La collezione di scarpe Rose’s Roses

Originali come i personaggi che le indossano: le scarpe “Rose’s Roses” sono frutto del lavoro di chi la calzatura la conosce bene. Ed è proprio un attore di fama internazionale, con quell’allure stramba e bizzarra, che ordina decine di “pantofole da passeggio” di tutti i colori : parliamo dell’attore statunitense John Malkovich !

E’ Rosa Aiuto la fondatrice del marchio “Rose’s Roses”, con alle spalle una serie di collaborazioni importanti, tra cui spiccano Alberta Ferretti, Jil Sander, Comme de Garcons, Marni

Un background che la porta, nel 1998, a lanciare la sua prima collezione ispirata ai colori che rimangono nella memoria dei suoi viaggi; prodotti rigorosamente made in Italy, curati nei minimi dettagli, per tutti i gusti ma soprattutto che raccontano epoche diverse.

Stivaletti in stile vittoriano, Mary Jane in velluto, tronchetti moderni dal tacco comodo, ogni modello è il frutto di un complesso assemblamento fatto a mano nei laboratori a conduzione familiare.  E quando si mette amore nel proprio mestiere, il risultato si vede !

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Modella del mese: Mariia




MODELLA DEL MESE: MARIIA

 

Model: @Mariia – @Wonderwall Management – Milano

Photographer: @Miriam De Nicolo’

Make up: @Manuel Montanari

Hair styling: @Mattia Flora

Clothing: @Roxana Nesfintu

“In the name of nature”





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Omar presenta la collezione P/E 2017 al Men’s Hub di Milano

Dell‘understatement Omar ha fatto il filo conduttore della sua prima linea di abbigliamento.

Nato a Modena, diplomato a Bologna all’Accademia delle Belle Arti, trasferitosi ad Anversa dove ha studiato Fashion Design, Omar ha memorizzato i muri degli edifici abbandonati dove era solito ritrovarsi con gli amici di avventure.

Muri che raccontano una storia, muri incisi, crepati, memorizzati, fotografati e rielaborati fino a renderli parte integrante della creazione d’esordio. Una collezione dalla monocromia del black & white, dove la ruvidezza delle crepe crea un effetto quasi tridimensionale, il muro come pagina bianca su cui scrivere.

La collezione Primavera Estate 2017 di Omar è stata presentata a Milano durante la Fashion Week Uomo, all’interno di Men’s Hub.

Dopo l’attività come designer freelance, Omar decide di raccontare la sua storia attraverso una collezione propria, fatta di simboli – come la bandana durag – e segni neo-goth; capi dalle forme oversize, regolari, pulite e unisex.

Jean Cocteau diceva che lo stile è un modo semplice per dire cose complicate, lo stile street minimal di Omarquali storie nasconde? Quali pensieri dietro questi muri stampati?

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e pochi ma validi consigli per ridurre spazio e peso nella nostra valigia ! 

Quante di noi passano le ore a preparare la valigia prima della partenza, durante il periodo estivo, scegliendo gli outfit da giorno, quelli da spiaggia e quelli per la sera…rischiando così, ammettiamolo, di svuotare l’armadio e rischiare di pagare importi salati in aeroporto perché la nostra valigia supera il peso massimo consentito !

Una scelta saggia e comodissima, è quella di portare dei capi che possono essere indossati sia per il giorno che per la sera. Oggi i trend ce lo concedono, anche in sfilata sono stati proposti costumi al posto dei top, da abbinare a jeans o pantaloni stile salariano.

Un’altra accortezza per ridurre spazio e peso in valigia, è quella di portare con sé abiti leggeri, in questo modo eviteremo di dover abbinare pantaloni a t-shirt, cinture e così via. Con l’abito l’outfit è già ultimato, basterà un prezioso accessorio per completare e dare luce al look !

Ricordiamoci che mare, relax e vacanza non significano dire addio allo stile e all’eleganza! Assolutamente da evitare le infradito durante una cena, da sostituire con dei sandali bassi cammello o alla schiava, divieto categorico per i copricostume per una passeggiata serale in riva al mare, meglio degli shorts denim o floreali abbinati ad una zeppa. E un 10 e lode alle fedeli del tacco, che non osano abbandonare nemmeno al mare, portato con un abito bianco avorio in pizzo, una pochette mini, tanto mini che potrà solo contenere il gloss e cellulare.

