I migliori trends della Milano Fashion Week di settembre 2021- pe 22

Manifesto Milano Fashion Week 2021 -pe 22 CNMI

Milano si sono accesi nuovamente i riflettori sulle passerelle: dal 21 al 27 settembre hanno preso parte alla manifestazione oltre 60 sfilate presenti nel calendario ufficiale, di cui 42 in presenza; e 75 presentazioni, di cui 56 in formato fisico. Questa edizione della fashion week è stata dedicata alle collezioni femminili Primavera/Estate 2022, vedremo adesso alcuni dei brand che più hanno colpito l’attenzione del pubblico. 

Partiamo dalle creazioni firmate Alberta Ferretti, femminili e romantiche ma sempre al passo con i tempi.

Fendi ha presentato dei look più sportivi, come il pantalone largo e morbido o il bra messo in mostra; allo stesso tempo ha interpretato gli anni ’70 con un’ottica vivace e ironica, presentando anche le fantasie d’archivio di Antonio López, seguendo la silhouette bold, su stivali alti cuissardes e tessuti leggerissimi.

Etro ha portato sulla scena dei capi molto colorati che trasmettevano entusiasmo ed energia; inoltre hanno colpito le stampe, le linee e i riferimenti floreali che permettono di dar vita a pezzi interscambiabili e ricomponibili a piacere: ad esempio abiti che hanno il top come un piccolo foulard a rombo, o ancora gonne corte in maglia di metallo portate sotto giacche maschili e completi maschili giacca e pantaloni in raso lucido dorato. 

Max Mara ha pensato ad una donna libera e consapevole per la sua nuova collezione: tra i capi, i classici dell’abbigliamento da lavoro rivisitati con la sofisticatezza del prêt-à-porter, i classici dello sportswear, come la canotta da basket e i sandali con suola spessa in crêpe. 

Uno dei brand che più ha colpito la scena è stato senza dubbio Hugo Boss. La sfilata del noto designer si è tenuta al Kennedy sport center, noto campo da baseball di Milano, con l’apertura straordinaria della sfilata che sembrava proprio quella di un vero e proprio match. La collezione che ha portato in scena la casa di moda tedesca era frutto della collaborazione con la company americana di activewear, con uno stampo chiaramente vintage, composta da felpe stile college, tute, berretti, zaini e marsupio in tessuto tecnico. 

«Il nuovo Missoni inizia da Missoni»: dice il nuovo direttore creativo Alberto Caliri al suo debutto. Con questa collezione di debutto, Caliri ha recuperato il rapporto con il corpo e la maglieria dei tempi iniziali, compresa l’idea di scoprire in maniera sensuale il corpo femminile. 

Il lavoro che Miuccia Prada e Raf Simons hanno fatto da co-direttori creativi di Prada è ben diverso: la collezione analizza il significato dei capi (tipicamente femminili) nel contesto attuale tramite idee e riferimenti al passato e si interroga sul significato di seduzione. Hanno voluto proporre degli abiti che siano rilevanti per il ventunesimo secolo e per le donne di oggi.  La coda e lo strascico diventano un largo nastro che scende da un fiocco piatto sul retro di una minigonna, le coppe del reggiseno disegnano il davanti di un maglione, i soprabiti e i giacconi sono quelli maschili e in pelle nera, gli shorts hanno la forma della culotte. 

Protagonista di questa Fashion Week è Donatella Versace. La sua passerella è stata popolata da modelle d’eccezione come la figlia di Madonna Lourdes LeonEmily RatajkowskiNaomi CampbellIrina ShaykGigi Hadid e Dua Lipa sotto un tetto di foulard a stampa. Il fazzoletto è stato indossato a mo’ di minigonna, pannello sui tubini, top bralette o pantalone scivolato.

Lorenzo Serafini di Philosophy per la sua collezione si è lasciato ispirare dagli anni ’90: in scena allo spazio Krizia di Milano sono risaltati abiti adornati da micro fiori all oversfumature optical e volant. Uno slip dress rosso lacca, indossato con sandali dal maxi plateau in pelle lucida. Il suo scopo? Esprimere l’idea di donna emancipata e consapevole di esserlo.

Quest’anno Giorgio Armani ha scelto una location più intima e raccolta per presentare la sua collezione. La passerella sembrava un fondale marino, le modelle sorridenti, i grandi successi dell’estate italiana, e infine gli abiti che sintetizzavano i codici della Maison. Le giacche Armani femminili indossate con i pantaloni fluidi che si restringono verso il basso; i top scivolati e adornati di micro volant, gli abiti midi impalpabili, piccoli top, tuniche.

La sintesi perfetta tra Occidente e Oriente è stata realizzata HUI, brand nato dalla mente creativa di Hui Zhou Zhao, che per la prima volta entra nel calendario ufficiale della Camera della Moda. La maison ha sfilato con la collezione SS 2022 all’interno del Museo della Scienza e della Tecnica, nella Sala delle Cavallerizze. Ricami in filo 3D e stampe vibranti, micro e macro, svelano inedite sfumature. Le trasparenze viaggiano tra la fluidità dello chiffon ed i volumi dell’organza liquida. Eterei crochet e fil coupé̀ definiscono nuovi volumi. Kimoni iper ricamati e blazer oversize si fondono a cargo balloon. La leggerezza viene posta in relazione a tessuti più sostenuti come il cady.

Una collezione dai marcati accenti streetwear è quella di Alexandra Moura: immagina look che spaziano da morbidi abiti da giorno a completi giacca e gonna felpati, resi femminili da studiati oblò sulle scollature. Tra tonalità dominanti come il nero e il marrone spiccano i blu e i rosa accesi. 

PH CREDIT: IMAXTREE
PH CREDIT: IMAXTREE
PH CREDIT: IMAXTREE

Grazie alla Milano Fashion Week 2021 abbiamo avuto un’anteprima esclusiva di quelli che saranno i protagonisti della prossima primavera/estate 2022: sto parlando dei nostri indispensabili accessori!

La collezione Primavera/Estate 2022 di Bally Art of Utility reinterpreta lo sportswear sartoriale all’insegna della libertà di movimento e della praticità per un futuro post-pandemico, dove i capi danno vita a look formali e informali allo stesso tempo con praticità e funzionalità: un minor numero di pezzi di maggiore qualità, da indossare in modi intuitivi e naturali creando una connessione intima e potente tra l’indumento e chi lo sfoggia.

Ispirandosi all’abbigliamento da lavoro – da grembiuli usati dagli artisti a giacche funzionali – la stagione P/E 2022 trasforma l’ordinario in straordinario, rendendo omaggio alla preziosità del fatto a mano. Per donna i clog a doppie borchie Elena con nuove suole robuste in legno portano grinta ed eleganza nella P/E 2022. Le borse B-Chain si declinano in una serie di nuove varianti, spaziando da pelle bombé, effetto paglia e intrecciato a chiusure smaltate tono su tono con cinghie in pelle intrecciata, borchie dorate o effetto a specchio argento. 

