Karl Lagerfeld annuncia la sua prima linea di bijoux in collaborazione con Swarovski

Karl Lagerfeld annuncia la sua prima linea di bijoux: bracciali, anelli, collane e orecchini realizzati in collaborazione con l’azienda leader della cristalleria Swarovski, che debutteranno a settembre 2017. Che il Kaiser della moda sia un amante dei gioielli e dei luccichii si può intuire dal suo look iconico. Spille vistose, molteplici anelli e lunghe collane non possono mai mancare negli eccentrici outfit dello stilista tedesco, in passerella e non. Così, dopo aver stretto un accordo di durata pluriennale con il gruppo austriaco Swarovski, anche la bigiotteria entrerà a far parte dell’universo Karl Lagerfeld. Sono previste due collezioni l’anno, con monili stravaganti in vendita in tutti gli store del marchio, nei punti vendita Swarovski, in alcuni key retailers globali e sull’e-commerce karl.com. Questa nuova avventura nella bigiotteria permetterà di acquistare un pezzo griffato dallo stilista per cifre che andranno dai 50 ai 250 euro.


La prima collezione di bijoux Karl Lagerfeld in collaborazione con Swarovski sarà presentata in anteprima a Baselworld, la fiera internazionale della gioielleria e dell’orologeria, ma conoscendo il Kaiser Karl possiamo già immaginare che si tratterà di una linea stravagante e cool, come tutto ciò che lo riguarda. Dalla moda uomo e donna ready-to-wear agli accessori, dai profumi alle borse, dai gioielli alle linee bimbi, l’intero mondo Karl Lagerfeld è amato dalle fashion addicted e dalle fan del mitico direttore creativo di Chanel. «Karl è un uomo che rappresenta l’accessorio e la bigiotteria, e dunque per noi si è trattato di una evoluzione logica l’estendere la produzione a una collezione di fashion jewellery – ha dichiarato il CEO di Karl Lagerfeld, Pier Paolo Righi – Swarovski, con la sua grande esperienza, è il partner ideale per questo, e non vediamo l’ora di lanciare la prima collezione in autunno». La collaborazione tra il designer e l’azienda austriaca di cristalli d’alta qualità promette di sorprendere.

Pitti Uomo: con la sfilata di Stefano Ricci rinasce la Sala Bianca a Palazzo Pitti

La moda italiana torna alle origini, nel vero senso della parola. La Sala Bianca, il luogo magico nel cuore di Palazzo Pitti in cui tutto è iniziato nell’estate del 1952, ha riaperto i battenti in occasione di Pitti Uomo 2017, riportando il mondo della moda agli albori del made in Italy grazie alla sfilata di Stefano Ricci. Era il 22 luglio 1952 quando Giovanni Battista Giorgini fece sfilare le sue creazioni nella lussuosa sala candida di stucchi e lampadari di Boemia, presentando per la prima volta una moda interamente made in Italy e segnando la nascita delle sfilate di moda come le conosciamo oggi e del mito del buongusto italiano. Per 35 anni quel luogo mitico è “morto”, come l’ha definito il nuovo direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, e l’11 gennaio è stato riaperto allo sfavillante mondo della moda.


La sfilata di moda uomo di Stefano Ricci ha rianimato il candore della Sala Bianca, facendola rinascere a luogo di eleganza e tradizione. Quello di Stefano Ricci è un uomo alla moda ma legato alla tradizione sartoriale italiana, di cui Firenze è maestra soprattutto nella moda maschile. Sfilano 55 modelli di tutte le età, dal bambino di 5 anni che apre la sfilata a uomini più maturi, indossando tutti completi sartoriali degni della maison italiana. In passerella anche Andrea Bocelli, elegantissimo in frac e accompagnato dai figli Amos e Matteo, e lo stesso Stefano Ricci con il figlio Filippo che è il direttore creativo del brand. La moda uomo esplora la palette tanto cara alla casa di moda italiana, dal bordeaux al grigio scuro fino al midnight blue, la tonalità più amata dalla famiglia Ricci. Così la Sala Bianca, fortemente voluta dal Granduca Pietro Leopoldo a Palazzo Pitti come simbolo della ricchezza fiorentina nella seconda metà del Settecento, torna a brillare di un’eleganza e maestria tutta italiana.