Andiamo ora a vedere le 5 proposte di outfit da indossare la sera al mare: 


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(immagini prese da Trendfortrend.com)

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Chef stellati Michelin: intervista a Fabrizio Tesse

Tra i dannati nei gironi danteschi, troviamo i golosi, i peccatori di gola, ma quanti di noi ne farebbero parte?
Tra gli artisti baciati dalla mano del Signore, troviamo un numero indefinito di “golosi“, alcuni dei quali legati a delle particolari ricette di cui non potevano fare a meno. Dalì, ad esempio, andava ghiotto per le uova fritte e i ricci di mare, che consumava sul pane tostato; si dice che il suo dessert preferito fosse la botifarra dolça, un salume catalano dall’impasto dolce con carne di maiale, cannella e zucchero.

Cézanne invece, il pittore francese noto per le sue nature morte, era amante dell’anatra alle olive, mentre Garibaldi amava i prodotti locali e semplici, come il pane e il pecorino, accompagnati da fave fresche.

Il genio italiano Leonardo Da Vinci era vegetariano e il suo piatto prediletto era il minestrone – Mens sana in corpore sano – e il grande compositore viennese Mozart, data la nazionalità, si leccava i baffi con la schnitzel viennese, servita con patate fritte e una spruzzata di limone.

Alcuni di loro avevano dei cuochi professionisti che conoscevano a memoria i loro gusti e le loro preferenze, se anche voi siete dei golosi e avete voglia di farvi coccolare, esiste un luogo, sulle sponde del Lago d’Orta, dove i vostri sensi si lasceranno cullare dai sapori e le vostre richieste verranno soddisfatte; questo luogo si chiama “Locanda di Orta“.

Una stella Michelin arrivata nel 2015 dietro la guida dello chef Fabrizio Tesse, la “Locanda di Orta” vanta una location d’eccezione in uno dei borghi più belli d’Italia.

Fabrizio Tesse, milanese di nascita, sous-chef  di Antonino Cannavacciuolo a Villa Crespi, cresce nell’entroterra ligure in mezzo alle donne della famiglia. I suoi ricordi più vivi sono legati alla cucina, dove  la nonna e le zie lo coinvolgevano facendolo giocare, dove i profumi che si sono impressi nella sua mente sono quelli “del timo, del coniglio alla ligure, quello caratterizzato dall’oliva taggiasca, una sorta di brasato cotto al vapore nelle adorate pentole in coccio”.

“Cucinavo per gioco, avevo circa 5 anni e le donne di casa dovevano badare a me; l’unico modo per tenermi buono era farmi cucinare insieme a loro. La domenica era totalmente dedicata alla cucina, i preparativi iniziavano la mattina presto, erano tutti affaccendati in qualcosa tranne gli uomini, a tavola, in attesa dei piatti. Nonostante questa scena, la mia famiglia era matriarcale”.

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insalata di mare


La tua esperienza a fianco di Antonino Cannavacciuolo ha segnato molto il tuo percorso professionale?

Lavoravo come sous-chef di Cannavacciuolo a Villa Crespi nel 2003, quando arrivò la prima stella e nel 2007 quando arrivò la seconda, ma la mia necessità di approfondire mi ha spinto fino in Spagna, in pieno fermento della cucina basca. Tutto il mondo ne parlava, mi trovavo a San Sebastian, dove erano ubicati 4 ristoranti stellati – un numero significativo; la scelta spagnola verso la cucina molecolare fu del tutto azzeccata: quando non hai grosse tradizioni culinarie, te le devi inventare!

In questo caso conta la tecnica. Ma quanto è importante nella tua cucina? 

La tecnica è importantissima quando serve a valorizzare un prodotto, non a stravolgerlo. La cucina molecolare spesso è esasperazione.
La mia cucina è legata ai codici di gusto, sapori che hai memorizzato nell’infanzia e che ti portano, quando assaggi un piatto, a distinguere il pomodoro, il limone, codici semplici. La mia è un’attività commerciale, non di intrattenimento.