Per uomo la nuova capsule di scarpe eleganti Scribe esplora una nuova tendenza dello stile. Tra le proposte unisex spiccano le scarpe da running Outline, le scarpe multifunzione Tread con punti sopraggitto e i mocassini Cologny con l’Hardware 1851. A riprova della storica maestria di Bally nella lavorazione della pelle, la nuova interpretazione di Scribe applicata alle borse da uomo mostra un dettaglio squadrato dalle linee minimaliste, presente in una gamma di modelli che include zaini, valigette, portadocumenti e borse a tracolla in pelle di vitello. 

Un altro brand interessante è sicuramente Momonì.

Tutto è delicato, sussurrato, lieve; i contrasti sono in evidenza e si risolvono con eleganza: la palette cromatica è sofisticata, come scaldata dalla luce di un crepuscolo pronto a regalare nuove emozioni. A partire da quello che si indossa. Se la lingerie a vista disegna una sensualità innocente grazie ai pattern delicati da cui prende vita, i tessuti più soft – il cupro, la seta, il lyocell – rileggono la classicità di completi a due pezzi e di fluidi spolverini ammorbidendola. 

Un equilibrio armonioso fra elementi contrastanti su cui gioca anche l’outfit dalle silhouette più androgine: la linea scultorea del completo di gabardine verde, impreziosito da dettagli in filo brillante, è ingentilita dalla maglieria a côté in delicate costine di lino, così come la camicia a taglio bowling convive perfettamente con i pantaloni dalla linea leggermente svasata con pinces. 

Il gusto chic surrealista della Maison Schiaparelli- Collezione Primavera/Estate 2022

Con il suo stile stravagante Elsa Schiaparelli è stata la protagonista degli anni Trenta, oltre all’indimenticabile Coco Chanel. Elsa lasciò al mondo della moda creazioni molto originali con elaborati giochi visivi che costruivano immagini illusorie sul corpo. Da ormai due anni la direzione artistica della Maison è affidata alle mani del designer texano Daniel Roseberry

Per la nuova collezione Primavera Estate 2022 Daniel afferma di aver pensato, come sempre, alla donna dietro questa Maison: Elsa Schiaparelli, che ha dato a questa casa non solo il nome, ma anche l’identità. Quindi si chiede: “Chi era Schiaparelli quando era a casa, oppure in vacanza? Chi era quando scendeva dal palcoscenico, quando era sola, lontana dalla sua scintillante vita parigina?”

Questa collezione offre un suggerimento. 

Da un lato, c’è Elsa in città. L’esagerazione e il movimento delle parti del corpo incontrano le torsioni del classico linguaggio del prêt-à-porter francese anni ’70. Le chiusure a morsetto sono re-immaginate secondo l’estetica hard chic Schiaparelli, il classico insieme di giacca e minigonna è in jeans bianco, rifinito in vernice croccante; una stampa floreale è il remix di un completo con pantalone largo in paillettes.

D’altra parte, c’è Elsa in vacanza. Non sono abiti da vacanza per una destinazione fisica, ma anche per uno stato mentale. Sono pezzi per una fuga letterale, volendo per una fuga dalla realtà. È un guardaroba per un paesaggio alla David Lynch, dove l’immaginazione può vagare senza confini. Compaiono tutine di maglia a strisce multicolori in cotone lavorato a mano, un fluido abito di seta nera che sembra drappeggiato su chi lo indossa, c’è l’ampio caftano in viscosa di seta con le sue strisce rosse e bianche che strizzano l’occhio ai più iconici ombrelloni della costa mediterranea, la cintura è imponente, come è accattivante la fantasia dei costumi da bagno. 

E per ogni look non possono mancare gli accessori: orecchini e collane oversize in finiture spazzolate-opache; borse a tracolla in pelle di serpente con le strisce dell’ombrellone, inedita variazione della classica Secret Bag, l’iconica borsa Schiaparelli con il lucchetto. 

Quindi Elsa diventa la sintesi perfetta della città e del mare, l’esempio di donna raffinata ma a tratti selvaggia, conservatrice ma disinibita. Dualità che hanno reso Elsa il mito che era e che oggi rendono ogni donna che indossa Schiaparelli ciò che è: irriducibile, e per questo inimitabile. Una donna che rimane tale, anche quando nessuno la guarda.

Ph Credits: ES PR Public Relation & Communication Emanuela Schmeidler Agency

Tutto quello che vi siete persi sulle sfilate di New York e London Fashion Week 2021 – PE 2022

Torna, dopo due edizioni quasi totalmente in versione digital, l’appuntamento con le sfilate più chiacchierate dell’anno: sto parlando della New York Fashion Week e della London Fashion Week 2021.

Dopo una lunga pausa dovuta al Covid-19, riprendono le sfilate in presenza, dando così al pubblico la possibilità di godersi in prima fila i diversi spettacoli in programma. Il calendario della manifestazione prevede l’adesione di (quasi) tutti i big brand statunitensi e internazionali, per la New York Fashion Week si contano 91 show

Dopo la stagione Autunno Inverno, già presentata, questa NYFW porta in passerella gli stili della prossima Primavera Estate. Per la capitale americana, la settimana che va dal 7 al 12 settembre si apre con Collina Strada, brand sostenibile della designer Hillary Taymour. 

È sicuramente un brand molto singolare e intraprendente, i due co-direttori creativi Hillary e Charlie dimostrano di lavorare sempre con entusiasmo e creatività, infatti basta guardare i moodboard di questa stagione. Il loro è un vero progetto di famiglia: come confidano in un’intervista su i-D, molte delle persone che hanno scelto in questa stagione sono in realtà membri della stessa famiglia. 

La collezione esprime più sicurezza e ha una visione molto più chiara di chi è la ragazza Collina Strada, a cosa aspira e cosa indossa. Da quel che vediamo le silhouette della collezione, abiti con volant e pantaloni cargo XXL, sono state pensate per essere abbinate fra loro: evocano lo stile delle ragazze skater degli anni ’00 e delle controparti contemporanee.

Merita di essere menzionato anche LaQuan Smith che ha sfruttato l’Empire State Building come sede per la passerella. Il designer nato nel Queens ha fuso design contemporanei con 102 piani di architettura Art Deco, promuovendo una nuova discussione sullo stile e il suo rapporto con il tempo. Essendo originario di New York, il designer include all’interno della collezione elementi della moda degli anni ’90 e dei primi anni 2000 che hanno caratterizzato la scena musicale hip-hop.

