &Gabbana. 

1 marzo 2023: Altemasi, casa spumantistica in grado di riunire sotto un unico marchio migliaia di contadini trentini indipendenti. Un Golia fatto di tanti piccoli Davide, portabandiera della bellezza paesaggistica e della cultura alpina. 

Tre serate durante le quali il sommelier e speaker radiofonico Andrea Amadei e il curatore della mostra Antonio D’Amico condurranno il pubblico nelle prestigiose sale della dimora milanese con un’inedita degustazione itinerante. 

Durante le serate ad ogni ospite saranno serviti tre calici di vino e i produttori vitivinicoli racconteranno, tra immagini e parole, il loro mondo e la loro visione dell’incontro tra l’arte e il nettare di Bacco. 

Dal 30 novembre nello shop del Museo sarà acquistabile una bottiglia di Baffo Nero 2019 (Merlot maremmano pluripremiato dalla critica) a tiratura limitata appositamente realizzata dalla Cantina Rocca di Frassinello per il Museo Bagatti Valsecchi. 

Le sarete sono realizzate in collaborazione con l’Istituto Alberghiero Maggia di Stresa. 

Post-Apocalyptic Anthropocene Collection

ANNAKIKI FW 23.24 presenta “Post-Apocalyptic Anthropocene” e continua la sua personale esplorazione del concetto “post-human” con un tocco post-apocalittico. Con la nuova collezione Anna Yang immagina come gli umani si riuniranno in un’uni- ca comunità per supportarsi a vicenda in un mondo dettato dal caos e dalla distruzi- one.

Traendo ispirazione da elementi cyberpunk e wasteland punk, la collezione ANNA- KIKI presenta un’armatura futuristica per il “post-human”, concetto definito da alcuni studiosi come “evolutivo dell’uomo” o “transumano”. L’armatura presenta le maniche ondulate 3D, segno tipico del marchio e un tessuto metallico composito che si adatta a differenti possibilità per trasformare il corpo. Il consistente tessuto metallico effetto liquido conferisce all’armatura un’ incredible splendore quasi a rappresentare un guerriero futuristico. Le stampe deliberatamente bruciate, macchiate, saldate e dipinte a mano riflettono la rappresentazione del designer di un ambiente anti-utopi- co contrastato dalla resistenza dell’uomo che si ribella impavidamente all’ambiente post-apocalittico comandato dall’intelligenza artificiale, diventata consapevole di sè e della brutalità della tecnologia.

Oltre all’armatura, la collezione presenta una collaborazione con il marchio italiano di accessori AnGostura, che trae ispirazione da antiche culture occulte e indigene per creare fantasiose “sculture del corpo”. AnGostura ha realizzato gli orecchini per la legione post-umana di ANNAKIKI, una fusione di vetro fragile e metallo duro che riflette la natura umana alle prese con la crisi, fragile ma indistruttibile.

“Quando gli esseri umani cesseranno di essere attratti dal profitto, e l’unico desiderio sarà la sopravvivenza, allora abbandoneremo il nostro egoismo e ci uniremo in una moltitudine per combattere contro il mondo sconosciuto e turbolento.” dice Anna Yang.

HUI Fall Winter 2023-24

Tutto è cominciato da un tessuto ricamato dei primi anni della dinastia Qing (1636-1912) che fa parte della collezione permanente del Museo della Moda del  Centenario di cui Hui Zou Zhao è fondatrice e curatrice a Shenzen. L’usura e il tempo hanno reso meno nitidi i contorni del disegno che rappresenta un albero di magnolia con sotto due lepri. In Cina la magnolia è un simbolo di dignità e perseveranza ma anche di nobiltà d’animo e bellezza. Invece in un’antica ballata popolare c’è una strofa che dice “Se due lepri corrono insieme chi potrà riconoscere se sono maschio o femmina?”.

Da qui la signora della moda cinese ha ricordato Mulan, il celebre film di animazione americano basato sulla leggenda di Hua Mulan, la bellissima ragazza che si travestì da soldato per fare la guerra al posto del padre. Mulan in mandarino ha due significati: “dolce e soave come un fiore di magnolia” oppure “nata con la magnolia in fiore”.
Per questo la Collezione Hui per l’autunno/inverno 2023/24 è basata sul fascinoso contrasto femminile tra forza e fragilità, sull’infinito talento delle donne nel fare qualsiasi cosa senza violenza e sete di potere. Come sempre si comincia dal pijama che è un grande classico del brand oltre a essere un modello per sua natura genderless. In seta lavata oppure cady, con o senza una leggera imbottitura, il nuovo pijama di Hui ha ricami sfumati oro e argento sulle tinte di base: bianco e nero.
Nel secondo tema cromatico rosso, nero e beige servono da fondamento e base per una stampa che ricorda l’antico ricamo Qing con sopra un pizzo di paillette che ne confonde i contorni. Il terzo tema prevede per gonne dritte appena sotto il polpaccio abbinate a giacche e cappotti di taglio maschile, tinte forti come ottanio, verde smeraldo e rosso fuoco fuse nel classico check del tweed abbinato alla stampa di un paesaggio cinese e, in alcuni casi, a dei bordi leopardati. Tutti questi dettagli  grafici e cromatici si fondono in una cappa patchwork che ricorda i mantelli cuciti con i simboli del coraggio fisico e animale. Infine c’è la pelliccia faux fur in cui si nasconde il disegno pixelato di un drago sui toni di ottanio verde e rosso. Solo l’imperatore e i suoi migliori generali potevano indossare abiti ornati dal motivo del drago che porta fortuna, successo e vittoria ai coraggiosi. Nessuno ha più coraggio di una donna di oggi.