Una Grace Kelly in versione moderna e rivisitata è la figura che ispirato la collezione primavera estate 2017 di Esme Vie, presentata lo scorso sabato ad Altaroma. La stilista russa Julia Voitenko, che vive ormai stabilmente a Milano, ama dare un’impronta bon ton alle collezioni del suo brand ispirandosi alla moda anni ’50 e ’60. Così anche per la prossima primavera estate le silhouette sono a clessidra, con gonne a ruota e soprabiti a uovo, tipiche degli anni d’oro della moda italiana.
La collezione che ha sfilato ad Altaroma si chiama Zefiro e, proprio come il vento che preannuncia la primavera, è delicata ed elegante. La ricerca di equilibrio nelle proporzioni e di raffinatezza nei materiali ha portato Esme Vie a una collezione iperfemminile: le sete pregiate si tingono di colori sorbetto come verde menta, rosa, crema, giallo limone. Il rigore delle linee trapezoidali si ingentilisce grazie alle romantiche applicazioni di fiori, che creano un immaginario ponte tra volumi architettonici ed elementi naturali. Esme Vie distribuisce femminilità su metri e metri di pura seta, lavorata con una tecnica artigianale che la renda ancora più morbida. Sulla passerella di Altaroma 2016 sfilano abiti da sera sofisticati che fondono la magia della moda anni ’50 con un’ispirazione più contemporanea, per un risultato elegante e lieve come la brezza primaverile.
Autore: Giovanna Errore
Altaroma 2016: Addy van den Krommenacker e il suo giardino delle delizie
Altaroma 2016 si è rivelata il teatro di un incontro tra culture nel fertile campo della moda e dell’arte. Tra i numerosi eventi di respiro internazionale, nell’ambasciata olandese sabato pomeriggio lo stilista Addy van den Krommenacker ha fatto sfilare i suoi abiti d’alta moda. I primi modelli erano stati presentati poco prima al sovrano dei Paesi Bassi, Re Guglielmo Alessandro, in anteprima assoluta. La collezione omaggia il 500° anniversario della morte del pittore olandese Hieronimus Bosch riproducendo le sue tele su abiti da sera in chiffon e organza, pizzo e broccato, gonne plisseé soleil e tessuti stampati. Addy van der Krommenacker ha tratto ispirazione soprattutto dal Giardino delle Delizie, forse il più grande quadro del pittore suo conterraneo, che però non si trova in Olanda. “Con le mie creazioni, intendo riportare il capolavoro a casa” ha dichiarato.
Per la sfilata di Altaroma, il designer ha scelto di suddividere la collezione in tre sezioni rifacendosi al trittico di Bosch: Foresta, Cielo e Essential. La prima parte della sfilata d’alta moda, Foresta, simboleggia la parte naturale delle donne. Dominano il colore verde e il broccato, realizzato con una nuova tecnica brevettata da van den Krommenacker insieme ai tessuti stampati. La sezione Cielo rappresenta il romanticismo femminile, interpretato da eterei abiti da sera in chiffon ed organza arricchiti con pizzo e dai colori pastello, contrapposti al rosso fuoco simbolo di passione e desiderio. Infine l’ultima parte, Essential, racchiude appunto l’essenza del genere femminile, rappresentata da colori ancora più chiari, tessuti ariosi e leggerissime trasparenze. Ad Altaroma Addy van den Krommenacker ha presentato anche tre scialli in prezioso chiffon di seta italiana legati ai tre temi della sfilata Foresta, Cielo ed Essential, già sold out in Olanda.
La primavera estate 2017 di Angelos Bratis sfila ad Altaroma
Stilista greco che ha raggiunto il successo in Italia e oggi vive in Inghilterra, Angelos Bratis è capace di cogliere le suggestioni classiche di Roma ed Atene e convogliarle in uno stile fresco e moderno. Lo ha fatto anche con la sua moda primavera estate 2017, presentata ad Altaroma 2016. Da qui è partito, vincendo nel 2011 il concorso di Vogue Italia e Altaroma Who is on next? che lo ha portato sotto i riflettori del sistema moda internazionale. E qui ritorna con una collezione che sa di estate, di vacanze, di quella Grecia un po’ mitizzata in cui dominano l’azzurro del mare e il bianco delle case isolane. Atmosfera vacanziera ma anche fortemente contemporanea, quella che Angelos Bratis ha portato in passerella.
La collezione si chiama Doric e si compone di capi morbidi ma dal taglio deciso. I volumi degli abiti, delle t-shirt, dei completi derivano da una rivisitazione in chiave neo-classica del peplo, che diventa sensuale e si modernizza grazie alle fantasie geometriche e agli accessori raffinati. Non può mancare il drappeggio, arte in cui Angelos Bratis eccelle e che è diventata la sua firma, a modellare abitini e cardigan che accarezzano le forme. Dominano il bianco, il nero, il blu e un leggerissimo azzurro carta da zucchero, rubati alle splendide isole del Mar Egeo.