Un altro brand che non rinuncia al colore e alle fantasie è certamente Prabal Gurung. Una sfilata che festeggia il decimo anniversario del brand e i primi 20 anni dal trasferimento del designer negli Stati Uniti. Come dichiara il designer: “il creativo è, a tutti gli effetti, un immigrato”. Infatti si auto definisce un immigrato alla ricerca dell’American dream.  

Chi invece dà un taglio diverso alle forme degli abiti è Proenza Schouler, marchio che guarda al futuro della moda americana. La collezione, realizzata dal duo creativo Jack McCollough e Lazaro Hernandez, è caratterizzata da una serie di capi sartoriali composti da più strati. I livelli coprono o scoprono il corpo della donna esaltandone la femminilità. La capsule è composta da diversi capi che vanno dalla sahariana con la spalla destrutturata, all’originale parka.

Il Cfda dà il benvenuto a due label internazionali come Dundas e Moschino. Per la prima volta il brand del gruppo Aeffe diretto da Jeremy Scott è presente all’interno del calendario newyorkese. 

Chiude la settimana della moda nella Grande Mela il brand del presidente del CFDA, Tom Ford. L’idea della collezione nasce a Los Angeles, città dove lo stilista risiede da qualche tempo. Il designer confida di aver guardato alle persone come vera fonte di ispirazione, infatti il suo slogan su Instagram diventa “Dress to impress”. Ogni look è un collage di pezzi da abbinare al jeans o alla maglietta da giorno. Sfilano anche modelli, in look silver, gold o black. 

Anche a Londra la settimana della moda si svolge in presenza dal 17 al 21 settembre, seppur con un numero limitato di fashion show. La maggior parte dei brand che sfilano dal vivo presenta anche le collezioni con eventi digital collaterali sulla piattaforma aperta al pubblico o in livestream.

Una delle prime a sfilare sulle passerelle è Nensi Dojaka, vincitrice dell’LVMH Prize 2021. Quello che ci mostra Nensi è un total look che accoglie i desideri repressi delle giovani donne in cerca di un outfit diverso da quello indossato a casa. Presenta una collezione con abiti sormontati da reggiseni simili a petali tenuti sù con minuscole spalline rouleau per rivelare schiene profonde; pantaloni affusolati a vita alta super aderenti e top in georgette ritorto e drappeggiato. Giacche sartoriali, alcune delle quali con maniche separate, erano allacciate con sottili nastri neri.

Un altro designer pronto a sconvolgere la scena è Richard Malone. I suoi abiti, realizzati in parte utilizzando frammenti di materiali, tra cui scarti di pelle forniti da Mulberry, sono stati presentati tra i cartoni di Raffaello al Victoria & Albert Museum di Londra. Chi e cosa vengono rappresentati nell’arte e nella moda preoccupano molto Malone, che si è interessato sempre più al patrimonio artigianale irlandese (essendone originario) e al suo rapporto con il luogo e la lingua durante il lockdown.

Grande rivelazione è stato lo spettacolo di Supriya Lele: crea uno spazio che offusca le distinzioni tra i capi. Un top è sia un body sia un costume da bagno. Intimo, capispalla: che cosa conta più? Lele vuole che le sue donne siano in grado di stratificare le cose a modo loro. A Londra, la nuova tendenza per i metodi semitrasparenti con spalline e cutaway per disporre il tessuto sui corpi è notevolmente diretta dalle giovani donne per le giovani donne.

Anche il designer georgiano David Koma evoca per la primavera look abbaglianti da aggiungere ai loro guardaroba. Altrettanto notevole è stata la sede per il suo spettacolo: il London Aquatics Centre progettato dal grande architetto Zaha Hadid. L’atmosfera è sportiva e lussuosa. “È l’unione del costume da bagno con il glamour della vecchia Hollywood”, come afferma Koma.

Tanti i big inglesi assenti dal calendario ufficiale, Victoria Beckham e Burberry. La prima per la stagione Autunno Inverno 2021/2022 ha optato per un lookbook digitale, mentre la Maison britannica ha sfilato fuori calendario online lo scorso aprile con la collezione donna Femininity. 

LEVANTE: E QUESTO CUORE NON MENTE

Levante e Amelia Cartia all’evento A Tutto Volume (Ragusa Ibla)- foto di Alba Mariachiara

Ragusa Ibla – Domenica 13 giugno, ore 20,00. La cantautrice e scrittrice italiana Levante, nome d’arte di Claudia Lagona, partecipa alla manifestazione letteraria A Tutto Volume, evento che ormai da dodici anni ospita scrittori e artisti noti nel panorama culturale e letterario italiano al fine di presentare i loro lavori più recenti e farsi conoscere dai lettori più da vicino.

Piazza Duomo (Ragusa Ibla)- foto presa dall’evento A Tutto Volume

A fare da palcoscenico all’evento sono il Duomo di San Giorgio e un cielo rosato. Levante è molto emozionata e sul suo account Instagram scrive: “Metto piede in Sicilia e, qualsiasi punto sia di questa grande isola, penso “sono a casa”.

Indossa un abito bianco con orlo di ricami in pizzo sangallo, mocassini di pelle nera con fibbia dorata, i capelli legati con uno chignon alto e un make-up semplice ma elegante che mette in evidenza i suoi bei tratti siculi.

Levante- foto di Alba Mariachiara

Levante- foto di Alba Mariachiara

Levante, intervistata dalla giornalista Amelia Cartia, si lascia andare a un dialogo aperto e confidenziale con il suo pubblico. Spiega da dove nasce il suo nome d’arte: Levante è il soprannome che le deriva da un episodio accaduto nell’estate del ’98 a Palagonia, quando una sua amica la chiama scherzosamente in questo modo, prendendo spunto dal film Il Ciclone di  Pieraccioni. Curiosamente questo soprannome ha il significato esattamente contrario a quello del suo vero nome: Levante è colei che si eleva, Claudia è colei che zoppica.

Così sceglie di adottarlo per la carriera da cantante fino a non lasciarlo più. Levante sostiene di essere sempre se stessa e di non scindersi dal personaggio. Le persone infatti l’apprezzano per la sua semplicità e trasparenza. 

https://rizzoli.rizzolilibri.it/libri/e-questo-cuore-non-mente/

Proseguendo il suo dialogo con la giornalista e il pubblico, passa poi a parlare del suo ultimo romanzo E questo cuore non mente, edito da Rizzoli. Levante, raccontando della protagonista e delle sue fasi di crescita, sottolinea l’importanza terapeutica della psicoanalisi e di quanto oggi si sottovaluti ancora la forza della mente che influisce nella nostra vita. Parlando della sua esperienza personale afferma che se ne avesse avuto la possibilità avrebbe sicuramente intrapreso la strada terapeutica per superare più facilmente le fasi difficili e tristi della sua vita e per sciogliere nodi troppo complessi per un’adolescente. 

