Sui motori di ricerca sempre più spesso le query riguardano abiti, accessori, scarpe e borse, cercate da fan dello shopping online per comparare i prezzi e scegliere il capo perfetto per il proprio guardaroba. Google ha colto questa tendenza e ha deciso di introdurre una nuova funzione: Idee di Stile. La feature, disponibile sull’app Android e iOS, mostra una serie di look in cui sia presente quel capo, per ispirare l’utente e alimentare la sua voglia di shopping. Per esempio, inserendo come parola chiave nella casella di ricerca un capo di un determinato stile, colore o brand (come abito giallo, borsa Louis Vuitton, stivaletti bassi), insieme ai risultati della ricerca apparirà una serie di fotografie di modelle, blogger, adv che inseriscono quel capo in un outfit.
Per Idee di Stile, Google si è ispirato al funzionamento di Pinterest: inserendo una parola chiave, una serie di immagini indica eventuali abbinamenti, look vincenti e capi simili di altri marchi. «Sfogliando le immagini di articoli d’abbigliamento, Google mostra una griglia di outfit e immagini ispiratrici che fanno vedere come un prodotto può essere indossato nella vita reale» spiega la società in un post con cui lancia questa nuova funzione. Il motore di ricerca, capace di cogliere le caratteristiche del capo ricercato e contestualizzarlo nelle immagini di outfit in cui compare, diventa una sorta di personal stylist virtuale. La feature, infatti, alimenta la diffusione di stili e tendenze, convogliando l’attenzione dell’utente verso altri capi e accessori da abbinare e accrescendo così le potenzialità dello shopping online. Non solo: Google Idee di Stile permette anche di visualizzare pezzi simili a quello ricercato, comparando prezzi e brand perché l’utente possa scegliere quello che preferisce tra le tante proposte degli e-commerce. La nuova funzione di Google è stata lanciata il 13 aprile con un post ufficiale, ed è oggi disponibile su iOS e Adroid.
Autore: Giovanna Errore
Yeezy, arrivano i gioielli d’ispirazione religiosa di Kanye West
Kanye West si lancia (anche) nell’alta gioielleria. Il rapper americano, metà di una delle coppie più famose e chiacchierate dello showbiz, presenta una linea di gioielli d’ispirazione religiosa. Il progetto è in cantiere da almeno un anno, infatti già dallo scorso agosto la moglie famosa-per-essere-famosa Kim Kardashian indossa i gioielli, disegnati insieme al marito, agli eventi e sul red carpet. Gli scatti di Kim con indosso i gioielli del marchio Yeezy alla sfilata di Givenchy a Parigi, per esempio, hanno fatto il giro del mondo. Dopo uno stop dovuto alla rapina che la regina dei reality ha subito proprio a Parigi, oggi finalmente i gioielli firmati da Kanye West sono pronti per invadere il mercato.
La linea di gioielli si ispira all’arte religiosa italiana, soprattutto a quella fiorentina del XIV secolo. Sembra che a colpire particolarmente Kim e Kanye sia stato il bassorilievo di Donatello. Kanye West non ha mai nascosto una certa propensione alla riflessione religiosa (si dice che il nome Yeezy sia ispirato a Gesù Cristo) e, come ha raccontato lo stesso rapper e designer in un’intervista a Vogue, ha voluto «creare qualcosa che rappresentasse l’amore senza tempo», perfettamente incarnato dall’arte religiosa. La linea di gioielli è composta da dodici pezzi tra cui collane, anelli e bracciali in oro 18 carati, realizzati insieme al designer Jacob Arabo, leggenda dell’hip hop conosciuto come “Jacob the Jeweler”. Si va dalla collana che riproduce un bassorilievo di Donatello all’anello con scritte in ebraico, dal bracciale intrecciato alle fedi con la scritta “A God dream“. In vendita su yeezysupply.com e Jacob & Co., i gioielli hanno ovviamente un costo proibitivo. Il più economico è un anello da 1400 euro, mentre il pezzo clou è una collana del valore di 12.300 euro. Tutto ciò che riguarda Kanye West e Kim Kardashian diventa oro, ma i loro fan potranno permettersi questi gioielli di lusso?