Altaroma 2016, sfila la collezione “Mono Tona” di Sabrina Persechino
Sabrina Persechino presenta ad Altaroma 2016 la sua sfilata di moda autunno inverno 2016-17. La collezione si chiama Mono Tona e prende ispirazione dal concetto di funzione monotona in matematica, cioè una funzione che mantiene l’ordinamento tra insiemi ordinati. La ricerca estatica di Sabrina Persechino parte dal non-colore per eccellenza, il nero, e diventa una funzione monotona crescente e poi decrescente. Cresce con insiemi cromatici che si aggiungono pian piano al nero, decresce fino ad arrivare al bianco passando per diverse tonalità di grigio.
Nell’usuale connubio tra moda e architettura, Sabrina Persechino esplora volumi regolari e monolitici che si ispirano a uno stile minimalista. La sfilata di moda porta in passerella abiti dalle linee regolari, minimaliste, quasi austere in alcuni look. Un’essenzialità che si ispira al motto di Mies van der Rohe “Less is more” e crea un rigore sofisticato ed equilibrato. Ispirandosi all’architettura minimalista, Sabrina Persechino non può fare a meno di citare il Giappone, con abiti paillettes dalle maniche a kimono. Con l’uso sapiente di cachemire, faille, tasmanie, pelle lamé e spalmati, la compostezza delle forme si traduce anche in equilibrio materico. L’apparente monocromia della collezione è spezzata dal delicato intreccio di rami su fondo bianco, in cui volumi architettonici ed elementi naturali si fondono. Sabrina Persechino sceglie come location il The Church Palace Hotel, recentemente restaurato proprio da lei con l’appoggio del proprietario Pietro di Pierri. L’atmosfera raffinata in bianco e nero attraverso varie sfumature di grigi contribuisce a sottolineare l’impianto cromatico della collezione.
Paris Haute Couture: l’alta moda boho chic di Zuhair Murad
Abiti eleganti preziosi come gemme, che dalle gemme prendono in prestito anche le brillanti sfumature: rubino e lapislazzulo, viola imperiale, caprifoglio e oro antico. La palette che ha sfilato sulla passerella della Paris Haute Couture firmata Zuhair Murad è luccicante e sfarzosa. Lo stilista libanese interpreta il suo amore per il lusso in chiave boho-chic con abiti lunghi movimentati da balze e frange. L’eccesso di decorativismo è stemperato dall’uso di elementi nuovi, il cardigan lungo e gli stivali alti, il cinturone in vita e il cappello a tesa larga da principessa cowgirl. Pizzo, seta, chiffon, velluto creano giochi di trasparenze un po’ regali e un po’ gipsy, in un mix di sfumature sensuali. In questo quadro Zuhair Murad inserisce con grazia l’ispirazione derivata dalle tele di Klimt, i cui elementi pittorici sono ripresi e dipinti a mano su abiti ampi dal corpino affusolato.
Il vero coup de théâtre, come in ogni collezione d’alta moda che si rispetti, arriva alla fine: la sposa di Zuhair Murad è una delle più attese sulle passerelle della Paris Haute Couture. Il designer abbandona il casto bianco per un oro anticato che ricorda gli abiti opulenti della Principessa Sissi. «Volevo renderlo un po’ vintage – ha dichiarato Murad parlando dell’abito che ha concluso la sfilata – come quando guardi una vecchia fotografia, con un tocco boho gipsy chic».
Haute Couture: Elie Saab e la sua dedica a New York
Elie Saab è il principe dell’haute couture, da quando ha cominciato a calcare le passerelle con le sue creazioni. Romantiche, sensuali, regali e un po’ disneyane, le sue sfilate sono una garanzia di sogno ad occhi aperti. Per la Paris Haute Couture 2016, lo stilista libanese ha scelto di dare un taglio più concreto ai suoi vestiti da sogno, prendendo come ispirazione la città che non dorme mai. New York City fa infatti da filo conduttore alle uscite dell’alta moda autunno inverno 2016-17, condensata in due elementi estetici: il profilo Art Deco dello skyline e gli uccelli variopinti che ne solcano il cielo. Il Chrysler Building diventa arioso, etereo, riprodotto su abiti di tulle e velluto con profonde scollature, mentre colombe e gabbiani prestano le loro piume a raffinate creazioni in velluto. Piume e cristalli spezzano la leggerezza dello chiffon in ball-gowns da principessa, seta e velluto modellano abiti a colonna con lunghi spacchi.