Ph. courtesy La Repubblica Firenze

Sanremo 2017: Maria de Filippi ci sarà (a titolo gratuito e vestita da Riccardo Tisci)

Finalmente svelato chi presenterà il Festival di Sanremo 2017: Maria de Filippi sarà co-conduttrice al fianco di Carlo Conti, conduttore e direttore artistico della kermesse per la terza volta. L’annuncio ufficiale è arrivato ieri alla conferenza stampa, dopo mesi di gossip e smentite. Maria “la sanguinaria” della tv ha finalmente ceduto alla corte del Festival della Canzone Italiana, dopo aver ottenuto l’ok da parte di Pier Silvio Berlusconi e del marito Maurizio Costanzo che non è «mai stato contrario». E lo fa a titolo gratuito, stroncando sul nascere le polemiche sui cachet da capogiro che si innescano ogni anno alla vigilia della manifestazione.


Il Festival di Sanremo si terrà dal 7 all’11 febbraio e si preannuncia come un’edizione poco tradizionale: al posto della formula presentatore, valletta bionda, valletta mora (già scardinata nelle edizioni precedenti), saranno solo Carlo Conti e Maria de Filippi a presentare la kermesse. «Bastiamo noi due», ha spiegato il conduttore scherzando sul fatto che «il moro sono io, la bionda è lei». Alla conferenza stampa di Sanremo 2017 sono stati annunciati anche i primi nomi degli ospiti: Tiziano Ferro, Giorgia, Mika, Ricky Martin, Rag’n’Bone Man. Sembrerebbe confermata anche la presentatrice e attrice comica Paola Cortellesi, mentre su Maurizio Crozza il commento di Conti è stato «Crozza? Magari!».


Il Festival di Sanremo, però, non è solo una manifestazione musicale: ogni anno a farla da padrona sui giornali e sui social sono i commenti sugli abiti da sera sfoggiati dalle conduttrici e i look proposti dai cantanti in gara. Allora la domanda è: chi vestirà chi? Confermato per Carlo Conti il total look Salvatore Ferragamo, un’intesa che dura da anni, mentre a vestire Maria de Filippi sarà Riccardo Tisci. «Firma Givenchy da dodici anni – ha spiegato la conduttrice – è un’eccellenza uscita dall’Italia per poter riuscire a fare quello che voleva fare ed è un peccato. Riccardo Tisci è un uomo intelligente, viene da una famiglia umile, pugliese, è vissuto a Como ed è andato all’estero a 17 anni. Si è mantenuto grazie alle borse di studio ed è diventato quello che è diventato».

Made in Italy: il governo italiano stanzia 35 milioni per sostenere il sistema moda

Pitti Uomo 91 è iniziato, inaugurato dal ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda come tutte le edizioni degli ultimi tre anni. Il ministro ha ribadito l’appoggio che il governo intende fornire al sistema moda, nell’ambito del piano straordinario per il made in Italy. Un settore che sta vivendo un periodo difficile a causa della crisi dei consumi, delle tensioni geopolitiche e di una preoccupante tendenza internazionale verso il protezionismo. L’abbigliamento made in Italy però è una delle voci più importanti dell’economia del Paese. «L’Italia rappresenta il 35% dell’intero settore moda in Europa» ha dichiarato Claudio Marenzi, presidente di Smi – Sistema Moda Italia. È importante allora che anche il governo Gentiloni sia di sostegno all’intera filiera.


«Abbiamo compreso la necessità di investire in maniera massiccia in un settore così strategico per il sistema paese – ha dichiarato il ministro Calenda – imparando a selezionare, a dire dei no per scommettere su manifestazioni e realtà di successo come Pitti». Il governo ha deciso quindi di stanziare 35 milioni di euro per l’internazionalizzazione, gli investimenti, l’innovazione delle fabbriche di abbigliamento made in Italy. Si tratta del 45% in più rispetto allo scorso anno, il che testimonia l’importanza che il sistema moda riveste nell’intero tessuto economico italiano. «I soldi non sono un problema, il problema sono i progetti» continua Calenda, che sottolinea l’importanza di promuovere manifestazioni come Pitti Uomo, punta di diamante della moda maschile in Italia e in Europa. Pitti 91 sta portando a Firenze 1.220 marchi e 25mila compratori, numeri da capogiro. Il piano che il governo intende attuare, con i 35 milioni di euro stanziati all’Ice – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane è «potenziare fiere come Pitti immagine uomo e mettere in atto azioni di vario tipo, anche non propriamente tradizionali, come la comunicazione e il commercio digitale o il sostegno della distribuzione multicanale all’estero per i giovani brand», sostiene il presidente dell’Agenzia, Michele Scannavini.

