Medicina narrativa: il racconto diventa una cura

Il racconto del proprio dolore come cura: è questo l’elemento principale della medicina narrativa o narrative based medicine (nbm). Chi soffre di una malattia cronica e incurabile, ma anche chi assiste un malato ha bisogno soprattutto di ascolto. Così tra gli anni ’80 e ’90 negli Stati Uniti è nato questo concetto medico che sta prendendo piede anche in Italia. Il presupposto è che la malattia non sia solo un insieme di dati oggettivi e sintomi fisici, ma anche esperienza soggettiva e percezione collettiva. Il racconto scritto e orale di sofferenze fisiche, psicologiche ed emotive costituisce un elemento prezioso sia per il paziente che per i medici, che possono così costruire un percorso di guarigione unico e personale, basato sull’esperienza soggettiva del singolo caso.


In Italia i primi a cogliere le potenzialità della medicina narrativa sono stati i medici del reparto di neurologia dell’ospedale civile di Alessandria. Dal 2013 nel reparto è presente una stanza adibita alla scrittura terapeutica, dove i pazienti (ma anche medici e infermieri) sono invitati a mettere per iscritto sensazioni, emozioni e pensieri provocati dalla malattia e dalle cure. La medicina narrativa, racconta con orgoglio il medico Antonio Maconi in un’intervista, «si concentra sul ruolo relazionale e terapeutico del racconto dell’esperienza di malattia da parte del paziente e nella condivisione dell’esperienza, attraverso la narrazione, con il medico che lo cura». Il racconto assume valore terapeutico per il paziente, “costretto” a riflettere sulle reazioni del proprio corpo e della propria mente e ad interiorizzare quella “rottura biografica” che è il sopraggiungere di una malattia, che modifica la vita, le abitudini, i rapporti con gli altri. Ma scrivere e leggere queste storie è fondamentale anche per i familiari dei malati, e per medici e infermieri che ogni giorno si trovano a fronteggiare situazioni critiche. La scrittura terapeutica permette infatti diagnosi più precise e cure più mirate e personalizzate.


Tantissime sono le iniziative presenti in Italia per favorire la diffusione della medicina narrativa come metodo di cura e di ascolto del paziente. Di recente, infatti, è stato pubblicato il volume Storie Luminose, edito da 24Ore Cultura e realizzato da Novartis in collaborazione con la Fondazione ISTUD. Il libro raccoglie 50 storie di malati di sclerosi multipla, tra paura e speranza, disperazione e accettazione. La dottoressa Stefania Gori (Direttore dell’Oncologia Medica dell’Ospedale Don Calabria-Sacro Cuore di Negrar – VR) ha indetto un premio letterario dedicato a racconti di pazienti oncologici, dei loro familiari e dei professionisti a stretto contatto con il dolore. Allo stesso modo, l’Istituto Nazionale dei Tumori con Salute Donna onlus ha lanciato l’iniziativa Oncostories, mentre l’Ail in collaborazione con la scuola di scrittura Holden promuove i racconti di malati di leucemia. Un invito a scrivere è stato lanciato anche dall’ospedale civile di Alessandria con il concorso Racconta la tua storia, indetto dallo scrittore e giornalista Roberto Cotroneo, alessandrino, oggi direttore della Scuola di giornalismo della Luiss.

Strage di Capaci, 24 anni dalla morte di Giovanni Falcone

23 maggio 1992: una data impossibile da dimenticare. Ricorre oggi il ventiquattresimo anniversario della strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Tantissime sono state le iniziative su tutto il territorio nazionale in memoria di Giovanni Falcone e dei suoi ideali, in questa giornata della legalità. Al grido di “Palermo chiama e l’Italia risponde“, 800 studenti si sono riuniti nell’Aula Bunker del carcere Ucciardone di Palermo, davanti al ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, il presidente della Fondazione “Giovanni e Francesca Falcone” Maria Falcone, il presidente del Senato Pietro Grasso, il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il ministro dell’Interno Angelino Alfano, il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, il presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, il procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti. Si inizia con le note dell’Inno di Mameli per ricordare che questa è una ferita che ha colpito tutto il Paese e nel cui ricordo bisogna unirsi senza distinzioni di bandiera. Poi arriva il videomessaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.


