ETRO NOWHERE, COLLEZIONE PRIMAVERA/ESTATE 2024 ALLA MILAN FASHION WEEK

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Un posto che non c’è, che non esiste. Un posto possibile, però, almeno con l’immaginazione, nel quale per esempio colonne che ricordano i resti di un tempio sbucano non in mezzo alla foresta, ma nel cuore della città, vestigia di una misteriosa civiltà riemersa all’improvviso. Nowhere è l’altrove che diventa tangibile, e con esso il rovesciamento di ogni regola ferrea, di ogni pensiero razionale, di ogni consequenzialità logica. Nowhere, anche, come metafora della moda, luogo nel quale tutto è concesso perché le combinazioni di elementi sono virtualmente infinite. Ecco allora che i broccati e le giacche dal sapore western, che i motivi cravatteria e le righe, che il denim e la spugna si congiungono in un non luogo stilistico che è sincretico e vitale, mentre le punte di stivali texani incontrano trecce di stoffa, le larghe camicie bacchettate sfiorano i disegni di qualche isola misteriosa, e le righe si congiungono a volute voluttuose. Il tutto con leggerezza, e non poca illuminata impulsività. È un vero proliferare di motivi ed echi, contenuta in una silhouette, per contrasto, dalla precisione assoluta e irremissibile: dritta e verticale, o a sirena, aperta in un godet, ma sempre lunga, fisica, fasciante, con le giacche e i bomber che, sopra, avvolgono in volumi protettivi e abbondanti. A fare da suggello a questa fantasticheria, un antico simbolo miceneo: un polipo, segno di rinascita, augurio di buona fortuna. E, ai lobi, una dea bendata in forma di orecchino. Come dire osa e sarai premiata, che è poi un altro modo di raccontare l’atto quotidiano del vestirsi, giocando invece che pensando, usando solo l’istinto e l’immaginazione.

La colonna sonora della sfilata è una tessitura di archi arabi, percussioni africane, cori selvaggi e chitarre elettriche creata dalla band palermitana Santamarea. Il brano si intitola Acqua Bagnami, ed esce in anteprima in occasione dello show in una versione speciale e affabulante. Acqua Bagnami è parte della playlist Runway di Spotify curata da Marco De Vincenzo.

Il progetto Cuoio di Toscana protagonista delle migliori vetrine italiane

Grande successo per Step into the Green Side: il progetto che vede Cuoio di Toscana protagonista delle migliori vetrine italiane

Il Consorzio ha scelto 10 Corso Como per presentare il progetto con una speciale live performance e una serata allinsegna del Green PretàPorter.

Cuoio di Toscana inizia ufficialmente il suo tour italiano nei migliori negozi con una serie di eventi speciali che valorizzeranno le eccellenze del Bel Paese. Un percorso per il consorzio CDT reso possibile grazie alla partnership con CBI-Camera Buyer Italia rivolta a più obiettivi, primo tra tutti il garantire una conoscenza più approfondita, da parte dei compratori e del pubblico, del marchio creato nel 1985 per diffondere la cultura del cuoio da suola e basato sui principi di sostenibilità, qualità e tracciabilità.

Principi oggi fondamentali per il futuro del fashion system, che verranno veicolati attraverso storytelling e iniziative ad hoc nei top shop del territorio, mettendo in primo piano il talento dei giovani e il valore della materia prima. Il cuoio è infatti un materiale naturale, plastic free e riciclabile, oltre che ottenuto dalla trasformazione di uno scarto dell’industria alimentare, destinato altrimenti alla discarica o all’inceneritore.

Il debutto ha avuto luogo ieri, 18 settembre, in occasione dell’avvio di Milano moda donna e Lineapelle, in 10 Corso Como, storico concept store milanese, simbolo di Milano, del Made in Italy e della creatività internazionale.

Dalle 17 alle 23 la serata è stata animata da una live performance con un artigiano che ha mostrato come lavorare il cuoio, mentre una personal stylist ha spiegato agli ospiti come abbinare i capi presenti in negozio alle calzature in Cuoio di Toscana. Infine, sono stati esposti due look dei designer emergenti Marco Rambaldi SSHEENA vincitori dell’ultima edizione del Cuoio di Toscana Prize, iniziativa on going che ha come obiettivo il supporto dei giovani creativi e dei progetti ecosostenibili. La suola verde, simbolo del marchio, è realizzata seguendo la tecnica di lavorazione della concia vegetale lenta in vasca, che prevede la trasformazione delle pelli grezze in un materiale durevole, riconosciuto in tutto il mondo. A presentare la serata Lucrezia Guidone, giovane attrice e una dei protagonisti della terza stagione di Mare Fuori.