I piatti che presenti sono molto spesso rimandi all’arte astratta, alla tecnica pollockiana del dripping…

Cerco di far combaciare codice di gusto ed estetica. Anche la presentazione di un piatto è importante: è come avere una donna bella ed intelligente, il massimo a cui aspirare!

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piccola composizione di frutta con cioccolato bianco e banana


Tema chilometro zero

Un limite mentale! Per quale motivo se trovo interessante un ingrediente non posso utilizzarlo?
Ad esempio in questo piatto abbiamo dello yuzu, succo di agrume giapponese, del caviale  – che arriva dalla Francia –  e dei gamberi di Mazara del Vallo. Chi sostiene il chilometro zero ha una mentalità conservatrice che non funziona più, se si guarda ad uno sviluppo.


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insalata di pasta mantecata con succo di agrume giapponese yuzu – con crudo di gamberi e caviale


Quanta importanza hanno i sapori nella tua vita? 

Il cibo è prima di tutto la mia passione. Mi ritengo molto fortunato perché come diceva Confucio “Fai ciò che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita”.

Ma se sono arrivato a questi risultati, lo devo anzitutto alla mia famiglia, che mi ha sempre appoggiato e mi ha permesso di studiare e viaggiare, quando ancora non ero indipendente.

Il lavoro dello chef è sì passione, ma anche sacrificio.

Nella vita privata sei un uomo che cucina? 

Mai. Appena posso riposo. Se invito degli ospiti, lascio cucinare loro, io al massimo mi butto in una pasta alle 4 del mattino.

Da cliente quali ristoranti frequenti? 

Mi relaziono con ristoranti al mio pari livello o livelli superiori – questo a scopo formativo.


La locanda di Orta oltre alla sala gourmet, dispone anche di una bistrot sul terrazzo con una bellissima vista del lago…

La terrazza bistrot è un ambiente più rilassante, sia per il cliente che per gli addetti ai lavori, è una scelta atta ad allargare la fetta di mercato, un menu dai prezzi più abbordabili, musica lounge, tendenzialmente con una clientela più giovane o frequentata da quella abituale che per una sera vuole godersi il panorama.

Esistono quindi 2 cucine distinte alla “Locanda di Orta”, quella adiacente il terrazzo bistrot e una al piano sottostante. In estate io passo la vita in ascensore !

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vista lago dal terrazzo “Locanda di Orta”


Quanto il tuo successo è merito e quanto fato?

Un insieme di questi elementi direi, è merito perché mi porto alle spalle sacrifici e anni di esperienza e poi sono convinto che più ci si crede, più la fortuna arriva.

La stella alla “Locanda di Orta” è arrivata nel 2015, qual è il prossimo obiettivo?

Rimanere su questo target, con una clientela di livello.

Cosa offri ai clienti della “Locanda di Orta”?

La possibilità di personalizzare il menu. Capita ai frequentatori fedeli, conosco i loro gusti e le loro preferenze, quindi diventa stimolante per me fargli assaggiare piatti nuovi, è un modo per confrontarsi e relazionarsi in maniera diretta. Per me rimane un grande stimolo ed è un plus apprezzatissimo.

Un consiglio che daresti a chi inizia il tuo mestiere ? 

Farlo sempre con passione perché senza quest’ingrediente è faticoso. E con spirito di sacrificio, perché arriveranno anche le delusioni e le difficoltà, ma chi ha talento va avanti, vince il buono, perché in fondo è questo il nostro mestiere: dedicarci agli altri !

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lombatina di agnello cotto al rosa nel sale grosso, abbinato a salsa di liquirizia e albicocche candite




La “Locanda di Orta” si trova in Via Olina 18 ad Orta San Giulio (NO)



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lo chef Fabrizio Tesse


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Locanda di Orta


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crème brûlée di foie gras


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Locanda di Orta


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il benvenuto: panzanella toscana con carpaccio di capesante e caviale


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Locanda di Orta


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meringa – rocher al cocco – gelatina di pere – pastafrolla con mousse al cioccolato e lampone



(foto @ Miriam De Nicolo’)

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Ferutdin Zakirov


Per la Primavera Estate 2017 il brand raffigura il suo ideale di uomo quale businessman, fedele all’eleganza nelle situazioni formali ed informali, ha una cura certosina al dettaglio, è attento alla qualità dei capi che indossa e la sera la parola d’ordine è smoking.