Maison Margiela: una retrospettiva sullo stilista invisibile al Palais Galliera nel 2018

Maison Margiela è sicuramente la più misteriosa tra le maison del lusso. Il suo fondatore, Martin Margiela, è conosciuto come lo stilista invisibile perché si è sempre rifiutato di farsi fotografare, apparire in pubblico o concedere interviste. Circolano solo pochissime immagini del designer belga, scattate molti anni fa, nonostante sia uno dei più influenti sulla moda degli ultimi decenni. Il prossimo anno, però, una piccola finestra sul mondo di Martin Margiela si aprirà al Palais Galliera, il museo della moda di Parigi. La notizia è stata diffusa da WWD: lo stilista starebbe collaborando con Olivier Saillard, direttore del museo, per una retrospettiva sul proprio lavoro prevista a marzo 2018. Saillard si è proclamato grande estimatore di Margiela in occasione di un’intervista al quotidiano francese Le Figaro. «Martin Margiela occupa lo stesso posto di Cristobal Balenciaga nella storia della moda – ha dichiarato quest’estate – Molti stilisti hanno rivelato di essere stati influenzati dal suo lavoro e hanno indossato i suoi capi, da Marc Jacobs ad Alexander McQueen». Un importante attestato di stima, che deve aver convinto il designer a svelare un po’ del suo mondo.


Martin Margiela inizia a lavorare nel 1980 come assistente di Jean Paul Gaultier, per poi fondare la sua maison nel 1984 con la prima sfilata. Da allora ha sempre stupito, con collezioni originali nei volumi e nelle proporzioni e un’idea di moda decostruita, rivoluzionando le strutture degli abiti e ricostruendoli in soluzioni estetiche completamente nuove. Nel 2009, l’addio alla sua griffe, allora conosciuta come Maison Martin Margiela e da anni appartenente al gruppo OTB e a Renzo Rosso. Lo stilista vive adesso nel più totale anonimato a Parigi, mentre il marchio è stato rinominato Maison Margiela ed è diretto da John Galliano dal 2014. Nonostante la sua lontananza dai riflettori, Martin Margiela è ancora d’ispirazione per i giovani stilisti, primo fra tutti Demna Gvasalia, fondatore di Vetements e nuovo direttore creativo di Balenciaga. Quest’anno inizierà a mostrarsi al pubblico nella mostra Margiela: Hermes Years, da fine marzo a fine agosto 2017 al museo MoMu di Anversa, per poi essere protagonista della retrospettiva al Palais Galliera di Parigi a partire da marzo 2018.

Gucci presenta una capsule collection per Dover Street Market

Arriverà negli store il 14 gennaio ed è già caccia al griffatissimo acquisto: la capsule collection di Gucci per Dover Street Market è l’ultimo feticcio delle fashion addicted. Il luxury brand italiano, risorto a nuova vita grazie alla direzione artistica di Alessandro Michele, presenta due pezzi in edizione limitata per il concept store fondato da Rei Kawakubo. Come tutte le collezioni Gucci by Alessandro Michele, la capsule è estrosa, vibrante e carica di quell’iconografia che ha riportato in auge la griffe. Si tratta di un maglione a girocollo e un giubbotto di jeans ricamati, omaggio a due dei capi Gucci più venduti negli anni ’70.


