BELVEDERE PRESENTA GOLDEN HERITAGE, IL NUOVO READY TO DRINK A BASE DI HERITAGE 176REALIZZATO IN COLLABORAZIONE CON DRY MARTINI SORRENTO
Dal ready to wear al ready to drink è un attimo, oggi la velocità ha assunto un ruolo fondamentale che risponde alla mancanza di tempo e alla voglia di avere tutto e subito; ma va incontro anche ai pigri e al concetto di comodità. Ragion per cui Belvedere ha pensato a un regalo per gli amanti del drink e vi porta un cocktail pronto direttamente a casa, il Golden Heritage, un cocktail gold a base di Belvedere Heritage 176 firmato da Lucio D’Orsi, bar manager esperto mixologist e membro del Belvedere Collective.
Il prodotto è frutto di una collaborazione eccezionale con Dry Martini, anima del Majestic Palace Hotel di Sorrento; dal tocco magico e vellutato della sua consistenza, si presenta come un denso mix dai riflessi dorati e dal profumo goloso di cioccolato. Non un semplice drink, ma una piacevole coccola da gustarsi per un dopocena e da assaporare assolutamente ghiacciato, per esaltare maggiormente gli ingredienti: Heritage 176, l’esclusivo distillato di malto di segale di Belvedere, Gin, succo di limone, succo d’arancia, Lillet Blanc, liquore all’arancia, liquore al cacao, hot chilly droplets by Javier de Las Muelas, polvere d’oro.
Custodito in un elegante flacone di vetro che ricorda i preziosi profumi da collezione, Golden Heritage può essere un gift speciale per concedersi un momento di condivisione, chiacchierando e bevendo bene.
E’ possibile ordinare Golden Heritage sull’e-commerce Dryaway.it, con consegna garantita in tutta Italia entro 5 giorni lavorativi. I formati disponibili sono da 100 ml, 200 ml, 500 ml.
Perfect serve: Conservare in freezer un’ora prima di consumare. Agitare prima di versare e servire molto freddo in coppa ghiacciata. Perfetto in abbinamento col panettone.
CON QUESTI CONSIGLI POTRETE ACQUISTARE UN SOLO PRODOTTO E USARLO ENTRAMBI NELLA COPPIA! SONO ALLEATI QUOTIDIANI PER LA SKINCARE DI LUI E LEI.
L’ALLEATO PER LA BARBA PER LUI & LO SCRUB DELICATO PER LEI
Se la schiuma da barba è old school, l’innovazione è certamente Black Matcha di Teaology, il gel micellare che in un solo gesto deterge, esfolia e protegge la pelle, preparandola alla rasatura e lasciandola morbidissima. Ottimo come gel detergente per lei, nell’uso quotidiano, effettua un leggero scrub grazie alle microsfere di carbone attivo; assorbe il sebo e lascia la pelle luminosa e idratata.
SCRUB CORPO SUGAR THERAPY
Nutriente e lenitivo, la fragranza fruttata e gourmand è adatta a entrambi, non troppo decisa. Lo zucchero di canna elimina le cellule morte, tossine e impurità, levigando la grana della pelle. Sciogliendosi a contatto con l’acqua, i granuli esercitano una naturale azione idratante. La polvere di guscio di mandorla assicura un’esfoliazione delicata, mentre l’azione combinata di burro di karité e olio di sesamo nutre e idrata la pelle lasciandola morbida e vellutata. Un due in uno ottimo per gli uomini tendenzialmente pigri, che non vogliono idratare la pelle anche dopo la doccia.
MARIA GALLAND PARIS
Sono 3 i Coffrets* firmati Maria Galland Paris che racchiudono una cura di bellezza anti age per tutte le fasce d’età, uomo e donna. (30 – 40 – 50+).
Come fare a scegliere il prodotto/cofanetto più adatto? Maria Galland Paris ha organizzato dei veri e propri Atelier de Beauté in cui i consulenti vi accolgono anche digitalmente analizzando tramite un primo contatto visivo la pelle con l’obiettivo di dare consigli mirati alla risoluzione degli inestetismi temporanei.
Il brand ha attivato per tutti i partner delle zone rosse un servizio di Dropshipping* con vantaggi dedicati al consumatore.
DR.JART+ Cicapair Tiger’s Know-how For your Redness
Dr.Jart+ presenta Cicapair Tiger’s Know-how For your Redness, il nuovo set per lui e per lei dedicato alla linea bestseller Cicapair che calma la pelle sensibile, riduce i rossori e lenisce le irritazioni, ottimo per l’inizio dell’inverno.
Se tornate a casa infreddoliti da una giornata nevosa, riscaldatevi e coccolatevi con questi prodotti curativi a base di Centella Asiatica, pianta erbacea conosciuta col nome di Tiger Grass (erba di tigre), e nota per le sue proprietà lenitive e calmanti. La linea è pensata per le pelli danneggiate, secche e irritate; nserendo Cicapair di Dr.Jart+ all’interno della propria beauty routine quotidiana, sensibilità e irritazioni della pelle scompariranno.
EISENBERG SOIN SUBLIMATEUR
Se avete entrambi passato la giornata in ufficio davanti al computer o al cellulare, questo siero contorno occhi è la soluzione per ridurre drasticamente i segni di affaticamento! E’ uno speciale trattamento crema-gel con la nota formula Trio Molecolare di Eisenberg associata a peptidi anti-età e ad un complesso drenante mirato, composto da un tetrapeptide e da un estratto di faex, che attenuano subito le occhiaie. Il risultato è una sensazione di freschezza e turgore, che fa salire la lancetta della vanità, che a piccole dosi non fa male a nessuno!