Il designer uzbeko tratteggia una collezione made in Italy, bilanciata tra la scuola dell’alta sartoria napoletana e quella più dinamica milanese.
Lini puri, mescole raffinate di cotone e lino, sete pregiate la scelta dei tessuti, i toni vanno dalla luminosità dei beige alle sfumature più scure degli azzurri e dei blu; i pellami per gli accessori vanno dal coccodrillo al pitone, dai mocassini alle stringate, fino alle slippers in camoscio ricamato.

Uno stile riconoscibile quello di Ferutdin Zakirov, dove ogni capo ha una propria personalità e la linea coerente rimane la classe e l’eleganza.

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l’uomo Ferutdin Zakirov


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calzature F.Z.


Santillo 1970

E’ con la valigia sempre pronta che Santillo vede l’uomo a cui si ispira per la collezione P/E 2017, un uomo in viaggio alla continua ricerca di ispirazione e sapere.

Il marchio di fabbrica del brand catanzarese rimane la camicia e il suo sapiente uso delle tecniche lavorative, ma Santillo si spinge oltre inserendo in collezione giacche da barca, la polo-camicia, la giacca modello sahariana.

Capi versatili adatti ad ogni ora della giornata; i materiali protagonisti sono l’handmade tricot, il pizzo knit, la pelle ovo, il lino di Normandia, la tela spazzina, il fustagno jersey fino alla maglina.

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Eleventy 

Nuovo concetto di formale si fa strada come nuovo trend della prossima Primavera Estate tra la collezione Eleventy. Un uso sapiente di capi sportswear mischiati ai classici, quindi giacche costruite anche se destrutturate, abbinate ai baggy pantaloni o ai jeans.

Il risultato è una straordinaria comodità unita ad una eleganza non ostentata o affettata, adatta all’uomo contemporaneo e moderno.

Contrasti che piacciono, tanto che Eleventy ha allargato la sua visione dell’uomo anche agli accessori, ai profumi, alle creme creandone un travel kit; insomma non manca nulla!

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le proposte Eleventy P/E 2017


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profumi e accessori Eleventy


Caruso 

Manichini dal fascino dandy alla presentazione di Caruso Primavera-Estate 2017.

Portamento sicuro, fascino, grande eleganza – è così che immagina l’uomo il brand Caruso per la prossima stagione calda.

Un finto gessato della Aida jacket da vicino svela l’eccellenza dell’abilità sartoriale, il punto pettine diventa elemento decorativo e ne esalta la silhouette della giacca, il gilet viene proposto in diversi modelli che esaltano la funzione di sottogiacca o portati come capo autonomo per arricchire camicie ed outfit.

Ma la chicca firmata Caruso per la P/E 2017 è l‘Essential per il taschino della giacca, dove poter inserire carta di credito, biglietti da visita, chiavi, senza deformare le tasche. Gli interni Essential sono in seta o ricamati a mano, in fiori crochet e danno un tocco originale, fresco e frizzante.

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Roxana Nesfintu presenta la sua collezione a Milano Moda Graduate

La Camera Nazionale della Moda Italiana e Piattaforma Sistema Formativo Moda hanno presentato il 28 e 29 giugno la seconda edizione di Milano Moda Graduate.

Milano Moda Graduate è l’annuale appuntamento nato per celebrare le eccellenze delle scuole di moda italiane e il 29 giugno hanno sfilato i migliori studenti in Fashion Design dell’Accademia Belle Arti di Brera, una vetrina importantissima per dimostrare la crescita del loro percorso formativo ed un trampolino di lancio nel mondo della moda.

Dopo un lungo lavoro di ricerca, spicca tra gli studenti la designer Roxana Nesfintu che, grazie a questa occasione, ha potuto vivere l’atmosfera di una vera e propria sfilata di moda, presentando la sua collezione “Sintesi Sintetica“.

