Fabio Rusconi collezione primavera-estate 2016

FABIO RUSCONI PRESENTA LA COLLEZIONE SPRING/SUMMER 2016

 

Per la stagione Primavera-Estate 2016 Fabio Rusconi si avventura in viaggi lontani, scegliendo mete affascinanti e colorate dalla natura. Esplora deserti rocciosi, giungle tropicali e souk colorati da spezie profumate e pungenti, lasciandosi affascinare da tutto ciò che incontra.

Il risultato è in una palette di colori che nasce da una base di toni naturali del cuoio, dai chiari color carne alle calde terrecotte e scuri tabacchi, fino ad intingere nel banco completo delle spezie. I colori vegetali opachi sono sperimentati su vacchette e camosci impalpabili e pelli nabukate perforate o lisce. Le nappe sono morbide e le vernici hanno toni naturali, speziati ma anche pop. I metallici hanno tonalità ottone, rame e argento satinato.

Gli animalier sono presentati su basi colorate o sofisticati neutri.

 


Modella del mese: Ana Suka

MODELLA DEL MESE D-ART: ANA SUKA 


Modella: Ana Suka – @The Lab Models Milan


Foto: Miriam De Nicolo’


Make up: Manuel Montanari


Hair : Mattia Flora


Fashion Designer: Eleonora Azzolina


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1. Quando hai iniziato il lavoro di modella?

Sono stata scoperta da un model-scouter, nella mia città natale, a Toronto – avevo 17 anni. Prima di allora non avevo mai pensato di fare la modella, non ero interessata a questo mondo, ma dopo un paio di mesi decisi di fare un tentativo e firmai un contratto con l’agenzia di moda Elite Toronto – la mia agenzia madre. Da quel momento è stata tutta un’ascesa.

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2. Qual è la parte migliore del tuo lavoro?

Senza dubbio la possibilità di incontrare sempre persone nuove e stimolanti, da modelli ambiziosi ad appassionati designers. Tante delle cose che ho imparato in questi anni di percorso come modella, lo devo a loro.

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3. Come definisci lo stile?

Per me stile è ciò che fai. Le persone hanno come veicolo i loro abiti per esprimere se stesse, l’abito diventa accessorio, diventa opinione. Per me la moda è un mezzo molto potente.

4. E qual è il tuo?

Mi annoierei ne avessi uno. Passo da street rock allo chic urban. Indosso tutto ciò che mi fa sentire bene con me stessa.

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5. Esiste una modella a cui ti ispiri?

Coco Rocha – è canadese come me e nota per la sua immensa capacità espressiva. Le sue pose davanti alla fotocamera sono un arte, si muove e recita come un’attrice. Con il volto e con il corpo è in grado di esprimere mille emozioni e “studiarla” è molto stimolante. Oltre ad essere una grande professionista, fuori dal modeling è impegnata con enti di beneficenza.

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6. Cosa rappresenta per te la bellezza?

La bellezza non può essere definita. L’uomo ha creato così tanti standard di bellezza, soprattutto nel settore moda, che abbiamo dimenticato il suo valore reale – e cioè quello che viene dal cuore e dalla mente. La bellezza non si trova dentro una rivista patinata. La bellezza è ovunque, se cercate bene.

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7. Qual è il tuo fashion designer preferito?

Ci sono così tanti designer di talento che è difficile scegliere, ma i miei preferiti rimangono Alexander McQueen, Yohji Yamamoto e Maison Margiela. Alcuni designer emergenti creano abiti che sono la copia di quelli del passato; le etichette che ho citato invece utilizzano l’abbigliamento come forma d’arte ed evocano forti reazioni tra le folle.

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8. La tua top model preferita

Lara Stone: un corpo incredibile, occhi profondi e quel difetto che la rende unica: il divario tra i denti. Dal commerciale alle sfilate, è sempre la migliore!

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9. Segui una dieta precisa?

Se vuoi fare la modella, la dieta diventa uno stile di vita! Prima potevo mangiare tutto quello che volevo, ora il mio metabolismo è rallentato, quindi devo fare attenzione. Mangio cibi integrali, frutta, verdura, noci e pesce per pasto; elimino cibi con conservanti e ingredienti artificiali. Quando lavoro fuori casa tutto il giorno e cammino su e già per la città, capita che io faccia una piccola eccezione e mi concedo un cioccolatino!

