Franco Moschino: l’eredità di un genio iconoclasta
Entrare nella mostra FRANCO MOSCHINO. IL GENIO VISIONARIO è come varcare la soglia di un universo parallelo, dove la moda incontra l’arte, la provocazione si fonde con l’eleganza, e ogni dettaglio trasmette indipendenza creativa.
In occasione del 30° anniversario dalla scomparsa di Franco Moschino, l’Art Directors ClubItaliano offre un tributo che è tutto fuorché convenzionale: una celebrazione della sua audacia, della sua ironia e della sua capacità di (ri)trasformare il mondo della moda in una tela da ridisegnare.
La mostra, che ha inaugurato il 22 novembre presso la MyOwnGallery di Superstudio a Milano, non è una semplice esposizione ma un’esperienza immersiva. L’obiettivo è chiaro: ricordare il designer che ha osato deridere la moda, i suoi dogmi e persino se stesso, con un’ironia che ancora oggi fa scuola.
Uno sguardo attraverso l’obiettivo di Stefano Pandini
Curata da Giuseppe Mastromatteo e Pierpaolo Pitacco, la mostra trova il suo cuore pulsante nelle fotografie di Stefano Pandini, che catturano l’essenza dissacrante di Moschino.
Tra pannelli fotografici e video interviste con protagonisti della cultura pop anni ’80 e ’90 – da Manuel Agnelli a Luca Stoppini – si ricostruisce il mosaico di un creativo inarrestabile. La narrazione è vivace, critica, piena di quel senso di libertà che Moschino ha sempre difeso, dentro e fuori le passerelle.
Parte del progetto è anche dedicato alla beneficenza: il libro fotografico e una serie di fotografie certificate Fine Art di Pandini saranno in vendita in loco e l’incasso verrà devoluto all’Hospice di Abbiategrasso, organizzazione sostenuta dalla fondazione Moschino.
Ad arricchire ulteriormente l’esperienza, un corner dedicato a opere originali del designer, appartenenti alla collezione privata di Pandini, che evocano una nostalgia capace di parlare anche alle nuove generazioni. È qui che si capisce quanto Moschino fosse più di uno stilista: era icona, artista, filosofo contemporaneo, critico sociale che usava la moda come strumento di comunicazione e protesta.
Moschino, ribelle con uno scopo
L’industria della moda poteva – e doveva – essere di più. Ironia, critica sociale e pacifismo si intrecciano nei suoi capi, che non sono semplici abiti ma veri e propri manifesti. Moschino anticipava i tempi, parlando di ecologia e sostenibilità quando ancora non erano trend, ma necessità ignorate. Il suo rifiuto delle convenzioni, la ferma volontà di non cercare consenso, e il disprezzo per il conformismo lo rendono oggi più attuale che mai.
Ecco perché questa mostra è molto più di un evento celebrativo: è un manifesto. Una dichiarazione di indipendenza creativa in un’epoca in cui la moda rischia di diventare schiava di like e approvazioni virtuali.
Moschino, con il suo stile inimitabile, ci ricorda che l’ironia è un’arma di ribellione, un antidoto al conformismo, e che sorridere può essere un atto rivoluzionario.
Un tributo alle nuove generazioni
Il dialogo con i giovani talenti dell’Istituto Marangoni, che Moschino ha frequentato a sua volta, è un ulteriore tassello della mostra. Attraverso progetti ispirati alla sua visione anticonformista, gli studenti reinterpretano la sua eredità, dimostrando quanto il suo linguaggio sia ancora vivo e capace di ispirare.
La partnership con Marangoni, insieme al supporto di sponsor comeNeutro Roberts e Hogarth, sottolinea l’importanza di tramandare il suo messaggio. Non si tratta solo di celebrare il passato, ma di usarlo come punto di parteza per ridisegnare il presente e il futuro.
La forza di un’eredità immortale
Moschino è stato inserito nellaHall of Legends 2024 durante gli ADCI Awards, un riconoscimento che sancisce – ancora una volta – il suo impatto e il suo contributo al mondo moda.
Eppure, il vero premio lo si coglie passeggiando tra le stanze della mostra: Moschino vive ancora. Vive nell’ironia tagliente di una campagna pubblicitaria, nell’audacia di un abito che sfida ogni regola, nella consapevolezza che la moda può – e deve – essere molto più che bella.
Fino al 19 dicembre, Milano celebra un designer che ha insegnato a pensare fuori dagli schemi, a credere che il lusso non debba mai essere privo di significato, e che l’arte della provocazione sia una forma d’amore per la verità. Un genio visionario che, ancora oggi, ci sfida a sorridere di fronte alle convenzioni.
Visitate la mostra. Riscoprite Moschino. Lasciatevi ispirare.
La tradizione orafa italiana ha radici molto antiche e vede i suoi albori in epoca etrusca, raggiungendo l’apice della sua espressione artistica nel periodo del Rinascimento. Ed è proprio da queste premesse – e dalla consapevolezza di portare avanti un’eredità così importante – che nasce il brand di Cecilia Accardo.