Vogue Arabia, Manuel Arnaut nominato direttore
Un altro uomo nominato direttore di un’edizione di Vogue: dopo Emanuele Farneti a Vogue Italia e Edward Enninful a British Vogue, il terzo editor-in-chief di sesso maschile approda a Vogue Arabia. Dopo la controversa questione con la principessa Deena Aljuhani Abdulaziz, licenziata dopo soli due numeri, oggi è stato svelato il nome del nuovo direttore di Vogue Arabia. Si tratta del portoghese Manuel Arnaut, ex direttore di Architectural Digest Middle East e editor di Vogue Portugal e di Vogue e GQ Brazil. «Manuel Arnaut porta con sé più di un decennio di esperienza editoriale in Condé Nast – ha spiegato Shashi Menon, CEO e Publisher di Nervora e Vogue Arabia – combinata con solidi successi nella regione. Non vediamo l’ora di vederlo porre le basi di Vogue Arabia».
Manuel Arnaut si è dichiarato entusiasta di intraprendere questa nuova avventura. «Dopo aver iniziato la mia vita professionale a Vogue, ed essere cresciuto divorando ogni pagina delle sue edizioni internazionali, sono profondamente onorato di aver l’opportunità di ‘tornare a casa’ come guida di Vogue Arabia – ha commentato in un comunicato stampa – Con le ricche tradizioni del Medio Oriente come punto di partenza, e il suo sguardo sul futuro, Vogue Arabia celebra la cultura e la moda della regione, presentandole al mondo con uno stile contemporaneo e di lusso. In un eccitante clima di modernità e creatività, io e il mio team ci impegneremo per far sì che Vogue Arabia diventi con orgoglio la ‘voce’ di questa regione, rappresentando la forza e l’allure delle donne arabe». Condé Nast International ha nominato per la prima volta un uomo a capo della sua rivista femminile di punta lo scorso gennaio, scegliendo Emanuele Farneti come successore della compianta Franca Sozzani a Vogue Italia. È arrivata invece la scorsa settimana la notizia che a guidare British Vogue sarà Edward Enninful.
Coachella 2017: look, esibizioni e celeb protagoniste del primo weekend
Il primo weekend di Coachella 2017 è alle spalle, il secondo sta per arrivare. Il festival musicale più atteso dell’anno, a Indio in California, fa come sempre parlare di sé. Protagoniste le star che si sono esibite sul palco, ma anche le celebrities che si sono mescolate ai centomila fan presenti e i look più stravaganti e stilosi di questo Coachella festival. La manifestazione, che si tiene in California dal 1999, si svolge durante due weekend in cui star di ogni genere musicale si avvicendano su vari palchi e migliaia di fan si assiepano al di sotto, sfoggiando i look più improbabili o più trendy. Questo primo weekend del Coachella 2017 ha visto, tra i protagonisti degli show, i Radiohead, Kendrick Lamar e Lady Gaga (annunciata a sorpresa dopo che Beyoncé, che aspetta due gemelli, ha rinunciato ad esibirsi sul palco).
Tra le star più attese anche Lorde, che si è presentata sul palco del Coachella strizzata in un bustier e pantaloni palazzo gritterati, mentre Lady Gaga ha scelto un total look in pelle nera, da poliziotta sexy. A far esplodere la Valle di Indio, a 200 km da Los Angeles, è stato Kendrick Lamar, raggiunto sul palco dai colleghi Schoolboy Q (con cui ha duettato su That Part) , Future (con cui ha duettato su Mask Off)e Travis Scott (che ha accompagnato Lamar sul brano Goosebumps dello stesso Scott). Il Coachella Festival, però, fa parlare di sé soprattutto per le celebrities sotto il palco: in questo primo weekend, i riflettori sono rimasti puntati sulla coppia del momento, Selena Gomez e The Weeknd (che si è anche esibito). L’assenza dell’ex fidanzata di lui, Bella Hadid, lontanissima dal festival, ha fatto discutere. Tra look hippie da figli dei fiori, trasparenze sensuali, completini sporty, sono state avvistate la blogger Chiara Ferragni (in compagnia delle sorelle e non di Fedez), gli angeli di Victoria’s Secret Sara Sampaio, Josephine Skriver e Romee Strijd con i rispettivi fidanzati, Katy Perry insieme all’amico stilista Jeremy Scott e la top model Alessandra Ambrosio, accompagnata dalla figlia di 8 anni Anja Louise.