La collezione risulta nel complesso più tesa, concreta, strutturata di altre, ma non cancella l’atmosfera fiabesca che Elie Saab è sempre capace di creare. Gli abiti da moderna principessa assumono solo un piglio più deciso, moderno e metropolitano. La novità di stagione? Alla Paris Haute Couture, lo stilista ha presentato le sue prime creazioni d’alta moda per bambine, che riproducono fantasie e decorazioni delle versioni adulte per piccole abitanti di una New York da fiaba.
Paris Haute Couture: femminilità e romanticismo nella sfilata Ralph & Russo
C’è tutto in questa sfilata haute couture firmata da Ralph & Russo, la coppia inglese che ha conquistato la Francia. Ci sono eleganza e sensualità, ricami e trasparenze, spacchi vertiginosi e completi castigati. Tutto ciò, insomma, che si possa definire femminile. In passerella sfila un abito in pizzo macramé con spacco inguinale e profonda scollatura a V che lascia ben poco all’immaginazione, e poi una gonna a matita lunga al ginocchio, abbinata alla giacchina vaporosa con fiori applicati. Un abito chemisier di taffetà giallo lime e poi un abitino romantico di un delicato tulle rosa confetto con minuscoli boccioli. Il tutto permeato da un fascino chic un po’ hollywoodiano, da diva d’altri tempi che nasconde lo sguardo sotto un immenso cappello. Conclude la sfilata un abito da sposa a sirena ricoperto di fiori di tulle applicati con maestria.
Il direttore creativo Tamara Ralph e il CEO Michael Russo non hanno puntato a stupire in questa Haute Couture Week, ma a confermare la perfezione e la cura dei dettagli con cui ogni abito viene confezionato. D’altra parte, Ralph & Russo è stata la prima casa di moda britannica ad accedere alla settimana dell’haute couture di Parigi proprio per il rinomato savoir faire che percorre ogni loro collezione, qui confermato ma senza fuochi d’artificio.
Haute Couture 2016, Giambattista Valli incanta anche Céline Dion
La settimana dell’alta moda a Parigi è il territorio dell’impossibile: abiti unici sfilano sotto lo sguardo incantato degli happy few che possono ammirarli dal vivo. Alla sfilata di Giambattista Valli la spettatrice più appassionata è Céline Dion. Seduta in prima fila con uno splendido abito a fiori dello stilista, la cantante canadese non sa nascondere il proprio stupore davanti alle creazioni magistrali di tulle, velluto e taffetà di seta che scorrono in passerella. Due pollici in su e un urlo “BRAVO!” alla fine della sfilata danno voce al pensiero di tutti: Giambattista Valli è un mago dell’haute couture, terreno in cui si muove con grazia di stagione in stagione.
La collezione presentata alla settimana dell’alta moda di Parigi conferma l’amore del designer per i tessuti preziosi, i volumi esagerati e le applicazioni. L’ispirazione sembra arrivare dall’imperatrice Giuseppina, la moglie di Napoleone famosa (anche) per il suo immenso guardaroba. Le maniche a sbuffo dai volumi esagerati, il taglio sotto il seno e le gorgiere donano un tocco regale agli splendidi abiti di Valli impreziositi da delicate stampe floreali e cristalli brillanti. Probabilmente l’imperatrice non avrebbe indossato gonne così corte né top off-shoulders che lasciano intravedere l’ombelico, ma avrebbe apprezzato gli abiti lunghi di tulle dal taglio a impero, le opulente cappe in organza e i capispalla di pelliccia in colori pastello. Chiudono la sfilata di Giambattista Valli tre abiti che sono ormai una costante in ogni sua collezione haute couture: nuvole di tulle che sembrano inghiottire le modelle e fluttuare da sole in passerella. E la signora Dion rimane incantata.
Vittorio Sgarbi annuncia la #MissioneMonaLisa: “Riporterò la Gioconda in Italia!”
Il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi ha deciso di imbarcarsi in una crociata personale e nazionale: riportare la Monna Lisa in Italia. Il progetto, lanciato su twitter con l’hashtag #MissioneMonnaLisa, ha raccolto tantissimi seguaci e altrettanti scettici. L’idea è semplicemente quella di aprire un dialogo con Parigi, magari proporre uno scambio, per riavere indietro il capolavoro di Leonardo da Vinci. Dipinta intorno al 1503-1506, la Gioconda è stata nei secoli oggetto di studi non solo per i critici d’arte, ma anche per psicologi che cercano di coglierne i significati nascosti dietro l’enigmatico sorriso, ispiratore di altri pittori, scrittori, poeti, registi. La sua presenza al museo del Louvre a Parigi è stata sempre molto contestata, nonostante sia stato lo stesso Leonardo a portarla in Francia nel 1516 per venderla a Francesco I insieme ad altre opere. Non si tratta di un furto quindi, come molti credono. Ciononostante Vittorio Sgarbi ritiene che sia arrivato il momento di “riportarla a casa”. E pensa anche che non sia un’impresa così difficile. «Le cose bisogna saperle chiedere e io so farlo» ha dichiarato in questo video pubblicato sui suoi profili ufficiali di facebook e twitter il primo luglio.