 

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Mostra “Dissoluzione Duomo”, il simbolo di Milano che scompare

Desideravo fermare tutte le cose belle che mi si presentavano davanti, e finalmente questo desiderio è stato soddisfatto” – citava Julia Margaret Cameron, nota fotografa inglese esponente del pittorialismo.

Pare che Giuseppe Di Piazza abbia la stessa attitudine al bello, con la sola differenza che anziché “fermare” le cose, le faccia “sparire”!

Nella sua personale fotografica “Dissoluzione Duomo“, esposta alla galleria Still (via Balilla, 36 Milano) conclusasi il 12 novembre, Di Piazza, come un moderno Houdini, fa letteralmente scomparire il simbolo di Milano: il Duomo.

Cosa ci sia dietro questo gesto, sta a chi l’arte la riceve scoprirlo, non è certo compito dell’autore, che invece lascia molte domande. Lo spettatore quindi, il lettore di queste immagini vede, attraverso una serie di scatti e di aperture progressive a mano libera, un’ondata di luce, un’apparizione che genera una sparizione. La storia di Milano che si sgretola per mano della natura, per opera della luce stessa.
Quanto in queste fotografie c’è di vero, quanto di morale e provocatorio?

Giuseppe Di Piazza racconta di aver avuto l’idea durante una soleggiata giornata meneghina, mentre era in motorino, un pomeriggio di primavera: “Straordinaria l’intensità e il colore di quella luce, voltandomi verso il Duomo, lo vidi inondato da un chiarore così bianco da farlo svanire“.

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Dissoluzione Duomo – totale sequenza di scatti


Il Duomo, simbolo per eccellenza di Milano, è la prima cosa che cerchi quando ti alzi al mattino e l’ultima su cui lo sguardo si posa la sera. Si dice che il Duomo di Milano venga solo dopo San Pietro in Vaticano. Non riesco a capire come possa essere secondo a qualsiasi altra opera eseguita dalla mano dell’uomo”  – Mark Twain



Cos’è “Dissoluzione Duomo“? Il seme, il frutto, il fiore che rappresenta l’immensa storia del colosso milanese? Una Chiesa seconda solo a San Pietro in Vaticano, misteriosa quanto ambigua, di una magnificenza e bellezza che tutto il mondo invidia. O è forse l’amore che un siciliano trapiantato a Milano dimostra per la sua nuova casa? L’amore fotografico che imbandisce tutte le arti e porta a consacrare e sconsacrare, saccheggiare e donare, denunciare e conservare tutto quello che il nostro occhio vede?

Giuseppe Di Piazza, noto giornalista, scrittore e fotografo italiano, ci prende per il naso con questo giochetto irrisolto, forse una provocazione voluta – la dissoluzione del Duomo – blasfemia o premonizione?

A voi la risposta.

Oltre all’opera “Dissoluzione Duomo”, Giuseppe Di Piazza ha esposto 100 pezzi unici 20×30, istantanee ritoccate con pastelli ad olio, delle vedute meneghine da lui rivisitate.

It smells like flowers

IT SMELLS LIKE FLOWERS

Look of the week

Chi ha detto che i fiori sbocciano solo in primavera? Per le più romantiche ecco arrivare una moda invernale colorata e fresca al profumo di bocciolo.

Tante le proposte in passerella per questo autunno-inverno 2015/16, a partire dalle rose di Dolce & Gabbana che ritroviamo su cappotti, bags, gonne; ma tocca anche alle sportive, Pokemaoke regala dettagli flowers sulle sneakers color cipria, per un ton sur ton impeccabile.

Ce n’è per tutti i gusti!


Sfoglia la gallery con le nostre proposte flowers:




Milano Vintage Week 2015, tutto il meglio

Tutto il meglio sulla Milano Vintage Week 2015


Si è conclusa l’8 novembre la Milano Vintage Week, un evento atteso da addetti al settore ma anche curiosi, che ha visto un’affluenza senza precedenti.
Milano Vintage Week è una mostra-mercato con le più esclusive esposizioni di boutique vintage, dagli abiti d’epoca di Delphine, alla selezione dei classici tailleur di Chanel dalla ricerca A.N.G.E.L.O., uno dei punti vendita vintage più esclusivi d’Europa.

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Milano Vintage Week è un’occasione unica dove trovare capi d’annata, i gioielli della nonna che tutte vorrebbero avere, stampe pubblicitarie vintage, alcuni oggetti di modernariato, ma anche un’esclusiva mostra su Valentino (dall’archivio A.N.G.E.L.O) che racconta l’eleganza senza tempo dello stile italiano di un grande couturier, colui che ha fatto sognare le donne di tutto il mondo rendendole ancora più belle e femminili.