Cresciuta immersa nella cultura e nell’arte classica, Accardo ha sviluppato una profonda passione per il “bello” che ha saputo trasformare in gioielli dalla forte carica simbolica, ridando al gioiello il suo valore di opera d’arte, unendo la tradizione orafa italiana con un’estetica contemporanea e un forte impatto visivo.
«Sin da bambina, ho sentito il bisogno di tradurre la mia eredità culturale in qualcosa di tangibile e con il tempo i gioielli sono diventati il linguaggio espressivo che prediligo» racconta. Il suo percorso artistico si muove nel solco della ricerca continua, iniziando con Design di Gioilello allo IED e speicalizzandosi nella tecnica dello sbalzo a cesello sotto la guida del Mastro Orafo Gianni Bionda.
«Dopo questa esperienza, fondamentale per dare forma alle mie idee e affinare il mio gusto estetico, ho lavorato per molti anni in una grande casa di moda, occupandomi sia del disegno che dello sviluppo del prodotto. Sebbene questa esperienza mi abbia arricchita profondamente, il ritmo frenetico dell’industria spesso soffocava quel senso di calma e riflessione che considero essenziale per il processo creativo.» Ed è proprio qui che nasce l’esigenza di rallentare, di ritrovare quelli che chiama “i tempi della Bellezza“.
È proprio su questa nuova consapevolezza che Accardo fonda il suo brand, «con l’obiettivo direstituire al gioiello il suo valore intrinseco di opera d’arte, portatrice di un’eredità culturale che abbiamo il dovere di preservare» conclude.
Alla domanda su quale sia il gioiello cui è più affezionata, Accardo ricorda: «Ogni gioiello che creo nasce da un impulso creativo che è un momento profondamente irrazionale, una sorta di magia che si manifesta in segni tracciati su un foglio bianco. Non segue il tempo lineare, è un processo in divenire». Un impulso primordiale, un pensiero istintivo che si evolve attraverso la ricerca e lo studio approfondito delle forme. Solo dopo questo viaggio interiore, l’idea si concretizza in un pezzo esteticamente raffinato ed equilibrato in ogni suo dettaglio.
«Uno dei pezzi più speciali delle mie collezioni è un anello della linea Majestica, un simbolo del mio amore per l’antica arte orafa» racconta Accardo. «L’anello, realizzato in oro 18 carati, ha un design altamente decorativo composto da un intricato motivo di foglie d’acanto, un elemento decorativo proprio del Barocco. La foglia d’acanto, simbolo di eternità e rinascita, è plasmata nel metallo con dettagli tridimensionali che donano all’anello un senso di movimento e profondità. Tra le curve e i volumi delle foglie sono incastonati dei diamanti e degli zaffiri degradee. Le gemme, strategicamente posizionate, riflettono la luce, contribuendo a esaltare la struttura scultorea del gioiello. L’interno dell’anello presenta un raffinato e meticoloso motivo traforato, che arricchisce ulteriormente il design e conferisce leggerezza alla forma, pur mantenendo un’aura di sofisticata opulenza.»
Una perfetta incarnazione quindi della filosofia del brand: un connubio tra tradizione e innovazione, dove elementi simbolici e carichi di significato prendono forma attraverso l’eccellenza del design e dell’artigianato moderno dando vita a un gioiello che trascende il tempo e le mode.
Tornando al processo creativo, il lavoro di Accardo è alimentato da un profondo rispetto per l’artigianato classico, e da una costante ricerca di nuove forme espressive. L’innovazione è parte integrante del suo lavoro, ma senza rompere con la tradizione, che per lei rappresenta un solido ancoraggio al passato. Ogni creazione è un dialogo tra due forze: stabilità e cambiamento, conservazione e trasformazione. «La chiave per mantenere questo equilibrio è una continua ricerca. Mi lascio ispirare dalle proporzioni classiche, reinterpretate con un’estetica moderna e sono sempre alla ricerca di un’armonia e un’indossabilità del gioiello che possa parlare al presente. Per me, la tradizione non è un limite, ma un punto di partenza da cui far nascere qualcosa di nuovo e unico. Questa dualità tra tradizione e innovazione che esploro nei miei gioielli riflette una tensione filosofica più ampia: quella tra stabilità e cambiamento, tra conservazione e trasformazione. Sono forze diametralmente opposte, eppure, per creare qualcosa di veramente significativo, devono coesistere e interagire».
Natura e arte: una costante ricerca di perfezione formale
Anche la natura e l’arte rivestono un ruolo fondamentale nella ricerca di ispirazione per i suoi gioielli: «sono alla costante ricerca di una perfezione formale intrisa di vita e di spiritualità.
La natura è per me una fonte di continua meraviglia e perfezione. Mi affascina per la sua capacità di creare equilibri complessi. Fiori, foglie, elementi organici – tutto nella natura segue un ordine intrinseco che trovo profondamente evocativo. Le forme naturali sono spesso irregolari e sorprendenti, ma allo stesso tempo seguono schemi geometrici e simmetrie che, per me, sono una guida estetica fondamentale.»