All’interno del romanzo Levante fa raccontare alla protagonista Anita diversi eventi, (tra cui la tragica perdita del padre unico punto in comune con la sua vita) e tocca anche temi importanti quali il femminismo e l’uguaglianza di genere e parità dei sessi. Anita è una redattrice in una rivista di moda: bella, giovane, elegante e colta, ma anche tremendamente complicata. Sbaglia spesso, soprattutto quando si tratta di uomini. Dovrà imparare a prendersi cura di sé senza smettere di innamorarsi e di sbagliare scavandosi dentro e facendo i conti con un passato ancora dolorosissimo.

Levante e Amelia Cartia, A Tutto Volume (Ragusa Ibla)- foto di Alba Mariachiara

La conversazione tocca anche alcuni tasti importanti per la scrittrice: racconta la sua esperienza in famiglia, condivisa con tante donne, affermando una forte presenza del matriarcato ma con gran rispetto reciproco: “La bellezza di ritrovarsi in un abbraccio familiare non mi ha fatta mai sentire insicura”.

Nonostante vive ormai da molti anni fuori dalla Sicilia, sente ancora l’attaccamento alla sua terra d’origine facendo fatica a portarsi dietro “lo stretto necessario”. Levante eleva il ruolo della scrittura: ogni parola è una colatura d’oro perché mette insieme i cocci rotti e le ferite dell’anima. La scrittura l’ha aiutata spesso a canalizzare il dolore e analizzarlo, ecco perché la considera salvifica, sebbene dopo aggiunga che la prima vera arma salvifica è stata per lei la musica, valvola di sfogo potente e viscerale. Ha musicato in questo modo i suoi diari, soltanto in età adulta ha scoperto il dono del dilungarsi.

https://www.ibs.it/se-non-ti-vedo-non-libro-levante/e/9788817098526
https://www.ibs.it/questa-ultima-volta-che-ti-libro-levante/e/9788817108300

E questo cuore non mente è il terzo romanzo di Levante, preceduto da Questa è l’ultima volta che ti dimentico (2018)Se non ti vedo non esisti (2017). Ciascun romanzo ha la propria canzone di riferimento, E questo cuore non mente ha come tappeto sonoro Dall’alba al tramonto. In questo ultimo brano che accompagna l’uscita del romanzo, la protagonista ha davanti i tramonti che vuole veder finire. 

“Siamo tutti un tramonto da guardare fino in fondo”. 

Foto tratta dal video Dall’alba al tramonto, Levante

Foto tratta dal video Dall’alba al tramonto, Levante

Levante aggiunge in un suo post: “Questo brano rappresenta tante cose speciali per me, prima fra tutte il coraggio di guardare il giorno che si spegne, vivere la paura della notte sapendo che ritornerà il giorno. Che in ogni fine c’è un inizio, con o senza di noi. Tutto va avanti, andrà avanti, andrà bene. Andrà.”

Con queste sue parole non possiamo far altro che augurarle altri nuovi inizi e un futuro ricco di successi come quelli che ha riscosso fino ad oggi. 

LO SPAZIO TUTTO ROSA DELL’ESTETISTA CINICA: VERA LAB

Ultimamente non si parla d’altro: Vera Lab è il negozio online del momento che vende prodotti di beauty care dell’Estetista Cinica, alias Cristina Fogazzi. Con quasi tre milioni di prodotti venduti all’anno e un fatturato di oltre 50 milioni di euro(sell out con iva oltre 61.000 euro), VeraLab è considerata una delle imprese di maggior successo del settore cosmetico, la cui crescita esponenziale si basa su un modello di business omni-channel che integra perfettamente on-line e off-line.

Prima di parlare dei prodotti di Vera Lab, è giusto presentare l’ideatrice di questa linea, Cristina. “Sono Cristina. Studi classici, ex bambina grassa, aspirante super eroina, i costumini stretti mi stavano male. Sfido la cellulite col camice che non mi tira sui fianchi e coi capelli perfettamente piastrati”.  Questa è la breve bio che si trova all’interno del suo blog, dove già emerge la sua sottile ironia. 

Classe 1974, originaria di Sarezzo, Cristina Fogazzi, dopo gli studi classici, due anni di lettere e un lavoro in un centro estetico, ha avuto la brillante idea di aprire a Milano il suo salone pink (con annesso ambulatorio medico) dove sono confluiti il suo talento e il suo estro, diventando oggi polo attrattivo per chi vuole prendersi cura del proprio corpo, ma con consapevolezza. Il motto, nella particolare declinazione che ha dato alla professione, è: “Fate pace con il vostro corpo”. 

L’idea di diventare ‘L’Estetista Cinica’, suo alter ego, è nata un po’ per gioco, come lei stessa ha rivelato al Giornale di Brescia. Il personaggio dell’Estetista Cinica risale al  2013 quando la Fogazzi si era rivolta a  a Veronica Benini, esperta di comunicazione su Internet, per rendere più divertenti le stanze di BellaVera con delle vignette appese alle pareti, in alternativa alle riproduzioni di quadri di Fernando Botero che si vedono in molti centri estetici.  La Benini infatti disegnò l’Estetista Cinica come una caricatura stilizzata della Fogazzi e le consigliò di aprire una pagina Facebook per il personaggio.

Per circa sei mesi ci furono solo vignette, senza messaggi promozionali per BellaVera; più tardi nel 2015, l’anno in cui la Fogazzi cominciò a vendere alcuni prodotti per la pelle a marchio VeraLab,  seguirono i video su YouTube, poi un blog e una newsletter. Diversamente da quanto faceva con le vignette, con questi altri strumenti comunicativi la Fogazzi cominciò a spiegare meglio il suo lavoro, smontando false credenze su cellulite, peli, rughe e pelle grassa, e le promesse impossibili da mantenere di alcuni prodotti e trattamenti estetici.

Nel maggio del 2016 uscì Guida cinica alla cellulite che la Fogazzi scrisse insieme al chirurgo estetico Enrico Motta. Lo stesso anno successero altre due cose che fecero aumentare parecchio la notorietà dell’Estetista Cinica: Fogazzi cominciò a partecipare al programma di Rai 2 Detto Fatto, in cui spiegava aspetti del suo lavoro e a pubblicare contenuti all’interno delle storie su Instagram.

 Cristina Fogazzi ci tiene però a sottolineare che l’idea dei prodotti è totalmente sua ma per costruire un prodotto cosmetico, una volta deciso il tipo di effetto che si vuole ottenere, servono le materie prime, un metodo di applicazione e una formulazione. Quindi si è affidata alla Biogei, un’azienda della provincia di Brescia che realizza prodotti cosmetici per un suo marchio e per altre società. Inizialmente i prodotti VeraLab erano stati fatti per le clienti del centro BellaVera ma in un secondo momento Fogazzi decise di venderli anche online, dato che ormai aveva una certa fama grazie ai social network e al suo blog. 