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la mostra Valentino alla Milano Vintage Week


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alcuni abiti d’annata nella mostra Valentino


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abiti senza tempo


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la mostra Valentino alla Milano Vintage Week


La qualità dei tessuti, l’originalità delle stampe, la foggia degli abiti, la precisione sartoriale, l’attenzione al dettaglio, l’unicità dei capi, queste tra le ragioni di chi, amante del vintage, si è lanciato nello shopping all’evento. Ma anche etica del riciclo e solidarietà rientrano tra gli ideali MVW, grazie al progetto Vintage Solidale della Fondazione Francesca Rava infatti, nello stand omonimo, il 100% del ricavato è stato devoluto a sostegno del programma Borse di Studio per ragazzi orfani di Haiti.

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Tantissimi gli appuntamenti all’interno dello showroom Riccardo Grassi (via Giovanni Battista Piranesi 4) a cui i visitatori hanno partecipato numerosi: le morbide onde sono tornate tra le acconciature delle signore che nella Beauty Lounge si sono affidate a mani esperte. Coccolate anche dalla make up artist Caterina Todde, i colori e lo stile retrò su occhi e bocche delle fortunate, per poi farsi fotografare nell’angolo di Retroscatto o dalla blogger Serena Autorino di ThePeterPanCollar, che ha aiutato le più indecise negli acquisti, in qualità di consulente fashion.
Divertenti quiz hanno messo alla prova le più esperte con le domande di Margherita Tizzi di Moda a Colazione, tanti i premi vinti da chi il vintage lo ha nel sangue, ma anche tra i libri!

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Non poteva mancare l’appuntamento al gioco – “con le mani nel sacco”: l’astuzia e l’ebbrezza di riempire a scelta un sacchetto di carta di 10,15, 25 euro, dietro rispetto di queste regole – 10 minuti di tempo massimo, non rompere il sacchetto e non uscire dall’orlo. Risultato? La gioia delle partecipanti, di tutte le età, di aver scovato la chicca nascosta tra centinaia di abiti!

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Il saluto all’uscita di una coloratissima installazione Lomo composta da 3000 foto e dall’organizzatore dell’evento, Andrea Franchi: “Milano Vintage Week è riuso e rispetto dell’ambiente, è qualità, lavoro ma anche divertimento – questo ci preponiamo come obiettivo dell’evento. Le migliorìe arriveranno, stiamo lavorando al prossimo appuntamento, perché vogliamo soddisfare le alte aspettative della clientela, per fortuna sempre più esigente”.

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Alcune tra le boutique che hanno partecipato all’evento e gli indirizzi dove scovare delle gioie:

L’isola del tempo perduto: abiti, calzature, merletti, tessuti, lingerie, bijoux, bottoni di Chanel e Valentino, profumi, trousse, cuscini, tendaggi, pizzi, bambole, cartoline, quadri, borse, passamaneria, tovaglie, fotografie, biancheria della nonna – PARIGI – MILANO – MONTECARLO (Tel. 339-2672863)

Spazio 54 : i tanto amati orecchini della nonna, gli eleganti abiti in velluto nero, le borse in gobelin, le spille più preziose, i guanti in pizzo e molto altro. ( via Pegreffi 7/a, Sondrio – tel. 348-6461601 – Pagina Facebook: mercatini vintage di Lucia Negrini)

Collezione Privata: vintage, design, arte e modernariato, due simpatici e gentili signori vi mostreranno la “collezione privata” della figlia Eleonora Grandi, fatta di bauli della nonna, borsette in vera pelle anni ’40, abiti – ’50 – ’60 – ’70, foulards ricamati e originali cappelliere. (Tel. 333 – 5058025 Via Trento 17, Moncallieri – Torino)

Delphine: Una tra le più belle boutique vintage di Milano. Abiti e accessori d’epoca, abiti da camera in velluto, camicette in stile vittoriano, lingerie vintage di seta, un vero angolo di paradiso per le più affezionate.
(Via Cola Montano – quartiere Isola – Milano – shop www.delphinevintage.etsy.com – Tel. 347- 7347030)

Telma Vintage: La più vasta scelta di occhiali vintage dal 1960 fino alla metà del 1990. Accessori d’epoca dal 1900 tra bigiotteria, borse e curiosità. (Tel 393-8898178 – mail: telma.slima@gmail.com)

Shabby Chic Vintage: abiti vintage firmati, cappelli originali anni ’30 – ’40 – ’50, pellicce, accessori, guanti, borse, gioielli, cinture, occhiali, calzature. Un’elegante signora che troverete nelle migliori fiere del vintage italiano (di Bernardelli Nicoletta – Via Argine Po, 649 Tel 320-0836825).