Star Wars Celebration 2017, tutte le novità sulla saga che compie 40 anni
Si è conclusa pochi giorni fa la Star Wars Celebration, la settimana dedicata alla saga di Guerre Stellari che è riuscita a mettere d’accordo grandi e piccini e che quest’anno compie il suo quarantesimo compleanno. Era il 1977, infatti, quando Star Wars Episodio IV: Una nuova speranza arrivava nei cinema a rivoluzionare il concetto di fantascienza. Da allora, la Galassia lontana lontana ideata da George Lucas è diventata sempre più grande con serie tv, giocattoli, spin-off, oltre alle amatissime pellicole cinematografiche. La Star Wars Celebration 2017, tenutasi ad Orlando in Florida, è stata un’occasione di incontro per i fan di tutte le generazioni, ma anche un modo per ricordare Carrie Fisher, la principessa Leila recentemente scomparsa, e per presentare tutte le novità sul futuro di Guerre Stellari.
Il momento più atteso dai fan della saga è stato il lancio del primo trailer del prossimo episodio Star Wars Episode VIII: The last Jedi. Appena poche ore dopo la prima visione del trailer, le polemiche si sono abbattute sulle traduzioni del titolo. In molti paesi (tra cui l’Italia), l’ottavo capitolo di Star Wars è stato intitolato Gli ultimi Jedi, ma durante un Q&A su twitter il regista Rian Johnson, a cui è stato affidato questo episodio, ha dichiarato «Ho detto che nella mia mente “Jedi” è singolare. Non mi occupo delle traduzioni». Il misunderstanding è dovuto al fatto che in inglese la parola “Jedi” è sia singolare che plurale. La Disney, proprietaria della Lucasfilm, deciderà di modificare la traduzione o manterrà quella scorretta? Durante la Star Wars Celebration è stato annunciato anche Star Wars: Battlefront II, nuovo videogioco del colosso americano Electronic Arts ispirato alla saga. La CEO di Lucasfilm, Kathleen Kennedy, ha rivelato inoltre che il team starebbe lavorando a un nuovo spin-off della serie. Dopo Rogue One: a Star Wars Story, e il futuro Han Solo: a Star Wars Story, attualmente in fase di riprese, il prossimo film sarebbe dedicato a Obi-Wan Kenobi, uno dei personaggi più amati della saga. Dopo il commosso ricordo di Carrie Fisher, infine, la Lucasfilm ha smentito la presenza della principessa Leila nell’episodio IX.
Gianni Boncompagni, la camera ardente nella sede Rai per l’ultimo saluto
Se n’è andato il giorno di Pasqua, a 84 anni, Gianni Boncompagni. Grande innovatore della radio e della televisione, ha rivoluzionato il modo di fare spettacolo in Italia. A salutarlo oggi, nella camera ardente allestita per lui nella sede Rai, parenti e amici, colleghi e personaggi famosi che con lui hanno condiviso un pezzetto di vita. Dalla radio negli anni ’60 – ’70 al debutto in tv con Discoring, e poi Carramba che sorpresa, Non è la Rai, giusto per citare alcuni dei grandi successi dell’autore televisivo. L’annuncio della morte di Gianni Boncompagni è arrivato all’Ansa dalle figlie: «Dopo una lunga vita fortunata, circondato dalla famiglia e dagli amici se n’è andato papà, uomo dai molti talenti e padre indimenticabile». Così ne parlano le figlie Paola, anche lei autrice televisiva, Claudia e Barbara.
A ricordarlo con affetto oggi sono accorsi in tantissimi, nella sede Rai di via Asiago. «Allestire qui la camera ardente è un segno di riconoscimento per quello che Boncompagni ha fatto per la radio – ha detto il direttore di Radio Tre, Marino Sinibaldi – qualcosa di unico e inimitabile, ha usato la radio con libertà e leggerezza». Commossi gli amici e i colleghi che hanno voluto ricordarlo. «Il sodalizio artistico va bene, sono contenta dei complimenti che gli hanno fatto, ma io mi porterò dietro l’uomo. Gianni se n’è andato piano piano, ha avuto un coraggio da leone, è stato molto sereno» ha raccontato, in lacrime, Raffaella Carrà, entrando alla camera ardente con un cuore di garofani rossi per Gianni Boncompagni. Anche Renzo Arbore ha onorato la dipartita del collega e amico: «Abbiamo passato una vita a ridere con Gianni – ha raccontato – non abbiamo mai parlato di cose serie. Ci accomunavano le origini provinciali: abbiamo dovuto inventare stupidaggini per superare la noia è non abbiamo mai smesso». Intorno alle 14, con una cerimonia laica, amici e parenti hanno salutato Boncompagni per l’ultima volta.