Esprimo la mia vicinanza e la mia gratitudine a tutti voi presenti nell’aula bunker – dichiara il Presidente – a chi non si è mai scoraggiato nella battaglia contro le mafie, contro l’illegalità e contro la corruzione, a chi lo ha fatto a costo di sacrificio personale e a chi ha compreso il valore della cultura della legalità, che vive anzitutto nell’agire quotidiano. Il 23 maggio è una data incancellabile per gli italiani. La memoria della strage di Capaci è iscritta con tratti forti nella storia della Repubblica e fa parte del nostro stesso senso civico. Un assassinio, a un tempo, che ha segnato la morte di valorosi servitori dello Stato, e l’avvio di una riscossa morale, l’apertura di un nuovo orizzonte di impegno grazie a ciò che si è mosso nel Paese a partire da Palermo e dalla Sicilia, grazie alla risposta di uomini delle istituzioni, grazie al protagonismo di associazioni, di giovani, di appassionati educatori e testimoni“.


La strage di Capaci, quel doloroso 23 maggio 1992, è una ferita nel cuore di tutti coloro che vivono e credono nella legalità. Troppo poco si conosce di questa storia, sempre troppo poco se ne parla. Allora be vengano momenti come questo, in cui non si ricorda solo per dovere storico ma anche e soprattutto per educare le nuove generazioni.

Disastro aereo Egyptair: tutte le news sul volo Parigi-Il Cairo

Le prime ipotesi sul disastro aereo Egyptair di ieri si rincorrono tra comunicazioni ufficiali, tweet e smentite. «Nessuna ipotesi è da scartare, né da privilegiare» ha subito dichiarato il Presidente francese Hollande. Si valuta la pista del terrorismo islamico per spiegare l’incidente dell’aereo precipitato tra l’isola greca di Karpathos e le coste egiziane, ma anche la decisione suicida dei piloti e un guasto tecnico non sono da escludere. Il volo Parigi – Il Cairo era partito alle 23.09 di mercoledì con a bordo 56 passeggeri e 10 membri dell’equipaggio, ma l’aereo è scomparso dai radar alle 02.30 locali. Dall’analisi delle prime informazioni raccolte, si è parlato di una bomba a bordo ma l’ipotesi non è ancora confermata. Malgrado i sospetti aumentino con il passare delle ore, il segretario di Stato Usa John Kerry invita a non speculare.


In questo momento è importante ritrovare i resti dell’aereo precipitato per poter fare luce sulla faccenda. Nella notte tra ieri e oggi, la marina egiziana ha annunciato di aver trovato «pezzi di rottami e oggetti di passeggeri 295 chilometri a nord di Alessandria», come ha subito trasmesso la televisione egiziana. Ma la compagnia aerea Egyptair ha dovuto smentire il ritrovamento. Altre notizie contraddittorie arrivano dagli Usa, dove la rete televisiva NBC ha affermato che i satelliti spia Usa che orbitano sul Mediterraneo avrebbero registrato un’esplosione in volo. Anche questa news è stata smentita dall’intelligence, nonostante il capitano di una nave mercantile abbia raccontato di aver visto «fiamme nel cielo» nelle vicinanze del punto di sparizione dell’airbus. La vicenda dell’aereo scomparso in volo da Parigi a Il Cairo coinvolge le forze congiunte di Francia, Egitto, Grecia. Ma anche gli Usa stanno partecipando alla ricerca dei resti dell’airbus e dall’Italia, nonostante l’assenza di cittadini italiani sul volo, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha assicurato la sua vicinanza e il suo sostegno ai Paesi colpiti.


Quello che si sa al momento sul disastro aereo Egyptair è che 10 minuti prima della scomparsa andava tutto bene a bordo. Dall’aviazione civile di Atene raccontano: «I nostri operatori hanno parlato con il capitano dell’aereo mentre sorvolava la Grecia e non è stato segnalato alcun problema a bordo, il pilota era di buon umore». La compagnia aerea ha spiegato in un tweet che l’aereo scomparso avrebbe lanciato un segnale d’allarme, ma anche in questo caso le news dall’Egitto sono contraddittorie. Quel che è certo è che l’aereo ha iniziato a compiere brusche virate quando si trovava a un’altitudine di 37mila piedi (circa 11.300 metri), per poi scomparire dai radar insieme alle 66 persone a bordo.