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(foto di Miriam De Nicolo’)

Il video Balmain per H&M

BALMAIN PER H&M: IL VIDEO 

Conto alla rovescia per la fila fuori dai negozi H&M di tutto il mondo: dal 5 novembre sarà finalmente possibile acquistare i pezzi della collezione Balmain per H&M. Più di 250 negozi aperti alla capsule collection più attesa dell’anno, esattamente dalle ore 10.00 del giorno 5.

Una collezione dal gusto rock and chic dai dettagli luxury, ispirata al glam dei ’70s: giacche dal taglio sartoriale, paillettes, sexy minidress, velluti.

H&M torna quindi a collaborare con l’haute couture e la grande novità è che sarà possibile acquistare anche online, direttamente dal sito del brand low-cost!

Il video ha come protagonista una sexy Kendall Jenner metropolitana che sfila in un’atmosfera futurista, indossando abiti della capsule Balmain.

Una collezione imperdibile che non ci farà dormire, questa notte!

Guarda il video BALMANI PER H&M con Kendall Jenner: 


Qui la collezione Balmain per H&M

Qui le foto della sfilata Balmain per H&M

 

 

Matteo Bertolio, la follia che salva

Matteo Bertolio all’anagrafe, fotografo sulla carta d’identità, le cover di Elle, Marieclaire e i migliori magazines di moda sul curriculum, Milano, Formentera, Messico le sue dimore.

Avete presente D’Artagnan e i tre moschettieri? Il pizzo, il baffo all’insu’, quella capigliatura un po’ arruffata? Ecco Matteo Bertolio è uno di loro, potrebbe essere Porthos, il più farfallone, amante della bella vita, delle donne, del buon vino e della musica.
Ha gli occhi di un azzurro ghiaccio, trasparenti, uno spirito vivace, un’intelligenza nervosa e vulcanica, alimentata da una rara sensibilità al bello. Matteo Bertolio non si può definire un “fotografo”. Matteo Bertolio è un visionario!

Matteo Bertolio


Mi accoglie nella sua casa milanese, le pareti coperte dai suoi lavori, le credenze colme di cristalli, la cucina colorata di spezie, “oggetti di memoria senza limite, ogni tanto li guardo e mi ricordano che sono un essere migratorio, loro sono stanziali, io no. Forse un giorno li riporterò dove li ho ritrovati”.

Impossibile parlare di intervista con quest’uomo bizzarro, perché tira fuori una serie di aneddoti, uno più romanzesco dell’altro, fatti e misfatti della sua vita, del suo lavoro, personaggi incontrati per caso, viaggi vissuti e immaginari, Jodorowsky nelle sue frasi, la psicomagia, perché la fotografia è diventata quello che è diventata…
Discutiamo dei modelli dell’era digitale, di come le idee concettuali vadano sopendosi, di come la complessità, la natura e la verità della fotografia siano quasi dimenticate. In alcune “opere” di Matteo Bertolio, le chiamo così perché non cito solo le fotografie, ma anche i lavori in qualità di art director, possiamo leggere dei racconti. Sono delle storie che testimoniano il suo pensiero e il suo background artistico (Bertolio nasce e cresce in una famiglia dove respira arte – il padre è un artista), sono delle produzioni didattiche, a volte moraleggianti, altre di puro intrattenimento o di ricerca estetica, quale “Art Flower”, una donna nuda su un tappeto di fiori rossi che rappresenta il suo pistillo.

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Art Flower


O il caso di una advertising in cui rappresenta “la madonna dell’economia”: “la celebrazione di una economia dedicata al petrolio, la metafora di un bambino che accetta un olio-latte nero materno, nutrendosi di esso. Lei è una donna araba tradizionale, il bambino è nudo come un angelo in un quadro sacrale, e dunque senza una sua materia difensiva.”
(La realizzazione dell’immagine è stata fatta in collaborazione con Enrico Chiadò Rana, storico direttore creativo della pubblicità italiana).

