Il mondo onirico di Vivetta incontra le illustrazioni di Erté

La collezione autunno inverno di Vivetta immerge, fin dalla prima uscita, in un’atmosfera di misteriosa, romantica tenerezza. Tema caro alla giovane designer, il cui stile ironico e surreale ha conquistato in pochissimi anni celebrities e fashion victim.

 

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L’amore di Vivetta Ponti per le suggestioni retro’ si esprime stavolta nella citazione di un artista il cui raffinato spirito estetico è affine al suo. La collezione che ha calcato la passerella l’ultimo giorno di Milano Moda Donna si ispira infatti alle illustrazioni di Romain de Tirtoff, meglio noto come Erté. Illustratore, pittore e scenografo, Erté ha saputo cogliere la follia e la struggente bellezza di Parigi negli anni Venti e Trenta. Il jazz e il charleston, lo champagne e le risate degli anni ruggenti vivono nelle figure esili ed eleganti dagli occhi blu che popolano le sue opere, e che diventano figure chiave della collezione di Vivetta. Eteree ballerine e strampalate cowgirl convivono in un incanto surreale, avvolte in abitini di tulle così leggeri da volare via in un soffio, vestaglie preziose e cappotti d’ispirazione militare. Foglie, colibrì e ramoscelli donano un’aria squisitamente art déco a cappotti e tailleur, le lunghezze midi e i colori psichedelici richiamano gli anni ’70, mentre le figure stilizzate e i bouquet di fiori in rilievo sono in puro stile Vivetta. A completare questo mondo onirico ci pensano i cappelli di Super Duper Hats: colbacchi, turbanti, cappelli da cowgirl e coroncine di fiori, creati appositamente per la sfilata della fashion week di Milano.

 

Photo Courtesy: GM/PR Press Office

La Cina contemporanea di Laura Biagiotti

Laura Biagiotti è stata la prima italiana a sfilare in Cina, nel 1988. Da allora l’amore della stilista per l’oriente è cresciuto fino a concretizzarsi nella poetica collezione autunno inverno 2016-17 che ha sfilato la scorsa domenica a Milano Moda Donna. L’ispirazione arriva da una tavoletta che il calligrafo Pu Jie, fratello dell’Ultimo Imperatore, ha regalato alla Biagiotti in occasione del loro incontro. «Sintonia e affinità mi legano al Celeste Impero – dichiara la stilista –  e alla più grande comunità di donne del pianeta a cui, pioneristicamente, ho rivelato l’incanto del Made in Italy».

 

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Questa sintonia tra culture si rivela nel perfetto equilibrio tra est e ovest, Yin e Yang, della sfilata di moda che ha incantato Milano. Metri di frange adornano pull e cappotti, gli abiti da sera hanno il collo-imperatrice tempestato di minuscoli bottoncini, i tailleur di velluto dialogano con le leggerissime camicette d’organza. Gli abiti in mikado con borchie sono quasi delle armature da guerrieri, mentre i completi kimono in seta raccontano scene quotidiane della città di Suzhou, ispirate all’omonimo capolavoro di pittura del XVIII secolo. Le frange dei capi in maglia oversize creano un effetto astrakan e i materiali impalpabili come la seta e l’organza diventano quasi incorporei grazie al gioco di ruches. Ma il tessuto che domina la collezione è il cashmere: Laura Biagiotti ne è la regina, secondo il New York Times, e lo dimostra rivisitandolo in questa collezione autunno inverno. Migrando dal guardaroba maschile a quello femminile, il prezioso filato viene lavorato effetto jaquard oppure smagliato in seducenti squarci che lasciano la pelle nuda. La palette di colori ricalca le tonalità simbolo della Cina: rosso imperiale, giallo mandarino, bianco e beige come la carta di riso si mescolano a sfumature inedite come il fucsia e il viola intenso. Con l’eleganza che la contraddistingue, la sfilata di Laura Biagiotti si rivela una delle più raffinate e culturalmente ricche dell’intera Milano Fashion Week.

 

Photo Courtesy: Laura Biagiotti press office

Grinko, tra romanticismo punk ed echi orientali

Belief+Doubt=Sanity: il titolo della sfilata di Grinko, che ha inaugurato la settimana della moda di Milano 2016, è un invito al ragionevole dubbio, a scardinare i dogmi e mettere in discussione le certezze. Lo stilista russo presenta una collezione autunno inverno 2016-17 dai toni crepuscolari e dalle atmosfere surreali. L’ispirazione proviene dal punk degli anni ’80 e dal neoromanticismo, dalla sua terra d’origine e dal Giappone. Da qui i grafismi orientali, le cinture obi e l’elemento del Goldenfish, che in un gioco tridimensionale domina l’intera collezione, ricamato su abiti, maglioni, gonne e pantaloni.

 

 

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In questa sfilata di Milano Moda Donna la palette scelta dal designer si estende dai neri ai grigi, dal verde inglese al blu oltremare, senza dimenticare le sfumature pastello del giallo e del rosa sempre presenti nelle sue collezioni. Abiti a balze e felpe urban, scarpe basse e borse-zainetto. Per il prossimo autunno inverno, ai tagli sartoriali e ai volumi futuristici si aggiunge una ricercata selezione di tessuti. Il pizzo crochet è stato disegnato personalmente da Sergei Grinko e reso più contemporaneo dai dettagli bondage. Un utilizzo sapiente del broccato crea soluzioni originali di tridimensionalità mentre la maglieria, realizzata in una tecnica innovativa, è in motivi jacquard complessi ma leggerissimi. L’impalpabile tulle e il morbido velluto completano la gamma di sensazioni di questo viaggio introspettivo, in cui il dubbio è l’unica certezza.

Ph. Carlo Pantaleo