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All’inizio incompreso e poi adorato dal pubblico e dalla critica, Alessandro Michele ha regalato un nuovo corso al brand di lusso made in Italy. Ricami estrosi, colori sgargianti e un raffinato gusto per il mix and match hanno fatto di Gucci il brand cult degli ultimi due anni, e la capsule collection per Dover Street Market non è da meno. Il maglioncino girocollo e il giubbotto di jeans sono ricoperti da ricami di animali (cani, gatti e api), fiori, stelle e il numero romano XXV, che la leggenda vuole sia il numero fortunato dello stilista romano. I capi presentano una targhetta rossa che ne indica la natura limited edition e li differenzia dai rispettivi originali degli anni ’70. Il concept store della fondatrice di Comme des Garçons, Rei Kawakubo, seleziona accuratamente pezzi unici, più opere d’arte che capi d’abbigliamento, e per la terza volta collabora con Michele. Una prima edizione limitata lo scorso luglio, poi il libro Blind for Love che racconta i retroscena della sfilata Gucci Cruise 2017 e adesso una nuova capsule collection che sarà acquistabile negli store Dover Street Market di Londra, Tokyo, New York e Pechino dal 14 gennaio. Tutte le fashion addicted sono già pronte a correre per accaparrarsi l’ultimo feticcio Gucci by Alessandro Michele.


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Lo spot girato da uno studente e rifiutato dall’Adidas diventa virale

Un giovane di talento e grandi speranze, un progetto realizzato con un piccolo budget e tanta passione e una storia coinvolgente e dal forte impatto: gli ingredienti per una favola moderna ci sono tutti. Peccato che il sogno di Eugene Mehrer, studente della Filmacademy Baden-Wuerttemberg, non sia diventato realtà. O forse sì. Perché in questa storia dello spot girato dal giovane creativo tedesco e rifiutato da Adidas non tutto è come sembra.


Partiamo dall’antefatto: Eugene studia per diventare regista, ha un gran talento e una rara sensibilità. Un suo lontano parente, un anziano maratoneta dallo spirito giovane scomparso lo scorso anno, gli fornisce l’ispirazione per girare un video. In un minuto e 39 secondi, il giovane racconta una storia commovente, delicata e a tratti dolorosa. Ci troviamo in una casa di riposo, dove uno degli ospiti è un ex maratoneta. La vita scorre lenta, scandita da ritmi sempre uguali, silenzio e solitudine. Osservando un ragazzo che corre sotto la sua finestra, l’uomo ritrova la sua passione per la corsa, ma viene ostacolato dagli infermieri che lo rimettono a letto. Finché la passione, la determinazione e la voglia di vivere non hanno la meglio, su di lui e su tutti gli altri ospiti: incitato dagli amici della casa di riposo, l’uomo indossa ancora le sue scarpe Adidas e corre verso la vita, lontano dalla morte esistenziale dell’ospizio. Alla fine, la scritta break free chiude la parabola emozionale del video. Liberarsi. Ecco cosa significa correre e fare sport per Eugene Mehrer, come racconta in un’intervista ad AdWeek. Sembrerebbe un concetto perfettamente in linea con la comunicazione Adidas eppure, quando lo studente invia il suo lavoro al colosso dello sportswear, riceve in risposta una mail standard. Riceviamo troppe proposte, abbiamo già la nostra agenzia pubblicitaria, non ci interessa grazie.


È la fine di un sogno? No, perché nel mondo della comunicazione virtuale, storie forti e lievi come questa rispondono al nostro bisogno di emozioni reali. Il video, pubblicato su YouTube a metà dicembre, sfiora già i dieci milioni di visualizzazioni. Forse Eugene non ha centrato il target o le esigenze di Adidas, ma ha toccato molti cuori e nel suo orizzonte sembra esserci il futuro da regista che ha sempre sognato.

Golden Globes 2017: da Sofia Vergara a Emily Ratajkowski, tutti i look del red carpet

La stagione degli awards (e dei red carpet) è iniziata, come sempre inaugurata dai Golden Globes. I prestigiosi premi del cinema e della tv sono un’occasione per sfoggiare i più begli abiti d’alta moda di stagione. Lunghi strascichi, tempeste di paillettes, lussuosi gioielli brillano per una notte sul tappeto rosso, indossati da star e celebrities.