L’arte, specialmente quella classica, è per Accardo un’altra fonte di ispirazione. «Lavorando con il Mastro Orafo Gianni Bionda, ho imparato a rispettare la sacralità delle forme: ogni dettaglio in una composizione ha un significato simbolico che contribuisce all’armonia del Tutto. Le forme geometriche fondamentali sono per me un linguaggio simbolico potente, in grado di evocare significati nascosti e universali. Nella loro apparente semplicità, custodiscono una profonda connessione con l’ordine dell’universo e con le leggi naturali.
Il quadrato per esempio – scelto non a caso come pittogramma del mio brand – rappresenta la manifestazione e la realizzazione delle potenzialità. La sua struttura solida e le linee definite simboleggiano stabilità, mentre i suoi quattro lati evocano una dimensione di possibilità, immaginazione e desiderio. Questa forma è un contenitore di significati, un perimetro simbolico che accoglie e protegge le idee più profonde, rendendo tangibile l’astratto e concretizzando desideri e visioni» sempre nel solco della tradizione filosofica e artistica della cultura classica.
E se da un lato la tradizione rappresenta un ancoraggio al passato, il fascino profondo nella ripetizione dei gesti, tecniche che connettono a una lunga tradizione di artigiani e artisti, dall’altro l’innovazione, è altrettanto necessaria. «Per me è la forza creativa che rompe gli schemi, che cerca di andare oltre i limiti imposti dalla tradizione.» continua. «È il desiderio di esplorare nuovi linguaggi, di portare nuove idee e nuove forme nel mondo per il presente e per il futuro.»
Due inclinazioni, apparentemente in conflitto, ma complementari. «Per me, creare significa trovare un equilibrio dinamico tra queste due energie: onorare il passato mentre costruisco il futuro, perseguendo un ideale di bellezza che trascende il tempo. Queste tensioni sono il cuore pulsante del mio processo creativo: attraverso di esse, ogni gioiello diventa un ponte tra mondi diversi, un oggetto che porta in sé una storia antica e un significato moderno».
Gioielli su misura: raccontare storie e legami
Il processo creativo riguarda anche i pezzi realizzati su misura, che Accardo considera parte integrante del suo lavoro in quanto le consentono «di realizzare gioielli di profondo significato.» Pezzi unici dal profondo valore simbolico, che raccontano storie e celebrano momenti speciali e legami affettivi. «I gioielli creati su misura sono quelli che preferisco realizzare perché sono portatori dei desideri, dei ricordi e delle emozioni di chi li indossa.» racconta. «Diventano in un certo senso, parte della biografia di una persona.»
L’esclusività di un gioiello personalizzato non risiede solo nella sua unicità, ma anche nella connessione emotiva che si instaura durante il processo creativo, cui Accardo dedica tempo, attenzione e cura per ogni dettaglio. «È un atto di dedizione poichè l’oggetto finale deve riflettere l’individualità di chi lo possiede» conclude.
Gemmologia, pietre e vibrazioni
Parlando di individualità è impossibile non correre con il pensiero all’uso di pietre e gemme, selezionate con meticolosità e precisione, anche grazie al percorso di formazione al Gemological Institute of America di New York, che «ha ampliato significativamente la mia visione del design e arricchito la mia comprensione delle pietre preziose e del loro potenziale espressivo».
Ma le pietre non vengono selezionate da Accardo solo per le loro qualità estetiche. «Ogni gemma, sia essa preziosa o semi-preziosa, ha una vita propria e una storia da raccontare.
Oltre alle caratteristiche intrinseche, come lucentezza, colore, struttura e rarità, quando scelgo una pietra tengo in considerazione anche la sua “vibrazione”, una sorta di essenza energetica che può influenzare e arricchire chi la indossa». Anche la provenienza ha un ruolo fondamentale nella selezione. «Ogni pietra viene scelta nel rispetto dei principi di sostenibilità sociale e ambientale. Conoscere l’origine e le caratteristiche delle pietre è necessario per compiere scelte più responsabili. Oltre all’impegno etico, faccio molta attenzione anche al taglio. Un taglio ben eseguito deve garantire proporzioni perfette, esaltando al massimo la bellezza della gemma e la sua capacità di riflettere luce e colore» spiega.
Ogni scelta che Accardo compie per le sue creazioni rispecchia dunque una precisa visione estetica, creativa e valoriale, anche in opposizione all’andamento del mercato: «il mondo del lusso può essere frenetico e le produzioni massificate vanno a discapito della qualità dei prodotti. Io ho deciso di prendere le distanze da questo tipo di mercato» spiega. «Fondare la mia azienda è stato un momento cruciale nel mio percorso professionale. Un salto nel vuoto, in Italia molti dicono un atto di coraggio, ma sicuramente anche un atto di fiducia in me stessa e nella mia capacità di creare qualcosa di significativo.»