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La madonna dell’economia


O la foto che realizzò nel 2004 per le olimpiadi, sognando la premiazione di una gara di nuoto 100m stile libero terminata con la vittoria di una nuotatrice iraniana, in costume, ed uno chador Nike ad accennare un altro sorriso.

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Iran


Ho conosciuto diversi fotografi, e in tutti loro ho trovato l’ ossessione del lavoro, mangiati dall’idea di dover essere i migliori creando dei teatrini social: chi si veste da dittatore dietro un pc, chi s’inventa lavori che nessuno ha mai offerto loro, chi si loda in panegirici imbarazzanti. In Bertolio tutto questo non c’è, semplicemente perché non ne ha bisogno. Quasi estraneo al mondo social, un account con gli amici di sempre, lontano dalle urla e dal folklore 2.0
Un pomeriggio Bertolio gironzolando tra le camere con i mantelli messicani che vorrebbe importare in Italia, riflette a voce alta su come modernizzarli, se ci sarebbe mercato in questo paese, poi passa alla sua postazione studio – una skype call con l’agente di sempre – e, ancora scalzo, mi mostra il progetto che ha in mente, sfogliando tra i suoi archivi fotografici. Una continua folgorazione, zampilla di lampadine accese, la sua comunicazione è netta, chiara, ma come un fiume in piena – non riesco a trattenerlo. Bertolio è così, conserva l’entusiasmo dell’artista che “deve dire” e deve dirlo al mondo intero. Ora, adesso, subito. Ma poi un’altra idea lo sfiora e quindi come un’ape si posa su un altro fiore.

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Safe Sex


Foglio alla mano discutiamo un progetto insieme – una mostra che tratta il tema della dipendenza digitale. E io prendo appunti perché non voglio perdere una parola, un titolo, una citazione, un nome. E ne parla come se volesse salvare il mondo. E’ questo che rende speciale il suo lavoro – il fatto che ogni singola immagine, ogni singola storia fotografica, sia per lui qualcosa di speciale. E in fondo è lo stesso sentimento del bambino che ama il suo primo pallone – eppure è solo un pallone!

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Shapes


E come i fuochi d’artificio in cielo in piena festa di paese arrivano al silenzio, Bertolio lascia l’Italia e va a riposare in Messico, dove pure ha casa. Lo fa in continuazione, passando pure per Formentera. E’ un viaggiatore, uno scopritore, un navigatore, un curioso, Matteo Bertolio è quella voce della coscienza che ogni tanto torna e ti dice “Ehi, svegliati!”.

NEON PUNK CHIC, la collezione JF LONDON SS2016

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David Bowie, Andy Warhol, The Sex Pistols, la collezione JFLONDON sfida l’ordinario.

Il nuovo brand Made in Italy, che vede la direzione artistica del celebre creativo Joshua Fenu, si articola in una produzione diversificata proponendo calzature e accessori Uomo/Donna di altissima qualità, oggetti di culto glam e dal design ricercato.

Un logo con una stella a cinque punte e delle iconiche suole pink sono il perfetto biglietto da visita per accessori che si affacciano sul mercato carichi del know-how di un direttore creativo come J. Fenu, già consulente creativo per alcune delle maggiori Maison di moda internazionali.

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La collezione donna JF LONDON vanta una moltitudine di modelli: da evergreen decolletè e chanel, a vertiginosi e futuristici sandali per ogni occasione, tronchetti open toe in nappa fino a praticissime slippers logate in suede. Il designer gioca sulla riconoscibilità e sull’attenzione al particolare, contrassegnando i pezzi con piccoli piercing metallizzati, sagome punk di saette a contrasto e della celebre Union Jack, sotto forma di divertenti zip a contrasto.

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Per l’uomo, una rilettura eccentrica di ankle boots in suede, anfibi in pelle nera con dettagli fluo, dalla forte ispirazione ‘80s e classiche “clarks” che giocano sul forte contrasto, colore/materiale.

Un omaggio sentito al mentore e grande amico Elio Fiorucci, alla trasgressione della New York anni ’80, che solo il suo genio riuscì a comprendere, di Studio 54, ritrovo di divinità del rock e di quella Milano decadente che solo lui sarebbe riuscito a rilanciare.

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SIGNATURE COLLECTION BY FENU

Una collezione di calzature uomo che rispecchia l’attenzione al dettaglio e la manifattura italiana tradizionale.

Una rilettura dei classici modelli Oxford e mocassini in vera pelle, pantofole dai loghi finemente ricamati da giorno e arricchiti da Swaroski Elements, coccodrillo e pelle metal per la sera.