Di seguito ne sono menzionati alcuni: 

SPUMONE
Detergente viso schiumogeno delicato e nutriente

https://www.veralab.it/it/prodotti/51/spumone/

Anche nella versione per LUI:

https://www.veralab.it/it/prodotti/200/spuman/

OLIO DENSO 

Olio in gel viso e corpo: idrata, nutre e deterge

https://www.veralab.it/it/prodotti/16/olio-denso/

LUCE LIQUIDA 

Lozione illuminante leggermente esfoliante

https://www.veralab.it/it/prodotti/15/luce-liquida/

SLIM_ME BENDE 

Bendaggio salino drenante con garze monouso (4 trattamenti)

https://www.veralab.it/it/prodotti/129/slim-me-bende/

Da poco è disponibile anche il KIT SOLARI 2021 

Kit con Parasole 30 + Parasole 50 + Doposole + Summer bag 2021 in omaggio!

https://www.veralab.it/it/prodotti/579/kit-solari-2021-veralab/

I prodotti sono disponibili  in alcuni punti vendita  di Rinascente e nei due store Vera Lab a Milano in Via Guido D’Arezzo, 9 e a Roma in Via Tomacelli, 105

I 6 MODELLI DI SCARPE PIU’ TRENDY DELLA PRIMAVERA – ESTATE 2021

Come dimenticarsi di Carrie Bradshaw, protagonista di Sex and the City e del suo amore smisurato per le scarpe? “Mi state dicendo che ho speso 40.000 dollari in scarpe e non ho un posto dove vivere? Sarò ridotta letteralmente ad abitare nelle mie scarpe…”, dice con ironia (e disperazione!) in una delle puntate della celebre serie. In quanti, come Carrie, ci siamo innamorati a primo vista di un bel paio di scarpe? Del resto, si sa, sono un accessorio fondamentale per una donna!

Tra i vari modelli, ce ne sono alcuni che hanno attraversato indenni il corso degli anni, raggiungendo i nostri giorni più forti che mai. Stileo.it ha analizzato le ultime tendenze della moda femminile, identificando 6 modelli iconici di scarpe di cui non si potrà fare a meno per l’outfit della Primavera-Estate 2021: dalla décolleté più esclusiva allo stivale che non passa mai di moda. Scopriamo insieme cosa le ha rese immortali e lasciamoci ispirare da alcune delle loro versioni più classiche.

La prima della serie la intitoliamo Nel segno delle stud: una linea dal gusto eterno come la città a cui rende omaggio. Stiamo parlando delle Rockstud di Valentino Garavani. Questo modello è caratterizzato dalle celebri borchie quadrate e cuciformi, che ricordano le origini romane della maison. Nella versione Roman Stud proposta nel 2021 l’ornamento si fa più grande, rinvigorendo l’anima punk rock della linea. Ed è un tripudio di note in contrasto, che si combinano per esaltare una femminilità decisa e audace.

Il lancio della linea Rockstud avviene nel 2010, sotto la supervisione di Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli, allora insieme alla direzione creativa di Valentino. Nate sulla base delle storiche tango shoes, le Rockstud sono ancora oggi un simbolo della casa di moda romana. Particolarmente amate da star del cinema e fashion icon, come Reese Witherspoon a Jennifer Lopez.

Passiamo ora alla rivelazione dell’anno 2015: le slipper Princetown di Gucci, un modello decisamente fuori dagli schemi. Dietro al modello del classico mocassino Gucci si nasconde lo spirito creativo di Alessandro Michele.  Lo stilista, a capo della casa di moda fiorentina dallo stesso anno, trasferisce in questo modello la sua visione del mondo colorata, opulenta e persino un po’ kitsch.

Immancabile il Morsetto simbolo di casa Gucci dal 1953, quando Aldo Gucci, figlio del fondatore Guccio Gucci, decise di irrompere nel mercato della calzatura. Per la creazione del mocassino, Aldo si ispirò all’equitazione, applicando alla scarpa il tipico motivo a doppio anello con barra. Da quel momento i mocassini di Gucci hanno conquistato sia la gente comune che le celebrità: indimenticabile la giovanissima Jodie Foster in skateboard nel 1977. Le slipper Princetown sono disponibili oggi in tanti stili diversi, dal semplice nero alle fantasie più eccentriche. Modelli che manifestano una storia importante ma in continua evoluzione.

Al terzo posto, non per importanza, ritroviamo un modello di scarpe che hanno compiuto quasi un secolo di vita, mantenendo intatta la loro natura discreta e raffinata: sono le espadrilles Castañer, un vero e proprio must have per chi ama la moda sofisticata e senza tempo. 

Il marchio spagnolo, oggi presente in tutto il mondo, inizia il suo percorso nel 1927 lungo le strade di Bañolas, Girona. Qui Luis Castañer e suo cugino Tomas Serra realizzano il primo laboratorio del marchio, dando il via al successo della scarpa dall’inconfondibile suola in iuta. La svolta nel 1972, quando Lorenzo Castañer e la moglie Isabel incontrano a Parigi Yves Saint Laurent e creano con lui i primi modelli con la zeppa.Nello stesso anno del lancio, il modello con la zeppa viene reso iconico da Diane Keaton in “Provaci ancora, Sam”, che le indossa con calzini grigi al ginocchio e pantaloncini di jeans.

Le prossime scarpe della lista però non chiamatele sneaker! Siamo nel 2013 e sulla copertina dell’edizione francese di Vogue campeggia una bellissima Gisele Bündchen. Segni particolari: la supermodella – completamente nuda – indossa un paio di Stan Smith  con calzini bianchi. Inizia così, con una portentosa campagna di marketing, il periodo d’oro del modello cult di casa Adidas.

Prima scarpa da tennis totalmente in pelle, fa il suo ingresso in campo nel 1963 ai piedi del tennista francese Robert Haillet. Dallo sportivo trae il nome, modificato nel 1978 a favore della stella americana Stanley Roger Smith, a cui ancora oggi è legata. Dai campi da tennis il modello prende un certo tono aristocratico, dato dalla purezza assoluta delle sue forme. Non passa inosservato quel tipico verde riservato ai dettagli, un richiamo alle piacevoli atmosfere di Wimbledon e al simbolo della fortuna per eccellenza, il quadrifoglio.