Atelier Versace ha vestito Blake Lively, che insieme al marito Ryan Reynolds ha attirato tutti i riflettori, in un fasciante abito a sirena con dettagli brillanti; Reese Witherspoon in un delicato giallo pastello e Naomi Campbell in un abito sexy dai bagliori metallici. Hanno scelto il giallo anche Emily Ratajkowski, in un abito di seta con scollatura vertiginosa firmato Reem Acra, e Natalie Portman, che ha protetto il pancione in un luminoso vestito dalla linea ad impero di Prada. Trasparenze ad arte e scollature mozzafiato anche per Nicole Kidman in un Alexander McQueen argento e Sofia Vergara (in oro firmato Zuhair Murad). Lo stilista libanese, mago dell’haute couture, ha firmato anche l’abito da red carpet di Lily Collins. L’attrice, star della serie pluripremiata The Crown, si è presentata con un ball gown romantico ed etereo così come la vincitrice del premio come miglior attrice per La La Land, Emma Stone, in Valentino. Non potevano mancare sul tappeto rosso le star in lunghi abiti neri: luminose, avvolte in una cascata di paillettes, Kristen Bell in Jenny Packham e Amy Adams, che ha scelto un abito sirena di Tom Ford, con cui ha lavorato in Animali Notturni. Gli abiti da sera con gonna ampia e scollatura a V di Jessica Biel e Mandy Moore, invece, sono firmati rispettivamente da Elie Saab e Naeem Khan. Winona Ryder ha scelto un ball gown con bustier a cuore dall’haute couture di Viktor & Rolf. Le griffe scelte dagli uomini per attraversare il red carpet dei Golden Globes, poi, sono quasi tutte italiane: Gucci ha vestito Andrew Garfield, Ryan Reynolds, John Legend, Tom Hiddleston e il vincitore del premio Miglior Attore in un Film Commedia, Ryan Gosling. Eddie Redmayne ha scelto invece Prada e Micheal Keaton ha indossato un completo sartoriale di Brioni. Infine, menzione speciale per Evan Rachel Wood, che ha scelto per il red carpet un look androgino firmato Altuzarra: l’attrice ha dichiarato di voler protestare contro la disparità di genere, ancora presente anche nel mondo del cinema.





Photos by Rob Latour su WWD

London Fashion Week Men’s: la sfilata di moda uomo e donna KTZ

Sulla passerella della London Fashion Week Men’s, il brand dallo spirito urban KTZ ha scelto di presentare insieme la moda uomo e donna per la prossima stagione autunno inverno 2017. I generi si mescolano e si confondono in questa sfilata di moda dai colori basici e dal gusto un po’ fetish. Protagoniste indiscusse sono le stringhe rubate alla corsetteria: si allungano su bustini, abiti, pantaloni e capispalla, definendo la silhouette come inquietanti scheletri ai raggi X. L’ispirazione per questa collezione, ha spiegato il designer e fondatore di KTZ Marjan Pejoski, arriva dalle pressioni della vita moderna che costringono e soffocano come un corsetto troppo stretto. Una riflessione esistenziale che si snoda attraverso diverse suggestioni e riferimenti estetici e culturali. Forme e volumi arrivano dalle uniformi dell’Antica Grecia e dal kilt scozzese, ma anche dall’abbigliamento streetstyle e dalle tute da motociclismo. Le linee, sia femminili che maschili, sono così strizzate in vita, e le stringhe che comprimono sono contrapposte a maglioni e felpe extralarge.


KTZ Men's Fall 2017
KTZ Men’s Fall 2017



La novità per la moda uomo 2017 sono ampie gonne a ruota, interpretazione contemporanea di un classico kilt, e le miniskirt indossate su aderentissimi pantaloni skinny. La collezione femminile invece si snoda in sexy abiti-bustier, anch’essi percorsi da lacci e stringhe che sottolineano le forme. Tutta la collezione autunno inverno 2017 si compone di tre colori: bianco, nero e khaki, il cui contrasto fa risaltare maggiormente le linee che intrappolano sia gli uomini che le donne. Abbondano i tessuti tecnici e la pelle in questa sfilata, tra le più estreme della London Fashion Week Men’s. L’identità di KTZ e del suo fondatore Marjan Pejoski si conferma una mistione di riferimenti ancestrali e spinte futuristiche, riflessioni esistenziali e svolte anarchiche, stile urban e dettagli couture che dal 2003 contribuiscono a rendere il brand uno dei più riconoscibili e apprezzati nel panorama inglese.