BELVEDERE VODKA PRESENTA HERITAGE 176: IL NUOVISSIMO DISTILLATO DI MALTO DI SEGALE
Dimentichiamoci i cocktail trangugiati in gioventù, tra un salto di hip hop e l’ultima canzone di revival prima della chiusura della discoteca: quella era certamente la più imbevibile vodka in vendita sul mercato, e lo era perchè certamente sarete stati gli ultimi sulla pista da ballo!
Oggi siamo cresciuti e la qualità, oltre alla longevità del nostro buon fegato, è ciò a cui prestiamo attenzione; vogliamo bere bene, ci informiamo sulla provenienza, capiamo qual è la vita di un prodotto, l’etica aziendale, ci prendiamo cura di noi stessi facendo delle scelte intelligenti, e quando pensiamo alla vodka, oggi, pensiamo a un distillato di lusso, non ad un liquido da miscelazione. Lo facciamo perchè abbiamo scelto Belvedere Vodka, leader mondiale della vodka di lusso, la vodka da degustazione che oggi propone un pezzo speciale, il gioiello della casa: Heritage 176.
Cos’è Heritage 176
Heritage 176 è il nuovissimo distillato di malto di segale che segue una particolare politica aziendale, coerente con le scelte iniziate nel 2018 di lanciare le Single Estate Rye applicando un inedito concetto di terroir, e che sarà destinato solo ai più esclusivi cocktail bar d’Italia, alle migliori enoteche e a selezionate piattaforme di e- commerce.
E’ una novità assoluta nel panorama della vodka, che tendenzialmente viene riconosciuta quale distillato senza colore, senza sapore e senza carattere; Belvedere Vodka Heritage 176 si differenzia da qualunque altra vodka nel mondo esattamente per le caratteristiche opposte: ha un sapore deciso, e un tratto distintivo che si ottiene dalla maltazione e dalla tostatura della segale, che ne rivela gli aromi intensi e profondi; è una tecnica antica che arriva dalla tradizione polacca e che Belvedere Vodka fa propria, per regalarci una vodka unica, ottima da gustare sia liscia, on the rocks, che in miscelazione per una sferzata in più ai vostri cocktail.
Per questa occasione ve ne consigliamo uno che potrete riproporre a casa ai vostri amici:
30 ml Heritage 176 22,5 ml succo di limone fresco 15 ml Honey Mix Garnish: lemon zest Procedura: shake & double strain – servire in coppetta Martini e guarnire con lemon zest
TOPCHAMPAGNE, LA PIATTAFORMA ITALIANA DELLO CHAMPAGNE, SI ASSOCIA ALL’E-COMMERCE DELL’ENOTECA 3K E CONTINUA A CRESCERE CON DIDATTICA E COLLABORAZIONI
Una vita senza Champagne è come un Natale senza regali. Ed è proprio per non far mai mancare il nettare dorato nelle giornate dei tanti appassionati della bolla più famosa al mondo, che Topchampagne.it, primo blog italiano interamente dedicato allo Champagne, ideato dall’imprenditore Andrea Silvello, ha deciso di unire le forze con una potenza del mondo del vino online e non solo.
L’e-commerce TopChampagne si fonde con una realtà giovane, dinamica e in grande espansione, Enoteca 3k di Rivarolo Canavese (To), e sposta tutta la parte commerciale on-line sul sito ww.3kwine.it. “Sono orgoglioso di questa partnership – spiega Andrea Silvello – in questo modo riusciremo ad offrire agli amanti dello Champagne una gamma di prodotti molto vasta, ma allo stesso tempo ricercata, con delle chicche introvabili, prezzi competitivi e un servizio di consegna davvero rapido ed efficiente”. In occasione di questo “matrimonio” è stata realizzata una cassettina limited edition: sull’e-commerce ne sono state messe in vendita 100, tutti esemplari firmati a mano da Andrea Silvello. “All’interno della box – spiega l’imprenditorepiemontese – abbiamo voluto mettere tre champagne che ci piacciono molto e non sono di facile reperibilità in Italia: il Tradition di Jacques Rousseaux, il Bacchus 2010 di Charlier e il millesimato 2008 di Benoit Munier”.
Il sito www.topchampagne.it continuerà ad esistere e diventerà il portale di riferimento per tutti gli amanti dello Champagne. Raggrupperà diversi progetti e collaborazioni. Ci sarà innanzitutto uno spazio dedicato alle limited edition TopChampagne: da quella con l’artista italiano TeoKayKay, che creerà delle bottiglie uniche da collezione, passando a quella con “Dress The Wine”, che metterà a disposizione i famosi fazzoletti per vestire lo Champagne realizzati in diverse fantasie, texture e dimensioni, fino a quella con Livia Baldanza, una giovane ceramista italiana che ha dato vita ad una glacette realizzata a mano, in terracotta, che unisce le caratteristiche tecniche al design moderno e accattivante. Ci sarà inoltre uno spazio dedicato alle collaborazioni giornalistiche, come ad esempio quella con WineCouture (di cui Andrea Silvello è collaboratore fin dagli albori della testata), e uno dedicato alle degustazioni che verranno organizzate sia online sia in presenza, non appena si potrà tronare a condividere delle esperienze insieme. Spazio anche ad una sezione didattica, che vedrà coinvolti esperti del mondo dello Champagne pronti a mettere a disposizione di tutti le loro competenze attraverso lezioni virtuali. Non mancherà poi una parte che si occuperà dell’organizzazione di viaggi in Champagne, dove gli appassionati potranno andare a visitare sia grandi maison sia piccoli vigneron accompagnati dalla competenza e dalla passione di Andrea e del suo team.