Appena un’ora fa, il critico ha rilanciato: un altro video sulla pagina facebook ritrae Vittorio Sgarbi alla guida di un’auto. «Anziché stare su facebook a lamentarmi e a scrivere commenti idioti e sgrammaticati come molti di voi, sto andando direttamente a Parigi per riportare a casa Monna Lisa, perché se non vado da sola non ritorna». Non ci resta che aspettare l’esito della #MissioneMonnaLisa.
Elezioni in Austria: Norbert Hofer ottiene l’annullamento del ballottaggio
Elezioni in Austria: niente di fatto. Sono stati annullati dalla Corte Costituzionale i risultati del ballottaggio dello scorso 23 maggio, in cui Alexander Van der Bellen aveva ottenuto la vittoria sull’avversario Norbert Hofer. Si tratta del primo caso di annullamento delle elezioni presidenziali in Austria. I primi sospetti si erano palesati poco dopo il ballottaggio, vinto da Van der Bellen per lo 0,7% di voti: il partito avversario Fpö sospettava che nel conteggio dei voti ci fossero state delle irregolarità. I verdi hanno sconfitto la destra alleandosi in una sorta di “patto repubblicano” con altri grossi partiti tradizionali, proprio con l’obiettivo di evitare la vittoria del candidato euroscettico, nazionalista di destra accusato di xenofobia e populismo.
Dopo l’elezione di Alexander Van der Bellen, che avrebbe dovuto prestare giuramento l’8 luglio, la Fpö ha subito espresso dubbi su presunti brogli durante le elezioni, in particolare in merito alla conta dei voti arrivati via posta. Così l’8 giugno il partito di destra ha annunciato un ricorso per irregolarità e la Corte Costituzionale ha avviato le indagini. Sono state registrate irregolarità in 94 dei 117 collegi elettorali, diverse schede sono state aperte prima dell’inizio ufficiale dello spoglio e i dubbi maggiori sono stati proprio quelli in merito ai voti arrivati per posta. Non un dettaglio da nulla dato che si tratta di 740.000 schede, determinanti per la sconfitta di Norbert Hofer. «Le elezioni sono il fondamento della nostra democrazia e il nostro compito è di garantirne la regolarità. La nostra sentenza deve rafforzare il nostro Stato di diritto e la nostra democrazia», ha detto a Vienna il presidente della Corte costituzionale Gehrart Holzinger prima di pronunciare la sentenza.
Dopo la decisione di annullare il ballottaggio, le elezioni in Austria dovranno essere ripetute in autunno, probabilmente il 25 settembre o il 2 ottobre.
Attacco all’aeroporto di Istanbul: si contano 41 vittime e oltre 230 feriti
Il numero delle vittime dell’attacco all’aeroporto di Istanbul continua a salire: sarebbero 41 i morti, di cui 13 stranieri, e almeno 230 i feriti. Una vera mattanza che ha sconvolto la notte della capitale turca. Tra le vittime anche i tre kamikaze, che intorno alle 22 hanno aperto il fuoco ai controlli di sicurezza, nella zona degli arrivi, per poi farsi saltare in aria. La polizia turca sospetta però che il commando fosse composto da 7 persone: tre sono morte durante l’esplosione in aeroporto, una donna è stata arrestata ieri sera e altri tre sarebbero in fuga. L’identità degli attentatori non è stata ancora resa nota, ma dalle indagini si evince che fossero tutti cittadini stranieri. E mentre prosegue la tragica identificazione delle vittime e dei feriti, cominciano a farsi strada le prime ipotesi sull’attentato in Turchia.
Il premier turco, Binali Yildirim, è stato il primo a ventilare l’ipotesi di un attentato dell’Isis. La Turchia è un Paese da tempo nel mirino dello Stato Islamico, perché è riuscita a contenere gli estremismi e ad ingaggiare una positiva lotta al terrorismo, anche normalizzando i rapporti con la Russia e con Israele. Ed ecco che lo spettro dell’Isis avanza, supportato anche dalle dinamiche dell’attacco all’aeroporto di Istanbul. Lo scalo di Atatürk rientrerebbe nella tipologia di obiettivi sensibili: luoghi molto affollati, in cui si mette in atto un proficuo incontro fra culture, così come era successo recentemente nell’attentato di Bruxelles e in quelli di Parigi. Intanto il governo turco cerca di evitare allarmismi, limitando la circolazione di immagini e informazioni sull’attacco terroristico anche grazie al rallentamento di twitter e facebook, in alcuni momenti del tutto inaccessibili.