La collezione “Sintesi Sintetica” di Roxana Nesfintu:



La collezione, composta da 6 capi, nasce da un progetto di tesi incentrato sul ritorno alla couture. Una ricerca sperimentale che pone attenzione alla manualità della lavorazione, sono stati infatti utilizzati materiali dal forte “impatto tattile” e visivo, quali il silicone.



Il silicone, materiale abbastanza inconsueto per l’uso in moda, regala al capo una tridimensionalità unica; le lavorazioni a mano e il mix di tessuti leggeri e opachi, quali l’organza, lo chiffon e il tulle, donano agli abiti un’allure originale che lo rendono unico.



E’ questo l’intento della designer Roxana Nesfintu, l’eliminazione del fast fashion, per un ritorno all’esclusività, un messaggio che porta con sé il concetto di qualità e di riduzione dello spreco, in quanto alcuni capi di noti brand low cost risultano essere trendy una stagione, mentre la successiva finiscono nel dimenticatoio o addirittura nel cestino.



L’approccio di Roxana Nesfintu è artistico, le lavorazioni in silicone ricordano la consistenza delle paste o degli acquerelli su una tela, le sfumature monocrome riportano ai dripping di Pollock, all’incresparsi delle onde, le forme sono geometriche e la vestibilità femminile.

Un nuovo modo di interpretare la moda quella di Roxana Nesfintu, fatta di contrasti forti, di bianchi e neri, abiti fragili, tessuti impalpabili ma lavorazioni che ti spingono a toccare, consistente diverse, quasi s’indossasse un’opera d’arte.







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Angelo Inglese, il sarto più ambito d’Inghilterra, conquista Pitti Uomo 90

Veste il principe William, primi ministri, reali e mecenati, ma le sue radici arrivano dalla piccola realtà di Ginosa.


G. Inglese, la sartoria più ambita del Regno Unito, cuce una camicia su misura per le nozze del Principe William e arriva così ad una risonanza di livello mondiale. Ma il suo attaccamento al territorio lo trattiene in quella terra tanto amata che è la Puglia. A Ginosa infatti, in provincia di Taranto, ha sede il negozio dove lavorano i componenti della famiglia Inglese, un destino segnato già nel nome.

E la tradizione è la firma con cui Angelo Inglese si contraddistingue: è nel lontano 1955 che viene fondato il marchio, dalla nonna, maestra camiciaia. Oggi Inglese porta avanti la competenza artigianale specializzata e realizza capi su misura, dalla camicia sartoriale alla cravatta a 10 pieghe.

Presenza fissa a Pitti Uomo, l’evento di moda maschile più atteso dell’anno, Angelo Inglese presenta una linea interamente creata per Karl Edwin Guerre, blogger e fotografo tra i più influenti negli Stati Uniti e non solo. Una capsule collection composta da 4 giacche e 6 camicie in tessuto denim invecchiato; sarà venduta online ad un prezzo più accessibile rispetto ai prodotti G.Inglese, un modo per far conoscere la qualità e il prodotto ad un target più ampio.

Il legame alla propria terra, il radicamento delle tradizioni e uno spirito innovativo sono le chiavi del successo G.Inglese, che rinnova puntualmente la loro storia della camiceria.

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lo stand G. Inglese a Piiti Uomo 90


 

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PITTI UOMO 90 – PARLANO GLI ESPERTI IN FATTO DI STILE

C’è chi lo definisce il “circo della moda”, chi “parte integrante” del successo di Pitti Uomo, la piazza di Fortezza da Basso è senza ombra di dubbio una sfilata degli stili più disparati.

Dal gentleman in abito e Borsalino, all’eccentrico alternativo, l’uomo che frequenta il “club” di Pitti Uomo, l’evento più atteso dell’anno a lanciare i trend in fatto di moda maschile, stupisce per il suo stile.

Noi abbiamo chiesto il parere a degli esperti del settore, tra cui spiccano Lino Ieluzzi, considerato uno dei 50 uomini più eleganti al mondo. Un imprenditore che ha fatto del suo stile e della sua personalità, la forza del successo di Al Bazar, colui che ha creato dei “trends”: i guanti nel taschino del cappotto, le scarpe con la frangia, la giacca doppiopetto declinata in carta da zucchero anche per la sera, il cappotto con la martingala.