Qualcosa di significativo in un mercato in continua evoluzione, che sta assistendo a una crescente integrazione di sostenibilità e innovazione tecnologica, con una crescente domanda di prodotti realizzati in maniera responsabile. «Per quanto riguarda il mio brand, e il come percepisco il futuro della gioielleria di lusso, vedo emergere non solo tendenze, ma anche controtendenze che potrebbero ridefinire il panorama contemporaneo» racconta Accardo. «Mentre l’innovazione tecnologica è in crescita, c’è anche una riscoperta dei valori artigianali e della produzione su misura, un ritorno alla qualità e all’originalità che contrasta con l’omologazione dei prodotti di massa.»
Lovrén Superb: la skincare iper-perfomante, senza compromessi
Negli ultimi anni, la skincare ha assunto un ruolo sempre più centrale, con una crescente richiesta di consulenze personalizzate e prodotti mirati. Le farmacie, in particolare, hanno ampliato la loro offerta, diventando punti di riferimento non solo per medicinali, ma anche per trattamenti di bellezza e skincare. In questo contesto si inserisce Lovrén Superb, la prima linea di skincare iper performante del brand genovese Lovrén, parte del gruppo Clinicalfarma.
Fondato nel 2018, Lovrén si distingue per il suo impegno nella creazione di prodotti di alta qualità, accessibili e pensati per un pubblico sempre più esigente in termini di risultati. La linea Superb, lanciata nel 2024, rappresenta un omaggio alla città di Genova, già chiamata “Superba” da Petrarca, e si propone di offrire soluzioni complete e performanti a chi desidera prendersi cura della propria pelle senza rinunciare a un prezzo contenuto.
L’evoluzione della farmacia come punto di riferimento per la bellezza
Il mercato della dermocosmesi è in continua evoluzione, con le farmacie che assumono un ruolo sempre più rilevante come hub di consulenza e vendita di prodotti skincare. Lovrén ha saputo interpretare questa tendenza, sviluppando una linea che copre tutti gli aspetti della cura della pelle, dalla detersione ai trattamenti specifici anti-age e volumizzanti. La particolarità della gamma Superb è l’utilizzo di ingredienti altamente selezionati, che garantiscono elevate prestazioni a un costo accessibile.
L’attenzione del brand si rivolge non solo alla qualità degli ingredienti, ma anche alla loro efficacia. Gli estratti vegetali, gli acidi esfolianti e i peptidi utilizzati nei trattamenti Lovrén Superb mirano a rispondere alle esigenze delle pelli più diverse, offrendo soluzioni che spaziano dalla semplice idratazione fino alla ridensificazione e al lifting visibile.
Detersione e idratazione: il primo passo verso una pelle sana
La skincare routine inizia con una corretta detersione, e Lovrén Superb offre diverse opzioni per adattarsi ai vari tipi di pelle. Uno dei prodotti di punta è Superb Olio Gel Struccante, pensato per rimuovere efficacemente anche il trucco più resistente senza aggredire la pelle, grazie all’aggiunta di ingredienti come l’olio di jojoba e l’elicriso, noti per le loro proprietà idratanti e lenitive.
Il punto di forza di questi prodotti è la capacità di detergere senza seccare, garantendo una pelle pulita ma mai stressata, offrendo una detersione delicata ma efficace, arricchita da estratti vegetali che riequilibrano la pelle, rendendola fresca e pronta ad assorbire i successivi trattamenti.
Anti-age e trattamenti mirati: tecnologie avanzate e risultati visibili
Tra i prodotti di punta della linea spiccano anche i trattamenti della linea anti-age. Lovrén ha creato formulazioni specifiche che combinano principi attivi come l’acido glicolico e l’acido ialuronico in microsfere, capaci di stimolare il rinnovamento cellulare e donare un effetto filler visibile già dopo le prime applicazioni.
Il trattamento esfoliante Superb AHA Ultra-Peeling, ad esempio, non solo esfolia la pelle in modo delicato ma stimola anche la produzione di collagene, migliorando l’elasticità e riducendo la visibilità delle rughe. Questo approccio multidimensionale permette di affrontare i segni dell’invecchiamento con una strategia che mira a migliorare la texture e la luminosità della pelle.
Un focus sulla dermocosmesi naturale e clinicamente testata
Un altro aspetto chiave della linea Lovrén Superb è l’attenzione all’origine degli ingredienti. La scelta di utilizzare estratti vegetali, combinati con tecnologie avanzate, permette di offrire prodotti efficaci ma delicati, adatti anche alle pelli più sensibili. Ogni formulazione è clinicamente testata, garantendo sicurezza e tollerabilità anche per chi ha una pelle reattiva o soggetta a irritazioni.
Questo approccio alla dermocosmesi si sposa con una crescente consapevolezza dei consumatori, sempre più attenti agli ingredienti e ai processi di produzione dei prodotti che utilizzano quotidianamente. Lovrén ha saputo interpretare queste esigenze, creando una linea che risponde ai trend attuali del mercato, dove la naturalità e la sostenibilità vanno di pari passo con l’efficacia.