KTZ Men's Fall 2017
KTZ Men’s Fall 2017

Craig Green porta militari e marinai in passerella alla London Fashion Week Men’s

Craig Green non ama raccontare ispirazioni e significati nascosti delle sue collezioni: preferisce che sia il pubblico a interpretarle liberamente. In questo caso, però, i dettagli della moda uomo autunno inverno 2017 presentata alla London Fashion Week Men’s sono stati svelati. A un primo sguardo, potrebbe sembrare che lo stilista, British Menswear Designer of the Year, abbia voluto semplicemente cavalcare l’onda dell’incertezza e del terrore di questi tempi bui per una collezione dal sapore militare, ma dietro corazze e armature c’è molto di più. Stava guardando una puntata del programma Who do you think you are? e ha scoperto la storia dei vecchi pescatori che salpavano lasciando a terra famiglia e legami per non vederli né sentirli per mesi interi. Così il designer ha iniziato a riflettere sul mare come simbolo di isolamento, di lontananza dagli affetti, di terrore dell’ignoto. A ciò si è aggiunto il ritrovamento di un libro di uniformi militari, che qualcuno vicino a lui ha commentato dicendo «Questi sono uomini veri!» e da lì una riflessione sul concetto di virilità. «Ho pensato: come uomini veri? – spiega Craig Greenc’è questa strana concezione che l’uomo debba essere un eroe».


Così la moda uomo 2017 di Craig Green si basa sul concetto di perdita, di paura dell’ignoto e di fragilità. L’uomo della prossima collezione autunno inverno indossa le sue insicurezze, imbottendosi per proteggersi. Cappelli e impermeabili da pescatore e completi-armatura in tweed, stampe tappezzeria e avvolgenti piumini. Storia e tradizione si fondono con un gusto moderno, che rimanda alle storie di fantascienza con un significato esistenziale. Non a caso, Craig Green firmerà i costumi del prossimo Alien: Covenant. L’idea romantica dell’isolamento per mare viene reinterpretata alla luce dell’isolamento sociale odierno, con una moda uomo che letteralmente avvolge, proteggendo ma isolando allo stesso tempo. Una delle collezioni autunno inverno 2017 più interessanti di questa London Fashion Week Men’s.


London Fashion Week: sfila la moda uomo calda e colorata di J. W. Anderson

La moda uomo autunno inverno 2017 che J. W. Anderson ha presentato alla London Fashion Week è morbida, calda e colorata. Lo stilista irlandese ha fatto ruotare tutta la collezione maschile intorno al concetto di cocooning, un bozzolo di lana e strati di tessuto in cui avvolgersi quando il freddo si fa pungente. Un’idea controcorrente rispetto allo stile military imperante in questa edizione della London Fashion Week. «Mi piace l’idea del lavoro a maglia – ti fa sentire comodo» ha dichiarato Anderson alla fine dello show. «L’idea di perdersi nel grembo della moda, l’idea di avvolgersi in strati su strati, è un meccanismo di difesa». L’uomo che sfila in passerella per l’autunno inverno 2017 si immerge infatti in un gomitolo di lana, ma lo fa reinventando il concetto un po’ vintage del lavoro a maglia.


J. W. Anderson ha preso il crochet a quadratoni colorati, tipico della moda anni ’70, e lo ha reinterpretato in chiave tecnologica. «Sembrano le icone delle app per iPhone» spiega, divertito dalla sua trovata che regala una nuova estetica alla moda uomo 2017. I quadrati in maglia colorata diventano maxi sciarpe e tuniche, rivestono le maniche dei giubbini e si inseriscono sotto forma di patch su bomber, maglioni dai volumi over e perfino sulla tomaia delle scarpe. I mitici seventies hanno ispirato tessuti e fantasie, ma le silhouette riprendono quelle dei “cavalieri pagani” del Medioevo. Le lunghe tuniche in maglia si indossano sui pantaloni, maglie e camicie si sovrappongono, i capispalla si moltiplicano in una stratificazione di tessuti e volumi che culmina con i maxi cardigan in colori sgargianti. Se su altre passerelle della London Fashion Week si può ammirare un uomo guerriero, pronto ad affrontare l’inverno con grinta, la moda uomo 2017 di J. W. Anderson invita alla calma, alla comodità, a coccolarsi davanti a una tazza di cioccolata calda.