Lino Ieluzzi si può definire il “personaggio più fotografato” di Pitti Uomo, i mass media, gli influencer, gli addetti al settore, sono tutti alla ricerca di una foto con Ieluzzi e del segreto del suo infallibile e duraturo successo, portato avanti con coerenza e stile.

Ma nel parterre di Pitti Uomo le diversità si fanno sentire, differenti i settori in cui lavorano, differente il vissuto e  il background culturale, qui il parere dagli uomini di questo Pitti Uomo 90:

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Lino Ieluzzi, Al Bazar, Milano


Lino Ieluzzi, Al Bazar – Milano 

La sua definizione di stile:

Sono convinto che ciascuno di noi abbia la capacità di creare uno stile adatto al proprio temperamento.

E stile non è solo l’abito, ma una combinazione di personalità, educazione, comportamento, portamento e savoir-faire.

Mi capita di conoscere timidi che, per paura di essere giudicati, tacciono una parte vera della loro persona; ecco, se riuscissero ad abbattere quella paura, probabilmente non rimarrebbero anonimi.

Ma l’ingrediente fondamentale per “avere stile” è senza dubbio “piacersi” !

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Gennaro Santillo, Santillo 1970, Milano


 

Gennaro Santillo – co-fondatore di Santillo 1970 

La sua definizione di classe e gli uomini di classe a cui si ispira:

Classe per me è pertinenza ed essere appropriato in ogni circostanza.
Gli uomini che mi hanno ispirato e che nella storia hanno lasciato il segno sono a mio parere: Gianni Agnelli, Beppe Modenese, e in assoluto  il Duca di Windsor, l’uomo di stile più grande mai esistito.

 

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Massimo Pirrone, PM Eleganza Milanese, Anversa


 

Massimo Pirrone, PM Eleganza Milanese, Anversa

I 3 punti del gentleman moderno:

Il gentleman non è solo un uomo dal bell’aspetto e impeccabile nell’ abito. Essere gentleman è uno stile di vita! E soprattutto gentiluomini si nasce.
Dovessi riassumere le tre caratteristiche fondamentali di un gentleman direi:

1. leale

2. educato, nobile d’animo

3. appassionato alle cose belle della vita

 

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Nasario Giubergia, fotografo – Torino


 

Nasario Giubergia, fotografo – vive a Torino 

Quali sono i capi che non devono mai mancare nel wardrobe maschile?

Un abito in fresco lana blu navy, due pezzi, con giacca a due bottoni, o una giacca a tre bottoni ma stirata a due ; una derby marrone, in pelle è  il must have del guardaroba maschile.

L’abito in fresco lana è ottimo perché fa traspirare il corpo e  il due bottoni slancia la figura, quindi per chi non è molto alto è un ottimo rimedio ottico.  La scarpa marrone, inglese se possibile, è sempre un tocco di eleganza moderna e attuale.

 

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Alex Belli, attore, modello e fotografo, Milano


Alex Belli, attore, modello e fotografo – Milano 

“L’abito non fa il monaco” – proverbio veritiero o espressione ingannevole?

In verità è il monaco che fa l’abito!
Oggi sempre di più è la personalità dell’uomo che detta le mode e costruisce e modella l’abito per esso, scegliendo colori, mood in base al proprio stile di vita, accessori.

Oggi il vero uomo è colui che l’abito e lo stile se lo cuce addosso.

(foto @Miriam De Nicolo’)

 

 

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The Sartorialist e Roy Roger’s presentano la collezione Primavera/Estate 2017

Il brand italiano Roy Roger’s si unisce all’estro creativo del blogger Scott Schuman, alias The Sartorialist per la creazione della loro seconda capsule collection Primavera Estate 2017.

 

La passione in comune per il denim e per lo stile, li porta nell’estetica degli anni ’70, tra la sconfinata libertà delle coste balinesi e californiane; l’impronta fotografica di Scott Schuman racchiude tutte le atmosfere di quegli anni; alcune sue fotografie vengono presentate a Pitti Uomo, nello stand Roy Roger’s e raccontano le usanze del popolo balinese e la tradizione di mescolare stampe e fantasie.