Lovrén Superb rappresenta un’innovazione significativa nel panorama della skincare accessibile. Con una gamma completa di prodotti che copre tutte le esigenze della routine quotidiana, dalla detersione ai trattamenti anti-age, il brand si propone come un alleato per chi cerca risultati visibili senza rinunciare a un prezzo competitivo. La scelta di distribuire la linea principalmente in farmacia conferma l’intenzione di Lovrén di offrire consulenze specializzate e prodotti di qualità, alla portata di tutti.
Artuyt, Parajanov 100: tra moda d’avanguardia e celebrazione culturale.
In occasione della Milano Fashion Week 2024, il brand armeno Artuyt ha reso omaggio a Sergey Parajanov, uno dei più grandi maestri del cinema e dell’arte contemporanea.
Nel contesto delle celebrazioni del centenario del regista, il 21 e 22 settembre il Museo Bagatti Valsecchi ha ospitato due giornate di eventi per celebrare l’eredità artistica di Parajanov, organizzati con il supporto del Ministero dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport della Repubblica dell’Armenia.
La profonda carica poetica delle opere del regista ha profondamente ispirato la nuova collezione Parajanov 100, che ha anche segnato il debutto di Artuyt nell’haute couture. Foulard, sciarpe e abiti di alta moda richiamano direttamente l’immaginario cinematografico di Parajanov, creando un dialogo tra moda e cinema attraverso tessuti e pattern che ne richiamano i collage e le opere visive.
Il debutto di Artuyt nell’haute couture
Perfetto connubio di opulenza rinascimentale e minimalismo contemporaneo, la collezione ha visto sfilare 18 look che riflettono l’impegno del brand verso l’eccellenza sartoriale.
Dettagli come perle e catene dorate, velluti cangianti e ricami evocano un senso di regalità e raffinatezza, in una collezione dedicata sia all’uomo che alla donna. Leitmotiv cromatico un blu lapislazzuli, luminoso e vibrante, che trasporta in una dimensione quasi onirica, un sogno in cui moda, arte e musica si intrecciano in modo indissolubile e riflettono da un lato l’ispirazione visiva di Parajanov, dall’altro la capacità di Artuyt di portare l’alta moda a nuovi livelli di espressività.
Proprio il blu, ci racconta Arevik Arakelyan, designer di Artuyt, «è centrale per la collezione, simboleggiando il cielo e il divino nella cultura armena e rappresentando speranza e protezione» e connette l’espressione personale della designer con il patrimonio culturale armeno.
BOYAKHCHYAN shoes
Arevik Arakelyan ha dichiarato che il processo di traduzione dell’eredità di Parajanov nella collezione è iniziato concentrandosi proprio sul suo «vivido senso di colore e sulla narrazione visiva poetica». Ogni colore della collezione—blu brillante, grigio, oro e giallo—rappresenta diverse sfaccettature del suo mondo. Il grigio simboleggia le realtà che Parajanov ha affrontato, mentre blu e oro riflettono la qualità onirica delle sue visioni. La collezione ha beneficiato anche della location, il Museo Bagatti Valsecchi, che ha fornito un’atmosfera perfetta, esaltando il profondo legame della collezione con il patrimonio e l’artigianato artistico.
«Tradurre l’eredità di Parajanov nella moda è una sfida», continua Arakelyan, poiché il suo lavoro è stratificato ed emotivamente complesso. Tessuti come il plissé, che dona un senso di movimento, il velluto, che porta opulenza, e i tessuti trasparenti, che introducono un senso di mistero, sono stati utilizzati per creare volumi drammatici e poetici, traducendo in materia il mondo visionario di Parajanov. In questa stagione, la collezione include anche una collaborazione con il calzolaio armeno Boyakhchyan, che ha prodotto esclusivamente le scarpe Mesh Ballerina, realizzate con materie prime italiane.
Accento narrativo è dato anche dai foulard, realizzati con seta pregiata, che riproducono disegni ispirati ai collage del regista e riflettono la sua passione per la texture e i dettagli. Ogni pezzo racconta una storia visiva, che riecheggia la ricchezza simbolica delle sue opere cinematografiche.
Infine, ultimo pezzo a sfilare e ultimo tassello narrativo della collezione, l’abito giallo è un omaggio all’uccello giallo di Parajanov, una rappresentazione della libertà e della creatività, con il suo tessuto fluente che ne ricorda le ali. «Il movimento del vestito sulla passerella ha rispecchiato il senso di liberazione e di espressione artistica centrale alla visione di Parajanov», ha concluso Arakelyan.
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Diffondere la visione creativa di Parajanov oltre i confini del grande schermo
Un contributo unico è arrivato anche dalla presentazione dei corti del regista il giorno prima della sfilata, a cura di Karen Avetisyan, Direttore Artistico del Golden Apricot International Film Festival.
Avetisyan ha sottolineato l’importanza della Milano Fashion Week come palcoscenico per celebrare Parajanov, affermando che «è un’occasione eccezionale per celebrare l’eredità del regista in occasione del suo 100° anniversario.» Insomma, una piattaforma globale per mettere in risalto l’influenza di Parajanov non solo nel cinema, ma anche nell’arte, nella cultura e nella moda, contribuendo a diffondere la sua visione creativa oltre i confini del grande schermo.