Un altro modello di grande tendenza sono le Nike Air Force 1: sono l’emblema dello streetwear, con la loro forma così vicina alle scarpe da trekking e la suola eccezionalmente spessa. Disegnate nel 1982 da Bruce Kilgore, sono le prime scarpe da basket dotate di tecnologia Air. Dopo un iniziale entusiasmo, si affrancano dal mondo per il quale erano state create e scendono in strada, conquistando Baltimora e New York. Persino i rapper più influenti la rendono parte integrante del proprio look, incoronandola regina dell’urban style. Nel 2002 Nelly canta “Air Force Ones”, un vero e proprio inno al modello. Il video sarà bannato dalle principali reti musicali in quanto accusato di fare pubblicità. Seguono molte altre collaborazioni, tra cui quella con Jay-Z, Fat Joe e Young Jeezy. La Air Force 1, è la scarpa atletica più acquistata di sempre. La versione più desiderata? La più classica di tutte, la White-On-White versione Low.

Arriviamo così all’ultimo modello di scarpe di tendenza: le Dr. Martens 1460. Sono una vera e propria istituzione nel mondo delle calzature. Con il loro spirito inquieto sono state negli anni il simbolo della working class, prima, e delle sottoculture giovanili, poi. 

Il modello, tra i più famosi del marchio inglese, ha compiuto 60 anni nel 2020. Le origini a Wollaston, nel Northamptonshire, dove Bill Griggs avvia la produzione di uno stivale dotato di suola ammortizzata con cuscinetto d’aria. Nel 1943 è un medico tedesco, Klaus Maertens a idearla, da cui il marchio trae il nome. E da quel momento in poi, è tutto un susseguirsi di successi a livello planetario. A cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta raggiungono il loro apice di diffusione. Dopo il drastico calo degli anni 2000, gli anfibi più famosi di sempre cambiano pelle e si fanno glam, aprendosi al mondo dello showbiz e del fashion.

Madame: la giovane cantautrice dal look androgino

Madame, pseudonimo di Francesca Calearo, è l’artista donna più ascoltata e cliccata del momento. L’abbiamo vista di recente sul palco di Sanremo con il suo singolo Voce, con cui ha vinto il premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo, ma la conosciamo già per altre sue hit: Schiccherie, 17, Baby, Defuera con Ghali, Marracash e Dardust. 

Madame, nome d’arte nato tra i corridoi di scuola, sceglie da subito di intraprendere la strada della musica e di scrivere la sua musica. Lei ha soli 19 anni ed è appassionata di letteratura italiana: infatti afferma di amare Dante, per il modello di scrittura e invenzione fantastica che l’hanno ispirata, Petrarca per la sua humanitas e la sua visione antropocentrica. 

Madame dice di avere dei valori morali che non vorrebbe cambiare mai. Confessa anche che preferirebbe dipendere “da un mondo che si crea da sé, piuttosto che da uno artificiale”. Sia ragazzi che ragazze sono assuefatti dal personaggio di Madame, per il suo look androgino. Agli haters che la criticano per il suo aspetto lei risponde che “l’estetica non dovrebbe intralciare la voglia di fare e ascoltare musica”.

A quasi due settimane dal suo debutto sul palco del Festival di Sanremo, “Voce” è uno dei singoli più ascoltati su tutte le piattaforme musicali e in radio. È la stessa artista a raccontarsi in un post e spiegare il senso della sua canzone: “Parla della ricerca della propria voce, quindi della propria identità in mezzo a tutto. Tutto il rumore e il caos del mondo, in modo da trovare se stessi”. Voce è una canzona d’amore per l’altra persona e per la musica. 

Madame sorprende anche per la scelta dei look esibiti durante le diverse performances a Sanremo: tutti gli outfit sono stati studiati con lo stylist Simone Furlan e Dior, raccontavano la storia della sua Voce, partendo da quattro macro-temi: lo Specchio, le Parole, la Madre e la Sposa. Il completo specchiato della prima serata rappresenta il confronto con il pubblico; poi il completo grigio, gli occhiali a mezzaluna e il top con ricamata una frase di Libera Mazzoleni, in un look “da professoressa”; il terzo look richiama il parto, la maternità, la capacità di dare vita alla propria voce; e infine l’abito da Sposa, che simboleggia l’auto-accettazione. Inoltre ha dato il tocco finale ad ogni outfit esibendosi a piedi nudi.

Lo stile di Madame va oltre l’immaginario di genere a cui è abituato il mondo del rap italiano: diventa un mix tra l’estetica street e la sua personale femminilità che la rende forte e sicura. L’artista lancia così un messaggio importante: “il sesso non può essere un limite, il genere non può essere così standardizzato e stereotipato”. 

Il suo nuovo album uscirà venerdì 19 marzo e sarà il vero disco di debutto dell’artista. Alcune tracce del disco sono state da poco annunciate e vedono anche diverse collaborazioni con artisti emergenti come Fabri Fibra, Rkomi, Carl Brave, Pinguini Tattici Nucleari, Gué Pequeno, Ernia, Gaia. Non vediamo l’ora di ascoltarle e lasciarci trasportare dal talento di questa giovane artista.

MALCOM & MARIE: IL NUOVO DRAMMA ROMANTICO GIRATO IN LOCKDOWN

Mettiamo una splendida location a Carmel in California, una coppia di amanti, un post serata e alcune rivelazioni scottanti sulla coppia. Questo film costituisce una vera e propria sfida per il cinema e per lo stesso regista Sam Levinson che si ritrova a scrivere e dirigere un progetto proprio durante la quarantena. Starete pensando infatti che sia stata una pazzia, ma Levinson in ben sei giorni finisce la sceneggiatura di Malcom & Marie, il 5 febbraio 2021 esce su Netflix.

Girato, in segreto, nel pieno della pandemia di Covid-19, è un film che da subito fa parlare molto di sé: interamente in bianco e nero, racconta la storia di una coppia e del lungo litigio che affronta durante la notte, in cui emergono alcune problematiche della loro relazione. É chiaro che i due si amino, ma sanno farsi del male attraverso lo scambio pungente delle loro battute e dei loro gesti.

Il dramma inizia con il ritorno a casa di un giovane regista Malcom che impersona l’attore John David Washington e della sua fidanzata Marie, interpretata dall’attrice emergente Zendaya, dopo il trionfo dell’anteprima del suo film, in cui lui è certo dell’imminente successo finanziario e della critica. La serata però non continua in maniera pacifica perché si accende una forte discussione tra i due ed emergono alcune rivelazioni della coppia e che ne mettono a dura prova la solidità dell’amore.

La telecamera è fissa, si sposta a destra e sinistra, avanti e indietro, nella sala principale della casa, Caterpillar House, un gioiello architettonico in legno e vetro, si concentra sui primi piani dei volti dei due fidanzati per leggerne meglio l’espressione dei loro gesti. La ragazza è bellissima e veste un lungo abito elegante e sexy, ma si mostra a lui subito irritata: lo si nota dai gesti nervosi, dalle parole stentate, dallo sguardo. Il capo che indossa è di seta lamé cut-out con schiena nuda, spalle e addome scoperto. L’abito doveva anche compensare il bianco e nero delle immagini. 