Continua anche la collaborazione con la Champagneria e il ristorante di Vicenza “Ovosodo” di Jacopo Tranqulli, sia per quanto riguarda la selezione delle bollicine della carta sia per quanto riguarda l’organizzazione di degustazioni ed eventi all’interno dell’ormai famoso Caveau. Ma presto verranno annunciate anche altre partnership con ristoranti e locali che hanno chiesto la competenza di Andrea Silvello nella selezione degli Champagne e delle bollicine italiane da proporre al pubblico. Infatti, la passione di Andrea per il metodo classico non riguarda solo i vini d’oltralpe, ma è diventata curiosa anche dei prodotti Made in Italy. Per questo è nato un altro blog su Instagram, Topbollicineitalia.it, che si occupa interamente del mondo delle bollicine nostrane. Nella pagina sono presenti approfondimenti sui vini degustati, sulle cantine visitate, sui produttori conosciuti, ma vengono poi realizzate anche dirette didattiche sul mondo del metodo classico. In tre mesi questo profilo ha raggiunto oltre 6.500 follower con dati di engagement e visualizzazioni alle storie che hanno superato ogni più rosea previsione.
Un successo che conferma il crescente interesse degli italiani per le bollicine sia italiane sia francesi. “Sono davvero felice”, spiega Silvello, “che la piattaforma Topchampagne e quella Topbollicineitalia siano cresciute esponenzialmente e siano per tanti un punto di aggregazione, un’occasione per conoscere e imparare qualcosa di nuovo. Oggi, nonostante la pandemia e le difficoltà che questa comporta anche a livello economico, vedo con piacere che le persone hanno voglia di approfondire, conoscere, scoprire, condividere le emozioni sui vini che bevono, anche a distanza. E questa è la cosa più bella.”
Dati su TopChampagne e Biografia di Andrea Silvello
TopChampagne.it è il primo blog su Instagram in Italia unicamente dedicato al mondo dello Champagne! La pagina ha avuto un successo sicuramente inatteso raggiungendo più di 45 mila follower in poco più di un anno di vita. Le storie pubblicate giornalmente vengono viste mediamente da più di 5.000 persone e le impression mensili totali sono costantemente in un intorno di 6 milioni, con un tasso di engagement degli utenti ampiamente superiori alla media.
Andrea Silvello, ideatore e volto di TopChampagne.it è un imprenditore e consulente in strategia d’impresa, giornalista pubblicista dal 2001, da sempre appassionato di questo mondo che ha deciso di condividere con tutti la sua passione e aiutare gli amanti e i curiosi della più famosa bollicina al mondo ad avvicinarsi a questo mondo. Un mercato che in Italia è in continua crescita e che vede sempre più persone avvicinarsi e voler scoprire la particolarità e la storia di un mondo che è davvero infinito e ricco di curiosità. “Come mi piace dire spesso – commenta Andrea – lo Champagne non è un vino “per pochi”. Ci sono davvero opzioni per tutte le tasche: dalle bottiglie di piccoli produttori da 20-30 euro a prodotti rari e da collezionisti da migliaia di euro. Avvicinarsi allo champagne è come fare un viaggio, va fatto per tappe. Imparare a conoscere cosa si sta bevendo, la storia del produttore, della cuvée e di tutto quello che c’è dietro la bottiglia che stiamo aprendo”.
HAVANA CLUB x RETROSUPERFUTURE Uniti in una collaborazione esclusiva, tutta da scoprire!
Inedita collaborazione tra HAVANA CLUB e RSF ed un evento di lancio digitale della collezione in edizione limitata: rum scuro cubano, occhiali da sole, t-shirt.
Retrosuperfuture e Havana Club si uniscono in una collaborazione esclusiva ispirata a L’Avana: la citta, la sua cultura e l’inimitabile materiale acetato Havana. L’acetato, conosciuto universalmente con il termine “Havana” è da sempre un’icona di stile nel mondo dell’eyewear; il suo nome deriva dai particolari pigmenti che le foglie di tabacco cubano acquisiscono con l’essicazione per poi essere trasformate in sigari.
Occhiali da sole in edizione limitata
Realizzando un modello di occhiali da sole unico, una bottiglia in limited edition, una maglietta a maniche lunghe e un esclusivo set domino in acetato Havana, i due brand si uniscono per celebrare la suggestiva eredità culturale della città cubana a livello globale.
L’obiettivo di Retrosuperfuture e Havana Club è valorizzare le arti e l’artigianato dello scenario moderno de L’Avana: la città, il rum, l’acetato si uniscono in una partnership internazionale che verrà lanciata in 5 città – Milano, Berlino, Mosca, Shanghai e L’Avana, Cuba.
Il materiale Havana, il cui nome deriva dai ricchi toni ambrati e dorati che ricordano le foglie di tabacco essiccate, è sempre stata una caratteristica evidente nelle collezioni di RSF. Di conseguenza, per RSF la collaborazione con Havana Club è avvenuta in maniera molto naturale, avvicinando il proprio patrimonio culturale urban e all’avanguardia al tradizionale marchio cubano, condividendo la sua storia con il proprio pubblico.