Parajanov, con il suo stile visivo unico e le sue innovazioni artistiche, ha ispirato generazioni di artisti e cineasti, spingendo a esplorare nuove narrazioni e modalità espressive. «Il suo uso del simbolismo, dei colori ricchi e dei costumi intricati ha influenzato molti artisti e cineasti di oggi», continua Avetisyan. «La sua opera fonde tradizione e tecniche avanguardistiche, creando un linguaggio visivo che continua a risuonare nelle opere artistiche contemporanee.»
Avetisyan ha anche sottolineato come l’eredità di Parajanov non si limiti solo all’arte visiva, ma si estenda a un impatto culturale più ampio. «La sua capacità di abbracciare e reinterpretare elementi del folklore e della cultura armena ha aperto la strada a una nuova generazione di creativi che cercano di esplorare le loro radici mentre sperimentano con idee audaci e innovative.» Eventi come la Milano Fashion Week sono cruciali per mantenere viva la memoria di Parajanov e per stimolare conversazioni sull’importanza della cultura e dell’identità nelle arti contemporanee.
Curata da Emerging Talents Milano, una delle principali piattaforme per stilisti emergenti, la sfilata di Artuyt ha mantenuto la promessa di essere uno degli eventi più attesi della settimana della moda, offrendo un perfetto connubio tra moda d’avanguardia e celebrazione culturale.
Il mercato della moda cinese di fascia medio-alta apre all’Italia: China National Garment Association partecipa a TheOneMilano by Milano Fashion & Jewels
La China National Garment Association (CNGA) sarà protagonista per la prima volta in Italia a TheOneMilano by Milano Fashion & Jewels, salone dell’haute-à-porter femminile che andrà in scena dal 14 al 17 settembre presso Fiera Milano Rho. La presenza della CNGA rappresenta un segnale significativo dell‘interesse crescente del settore della moda cinese verso il mercato italiano ed europeo.
Grazie a un crescente livello tecnologico e a una manodopera altamente qualificata, il governo cinese ha deciso di puntare su aziende che producono articoli di fascia medio-alta, caratterizzati da design ricercati e standard qualitativi elevati. La China National Garment Association (CNGA) collabora strettamente con il governo centrale per definire strategie, suggerire evoluzioni nel costume, individuare trend di mercato e opportunità di sviluppo internazionale.
L’associazione, che conta oltre 12 dipartimenti coprendo tutti i settori del comparto, ha istituito lo scorso anno un dipartimento dedicato allo sviluppo di prodotti sostenibili, oltre a uno specifico per il controllo della qualità e dell’identità dei prodotti, garantendo che vengano rispettate le normative internazionali in materia di proprietà intellettuale.
Come dichiarato dal Presidente della CNGA, Cheng Dapeng:“Il mercato oggi si è sviluppato e cresciuto in un’ottica molto differente rispetto al passato e il nostro settore è in crescita leggera ma sempre costante. Le nuove aree industriali sono state create, e lo saranno sempre più in futuro, in zone nuove che hanno tenuto conto di una migliore qualità della vita, dei posti di lavoro, dell’innovazione e della tecnologia. Aziende che guardano alla nuova classe media che ricerca un prodotto migliore rispetto al passato, innovativo e magari con influenze della nostra cultura e della nostra straordinaria storia ma che sia assolutamente un prodotto moderno e qualitativamente in linea con il resto dei mercati internazionali. Per questo motivo apprezzo moltissimo le alleanze e le sinergie che si sono create con l’Italia che, del settore ha la massima competenza nel mondo e un grazie anche al grande lavoro che Francesco Fiordelli ha svolto e svolge per noi da moltissimi anni per il nostro territorio.
Presidente della CNGA, Cheng Dapeng
Molte aziende cinesi si sono evolute, alcune di esse oggi sono a Milano con le loro sedi e il loro ufficio stile, molti dei nostri brand sfilano durante la fashion week milanese e da quest’anno (una selezione di essi) saranno presenti alle vostre maggiori manifestazioni fieristiche come Theone Milano and Fashion & Jewels, Pitti Uomo, Micam. Il lavoro di China National Garment Association è stato immenso e parte dalla riqualificazione del settore intero per arrivare al livello di oggi in cui la Cina produce un ottimo prodotto medio che, anche se con un costo di mano d’opera più elevato rispetto al passato, resta sempre competitivo per un prodotto dedicato al ceto medio sempre più in crescita. Io sostengo che le aziende hanno fatto e stanno facendo grandi sforzi per creare al Made in China la sua naturale identità e veramente non approvo ma anzi ho condannato pubblicamente prodotti come SHEIN che, anche se fatti nel nostro territorio non rappresentano quel livello di Made in China a cui siamo arrivati oggi e ripeto che quell’azienda o quel tipo di aziende non rappresentano assolutamente il nostro sistema e non trovo corretto oggi etichettare tutto come scadente quando parliamo di un prodotto fatto in Cina. Abbiamo ricostruito una intera filiera e abbiamo creato la nostra identità, grazie anche alla collaborazione dei vostri professionisti e alla vostra eccellente materia prima.”