Guardando ai prossimi goal, il Consorzio presieduto da Antonio Quirici, che riunisce sette concerie dei distretti di San Miniato e Santa Croce sull’Arno (Pisa), punta a superare nel 2023 i 200 milioni di euro di fatturato grazie alle aziende virtuose del distretto, che lavorano secondo criteri ecosostenibili. Questi sono regolati da norme stringenti che passano per il benessere animale e la depurazione delle acque, per il riciclo dei residui solidi e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili. Una tradizione simbolo del Made in Italy che oggi vede in prima linea come clienti i mercati europei, tra cui Francia, Portogallo, Germania e Gran Bretagna, fino ad America, Cina e Giappone.

Infine, Cuoio di Toscana ha ribadito l’impegno green nel suo Sustainability Statement, un decalogo in 10 punti che fissa gli standard qualitativi dell’intera filiera italiana del cuoio verso soluzioni rigenerative naturali e la circolarità per un modello no-waste.

Veronica Iorio Primavera Estate 2024

Veronica Iorio, con la sua SS 24, racconta di una donna dal gusto deciso, forte, dalle linee rigorose e nette, tagli sartoriali, contrapposte a tessuti fluidi, impalpabili con applicazioni metalliche, preziose e luminose.
Pur riecheggiando nelle forme e nei modelli la semplice complessità del less is more degli anni ‘90, Veronica Iorio disegna la sua collezione volgendo uno sguardo, ammaliato, al trend ’70 del Safari, alle applicazioni di tasche, alle giacche impunturate, alla palette sfumata dei colori della sabbia, che raccontano, come un sogno, il mondo esotico dei safari ma in chiave elegantissima, esclusiva, fatto di lodge dalle atmosfere magiche ed ovattate, place to be per donne viaggiatrici ma mondane, che visitano il mondo e dispongono di un guardaroba quite luxury ma in una versione tutta al femminile.


I tailleur, i completi, sono perfetti per il deserto come per le città, e gli abiti si adattano al contesto senza sforzarsi di essere altro da sé, semplicemente capi che scivolano addosso, cingendo il corpo femminile senza sacrificarlo, e si possono indossare sulla sabbia, ovunque essa trovi il proprio paesaggio, tra le dune del deserto o sulla riva del mare.
La giacca ed i pantaloni continuano ad avere un ruolo fondamentale nella collezione Veronica Iorio: il tailleur seguita a comporsi, e scomporsi, di giacche over size, doppio petto o 2 bottoni e di pantaloni palazzo, a sigaretta o regular fit.
I tessuti sono tanti, spaziano dal lino al cotone, nella consistenza costruita della gabardina e del drill, del twill, fino a quella impalpabile e scivolosa del jersey o del raso; in tinta unita o rigati, con applicazioni metalliche o ricami floreali. La collezione nel suo insieme offre una palette colore naturale, con bianchi sfumati o più intensi fino al sabbia, celesti cielo per il giorno o azzurri decisi e scuri per la sera, ocra brillanti e verdi intensi.


La donna di Veronica Iorio è una donna che nella natura trova sé stessa, si lascia ispirare dalle sue atmosfere, dai suoi colori mutanti, e indossa capi che la fanno stare bene, senza orpelli o strutture, capi sartoriali e dalla qualità curata, dal lusso sussurrato e dall’estetica essenziale.

Boucheron presenta la collezione Fall Winter “Wild Within”

Per la fall-winter 2023, Boucheron amplia gli orizzonti della collezione Animaux e presenta la campagna “Wild Within”

Riccio, panda, gatto, cicala, cervo… la straordinaria collezione Animaux di Boucheron abbina l’alta gioielleria con le opere d’arte. Si tratta di una serie di animali favolosi che prendono vita: occhi intensi in zaffiri, smeraldi o rubini, pelliccia in oro o in pavé di diamanti e piume delicate. Che rappresenti la forza o la sensualità, la dolcezza o il potere, con la collezione Animaux ognuno trova un amico, liberando così la propria personalità e affermando il proprio stile.

Quali sono le novità? 

La collezione Animaux di Boucheron accoglie due nuovi animali: il panda e la cicala.

Simbolo di pace e amicizia, il panda porta tenerezza a chi lo sceglie come compagno ed è realizzato in oro bianco con pavé di diamanti, zaffiri neri, tsavoriti e tormalina verde. 