Marie è la musa ispiratrice di Malcom, ex tossicondipendente, è la donna che ha contribuito alla genesi del film. Infatti lei lo rimprovera di non averla menzionata tra i ringraziamenti, da lì a far presente la gelosia nei confronti dell’attrice che recita nel suo film. In questo modo gli equilibri della coppia iniziano a vacillare per alcune mancanze di attenzione, litigi, distanziamenti e riavvicinamenti (anche erotici) e  riaffiorano i lati più oscuri di ciascuno dei due. 

L’interpretazione dei due attori è fenomenale, soprattutto Zendaya nell’ultimo monologo e nell’ultima parte, alza inevitabilmente il livello di questo lungometraggio. La fotografia si sposa molto bene con il mood che vuole trasmettere questa produzione, anche grazie al bianco e nero che dà quel tocco vintage/romantico al film. La musica è azzeccata, va e viene, spezza i momenti tragici e alleggerisce l’animo dei due amanti, si sposa bene con il genere del film. La trama sarà pure statica e non avrà grossi sviluppi, ma il film merita la visione perché rispecchia l’immagine di una normale coppia e dei suoi problemi, soprattutto se visti in un periodo come questo dove possiamo avvertire più la vicinanza o la lontananza della persona amata. 

SKIN POSITIVITY: IL BELLO DI ESSERE DIVERSI

Sarà capitato a tutti di imbattersi in stories e post sui social che esaltano l’incarnato naturale della pelle e non lasciano spazio ai filtri: la Skin Positivity infatti non è solo un hashtag ma è diventata una vera e propria comunità di persone che si raccontano e condividono le personali esperienze sull’accettazione del proprio corpo.

In particolare ai giorni nostri è diventata quasi un’abitudine postare foto sui social per mostrarci agli altri con o senza filtri. Solo che a volte il filtro può nascondere molto più che un difetto, un blocco verso l’accettazione di sé. La Skin Positivity prende ispirazione da un altro movimento che è il Body Positive, il quale mira a celebrare il nostro corpo nella sua unicità e con tutte le imperfezioni.

Se prima questi due movimenti potevano costituire un grosso taboo, adesso sono tematiche all’ordine del giorno e che, grazie anche all’aiuto di specialisti e persone influenti, aiutano a far riflettere coloro che provano vergogna del proprio corpo o della propria pelle. 

Già da un po’ alcune personalità vip hanno esordito sui social con alcuni post che miravano a scoprire ogni angolo del proprio viso e dimostrarsi umani come tutti. Soprattutto parlo di donne che per mestiere sono sempre in scena, come l’attrice Matilda De Angelis, che ha esordito ultimamente in scena al fianco di Nicole Kidman e Hugh Grant, Aurora Ramazzotti, figlia di Michelle Hunziker, Giulia De Lellis, nota influencer, Emma Marrone e persino due volti stranieri come Bella Thorne e Kendall Jenner. 

Loro così come tante altre hanno ammesso pubblicamente di aver avuto o avere problemi con la pelle, soprattutto con brufoli o altre imperfezioni. 

Matilda afferma infatti: «Accadono cose paradossali nella vita no? Bene, per me essere un’attrice e lavorare con il volto mangiato dall’acne è una di queste. Ogni giorno devo svegliarmi e presentarmi prima davanti allo specchio e poi davanti alla macchina da presa con tutto il carico emotivo che già comporta ed essere “splendida”, in parte e concentrata insieme a tutte le mie paure e insicurezzeletteralmente a fior di pelle. Ci sono problemi ben più grandi nella vita, ne sono consapevole, ma volevo condividere questa piccola verità forse per sentirmi più forte, forse per accettarmi meglio».

Aurora in un altro post dice: «Per postare una foto così, come l’hai scattata, ormai ci vuole coraggio. Soprattutto per chi da sempre fa a botte con la sua insicurezza, il suo peso, i suoi brufoli. Abbiamo dato vita ad una piattaforma dove essere “umani” spicca perché è quasi strano. Siamo tutti belli, famosi, felici e realizzati. Certo, condividere il bello è giusto e lo sarebbe ancor di più se non fosse un mondo un po’ contorto in cui tutti fanno a gara con gli altri». 

Raccontare in questo modo la diversità e renderle omaggio è la chiave migliore per accettare e amarsi. Non è affatto semplice, richiede tempo ma possibile. Kasia Smutniak ne è la dimostrazione. L’attrice si è fatta paladina della lotta a pregiudizi e stereotipi, mostrandosi in tutta la sua bellezza, vitiligine compresa. «Rendete visibile quello che, senza di voi, forse non potrebbe mai essere visto». Ancora: Per gli ultimi 6 anni ho imparato ad accettare e amarmi per quello che sono». Kasia è andata oltre omaggiando la bellezza di una diversità che accomuna tantissime persone che soffrono di questa malattia cronica della pelle con il lancio su Instagram di un filtro ad hoc che ne simula proprio l’effetto, chiamato #Beautyligo.

Come lei, anche Ludovica Bizzaglia, giovane attrice e influencer, afferma in un suo post: «Mi è stata diagnosticata una malattia autoimmune che produce questa terribile dermatite atopica su tutto il mio corpo, prevalentemente sul viso. Brucia tanto, mi viene all’improvviso e nonostante tutte le cure e le medicine possibili non va via, ed ora è tornata più forte di prima. Però ora basta, perché prima questa mia nemica mi impediva di uscire, perché mi vergognavo, perché mi sentivo insicura, perché odiavo i kg di fondotinta che dovevo applicarci sopra».

Queste donne costituiscono sicuramente un esempio decisivo per tutte quelle ragazze che si nascondono per paura di non essere accettate dagli altri ed essere prese in giro.  Grazie a questo messaggio dovremmo tutti imparare ad amare in primis i nostri difetti e mostrarli senza vergogna agli occhi di tutti. 

LE CINQUE DONNE AMERICANE DEL MOMENTO: ESEMPIO DI DETERMINAZIONE MA ANCHE DI STILE

L’America è tutta un gran fervore da settimane per la nuova elezione del presidente Joe Biden, che ha vinto le elezioni del 2020 per il Partito Democratico. Al fianco di un grande uomo vi è però l’esempio di una grande donna: Kamala Harris, la 49° vicepresidente degli Stati Uniti d’America.