Dal canto suo, TheOneMilano è una piattaforma strategica per i brand internazionali, e la presenza della CNGA offre l’opportunità di creare un dialogo tra i designer e i produttori cinesi e le aziende italiane ed europee, favorendo lo scambio culturale e creativo tra le due nazioni, e aprendo nuove opportunità commerciali e di collaborazione.
Attraverso questa partecipazione, la CNGA mira a promuovere la qualità e la versatilità della moda cinese, evidenziando il lavoro di numerosi stilisti cinesi, con l’intento di rafforzare la loro presenza sui mercati internazionali e di espandere il network commerciale della Cina in Europa.
Francesco Fiordelli, referente esclusivo in Italia per China National Garment Association, commenta “Oggi, i brand cinesi, con design rinnovati e qualità elevata, sono cresciuti rapidamente, ottenendo non solo il riconoscimento di un vasto numero di consumatori, ma diventando anche una forza trainante per l’aggiornamento e lo sviluppo industriale. Inoltre, c’è una significativa collaborazione con l’industria dell’abbigliamento di vari paesi, inclusa l’Italia, focalizzata su aspetti quali la responsabilità sociale, il miglioramento dell’integrità del sistema, lo sviluppo di un’economia sostenibile e la creazione di un’immagine industriale responsabile”.
Francesco Fiordelli, referente esclusivo in Italia per China National Garment Association
Un equilibrio tra illusione e realtà, in cui ogni dettaglio si trasforma in ispirazione: MARYLING presenta la P/E 2025
Per la Milano Fashion Week, MARYLING si distingue per il suo design raffinato e contemporaneo, con un forte richiamo all’arte e all’architettura, e per colori, texture e forme geometriche, che danno vita a capi moderni e sofisticati, perfetti per una donna cosmopolita, che non rinuncia a un tocco di romanticisimo.
La collezione P/E 2025 esplora l’estrema visualità del mondo contemporaneo, in cui ogni dettaglio si trasforma in ispirazione. Pixel, quadrati, linee e forme geometriche, anche nella loro essenza più pura, si fondono in pattern accattivanti, prendendo spunto dai motivi urbani delle strisce pedonali di Parigi e dalle porte dipinte di Londra, fino ai tesori archeologici della Fondazione del Duomo di Milano e ai mosaici del Palazzo Ambrosiano, creando una narrativa visiva che si riflette su ogni capo.
L’arte gioca un ruolo centrale nella collezione, con un tributo alla follia ottica della Op-art e alla visione di Victor Vasarely. L’incontro tra forme pulite e il fascino magnetico del kitsch si traduce in una palette cromatica vibrante e satura, che si drappeggia attorno al corpo femminile come in un’illusione ottica. Le influenze massimaliste di Pierre e Gilles, con le loro opere iconiche a cavallo tra arte e fotografia, permeano l’estetica della collezione, mentre Peggy Moffitt, icona di libertà e musa del designer Rudi Geinreich, rappresenta un ulteriore punto di riferimento, trasmettendo leggerezza, divertimento e un tocco di ribellione.
Interessante il gioco di equilibri tra l’illusione e la realtà, in cui i motivi a maglia con intarsi ton sur ton o nero su bianco evocano l’architettura, mentre il blu elettrico, il rosa scuro e il pesca, elementi ricorrenti del brand, dominano la palette. Gli abiti creano effetti ottici che ingannano l’occhio grazie a giochi di layering, dove chiffon di seta e habotai monocolore si sovrappongono in un gioco infinito e ipnotico.
Come sempre, al cuore della collezione c’è la combinazione perfetta tra funzionalità e originalità, incarnata nel DNA di MARYLING. Tessuti pregiati, colori audaci e stampe innovative si fondono in capi che celebrano la femminilità contemporanea. Una collezione che non solo cattura l’attenzione, ma invita ad essere indossata, confermando l’essenza sempre attuale del brand milanese.
(Photo by Rosdiana Ciaravolo/Getty Images for Maryling)
(Photo by Rosdiana Ciaravolo/Getty Images for Maryling)
L’ultra-fast fashion che nuoce gravemente alla salute: Shein ancora nei guai
Negli ultimi anni, il settore dell’abbigliamento è andato popolandosi di nuovi brand, promuovendo abitudini di consumo estremizzate, che hanno ormai superato il concetto di fast-fashion.
Il modello di business schizofrenico promosso da brand come Shein, Boohoo, Romwe o Fashion Nova, per citarne alcuni, ha ormai superato la velocità del fast-fashion, tanto che si è arrivati a parlare di ultra-fast fashion, secondo un approccio in cui le tendenze vengono rapidamente trasformate in nuovi design disponibili per l’acquisto, mantenendo il ritmo con i continui cambiamenti guidati dai social media e dalle microtendenze.