La cicala, simbolo di rinnovamento e armonia, è realizzato in oro bianco e diamanti, con pietra acquamarina.

They are coming

Photography Alice Rosati

Incubi febbrili, scrolling notturno su “Reddit”, cospirazionismo e angoscia esistenziale.

THEY ARE COMING, ultimo libro d’arte di Alice Rosati, raccoglie svariate opere prodotte nell’ultimo decennio che ruotano attorno al tema della fine del mondo. Screenshots della video installazione “anxiety triggers”, un video mashup di scene hollywoodiane di meteoriti che si scagliano sulla terra e invasioni extraterrestri, si alternano a visioni aliene dai colori pastello.

Una nuova umanità geneticamente modificata, doppelganger dell’artista, si sovrappone a minacciosi paesaggi deserti e navicelle spaziali alla conquista di un pianeta terra nell’era post atomica. Tra finzione e speculazione “They Are Coming” ci proietta ad anni luce in un futuro distopico.

From anxiety-pitched fever dreams. to late night “Reddit” reading, conspiratorial fed fear and existential angst. THEY ARE COMING collates the material produced over the course of a decade from both first and second -hand sources by Alice Rosati. The collected screenshots of ‘anxiety triggers’ introduce a reoccurring slime-like substance, the artist’s doppelgangers layer and build momentum towards ominous cinematic landscapes, geological studies, meteor craters and observatories. Situated between fiction and speculation, internal and external dialogues narrate the publication towards extraterrestrial abduction.

La Psicologia e la Psicopatologia dell’odio: la parola al Profiler

La Psicologia e la Psicopatologia dell’odio: la parola al Profiler

Di Roberta Bruzzone, Criminologa e Psicologa Forense 

Chi, come me, lavora da oltre 20 anni in campo criminologico, deve confrontarsi su base quotidiana con un sentimento che alberga nella mente della maggior parte degli esseri umani e che, in alcuni, diventa il detonatore psichico di fantasie di vendetta e distruzione difficilmente arginabili. Questa condizione ci accompagna dalla notte dei tempi ed è figlia della paura, dell’angoscia e della rabbia. Sia chiaro, esistono molti modi e gradi di odiare. E, purtroppo, oggi più ce mai, tale scenario interiore trova ampio modo di alimentarsi attraverso l’ignoranza e il clima di profonda insicurezza che caratterizza la nostra quotidianità. Questo mix letale di ingredienti porta assai velocemente e facilmente a individuare potenziali nemici ovunque. Mi riferisco all’odio in tutte le sue molteplici, e malevoli, manifestazioni. Prima ancora di coltelli, armi da fuoco, veleni, mezzi per strangolare, la mente di chi uccide è armata di odio, un sentimento che si spinge ben al di là della semplice (si fa per dire) inimicizia, disistima o antipatia. Chi odia profondamente impiega gran parte della sua energia psichica a immaginare che l’oggetto del suo odio venga umiliato, svalutato, devastato, ucciso, eliminato sotto ogni profilo. E queste fantasie sono il rifugio preferito dell’odiatore perché permette al suo Io di riorganizzarsi velocemente intorno a temi di vendetta quando sperimenta l’angoscia che gli/le deriva dall’immaginare il volto sorridente del target di tanta rabbia distruttiva. Questo meccanismo difensivo altamente disfunzionale lo vediamo soprattutto in soggetti con tratti narcisistici, paranoici e borderline. Si tratta di soggetti incapaci di elaborare la frustrazione e l’angoscia che deriva dallo sperimentare invidia (che porta con sé un profondo ed difficilmente elaborabile vissuto di inadeguatezza) e dalla percezione (reale o solo ipotizzata) di essere considerati inferiori, di essere stati umiliati o smascherati, di essere stati respinti o abbandonati. E dall’odio alla violenza agita il passo può essere davvero molto breve. La Psicologia e la Sociologia, fortunatamente, ci forniscono importanti strumenti per comprendere i meccanismi profondi che alimentano tale condizione. Secondo la cosiddetta «teoria della struttura triangolare dellodio» di Sternberg, per parlare di odio vero e proprio occorre che vi siano almeno tre fattori indispensabili: negazione dell’intimità, passione (odio espresso), impegno. In un certo senso, proprio per la presenza di questi tre elementi fondamentali (gli stessi che entrano in campo quando amiamo qualcuno profondamente) possiamo considerare l’odio l’altra faccia della medaglia dell’amore. E dell’amore l’odio condivide anche la persistenza che, molto spesso, sfocia nella vera e propria ossessione. Perché chi odia pensa costantemente al suo target e non riesce a smettere di farlo. La sua mente è dominata da una fantasia di vendetta o competizione che diviene, giorno dopo giorno, sempre più invasiva e incoercibile. 