Il modello iconico rivisitato Gli occhiali da sole RSF / Havana Club rappresentano una nuova interpretazione dell’iconico modello Lira, caratterizzato da un acetato extra spesso, linee definite e montatura robusta. Questo modello, in cui l’acetato resta il protagonista indiscusso, presenta tre diversi effetti in un’unica montatura: due acetati Havana mixati insieme nella parte frontale e un terzo tipo di acetato Havana utilizzato per le aste. Giocando con le geometrie spesse del modello, gli occhiali da sole si contraddistinguono per l’incisione del marchio Havana sulle aste, nella parte superiore e inferiore della montatura e per l’iconico simbolo di Havana Club – La Giraldilla – incisa sulle lenti colorate arancioni di alta qualità. I due marchi continuano a celebrare il patrimonio artistico e artigianale della scena street cubana, rendendo omaggio a uno dei giochi di strada più popolari de L’Avana: il domino.Havana Club e Retrosuperfuture hanno così progettato e creato un esclusivo set domino artigianale da collezione, realizzato interamente in prezioso acetato Havana con dettagli colorati e i due marchi incisi a mano.
La bottiglia in edizione limitata Per rimarcare l’elegante carattere artigianale della collezione, RSF ha anche personalizzato un’esclusiva bottiglia di rum scuro Havana Club 7, con il suo marchio impresso in arancione sull’etichetta Havana. La maglietta a maniche lunghe si aggiunge alla collezione, valorizzando ulteriormente il lancio globale di questa special edition.
Il tour Havana Club e RSF: la collaborazione in anteprima mondiale Come anteprima di lancio della collaborazione, RSF e Havana Club hanno previsto un tour in 5 città che parte da Milano e, passando per Berlino, Mosca e Shanghai, si conclude a Cuba nella città di L’Avana in concomitanza con il lancio globale ufficiale. A conferma della loro costante ricerca di autenticità nella cultura artistica odierna, i due brand hanno selezionato, per ogni città del tour, un Ambassador che rappresenta al meglio la crescita e l’evoluzione della scena culturale locale.
Havana Club x Retrosuperfuture: un evento aperto a tutti Gli Ambassador collaboreranno con RSF e HC e parteciperanno, insieme alle proprie fanbase, a una serie di incontri online in cui discuteranno la loro carriera professionale e il processo di creazione artistica: dall’ispirazione alla realizzazione. Dopotutto, come le foglie di tabacco hanno ispirato il nome dell’acetato “Havana”, a sua volta, l’acetato Havana è stato la fonte di ispirazione della collezione RSF / Havana Club. Per prendere parte ai talk online, seguite le storie di Retrosuperfuture e Havana Club sui loro profili ufficiali IG nei giorni a ridosso delle date dell’evento. Con l’obiettivo di valorizzare ulteriormente l’importanza del patrimonio culturale del territorio, RSF e Havana Club hanno individuato un negozio per città per presentare in esclusiva la collaborazione che verrà lanciata a livello globale il 25 novembre, quindi rimanete sintonizzati per ulteriori update.
Gli occhiali da sole e le magliette in edizione limitata sono disponibili in un negozio esclusivo per ogni città durante il tour a partire dal 14 novembre. Per Milano lo store esclusivo sarà “One Block Down” e la Capsule Collection sarà disponibile sul sito https://it.oneblockdown.it/ La release globale online che include anche la bottiglia Havana Club 7 in edizione limitata, è fissata per il 25 novembre. In Italia Havana Club 7 x RSF sarà disponibile esclusivamente su https://ginshop.it/. Le città selezionate protagoniste del tour sono: Milano, Berlino, Mosca, Shanghai. Per iscrivervi e partecipare ai talk online con i 4 Ambassador, seguite le storie IG di Retrosuperfuture e Havana Club.
Piuma è il nuovo spazzolino che unisce la necessità dell’igiene orale alla praticità e al design; è l’evoluzione del mondo dell’estetica in fatto di spazzolini tanto da aggiudicarsi una serie di riconoscimenti internazionali. Il più importante è la menzione d’onore alla XXVI edizione del Compasso d’Oro, la competizione più ambita per chi opera nel mondo del design (esiste dal 1954). Piuma Brush ha anche ottenuto il premio al Product Design Red Dot Award 2019 per forza dell’innovazione, della funzionalità, qualità formale, longevità ed ergonomia. Considerato alla stregua di un accessorio d’arredo, lo spazzolino Piuma è esposto al Museo della Scienza e della tecnologia di Milano, parte della selezione di Adi (Associazione Disegno Industriale).
Un prodotto d’uso quotidiano che risponde anche al bisogno di bellezza estetica; il coprisetole lo protegge durante il trasporto e ad ogni fine uso, permette inoltre lo scolo dell’acqua così da garantirne l’asciugatura ed evitare residui sporchi. E’ composto da materiale innovativo, il GRAVI-TECH by Polyone, un tecnopolimero che integra al suo interno particelle minerali in grado di rendere la base dello spazzolino più stabile, sicura e durevole. Sono materiali completamente riciclabili e le setole sono in Tynex, la migliore qualità disponibile sul mercato; vengono trattate più volte per ottenere punte stondate senza provocare danni collaterali.