Morto Marco Pannella, il leader radicale si è spento a 86 anni

Marco Pannella è morto oggi, poco prima delle due, in un letto della clinica romana di Nostra Signora della Mercede. Il leader radicale, guerriero della lotta politica rispettato da compagni di partito e antagonisti per la determinazione con cui portava avanti le sue idee, aveva compiuto 86 anni lo scorso 2 maggio. Lottava contro un tumore al fegato e uno ai polmoni e non lo ha mai nascosto. Da marzo si era ritirato dalle attività pubbliche nella sua casa in Via della Panetteria a causa di un peggioramento delle sue condizioni. L’aggravamento e il ricovero di ieri è stato annunciato da Radio Radicale e oggi la stessa emittente ha dato la notizia della sua scomparsa con il Requiem di Mozart.


La morte di Marco Pannella è stata commentata dagli esponenti della scena politica italiana a colpi di tweet e frasi di cordoglio. Il primo è stato il premier Matteo Renzi: “E’ la scomparsa di un grande leader italiano, che ha segnato la storia dell’Italia – ha detto – Vorrei a nome mio personale e del governo e della forza politica che rappresento fare un grande omaggio alla storia di questo combattente e leone della libertà“. Pietro Grasso ha espresso il suo cordoglio con grande rispetto per la determinazione con cui Pannella ha affrontato la malattia. “Marco Pannella ha affrontato la malattia con la stessa fierezza con la quale, per decenni, si è battuto per le cause in cui credeva. Dobbiamo moltissimo a quest’uomo forte e appassionato che, come accade raramente, è stato sempre stimato anche dai suoi avversari. Con lui se ne va un protagonista assoluto della storia repubblicana e delle battaglie per i diritti civili. Addio Marco“. Gli hashtag #MarcoPannella e #ciaoMarco hanno invaso i social. Breve e commosso il messaggio di Marianna Madia. “#CiaoMarco ci mancherai“, ha scritto il ministro. Marco Pannella è stato un personaggio politico forte, tanto contrastato quanto rispettato e la sua morte ha sconvolto tutti. Lo afferma nel suo commosso ultimo saluto Emma Bonino, l’altra leader radicale la cui storia politica è inevitabilmente intrecciata a quella di Pannella: “Mancherà molto a me, ma anche ai suoi avversari“.

Ritrovata la lettera di Cristoforo Colombo, annunciava la scoperta dell’America

Forse nell’era degli smartphone è difficile crederlo, ma ci sono lettere capaci di cambiare il mondo e la storia dell’umanità. Così tra le tantissime lettere scritte nei secoli, tra pagine e pagine di carta e fiumi di inchiostro, se ne nascondeva una che il mondo lo ha cambiato per davvero. Si tratta della lettera di Cristoforo Colombo, stampata nel 1493, in cui l’esploratore annunciava di aver scoperto l’America. Una missiva dal valore inestimabile, che ha segnato la nascita di quello che veniva chiamato “Nuovo Mondo”, sicuramente intrisa di tutta l’emozione e l’orgoglio che una scoperta come quella poteva procurare al genovese. Rubata dalla biblioteca Riccardiana di Firenze, la lettera di Cristoforo Colombo ha conosciuto un lungo peregrinare, simile a quello del suo autore. Anche il prezioso oggetto, infatti, è giunto negli Stati Uniti, è stato venduto all’asta nel 1992 e acquistato da un privato per la cifra di 400 mila dollari. La biblioteca del Congresso di Washington l’ha poi ricevuta tramite una donazione privata. In Italia l’indagine si è aperta nel 2012, partita da una denuncia di furto della Biblioteca Nazionale di Roma. Il lavoro eccellente dei carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale (Tpc) ha permesso infine di riportarla nella patria di Colombo.


Il generale Mariano Mossa, comandante dei carabinieri del Tpc, ha riconsegnato la lettera alla presenza del ministro dei Beni e delle Attività culturali e del turismo Dario Franceschini e dell’ambasciatore degli USA in  Italia, John R. Phillips raccontando il viaggio compiuto dal prezioso reperto storico. La lettera di Cristoforo Colombo è stata recuperata grazie all’attività congiunta delle forze dell’ordine italiane e americane, e alla straordinaria conoscenza dei traffici illeciti di beni librari da parte dei carabinieri del Tpc. Incrociando i dati di diverse indagini in questo settore, alcune delle quali ancora in corso, è stato possibile risalire ai movimenti della lettera e ritrovarla nella biblioteca del Congresso di Washington. I dettagli delle indagini verranno resi noti il 18 maggio alle 11 a Roma, presso la Biblioteca Angelica. Il ritorno della lettera di Cristoforo Colombo in Italia è, come lo hanno definito il ministro Franceschini e l’ambasciatore Phillips, “un fatto simbolico che segna l’amicizia e la totale collaborazione che c’è tra i Paesi“.