La “negazione dell’intimità” è quella componente dell’odio che porta a tenere le distanze da chi viene ritenuto inferiore, indegno, malato, debole, disgustoso ecc.. Poi c’è la seconda caratteristica dell’odio, la passione, quella più ribollente di rabbia e/o paura, quella che attinge all’angoscia più profonda che alberga nella mente dell’odiatore e che con maggiore probabilità porta a mettere in campo condotte aggressive improvvide e imprevedibili anche verso soggetti del tutto sconosciuti (le aggressioni per liti stradali ne sono una chiara dimostrazione). Arriviamo poi alla terza ed ultima componente, quella dell’impegno, che porta l’odiatore a manifestare apertamente disprezzo verso diverse categorie di persone soprattutto quando il soggetto sperimenta invidia e deve aggredire e svalutare i risultati raggiunti dal proprio target per sedare quel vissuto di profonda inadeguatezza che gli deriva dal timore di essere percepito come inferiore. E le Neuroscienze oggi ci hanno dimostrato che quando odiamo profondamente qualcuno anche il nostro funzionamento cerebrale cambia e in maniera molto evidente. Insomma, l’odio ci trasforma e rende molto più agevole il passaggio all’atto delle nostre fantasie distruttive. In particolare, Semir Zeki e John Romaya, neurologi e ricercatori del University College of London (studio, pubblicato sulla rivista PLoS One) sono riusciti letteralmente a mappare i circuiti neurobiologici dell’odio e a renderli riconoscibili. Tale scoperta ha importanti risvolti anche sotto il profilo giudiziario e investigativo, soprattutto in sede di interrogatorio di sospettati dal momento che lo studio dimostra che quando odiamo o proviamo un forte risentimento per qualcuno ad attivarsi particolarmente sono le aree del “putamen” e dell’“insula”. E questa attivazione anomala è individuabile attraverso esami specifici, magari proprio mentre mostriamo la foto della vittima al nostro sospettato. Ma non possiamo certo perdere di vista che l’odio attinge copiosamente dalla parte più oscura e remota di noi stessi, quella che non vogliamo riconoscere e preferiamo proiettare all’esterno per non ammettere che anche noi siamo in grado di fare del male, persino di uccidere. Certo, per motivi diversi e sulla scorta degli scenari emotivi più eterogenei, ognuno di noi possiede una serie di “grilletti interiori” (i profiler li chiamano emotional triggers) pronti a scattare, quando e se si verificano le condizioni scatenanti. Ed è facile immaginarlo se si pensa per un solo istante, ipoteticamente, che cosa saremmo in grado di fare se qualcuno facesse del male deliberatamente ai nostri figli, ai nostri genitori, al nostro partner, insomma alle persone che abbiamo più care. Se entriamo in questa prospettiva, non è poi così difficile considerare la manifestazione comportamentale dell’odio come una via percorribile per alleviare il dolore che ci sta spezzando il cuore. “Occhio per occhio” è ancora, dunque, un meccanismo psichico tragicamente attuale. 

Everything is mixed, nothing is alike

Everything is mixed, nothing is alike

Two couples, a 4 year old child, and Gior gio, the cat. The chalet where they stayed for five days is owned by the Bugnon Foundation and is located near Chateau d’Oex, a few hundred meters from the former residence of the painter Balthus.

During the Easter weekend, they shared cameras, vintage clothes, painting supplies, paper, and many hours in the kitchen. They had endless and brilliant discussions. and instead of celebrating resurrection, they celebrated a great creative mass. The chalet dates back to the 1700s, the light is the difficult and raw one of the pre-Alps, the faces and bodies are unique, they do not speak of fashion, they do not act: they eat, love. say swear words.
They consumed little alcohol but a lot of smoke, that of the large fireplace that was constantly burning and that of tobacco.

The cameras pass from hand to hand, they are not placed on tripods. there is no trick. the hands do not tremble becau se words comfort even if sometimes they shake, as in any respectable friendship.
The snapshots are out of time, ultra-con-temporary and acidic, in some ways unpleasant but pictorial. They are portraits of a party. portraits of faces and words. of smells and fires. They are unwanted. hated portraits that demonstrate love.