 

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lo stand Roy Roger’s a Pitti Uomo 90

 

Alcune fra le più interessanti stampe originali Balinesi sono fedelmente riprodotte su una vasta gamma di tessuti: giacche, bermuda, camicie a manica lunga e corta sono prodotti in cotone altamente selezionato; costumi da bagno e una raffinata proposta di coach jacket vengono presentati in nylon stampato; un morbidissimo jersey invece rende le immancabili polo e canotte Roy Rogerʼs preziose.

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Il richiamo dei ’70 è fortissimo: i jeans tornano a zampa di elefante e il denim si fa vintage, invecchiato, i bermuda estivi a fantasia e c’è un grande rispolvero dei bomber !

Roy Roger’s, forte della sua storia nel denim e brand totalmente made in Italy, punta alla collaborazione con Scott Schuman, attento alle voci attuali nel mondo della moda.

Eccellenza, Storia, Qualità e Innovazione sono alla base del successo Roy Roger’s, che per la collezione Primavera/Estate 2017 veste un uomo libero, moderno, amante dell’avventura e …baciato dal sole californiano !

 

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bermuda Roy Roger’s SS17

 

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Una capsule collection ispirata al cinema e ai film che hanno lanciato la moda della camicia – Xacus presenta a Pitti Uomo 90 la collezione A Shirt A Star.

Il cinema come bagaglio creativo a cui attingere, le idee al brand Xacus non mancano: per questa speciale collezione sono stati realizzati sei modelli in tutto, quattro per uomo e due per donna, dedicati ai film e alle star del cinema che hanno trasformato e segnato il ruolo della camicia nel mondo fashion.

Intramontabile la camicia per i business men come ci ricorda Michael Douglas in “Wall Street”, che interpreta uno spietato e cinico finanziere il cui unico obiettivo nella vita è il denaro. Xacus la realizza in un tessuto antipiega, il Wrinkle Free, in grado di garantire un aspetto impeccabile a qualsiasi ora del giorno. Per instancabili!

Michael Douglas in Wall Street


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The business shirt – Xacus SS 2017


 

Da sempre, l’unico uomo in possesso del codice <00> a concedergli l’autorizzazione di uccidere, ha indossato la camicia bianca!
Stiamo parlando di James Bond, il raffinato agente segreto goloso di Martini Dry “shaken, not stirred”, seduttore incallito, la cui interpretazione rimane nella memoria collettiva quella dell’attore  scozzese Sean Connery.

Xacus dona omaggio al personaggio con la “white shirt” per eccellenza, quella “evening” di tessuto inglese della migliore tradizione D&J Anderson con titolo extra fine da 200/2: un pregiato satin di cotone abbinato ad un plastron tessuto su speciali telai artigianali svizzeri.

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Sean Connery in James Bond


Per chi ama lo spirito androgino della protagonista di “À bout de souffle” (Fino all’ultimo respiro)- film del 1960 scritto e diretto da Jean-Luc Godard – Xacus ha dedicato la camicia da donna rubata all’armadio maschile.  I polsi sono destrutturati e la vestibilità ampia e comoda per un look moderno e attuale; le righe sono sottili e i bottoni in madreperla naturale, il giusto tocco muliebre.

Jean Seberg in Jean-Luc Godard's BREATHLESS (1960). Courtesy Rialto Pictures/StudioCanal. Playing 5/28-6/10
Fino all’ultimo respiro


Ancora più avventuriera la donna che sceglie “The linen blouse“, la camicia Xacus ispirata al film “La mia Africa“, che a sua volta prende spunto dalla vita della scrittrice danese Karen Blixen.

Per affrontare le temperature del Kenya, la sofisticata lady interpretata da Meryl Streep indosserà una camicia in lino di Normandia, tinto in filo, collo alla coreana, polsi destrutturati e doppia tasca con pattine sul davanti, per esaltarne il carattere sahariano. Grande importanza assume il tessuto per questo capo, ottenuto dal trattamento in capo Beluga.

60 anni di podio della camiceria in Italia e nel mondo, Xacus stupisce festeggiando con classe e omaggiando il cinema e le radici del prodotto. A Shirt A Star, la capsule collection presentata a Pitti Uomo 90 farà storia.

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La mia Africa


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