17 maggio, Giornata Mondiale contro l’Omofobia: in Italia non è ancora reato

17 maggio 2016: si celebra anche in Italia la Giornata Mondiale contro l’Omofobia. Una data precisa, per ricordare il giorno in cui, nel 1990, l’OMS rimosse definitivamente l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali. Sono passati 26 anni e la lotta contro ogni tipo di discriminazione sembra essere ancora lunga. L’International Lesbian, Gay, Bisexual and Trans and Intersex  Association ha infatti reso noto il report annuale che misura diritti e discriminazioni in 125 Paesi del mondo. Mauritania, Yemen, Arabia Saudita e molti altri: ancora in 13 nazioni è prevista la pena di morte per atti omosessuali. In Russia, Ucraina e altri 15 paesi  sono state promosse leggi che limitano la libertà sessuale. Intanto, però, cresce il numero di governi che varano leggi contro l’omofobia: in 22 è stato riconosciuto il matrimonio gay, in altri 24 le unioni civili. L’accettazione sociale dell’omosessualità ha fatto passi da gigante. Secondo lo studio dell’associazione che si batte per i diritti lgbt, il 67% della popolazione intervistata pensa che i diritti civili dovrebbero essere riconosciuti a tutti senza distinzioni di orientamento sessuale.


Dopo la legge sulle unioni civili, in occasione della Giornata Mondiale contro l’Omofobia si torna a parlare di leggi per la tutela dei diritti di tutti.  L’Arcigay denuncia che nell’ultimo anno gli episodi segnalati di violenza contro gli omosessuali sono stati 104: è necessario che una legge dica no alle discriminazioni. La legge sull’omofobia, approvata dalla Camera il 20 settembre 2013, è ferma da allora. Ne ha parlato oggi il Presidente della Camera Laura Boldrini: “È importante riaffermare la necessità di un impegno culturale, ma anche di efficaci deterrenti. La legge che introduce nell’ordinamento il reato specifico può aiutare il nostro Paese a prendere atto dei cambiamenti già avvenuti nella società. La norma, votata alla Camera e adesso all’esame del Senato, da sola non sarà certo sufficiente ma colmerà un vuoto legislativo che pesa e ci farà fare un altro passo avanti sulla strada dei diritti. Mi auguro che venga approvata in via definitiva al più presto. L’Italia ne ha bisogno“. Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha preso posizione. La Giornata Mondiale contro l’Omofobia, ha detto, “offre l’occasione di riflettere sulla centralità della dignità umana e sul diritto di ogni persona di percorrere la vita senza subire discriminazioni. Sulla capacità di respingere ogni forma di intolleranza si misura la maturità della nostra società. L’intolleranza affonda le sue radici nel pregiudizio e deve essere contrastata attraverso l’informazione, la conoscenza, il dialogo e il rispetto“.

Il bonus bebè raddoppia: ecco la proposta del Ministro Lorenzin

Il bonus bebè raddoppia per far fronte alle esigenze delle famiglie in difficoltà economiche: questa è solo una delle proposte del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin per contrastare un calo delle nascite sempre più allarmante. Lo rivela lei stessa in un’intervista. «Se andiamo avanti con questo trend, senza riuscire a invertirlo, tra dieci anni cioè nel 2026 nel nostro Paese nasceranno meno di 350 mila bambini all’anno, il 40% in meno del 2010. Un’apocalisse». In un Paese che invecchia di anno in anno e in cui le culle rimangono vuote, è indispensabile rafforzare la politica di sostegno alle famiglie. Se le giovani coppie scelgono di non avere più bambini o di averne uno solo, continua il Ministro, «non può non esserci una correlazione con la crisi economica, per questo il bonus può avere un significato importante per i circa due terzi dei genitori che stanno sotto la soglia di 25mila euro di Isee». Al momento, infatti, il bonus bebè viene elargito alle famiglie il cui calcolo Isee è al di sotto di questa cifra, con un aiuto economico di 80 o 160 euro al mese in base a due diverse fasce di reddito. Nel progetto che la Lorenzin vorrebbe inserire nella legge di Stabilità, il bonus bebè raddoppia: 160 o 320 euro per il primo figlio, cifre ancora più alte per i successivi. Un’idea ancora più ambiziosa sarebbe quella di allargare il numero delle famiglie, coinvolgendo quelle il cui calcolo Isee arrivi a 30mila euro.