Il lato posteriore delle setole possiede delle micro palline concepite per effettuare un massaggio delicato alla lingua, pulendola e regalando un alito più fresco. La base, oltre ad essere solida e stabile, presenta un mini calendario, un sistema unico al mondo brevettato per impostare la durata predefinita delle setole e ricordarci quando è il momento di sostituirle.
L’azienda, che ha come obiettivo quello di creare un ecosistema dove igiene orale e design si fondono, ha proposto un dentifricio anticarie da 75 ml in confezione dotata di tecnologia airless, dove una pompetta spinge il contenuto verso l’esterno bloccando l’entrata di aria che tendenzialmente andrebbe a seccare il prodotto e riduce gli sprechi.
Da Guia, località nel cuore del Valdobbiadene DOGC, il marchio della famiglia Biasiotto specializzato in bollicine italiane d’alta gamma propone Marai de Marai Extra Dry.
Marai de Marai è un vino storico dell’Azienda, sempre piacevolmente attuale. Nato circa 25 anni fa da un’antica ricetta di famiglia, esattamente da mano del nonno Giò, prodotto da un sapiente “dosaggio” di uve autoctone delle colline trevigiane, racchiude in sé tutto l’attaccamento al territorio ed alle sue tradizioni, valorizzate da quella ricerca costante e dalla continua cura per il dettaglio che rendono così pregiate le etichette Foss Marai.
Marai de Marai rientra appunto in una categoria di spumanti di particolare pregio chiamato “club dei saggi“: bottiglie che raccontano una storia fatta di amore, passione e radici antiche.
Nella versione Extra Dry, fruttato, leggero, di facile bevuta, elegante e versatile, Marai de Marai servito alla giusta temperatura è perfetto per l’aperitivo ma adatto ad ogni momento della giornata. Gusto delicato, fresco e vivace, Marai de Marai è ancora più accattivante grazie al design unico e raffinato della bottiglia millerighe Foss Marai, un’etichetta nera su cui spiccano dettagli gold, simbolo di esclusività e ricercatezza.
Il colore è giallo paglierino luminoso, dal perlage fine e persistente, al naso esprime profumi fruttati e la chiusura è fresca e pulita. Ricordiamo che l’azienda vinicola è uno dei nostri fiori all’occhiello, è l’eccellenza italiana nella produzione di spumantistica, particolarità la fase di fermentazione, che avviene a temperatura controllata e con lieviti autoctoni e indigeni (ne abbiamo parlato in un articolo precedentequi) e una fase di presa di spuma della durata di 25-30 giorni secondo il metodo Martinotti (o Charmat).
Assistiamo in questo libro a due evoluzioni: quella della storia dell’uomo e quella del protagonista, Giulio Ferraro, ricercatore universitario con il sogno di diventare archeologo.
“Esoscheletro distopico” è un libro diagramma di flusso, inizia in una piccola aula universitaria e si espande in infinite informazioni che si immettono con collegamenti, a cui si aggiugono blocchi e ragionamenti. Qui il lettore curioso ha da divertirsi, perchè la storia del libro non è solo la storia di un giovane sognatore, ma la storia dell’umanità intera.
Giuseppe Foderaro, autore di “Esoscheletro distopico”, ha dato vita alla sua grande passione, quella per la scienza; attraverso i dialoghi dei protagonisti (che sappiamo come essere vestiti; conosciamo i loro feticismi, come la visione dello sciogliersi di trecce di una fanciulla; le loro abitudini, la lista della spesa sempre dimenticata alla calamita del frigo) assistiamo al quesito più antico del mondo: da dove veniamo? In un romanzo che porta in sé saggistica, avventura e giornalismo d’inchiesta, Giuseppe Foderaro ci regala una serie di informazioni che parlano di noi, dei nostri antenati, di paleontropologia.
“Siamo figli di una ibridazione tra Sapiens e ominidi usciti dalla loro terra africana; l’Asia è probabilmente la culla dell’umanità; siamo un popolo evoluto dal punto di vista biologico ed involuto culturalmente; la nostra laringe nei primi due anni di vita è posizionata in alto per permettere ai neonati di poppare senza strozzarsi, come succede per i mammiferi che possono mangiare e respirare allo stesso tempo” sono solo alcune delle ricerche scientifiche che l’autore riporta e che ci invogliano a cercare e cercare, Google alla mano, come dei veri e propri archeologi in tutta comodità sul divano di casa.
“Esoscheletro distopico” ci presenta la risposta all’antica domanda, si arricchisce di colorate similitudini, di descrizioni tecniche e cristalline, di personaggi su cui fare il tifo, come il protagonista, il giovane Giulio che ci accompagna, mano nella mano, in questo lungo viaggio all’indietro, lungo duecentomila anni.
Giuseppe dove hai fatto ricerca per la stesura del romanzo?
Ho consumato tutti i testi della Facoltà di Archeologia e culture del Mondo Antico dell’Alma Mater di Bologna, e altri testi della Sapienza di Roma, oltre che le riviste scientifiche come Nature e Science.
Quanto c’è di vero e quanto di inventato nel romanzo?
È tutto vero. Sull’esito delle ricerche finali ho mixato un’insieme di teorie, visto che la storia dell’evoluzione è ancora tutta in divenire. Ho finito di scrivere il romanzo alla fine del 2017 e consegnato il manoscritto a Mursia, la casa editrice, a maggio 2018, fino ad allora si pensava che i Sapiens si fossero sviluppati soltanto nel Corno d’Africa 150mila anni fa e avessero lasciato l’Africa per l’Eurasia 60mila anni fa. Soltanto dopo le nuove ricerche hanno stabilito che i Sapiens si siano sviluppati in Africa molto prima (315/320mila anni fa), e non solo nel Corno d’Africa (Africa orientale), bensì un po’ in tutto il continente e che abbiano lasciato l’Africa 200mila anni fa.