Everything is mixed. nothing is alike.

PHOTOGRAPHY: MANUELE GEROMINI & JEAN-MARIE REYNIER

STYLING: GAËLLE BON / PETITE CORTO

MODELS: CORTO, GAÊLLE, ONDINE & GIORGIO

COURTESY: AARLO U VIGGO, ART GALLERY, SWITZERLAND

Malfy Gin ed E. Marinella svelano l’esclusiva coffret che celebra lo stile e il gusto dell’estate italiana

Malfy Gin ed E. Marinella svelano l’esclusiva coffret che celebra lo stile e il gusto dell’estate italiana

Malfy, il gin, n. 1 in Italia* incontra E. Marinella, icona dell’alta sartoria , per celebrare lo stile italiano.

Un incontro creativo da cui nasce un’esclusiva limited edition in cui stile e convivialità, nati dalla passione tutta italiana, s’incontrano per celebrare l’arte di stare insieme e abbracciare l’estate in un’esplosione di colori e sapori che coinvolge tutti i sensi.

Aprendo la coffret si rivela l’esclusiva pochette di seta realizzata da E.Marinella e disponibile in due versioni, una ispirata a Malfy Originale dallo stile casual e una a Malfy Rosa, perfetta per donare un tocco di personalità a qualsiasi outfit estivo.
Entrambe le versioni sono state create in esclusiva da E. Marinella per Malfy Gin richiamando gli elementi che contraddistinguono il gusto fresco e unico di Malfy unito allo stile iconico di E. Marinella.

L’esclusiva limited edition include una bottiglia di Malfy Gin, vestita con la sua mini-pochette abbinata, due bicchieri copa glass in edizione limitata Marinella x Malfy, un jigger per dosare, due stirrer e uno spoon per miscelare il cocktail perfetto.

Dejan Petrovic, Head of Marketing White Spirits di Pernod Ricard commenta: “Siamo elettrizzati di annunciare questa collaborazione che nasce da una profonda affinità e condivisione di valori: maestria artigianale, eccellenza delle materie prime e volontà comune di promuovere l’eccezionalità dell’Italia nel mondo. Malfy Gin ed E. Marinella hanno saputo conquistare il mercato grazie alla loro distintiva personalità e alla capacità di affascinare le persone con un’esperienza memorabile. Con questa limited edition, rendiamo omaggio al patrimonio straordinario del nostro Paese, all’arte di saper innovare e alla dedizione che contraddistingue la nostra ricerca della qualità senza eguali. Siamo pronti a trascendere i confini, a solcare nuove frontiere e a regalare un sogno a tutti coloro che entreranno in contatto con questa straordinaria collaborazione.”

Alessandro Marinella, General Manager e rappresentante della quarta generazione della famiglia, ha dichiarato: “Siamo lieti di presentare la nostra straordinaria coffret limited edition creata in collaborazione con Malfy Gin. Questo cofanetto unisce l’eleganza della moda di Marinella con l’eccellenza dei Malfy Gin, offrendo un’esperienza esclusiva per gli amanti del gusto e dello stile. Le due pochette limited edition rappresentano l’incarnazione perfetta dell’artigianalità italiana, con dettagli raffinati che si abbinano con maestria agli ingredienti selezionati con cura del Gin Malfy. Non vediamo l’ora di condividere con voi questa edizione speciale.”

L’accessorio per eccellenza dello stile italiano perfetto per accompagnare qualsiasi situazione: dagli aperitivi al tramonto ai brindisi galanti, che siano in barca al mare così come su un rooftop in città. Un perfetto connubio di gusto e stile made in Italy.

La limited edition E. Marinella x Malfy è disponibile presso il negozio di Marinella a Milano – via A. Manzoni 23 – e in esclusiva su Amazon [costo 220€].


Damiani sul red carpet dell’ 80ª Mostra del Cinema di Venezia

Dalla cantante Rita Ora a Leona Lewis, dall’attrice Ludovica Coscione a Serena De Ferrari, il tappeto rosso del cinema ha visto sfilare i gioielli Damiani.
Sul red carpet dell’ 80ª Mostra del Cinema di Venezia, le protagoniste hanno indossato i preziosi gioielli della collezione Alta Gioielleria Damiani, della collezione Eden, Mimosa e Notte di San Lorenzo.