Si tratta al momento solo di ipotesi, ma il Ministero della Salute che le sta vagliando sa bene che non basta un provvedimento una tantum per risolvere il problema della natalità. «Potenziare e rafforzare il bonus bebè rappresenta la direzione giusta e una misura-chiave per riavviare il motore delle nascite in Italia – ha dichiarato il Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, con delega alla famiglia, Enrico Costaperché ogni euro che mettiamo o lasciamo in tasca alle famiglie, nell’ambito di un quadro di misure chiare e organiche, ritorna allo Stato in termini di nuove nascite, spinta propulsiva, consumi, crescita e sviluppo del Paese». Ma ci sono altre questioni da analizzare e risolvere con soluzioni a lungo termine, come spiega il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo. «Resta il fatto che la politica del “bonus” rientra nella logica dei provvedimenti tampone e della provvisorietà: vanno anche bene, ma per uscire dall’emergenza in modo definitivo servono scelte strutturali – ha scritto in una nota – Se non diamo stabilità al lavoro dei giovani e non diamo loro certezze nel futuro con realistiche prospettive di sviluppo, si continueranno a non fare figli, nonostante il bonus bebè».


«Ad esempio il sostegno alla maternità, che deve recuperare un prestigio sociale e non deve rappresentare un ostacolo per il lavoro – conferma Beatrice LorenzinÈ importante anche il tema dei servizi, come gli asili nido, che devono essere abbastanza per permettere ai genitori di continuare a lavorare quando hanno bambini piccoli o di non svenarsi per pagare le baby sitter. Poi c’è la questione più sanitaria della fertilità. Bisogna che si prevengano i problemi che impediscono di fare i figli». Il Ministro della Salute si dichiara sicura che il premier Renzi, anche lui padre di due figlie, non potrà che appoggiare questa proposta.

Papa Francesco: donne diacono, storica apertura della Chiesa

Papa Francesco ha spiazzato tutti ieri, parlando del ruolo delle donne nella Chiesa durante l’udienza con l’Unione internazionale delle superiori generali. Per secoli la presenza femminile nelle cariche religiose è stata quasi un tabù, ma Bergoglio è pronto a mettere in discussione la questione. La proposta è quella di permettere il diaconato femminile: si tratta del primo grado dell’ordine sacro, con cui si possono celebrare per esempio i matrimoni e i battesimi. Dialogando con le suore, Francesco ha raccontato di essersi posto la questione qualche anno fa con un «buon, saggio professore». Le donne diacono erano presenti nella Chiesa primitiva, ma il loro ruolo e le loro funzioni sono tuttora sconosciuti. «Mi sembra utile avere una commissione che chiarisca bene questo ruolo» ha detto il Papa nel corso dell’incontro.


Non è la prima volta che la questione del clero esclusivamente maschile e del ruolo della donna nella Chiesa vengono messi in discussione. Sembra che Bergoglio si è sempre interessato alla cosa, probabilmente influenzato dalla sua provenienza sudamericana. Lì le cariche clericali al maschile sono un vero problema per la Chiesa cattolica, tanto da favorire la partecipazione femminile alle sette. Subito dopo la sua elezione, Papa Francesco ha parlato di “teologia delle donne” e in una lunga intervista del 2013 ha dichiarato «Le donne stanno ponendo domande profonde che vanno affrontate. La donna per la Chiesa è imprescindibile. Il genio femminile è necessario nei luoghi in cui si prendono decisioni importanti. La sfida oggi è proprio questa». Ancor prima, nel Congresso Eucaristico di Siena 1994, era stato il cardinale Carlo Maria Martini a proporre di reinserire la figura delle donne diacono nella Chiesa cattolica. Proposta ripresa nel Sinodo dei Vescovi lo scorso ottobre dal reverendo Jeremias Schroeder, presidente della Congregazione benedettina di St.Ottilien, in Baviera, senza però avere alcun seguito.