In particolare, i Sapiens da cui deriviamo noi, quelli più evoluti, hanno lasciato l’Africa 135mila anni fa, a seguito della Glaciazione Wurm (nel Pleistocene). Ma le teorie raccontate nel mio romanzo sono quelle in voga nel 2017.
Da dove arriva questa passione per la paleontropologia?
Deriva dalla domanda che un po’ tutti ci poniamo: come siamo arrivati fin qui? Ed è vero che ci siamo evoluti, visto lo scenario mondiale in cui ci troviamo calati, nostro malgrado? La mia risposta è che ci siamo evoluti più a livello biologico che culturale.
L’antropocentrismo, il narcisismo dell’uomo, è tale che gli esseri viventi vengono ancora classificati secondo una scala che vede l’uomo occupare le posizioni più elevate, ma è una forzatura. Noi ci sopravvalutiamo. L’uomo non è più evoluto di una carota o di un batterio; tutti gli organismi viventi sono la manifestazione di un processo evolutivo cominciato circa 4miliardi di anni fa, con la nascita della Terra.
Perché non ci siamo evoluti culturalmente?
Perché la nostra ambizione ci porta a modificare gli ecosistemi a discapito di tutto il resto. Non sappiamo vivere in simbiosi con la natura (cosa che invece facevano i Neanderthal).
Anziché La Sapienza, che ci fa chiamare Homo Sapiens, noi abbiamo un’altra peculiarità che è la narratività, ovvero la capacità di strutturare le storie. E questa cosa ci ha sempre salvati. Nel ‘67 un etnologo tedesco (Kurt Ranke) ha coniato il termine Homo Narrans, proprio perché è attraverso le storie che noi impariamo il mondo; se non trasmetti ad altri le tue conoscenze sei morto. E l’essere umano ovunque vada lascia un segno. Per tutto il resto, il nostro desiderio di incrementare la demografia e l’economia in maniera selvaggia e incontrollata sta distruggendo il mondo, i suoi ecosistemi, il clima, ecc.
Cosa c’è di te nei personaggi che hai descritto?
L’amore per la scienza. La scienza a volte può rivelarsi quasi poetica, quando ti fa ben sperare in un futuro migliore. Perché le risposte le troviamo lì, ed è nel sogno di volerle cercare quelle risposte che immagino un mondo diverso domani
Poetica come le storie delle Sacre Scritture?
Io sono credente, ma per un mio retaggio culturale/familiare. Per un imprinting più che per una convinzione. Credo che le sacre scritture siano più che altro i testi scientifici, quelli seri e comprovati. Dobbiamo continuare a meravigliarci e a viaggiare ed esplorare senza aspettare un deus ex machina che ci risolva i problemi.
Quindi il paragone che fai nel romanzo tra sacre scritture e scienza non è un tuo pensiero, lo affibbi al personaggio
Sì, io cerco sempre di astrarmi quanto possibile da ciò che scrivo, anche se poi ciò avviene solo in parte, per forza di cose. Ma i miei personaggi pensano e agiscono in maniera autonoma. Io nonostante tutto credo ancora nell’essenza del genere umano (e molto meno nei suoi comportamenti).
L’uomo tutt’oggi pensa poco e male. E questa è una rovina. Molti credono che i nostri cervelli si siano evoluti per aumentare il cosiddetto ragionamento astratto (pianificare le cose, organizzare concetti, produrre nuove informazioni). In realtà la natura ha fatto crescere i nostri cervelli non per pensare (e questo spiega l’arcano!), bensì per far fronte a maggiori capacità sociali, per farci vivere in gruppi sempre più grandi. E vivere in gruppi sempre più grandi è una vera impresa (competizioni e lotte necessitano di forti abilità sociali); quindi siamo più strateghi, al massimo, che pensatori. È tutta una questione di sopravvivenza, e di prevalenza in un gruppo sociale.
RI-SCATTI: PER LE STRADE MERCENARIE DEL SESSO – LA MOSTRA FOTOGRAFICA AL PAC DI MILANO
Se ne parla ma mai abbastanza e soprattutto ci sono ancora moltissime zone d’ombra perchè paura e delinquenza cercano di occultare: è la prostituzione di strada, rappresentata al Pac di Milano con la mostra “ RI-SCATTI”. All’Associazione Lule Onlus che opera da più di vent’anni in aiuto alle vittime della tratta di esseri umani a scopo sessuale, verrà devoluto il ricavato della vendita di foto, in esposizione fino al 25 ottobre 2020; “Ri-scatti: per le strade mercenarie del sesso”, vuole far luce su una realtà disperata e indicibile presente nell’area metropolitana di Milano, dove ragazze straniere sono schiave obbligate a vendere il proprio corpo per potersi guadagnare da vivere.