L’attrice Ludovica Coscione ha indossato un paio di orecchini e anelli in oro bianco e diamanti della collezione Mimosa Alta Gioielleria di Damiani 
La cantante Leona Lewis ha indossato un paio di orecchini in oro bianco e diamanti della collezione Minou, un anello in oro bianco e diamanti della collezione Notte di San Lorenzo e verette in oro bianco e diamanti di Damiani Alta Gioielleria
La cantante Rita Ora ha indossato un paio di orecchini in oro bianco e diamanti della collezione Mimosa, anelli in oro bianco e diamanti  e acqua Marina della collezione Mimosa di Damiani Alta Gioielleria, un bracciale in oro bianco e diamanti della collezione Eden e verette in oro bianco e diamanti
L’influencer e digital creator Tásshia Naves ha indossato gioielli  in oro bianco e diamanti di Damiani 
L’influencer e digital creator Giulia De Lellis ha indossato un paio di orecchini e anelli in oro bianco, diamanti e zaffiri di Damiani 
La cantante Leona Lewis ha indossato un collier, un paio di orecchini e anelli in oro bianco e diamanti di Damiani Alta Gioielleria
Il cantante Mr.Rain ha indossato un paio di orecchini, un bracciale e un anello in oro giallo e diamanti della Collezione Belle Epoque di Damiani 
L’attrice Serena De Ferrari ha indossato un paio di orecchini e un anello in oro bianco, diamanti e diamante giallo della collezione Margherita di Damiani Alta Gioielleria
Il regista Jonas Carpignano ha indossato gemelli Damiani in oro bianco e onice e anelli in oro della collezione Belle Epoque Reel. 
 L’attrice e regista Isabella Torre ha  indossato una collana in oro bianco e diamanti della collezione Mimosa, orecchini in oro bianco e diamanti della collezione Minou e un anello in oro bianco e diamanti della Collezione Belle Epoque

(foto concesse da GM/PR)

La similitudine (con Sergio Rubini)

Il Festival del Cinema di Venezia è finalmente iniziato, lo omaggiamo con questo cortometraggio prodotto da Snob Srl, interpretato dal grande Sergio Rubini, e scritto e diretto da Peppe Tortora.

Un maestro di scuola elementare, dopo essere stato preso in giro dal direttore, davanti alla classe, decide di raccontare ai suoi bambini il significato della parola “Similitudine“. Lo fa con la storia di un uomo di nome Pernillo, un ignorante ma furbo che decide di aprire una scuola per maiali.
Sergio Rubini è l’attore protagonista che interpreta il maestro, Roberto Ciufoli interpreta il direttore.
L’ambiente è essenziale per dare importanza solo alla narrativa; la musica è composta da Alberto Bof come accento alla narrazione.

Tratto da un racconto di Angelo Tortora
Scritto e diretto da Peppe Tortora
Il maestro: Sergio Rubini
Direttore della scuola: Roberto Ciufoli
Bambino: Romeo Ciufoli
Aiuto Regia: Jacopo Rosso Ciufoli
Direttore della fotografia: Valerio Di Lorenzo
Musica originale di Alberto Bof
Press Agent Rubini: Saverio Ferragina
Supervisione Costumi: Tommaso Basilio
Aiuto Costumista: Paola Ragosta
Acconciature: Concetta Argondizzo @simonebelliagency
Operatore: Andrea D’Andrea
Aiuto Operatore: Vittorio Penna
Correzione Colore: Claudia Pasanisi
Grazie al centro Anziani San Felice di Roma

Una produzione di SNOB Srl
Direttore Responsabile: Miriam De Nicolò

L’IMPERMEABILE DONNA

ANTICIPAZIONI SS 2024 | WHITE MILANO
Evadere verso nuove mete, coniugare lavoro a viaggio. Ispirate al nuovo nomade digitale le collezioni de L’ IMPERMEABILE rispondono alle nuove esigenze del mercato con capi comodi, leggeri, funzionali. Il trench diventa la risposta ideale anche ad un meteo sempre meno prevedibile.
La collezione donna per la ss 2024, anticipata a Pitti e presentata alla prossima edizione di White di settembre, si arricchisce di nuove proposte e diventa sempre più ampia. Ai capi iconici, classici, ma intramontabili, si affiancano le nuove proposte dai tessuti sempre più fluidi, come i lini, accoppiati con le viscose, e sempre più sperimentali, arricchiti di spalmature, cerature, crackatureche, che danno corpo e vita a tessuti leggeri. Entra in collezione il quadrettato di VICHY su trench abbinato al cappello da pescatore, un tocco bon ton che irrompe e rompe la dichiarata ispirazione vintage e militare che caratterizza il marchio.