Riprendendo il discorso sulle donne diacono ieri all’udienza dell’Uisg, Papa Francesco si è detto pronto a coinvolgere le donne nelle posizioni decisionali, auspicando «anche che possano guidare un ufficio in Vaticano». Non si tratta di femminismo, ha concluso il Pontefice, ma di «un diritto di tutti i battezzati: maschi e femmine».

Unioni Civili: ormai a un passo dal voto definitivo, i punti cardine della legge

Poche ore fa, la Camera ha votato la fiducia posta dal governo sul ddl delle Unioni Civili. Si tratta di un momento storico, a un passo dal voto definitivo che avverrà stasera alle 19. Sono stati 369 i voti a favore, 193 i contrari. Solo i deputati Vincenza Labriola e Rudi Franco Marguerettaz del gruppo misto si sono astenuti dal voto. I renziani rivendicano il risultato, ed è lo stesso premier Matteo Renzi il primo a festeggiare con un tweet: “È un giorno di festa per tanti, oggi“. Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, da ieri anche titolare della delega per le Pari Opportunità, si è presentata in aula con una piccola coccarda arcobaleno, e così hanno fatto altri deputati per rendere visibile il proprio appoggio alla legge sulle Unioni Civili. Come previsto, però, il voto di fiducia ha dato il via a reazioni contrastanti. I promotori del Family-Day hanno twittato una poco elegante immagine del fondoschiena della Boschi con la scritta “Unioni Civili: la Boschi ci mette la faccia“. Dalla Chiesa è arrivato ieri il commento del segretario della Cei Nuzio Galantino che ha commentato la decisione di votare la fiducia con un lapidario “è una sconfitta per tutti“.


Tra festeggiamenti e critiche, la verità è che per molti cittadini italiani non è ancora chiaro cosa comporti esattamente la legge sulle Unioni Civili. Il ddl introduce due nuovi istituti civili, per le coppie omosessuali e per le coppie etero non sposate. Come nel matrimonio, l’unione tra due persone dello stesso sesso verrà celebrata “di fronte all’ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni” e poi registrata nell’archivio dello stato civile. Anche gli obblighi reciproci dei partner saranno simili a quelli di una coppia sposata: “dall’unione deriva l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione” ed entrambi dovranno contribuire ai bisogni comuni in base alle loro possibilità lavorative, sceglieranno insieme l’indirizzo da dare alla famiglia e si impegneranno a rispettarlo. Non è previsto invece l’obbligo alla fedeltà.  Il regime ordinario è la comunione dei beni, la pensione di reversibilità e il Tfr maturato spetteranno al partner. Per la successione valgono le norme in vigore per il matrimoni: al partner superstite va la “legittima”, cioè il 50%, e il restante va agli eventuali figli. Per un eventuale scioglimento dell’unione si applica la legge sul divorzio del 1970, ma senza il periodo di separazione obbligatorio. La stepchild adoption, uno dei punti più critici della legge sulle Unioni Civili, rimane di fatto nell’ambiguità. Con la dicitura “resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozioni dalle norme vigenti”, i Tribunali avranno il potere di concedere o meno la stepchild adoption in base ai singoli casi.


L’altro punto focale della legge sulle Unioni Civili è la convivenza tra partner di sesso opposto non sposati. Nella legge questo rapporto viene definito come convivenza tra “due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile”. Anche in questo caso, la coppia acquisisce alcuni diritti equivalenti a quelli di un matrimonio. L’assistenza in carcere o in ospedale e le decisioni in materia di salute e di donazione degli organi, nel caso in cui uno dei due non fosse capace di intendere e di volere, saranno garantiti tra i conviventi come tra marito e moglie. In caso di cessazione della convivenza, un giudice può decidere che uno dei due debba ricevere gli alimenti dall’altro, in base alla durata della convivenza e alla capacità economica di entrambi.


Rimane ormai solo un ultimo passo affinché la legge sulle Unioni Civili diventi realtà in Italia così come in molti altri Paesi Europei, e tante coppie vedano finalmente rispettati e garantiti i propri diritti.