Nata a Oakland (California) nel 1964 da madre indo – americana immigrata da Chennai e da padre di origine giamaicana. Studia ad Howard University e Hastings College of the Law di San Francisco. Nel 2003 viene eletta procuratrice distrettuale di San Francisco e nel 2010 procuratrice generale della California. Nel 2020 è proprio Joe Biden a volerla come vicepresidente degli Stati Uniti. 

Durante la cerimonia d’insediamento del presidente, compaiono diverse figure femminili ad applaudirlo e supportarlo, come Kamala e la moglie Jill Biden. Entrambe spiccano sulla scena al fianco dei rispettivi mariti sfilando con eleganza outfit brillanti e con un importante significato. Kamala Harris indossa un purple look dello stilista Christopher John Rogers per la cerimonia e un total black di Sergio Hudson per i festeggiamenti. Il viola è ispirato al colore delle Suffraggette, il movimento di emancipazione femminile per il diritto al voto. La tinta si ottiene mescolando blu e rosso, che rappresentano i noti colori dei partiti americani: Democratici e Repubblicani uniti in un unico colore. 

Joe Biden sceglie Kamala Harris per attuare delle riforme decisive in America e far in modo che emergano anche le voci più deboli. Kamala afferma in uno dei suoi discorsi:

«Per superare queste sfide, dobbiamo comunicare in modo chiaro, onesto e trasparente con il popolo americano». Lei può rappresentare il vero cambiamento dell’America e l’insieme di culture diverse che convivono all’interno della nazione americana. Kamala aggiunge anche un tocco di classe al suo look giornaliero indossato durante la campagna elettorale, tanto da apparire in prima copertina su Vogue: la combinazione delle sneakers con sue le amate perle, al collo e al polso, contribuisce a mostrare un’immagine di sé equilibrata e organizzata. Kamala, che si propone come modello d’ispirazione per ogni ragazzina manda un messaggio anche attraverso i look anticonformisti: «Sono quel che sono. E mi va bene così. Non si può mai sbagliare essendo se stesse».

Non passa inosservata nemmeno Jill Biden, la First Lady, che il giorno dell’Inauguration Day sfoggiaun outfit in tonalità azzurro con il tocco del cappotto tweed scintillante dai dettagli in velluto, suggerisce in tutti coloro che la guardano empatia, fiducia e lealtà, valori importanti per l’America. Per l’evento serale invece Jill indossa un total white con delle decorazioni floreali della stilista Gabriela Hearst.

Un’altra donna a spiccare sulla scena americana è sicuramente l’ex First Lady Michelle Obama, con un look strepitoso e in linea con i colori della stagione Autunno Inverno 2020/2021. Indossa un outfit con un paio di pantaloni a vita alta color borgogna, con una cintura spessa e fibbia tonda e dorata. Completa il look un cappotto lungo fino ai piedi sempre color borgogna.

Personalità emergente che cattura l’attenzione del pubblico e anche l’ammirazione durante l’inaugurazione è la giovane poetessa Amanda Gorman, che ha l’onore di leggere i suoi versi della poesia The Hill We Climb dopo il giuramento del presidente. Amanda è scelta come ospite della cerimonia direttamente dalla First Lady Jill Biden, impressionata dai suoi versi. La giovane indossa un cappotto giallo molto acceso, abbinato ad una camicia bianca, un pantalone nero e un cerchietto rosso del noto brand Prada. Particolare ed estrosa la scelta dei gioielli, che la stessa Amanda confida ai lettori di essere un regalo di Ophrah Winfrey: «Ricevere un dono da Oprah è stata una grande sorpresa». 

La sua presenza sul palco e il suo grande carisma hanno catturato la scena e la curiosità di tutti, soprattutto dell’agenzia di moda IMG Models, che ha sedi in tutto il mondo, da Los Angeles a Milano e ha deciso di seguire Amanda nelle future partnership con brand di moda e beauty.

Ultima figura non meno importante che risalta agli occhi del pubblico è Ella Emhoff, figlia acquisita di Kamala Harris. Ragazza giovane e amante della moda, oltre che già studentessa di design tessile alla Parson School di New York. Ella rappresenta con il suo outfit ricercato e chic una personalità autentica e audace.

Il giorno dell’inaugurazione indossa infatti un cappotto made in Italy Miu Miu, firmato Miuccia Prada, con maxi colletto bianco e cristalli ricamati sulle spalle, l’abito borgogna di Batsheva abbinato a stivali, guanti e cerchietto, tutti total black.

Solo qualche giorno fa, l’agenzia IMG Models ha firmato un contratto anche con la giovane Ella, sostenendo che la ragazza rappresenti per le nuove generazioni un’estetica androgina e ultra-contemporanea, che ama re -interpretare a suo modo capi colorati e d’ispirazione vintage.

LA IT – BAG DEL MOMENTO: A LIFE IN A SMALL BAG

Due accessori possono fare la differenza in un look: un paio di scarpe o una borsa. Anno dopo anno la moda cambia e ci aggiorna sui vari trend, come ad esempio quello della mini bag, che già da qualche stagione hanno iniziato a comparire sia in passerella sia sui look delle influencer e celebs. 
Eccone alcune:

Le it – bag di stagione sono borse mini, micro o addirittura nano. Dalla tracolla compatta con le catene gioiello preziose, alle doctor baground bag, secchiellihandbag XXS fino alle pochette da sera. Per tutte lo spazio è ridotto, diciamo quasi inesistente. I contro di queste mini bag possono infatti riguardare la loro forma così piccola e poco spaziosa per contenere i nostri oggetti personali, ma i pro si rifanno certamente alla versatilità e alla praticità, in modo da poter essere indossate ovunque e con qualsiasi tipologia di look.

Oggetto di culto all day long da tenere nel palmo di una mano. Le mini borse tendenza sono così piccole da sembrare quelle delle bambole. Inutile chiedere alle fashion addicted il loro contenuto, risponderanno sicuramente che più sono piccole più belle sono. Non ci sono nemmeno differenze di genere, donne ma anche uomini ormai le indossano, tanto da diventare un accessorio indiscusso di stile per chiunque lo voglia indossare.

Proponiamo qui di seguito alcuni modelli, in linea con le nuove collezioni Primavera/ Estate 2021,  dai più costosi ai più economici:

Coccinelle – Mini bag da donna
Gucci – Borsa hobo Jackie 1961
Dior – Borsa media Bobby
Furla – Mini borsa a bandoliera Miss Mimì
Jacquemus – Le Bambino
Prada – Borsa a spalla Cleo in pelle spazzolata con pattina
Gianni Chiarini – Micro Helena Round
Mango – Borsa effetto coccodrillo
Parfois – Borsa a tracolla con manico rotondo
Stradivarius – Borsa a tracolla con borchie
Zara Uomo – Borsa a tracolla in pelle
Zara Uomo – Borsa a tracolla in pelle giallo senape