SNEAKERS – THE WALK OF FAME

Una varietà sorprendente di sneakers uomo/donna, di pregiata manifattura italiana: frange e borchie, pelle pitonata, zip over e dettagli di corsetteria si alternano in un vortice creativo di chiara matrice Sporty chic.

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Lucilla Agosti nel nuovo store Cinti

Il brand bolognese di accessori, ha inaugurato il nuovo store presso il nuovo complesso commerciale di Piazza Portello a Milano.

Uno spazio di 50 mq, che ospiterà la collezione F/W, proposta attraverso una vasta selezione che spazierà da calzature donna e uomo, borse e gioielli. Un’ampia vetrina definisce l’accesso alla nuova boutique Cinti, nel cuore del centro commerciale più importante di Milano, con un allestimento dell’ambiente espositivo che crea un fil rouge dall’esterno all’interno del negozio, mantenendo un’immagine sofisticata ed elegante.

Mobili laccati in bianco, metallo verniciato in contrasto e un caldo parquet definiscono uno spazio luminoso, ridefinito da mensole in vetro, per un’atmosfera calda e accogliente, come nello spirito del brand.

Lucilla Agosti presente all’apertura della nuova boutique Cinti.

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Moda must have pellicce – Dellera autunno/inverno 15/16

Dellera Pellicce apre così il suo laboratorio artistico e innovativo a una donna sempre più trasversale, senza tempo, senza età, ricca di stile e personalità.
Il fascino di capi e accessori che han fatto la storia della pelliccia si accompagnano a interpretazioni di rara intensità, in uno scenario “caldissimo” di tagli unici e colori esclusivi.

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Un emozionante intercalare di accattivanti look mini, midi, maxi, che spaziano da giubbotti a giacconi (in castor rex, visone o lapin), a cappotti, giacche, gilet, scialli, coprispalle, colli, cagoule, stole, colbacchi, cappelli, nelle lavorazioni artigianali a tricot, a fiori, condite da preziosi tessuti (chiffon e shantung di seta).

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Una collezione ispirata alle tinte di sempre (nero, marrone, grigio, bianco) e arricchita da quelle più nuove e sfiziose (blu scuro, “ottanio”), fino a spingersi al giallo e blu china di due capi icona: il gilet murmansky e il micro cappotto in lana e cashmere.

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In ultimo una sorpresa in linea col fascino e la tradizione Dellera: una linea esclusiva di scarpe e borse sviluppata insieme a Daniele Amato, giovane ed emergente designer italiano.

Guarda qui tutta la collezione Dellera: 

N.MERAVIGLI COLLEZIONE PRIMAVERA/ESTATE 2016

N.MERAVIGLI PRIMAVERA/ESTATE 2016

In occasione della settimana della moda milanese, la giovane designer Ana Almeida e Pedro Melo, suo compagno, hanno presentato il loro primo progetto creativo, nella splendida cornice di Palazzo Turati, in via Meravigli.
Qualità e attenzione per i dettagli sono l’anima di questo giovane brand che vuole identificarsi in uno stile sofisticato che rispecchi l’immagine di una donna moderna e con un forte spirito romantico. Una filosofia creativa che trae ispirazione dall’haute couture, applicata al design di una collezione prét-a-porter che unisce modernità e tradizione sartoriale, ricercatezza e qualità.

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Natural Wonder è la parola chiave. L’ispirazione è la bellezza naturale.
Profili zoomorfi si trasformano in patterns tridimensionali su trasparenze leggere, gli abiti dal taglio sartoriale, si ispirano ad una donna cosmopolita, amante dell’eleganza in ogni occasione.
I capi si colorano di stampe finemente accennate, che giocano con trasparenze e con colori che ricordano le tonalità naturali del sabbia e del corallo, del blu navy e del bianco.

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I pantaloni delineano silhouette leggere, disegnate su asimmetrie impercettibili ma essenziali, sintomo del sottile legame tra tradizione sartoriale e innovazione.
Le giacche in seta, materiale che predomina la collezione, si arricchiscono di fodere in nuance e zip metallizzate a contrasto, gli abiti cadono leggeri, destrutturati da plissé in perfetto accordo con l’anima sporty-chic del brand.

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È proprio il plissé l’elemento principe, dona al capo leggerezza e tridimensionalità, il ricamo si pone come struttura portante, accentuando i volumi. Un design innovativo ma permanentemente legato alla tradizione.