Sette tra queste donne, tre rumene, due nigeriane e due transgender peruviane, si sono prestate ad un workshop di fotografia notturno tenuto in un camper, per poter dar vita ad un racconto di immagini che è quotidianità, disperazione, orrore, solitudine e rassegnazione. Sono scene di vita quotidiana, la strada poco illuminata che è il luogo di lavoro, la piazzola che si paga 4000 euro, spese aggiunte al viaggio e al traghettatore (2000 euro + 400); oltre a quelle per vitto e alloggio (circa 1000 da dare allo sfruttatore), e 40 euro al giorno per il passaggio di andata e ritorno da casa alla piazzola, scortate come fossero assassini, controllate a vista da mane a sera. Un debito enorme da cui non ci si separa più, delle manette per la vita, infilate molto spesso dagli stessi fidanzati, uomini che le raggirano con false speranze, con la promessa di elevare il loro stile di vita e di risolvere i problemi economici che hanno al loro paese, luogo dove probabilmente hanno lasciato figli e famiglia.
Hanno dai 19 ai 50 anni, vivono nell’hinterland milanese con mezzi da robivecchi, i bagni colmi di prodotti di bellezza acquistati al discount, saponi e shampi per levar via la memoria di dosso; nelle stanze i peluche della loro infanzia, unico legame con un mondo genuino e pulito che non hanno più, forse quei pupazzi di pelo sono il vero simbolo di speranza che hanno, più della Sacra Bibbia che tengono dentro al comodino.
La cucina è un momento sacro, possono fare davvero quello che a loro piace e cioè cucinare le ricette della loro terra; dalle foto riconosciamo chi viene dall’Africa e chi dall’Est a seconda degli ingredienti che usano, chi carne e chi zenzero, chi aromi e chi spezie; ma in tutte rimane la rabbia verso l’uomo, questo essere ambiguo un po’ carne e un po’ bestia, e la loro rivalsa la vediamo rappresentata in una banana tagliata a pezzetti, chiaro simbolo di evirazione.
Anche i polli squartati e lasciati alla camera a “gambe aperte” raccontano il loro dolore, carne da macello pronta ad essere usata, picchiata, abusata e buttata via; sono donne lacerate e traumatizzate quelle che si raccontano, hanno il coraggio di andare avanti perchè dall’altra parte del mondo hanno lasciato un pezzo di cuore, i loro figli, è solo questo che le aiuta a sperare che un giorno ce la faranno e torneranno da loro ad amare la vita e riconciliarsi con loro stesse.
I numeri che escono da questo progetto sono impressionanti e vale la pena citarli: sono 9 milioni i clienti in Italia, 1 su 3 chiede prostitute di strada; l’80% di loro chiede di non usare il preservativo e il 43% tra questi ottiene risposta affermativa. Il 12% delle prostitute è sieropositiva; il costo medio di una prestazione sessuale per nigeriane è di 15/20 euro e di 30 euro per le donne dell’Est; i clienti italiani sono il 35%, preceduti dagli spagnoli 39%, seguiti da svizzeri 19%, austriaci 15%, olandesi 14%, svedesi 13%.
Il reclutamento di queste donne avviene nel loro paese, adescate da un medio lungo corteggiamento, lo sfruttatore si finge fidanzato intento ad aiutarle e preoccupato per il futuro di entrambe; iniziano così una serie di richieste che prevedono lo sfruttamento e la vendita del corpo dietro regole ferree e codici consuetudinari che portano la donna ad uno stato totale di sottomissione. Nell’organizzazione del racket ROM questi uomini reinvestono i proventi delle attività illecite nella droga e nel traffico di armi.
Inutile dire quanto sia importante far luce su questo argomento, ancora circondato da macchie scure; ricordiamo che lo sfruttamento della prostituzione è un reato disciplinato dalla legge n. 75 del 1958 e che il sistema italiano in aiuto alle vittime di tratta è considerato come un esempio da seguire a livello internazionale; ma i numeri non tendono a diminuire.
La mostra del PAC, curata dal conservatore Diego Sileo, ha un risvolto charity e ha messo un seme a sostegno delle vittime di strada, su un terreno che speriamo, un giorno, possa far nascere solo cose belle.
C.a.p.a.f. Tra i primi in Italia a creare borse in rafia e vimini quando ancora il design non li aveva eletti protagonisti con la sedia dei ’70, l’azienda C.a.p.a.f. utilizzava materiali naturali per creare delle elegantissime borsette fatte a mano già dal ’46. Oggi quei modelli sono diventati delle icone del marchio, che da allora ha implementato la sua collezione per forme e abbinamenti materici differenti. Midollino, rafia, vimini, cotone ritorto, juta, lana e pelle al servizio delle mani esperte di Giuliano Bonechi, che con sua moglie segue le orme del padre fondatore di C.a.p.a.f., già allora creatore di secchielli ultra moderni, cestini con manici rigidi e clutch dalle preziose chiusure a gioielli, un innovatore avanti con i tempi.
Fabio Rusconi Dalla città dei grandi artigiani, Firenze, arriva anche il brand Fabio Rusconi, il connubio equilibrato tra gusto, qualità e tendenza. Le scarpe di Fabio Rusconi fanno del suo punto forte l’eccellenza dei materiali, che conferiscono alla scarpa una calzata comoda e duratura nel tempo. Sono accessori per donne femminili e alternative, che sposano l’originalità al classicismo, la storia alla modernità. Must have della stagione Primavera Estate 2021 la stringata in pelle morbida con tacco basso e punta quadrata, un po’ collegiale un po’ Mary Poppins.
Maison Flaneur
Indossarla è come abbracciare la propria nonna, mentre è intenta a fare la maglia; Maison Flaneur ha il sapore della memoria, della tradizione e delle cose fatte bene, è l’azienda veneta diretta da Valeria Cremonese. Non c’è capo che non porti con se’ l’orgoglio dei processi di cento anni fa, quello dei filati su telai manuali e del metodo senza cuciture, chiamato oggi seamless. Quando il maglione è una seconda pelle.