Questo settore ha un impatto ambientale significativo, che supera di gran lunga quello di brand come H&M o di Zara e del gruppo Inditex (considerati fast fahion). E se secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, l’industria della moda è responsabile di circa il 10% delle emissioni globali di CO2, brand come Shein stanno finalmene risentendo di anni di pratiche illecite in quanto a sostenibilità, etica, diritti dei lavoratori e salute dei consumatori.
Quando il fast fashion non basta più: l’ultra-fast fashion di Shein
Valutata a 100 miliardi nel 2022, Shein è tuttora principalmente di proprietà del suo founder Chris Xu, pur avendo ricevuto significativi investimenti esterni da vari fondi di venture capital e investitori privati, che hanno aiutato a sostenere la sua rapida espansione a livello globale. Si stima che ogni mese Shein rilasci fino a 10mila nuovi articoli per soddisfare un bisogno consumistico estremo, con revenue che sono passate dai 10 miliardi di dollari del 2020 ai 24 miliardi nel 2022, seguendo un tasso di crescita annuale del 54.9%.
Questo malgrado la crescente cattiva reputazione del brand in termini di qualità e sostenbilità, con sempre più istituzioni per i diritti dei consumatori che esaminano in laboratorio i prodotti del brand e riportano la presenza di sostanze tossiche, pericolose per la salute dei consumatori di tutte le fasce d’età.
Da Greenpeace, al governo di Seul, fino a Öko-Test: i J’accuse contro Shein
Solo lo scorso Agosto è stato il turno del J’accuse di Öko-Test, rivista tedesca specializzata nel testare e valutare la qualità e la sicurezza di un’ampia gamma di prodotti di consumo.
L’indagine di Öko-Test ha preso in esame 21 capi di abbigliamento destinati a diverse fasce d’età: cinque per le donne, e quattro per uomini, adolescenti e neonati, oltre che un paio di scarpe per ogni categoria. Il risultato? La maggior parte dei prodotti Shein non ha superato il test, risultando contaminata da sostanze chimiche, come antimonio, dimetilformammide, piombo, cadmio, ftalati vietati, naftalene e idrocarburi policiclici aromatici in livelli così alti da risultare preoccupanti per la salute dei consumatori.
Già lo scorso Maggio, le autorità competenti di Seul, Corea del Sud, avevano richiesto al colosso con sede a Singapore di ritirare dal mercato diversi prodotti perché raggiungevano livelli di ftalati superiori a quelli consentiti. Facendo un passo ancora più indietro, nel 2022 un report di Greenpeace Germania aveva denunciato la presenza di ftalati, formaldeide e nichel, in quantità superiori ai livelli consentiti dalle leggi europee e quindi, illegali a tutti gli effetti. Il tutto senza considerare l’aspetto del prodotto, che Öko-Test dichiara essere “terribilmente scadente”.
Ma al di là dell’estetica e della qualità, quali sono i rischi per la salute? Secondo i risultati dei test di laboratorio di Öko-Test, i residui chimici di antimonio, ftalati e dimetilformammide rinvenuti nei capi di Shein possono essere facilmente assorbiti attraverso la pelle e risultano gravemente tossici e, in alcuni casi, persino pericolosi per la fertilità, rischiando anche di danneggiare la salute del feto.
A loro volta, i livelli di piombo e cadmio, il primo considerato neurotossico, il secondo dannoso per ossa e apparato renale, superavano ampiamente i valori soglia stabiliti dal regolamento europeo, così come nel caso degli idrocarburi policiclici aromatici, sostanze che possono causare il cancro, in livelli fino a 22 volte superiori ai valori limite europei.
In risposta a queste accuse, Shein ha fatto sapere, attraverso una nota, che stanno lavorando “a stretto contatto con agenzie di analisi internazionali di terze parti, come Intertek, Sgs, Bv e Tuv, per effettuare regolarmente test che garantiscano la conformità dei fornitori ai nostri standard di sicurezza dei prodotti. Nell’ultimo anno, abbiamo condotto più di 400.000 test di sicurezza chimica con queste agenzie. I nostri fornitori sono tenuti a rispettare i controlli e gli standard che abbiamo messo in atto, nonché le leggi e i regolamenti sulla sicurezza dei prodotti nei Paesi in cui operiamo. Shein si impegna a lavorare a stretto contatto con le agenzie locali per la sicurezza dei prodotti, monitorando i cambiamenti e gli sviluppi delle leggi e delle normative sulla sicurezza e investendo nella continua ottimizzazione dei processi di conformità dei prodotti. Quando veniamo a conoscenza di un reclamo, per prudenza rimuoviamo immediatamente il prodotto o i prodotti dal nostro sito web, mentre svolgiamo le adeguate indagini. Se viene poi verificata la non conformità, non esiteremo a intraprendere le opportune azioni di controllo con il fornitore del prodotto”.
Insomma, per ogni reclamo il brand dichiara di rimuovere immediatamente il prodotto dal sito, rilasciandone altre centinaia nello stesso esatto momento, in un circolo vizioso ultra-fast da miliardi di dollari che nuoce gravemente alla salute dei consumatori.