Mondadori acquista Banzai Media e diventa il primo editore digitale in Italia

Ieri è stata una giornata storica per l’editoria italiana: siglato l’accordo milionario tra Arnoldo Mondadori Editore e Banzai per l’acquisto della divisione media della società. La casa editrice di Segrate ha acquisito così network come Pianetadonna, Giallozafferano, Studenti.it, Mypersonaltrainer, per un pubblico totale di 17,1 milioni di utenti unici, che si aggiungono agli 8,9 del gruppo Mondadori e che gli permettono di diventare il maggior editore italiano anche nel digitale. «Siamo particolarmente orgogliosi di aver raggiunto un altro importante traguardo nel piano di sviluppo di Mondadori dopo l’operazione Rizzoli Libri – afferma Ernesto Mauri, amministratore delegato del Gruppo Mondadoriche ci consolida nella posizione di primo gruppo editoriale italiano. In questi mesi stiamo vivendo una nuova fase di crescita, finalizzata all’ulteriore rafforzamento delle nostre attività strategiche: i libri e i magazine».


Banzai ha ceduto il suo comparto media – ad eccezione del settore news di cui fanno parte ilPost e Giornalettismo – per 41 milioni di euro più altri 4 earn-out, ovvero premi che verranno pagati al raggiungimento di obiettivi futuriLa società può così concentrarsi sull’attività di e-commerce, che cresce esponenzialmente in Italia come rivela l’amministratore delegato di Banzai Pietro Scott Jovane. «Banzai si concentra sull’e-commerce – afferma – la nostra strategia viene ulteriormente rafforzata dai proventi della cessione di Banzai media holding. Dotiamo quindi il nostro gruppo e-commerce di risorse determinanti per accelerare la crescita, anche alla luce degli incoraggianti dati di sviluppo del mercato del commercio elettronico che in Italia è atteso crescere nei prossimi cinque anni, sopra la media di Francia, Regno Unito e Germania». E intanto Mondadori assume la leadership indiscussa nei verticali women, food, wellness, confermandosi maggior gruppo editoriale d’Italia. La casa editrice di Marina Berlusconi si prepara a una fase di cambiamento, con un’evidente attenzione verso il pubblico digitale. «Oggi – prosegue Mauri – abbiamo concluso un’operazione che ci darà un deciso impulso nel digitale, indispensabile per far evolvere i nostri magazine. L’acquisizione di Banzai Media Holding ci permette di accelerare il processo di trasformazione del nostro Gruppo».

Sembrava terrorismo, invece era matematica

Probabilmente chi insegna matematica è abituato a sentirsi dire di tutto: la maggior parte degli studenti non ha in simpatia questa materia. Ma che la matematica venga scambiata per terrorismo, è un evento raro. Eppure è successo al torinese Guido Menzio, professore di economia all’Università della Pennsylvania. Il professore si trovava all’aeroporto di Philadelphia su un volo per Syracuse per tenere un discorso alla Queen’s University di Ontario, in Canada. A bordo dell’aereo dell’American Airlines, in attesa del decollo, stava prendendo appunti cercando di risolvere un’equazione di cui avrebbe parlato durante la conferenza. Il taccuino con segni (per qualcuno!) incomprensibili, insieme ai tratti evidentemente mediterranei dell’uomo,  hanno provocato l’equivoco. Pensando che il professore dai capelli ricci e dalla pelle olivastra fosse un terrorista, la vicina di posto ha scatenato il panico. «La passeggera seduta accanto a me ha chiamato l’hostess e le ha passato un biglietto» ha raccontato il professore quarantenne scambiato per un terrorista. L’aereo, che si trovava sulla pista in attesa del segnale per il decollo, è ritornato al gate e il professor Munzio è stato interrogato da un funzionario al quale ha spiegato l’equivoco.


Niente terrorismo, era solo matematica. Il professore ci scherza su, dispiacendosi per il ritardo del volo provocato dall’assurdo equivoco. «Stavo cercando di risolvere un’equazione differenziale legata a un intervento che dovevo tenere alla Queen’s University di Ontario, in Canada –  ha spiegato – Sarebbe bastato che avessero fatto una rapida ricerca su internet per capire che non ero un terrorista». La donna però non poteva certo immaginare di trovarsi di fronte a un pluripremiato ricercatore della prestigiosa Ivy League, il network che unisce le più importanti università degli Stati Uniti. Il buffo episodio, che si è risolto con un ritardo e qualche grassa risata, rivela però la paura che gli attacchi terroristici hanno ormai instillato in tutto il mondo occidentale.