Roberto Collina Se esiste il re delle fibre nobili, quello è Roberto Collina, brand che già nei ’50 si distinse per la specializzazione nella produzione di maglieria di qualità, oltre che per lo spiccato senso imprenditoriale. Made in Italy ma venduto in tutto il mondo, Roberto Collina regala capi unici in mohair, cashmere, angora, alpaca, cammello, lana merinos super lingh, seta, ice-cotton. Insomma ce n’è per tutti i gusti e tutte le tasche.
Gilberto Calzolari Gilberto Calzolari è sempre in prima linea quando si tratta di eco-sostenibilità, ecco perchè ogni collezione rispetta l’ambiente senza tralasciare la poeticità che la contraddistingue. Così la sua persona, così i suoi abiti, Gilberto Calzolari è idea e valore, è moda e green, è rispetto e anticonvenzionalità.
Made For A Woman Moltissimi paesi nel mondo vivono ancora situazioni di grave disagio economico, sociale e politico; tra questi purtroppo c’è anche il Madagascar, dove però non mancano le donne combattive che da lì hanno preso sangue e cuore, e che hanno voglia di lottare e aiutare e far sapere al mondo di quanto bisogno c’è nel far luce a questo disagio. Made For A Woman di Eileen Akbaraly è il brand portavoce di un piccolo gruppo di donne che vivono un presente vulnerabile, ma che con l’aiuto di chi utilizza la moda può sperare in un futuro migliore. Sono lavoratrici che producono a mano delle bellissime borse in rafia (e cappelli) con pigmenti naturali, sono donne che attraverso il lavoro sentono di essere utili acquistando autostima e quel sorriso che cambia la giornata. La fondatrice del brand è attiva nel paese con programmi educativi e di empowerment. E’ davvero il caso di dire che le donne hanno una marcia in più.
Siamo in una California impacchettata degli anni ’40, con i divanetti dei bar color verde menta, le donne dalle acconciature morbide e ondulate che le fanno sembrare delle docili mogliettine, gli abiti casti con i fiorellini e gli eleganti cappelli bon ton. Persino l’ospedale psichiatrico dove si svolge tutta la storia ha qualcosa di perfidamente perfetto, troppo per essere una gabbia di matti: nessuno strilla o corre per i corridoi, le siringhe non vengono lanciate a fiondate come si vede negli altri film del genere, le infermiere sorridono e dispensano favori…di ogni genere. Ratched, la serie di Netflix in onda dal 18 settembre cattura subito l’attenzione per questa sua ambiguità, che si sposa perfettamente alla protagonista Mildred Ratched, l’infermiera che si ispira allo stesso personaggio di Qualcuno volò sul nido del cuculo.
Tanto dolci sono i suoi occhi, sempre bagnati e velati da una misteriosa nota nostalgica, mesta tristezza, che si fatica a crederla parte dei cattivi, eppure l’infermiera dimostrerà, puntata per puntata (sono otto totali) di essere protetta da una barriera molto alta che la separa da ogni sentimentalismo o compassione, da ogni essere umano fuorché uno, suo fratello Edmund Tolleson, internato nella clinica perchè colpevole di una strage omicida di quattro preti.
Sarà Mildred a pianificare la salvezza del fratellino, stretta nei suoi abiti pastello sartoriali, nei guanti ton sur ton e in quei fili di perle che ci si chiede come un’infermiera possa cambiarsi d’abito così spesso come fosse un’illusionista. Poco credibile ma la costumista meriterebbe un Oscar!
I colori della fotografia sono accessi e talvolta fluorescenti, si accendono come la pazzia nella mente dei malati, talvolta fastidiosi come un neon accecante, come quello che illumina le esecuzioni macabre del dottor Hanover, il direttore della Clinica di Salute Mentale di Lucia. Sono pratiche sperimentali contro la follia, sono la lobotomia transorbitale e l’idroterapia, che consiste nel trasferimento del corpo del paziente da una vasca piena d’acqua a 48° a un’altra ghiacciata, un’ustione dentro un’altra ustione, metodi che in alcuni casi affascinano la sadica infermiera e in taluni la ripugnano, lasciandoci così il dubbio sulla sua vera personalità.
Agghindata come una moderna Crudelia De Mon, la ricchissima ereditiera Lenore Osgood interpretata da Sharon Stone è una donna in cerca di vendetta, la pelle bianca come il suo caschetto, una scimmietta come sua più alleata compagna e un figlio privo degli arti che è legato da un filo rosso al dottore sperimentatore. Personaggio estremamente affascinante, peccato gli si abbia dato poco sfogo e nessun approfondimento psicologico.
Difficile invece strapparsi di dosso i panni di Miranda in “Sex and the city“, Cynthia Nixon con la sua Gwendolyn Briggs inscena l’assistente del candidato Governatore della California, una donna emancipata e avanti con i tempi, lesbica e senza paura di nasconderlo corteggerà la silenziosa Mildred. Noi ce la immaginiamo ancora avvocato e con bimbi ai tempi della poppata, impacciata nella sua ex storia con l’occhialuto piccoletto, qui invece è decisamente più intraprendente.
La fine della prima serie è palesemente l’inizio di una seconda; e allora vi lascio allo stridio dei violini alla sigla iniziale, godetevi il rumore.