Fenty Puma by Rihanna: l’azienda perde il primo round nella causa contro Forever 21
Puma ha perso il primo grado di giudizio nella causa contro Forever 21. Il colosso dello sportswear ha citato la catena di fast fashion per aver violato diritti di copyright, copiando tre modelli della limited edition Fenty Puma by Rihanna. Le calzature disegnate dalla popstar, che si è rivelata ancora una volta un talento poliedrico capace di trasformare tutto ciò che tocca in oro, hanno avuto immediato successo e Forever 21 ha messo in vendita dei modelli praticamente identici a prezzi molto bassi. Si tratta dei modelli di ciabattine luxury Bow Slide e Fur Slide, caratterizzati rispettivamente da un grande fiocco e da un rivestimento di pelliccia, e delle sneakers Creeper, riedizione della classica stringata Puma Suede con la suola alta a carrarmato. Le scarpe, vendute da Puma per 80-100 dollari, sono arrivate sugli scaffali di Forever 21, praticamente identiche se non per piccoli particolari, a meno di 25 dollari.
«Puma produce intenzionalmente una quantità limitata di ogni scarpa Fenty by Rihanna al fine di garantire che mantengano una reputazione di scarpa esclusiva, prodotta da un marchio di lusso – ha sostenuto un legale di Puma – Se le scarpe Fenty vengono associate ad un prodotto a buon mercato, in vendita in store di massa, non sono più considerate come un bene di lusso e perdono il loro fascino, danneggiando il marchio Puma nel suo complesso». Il giudice però, almeno per il momento, ha respinto la richiesta dell’azienda. Puma, che aveva chiesto una percentuale dei guadagni di Forever 21 e il ritiro immediato delle calzature dai negozi del brand, avrebbe agito con un considerevole ritardo e non avrebbe «presentato prove sufficienti per giustificare il provvedimento richiesto». Questa la motivazione del rifiuto. La querelle andrà comunque avanti: questo era solo il primo grado di giudizio e sarà il processo vero e proprio a stabilire se Forever 21 debba pagare i danni a Puma.
Arriva la collezione Swarovski 2017 dedicata a La Bella e la Bestia
Swarovski ha lanciato una collezione 2017 di creazioni in cristallo ispirate a La Bella e la Bestia, il film campione d’incassi che porta in vita la fiaba della Disney. Lanciato il 16 marzo scorso, La Bella e la Bestia ha festeggiato il primo miliardo di incassi durante il weekend di Pasqua. Una bella soddisfazione per la Disney, che ha investito tantissimo nel live action con Dan Stevens ed Emma Watson. Un cast stellare (composto, tra gli altri, da Luke Evans, Kevin Kline, Ewan McGregor, Ian McKellen, Emma Thompson) e una grande attenzione alle scenografie, alla musica e alle coreografie, sono stati gli ingredienti dell’ennesimo successo Disneyano che si piazza nella classifica dei film miliardari. Quale maniera migliore per festeggiare, se non con la collezione Swarovski 2017 dedicata proprio alla favola?
Swarovski ha presentato infatti una collezione in edizione limitata di preziosi oggetti di cristallo, vere opere d’arte dalle mille sfaccettature che colgono la magia della favola de La Bella e la Bestia. La più esclusiva è una riproduzione dei protagonisti realizzata con la tecnica del pointiage: 57.355 cristalli sono stati posizionati a mano sulle statuine della bella e coraggiosa Belle e del principe trasformato in Bestia. La coppia è in vendita in soli 250 esemplari in tutto il mondo. Una statuina di Belle, invece, cattura la luminosa magia tutta terrena della principessa Disney. Una ragazza intelligente, generosa, coraggiosa e pronta a tutto per coloro che ama, resa scintillante dai cristalli Jonquil, Light Topaz e Clear utilizzati per la collezione Swarovski 2017 in edizione limitata. Infine, immancabile una preziosa riproduzione della rosa, simbolo iconico della fiaba e dell’incantesimo che ha reso il principe Adam una bestia. In cristalli colorati composti da ben 407 faccette, la rosa è racchiusa in una campana di cristallo finemente inciso. Una collezione Swaroski capace di far innamorare tutti gli appassionati dei film Disney e della favola che ci insegna a guardare oltre le apparenze.
OVS Arts of Italy, la seconda capsule collection arriva negli store
Arriverà nei negozi il prossimo 20 aprile la capsule collection OVS Arts of Italy, seconda avventura del brand di fast fashion italiano nel mondo della moda e dell’arte. Per l’edizione 2017, OVS ha focalizzato la propria attenzione sulle arti decorative e, insieme al curatore del progetto Davide Rampello, ha scelto dieci opere tra le più belle e meno conosciute del ricchissimo patrimonio italiano. Opere preziose che testimoniano il gusto, l’incredibile maestria e il talento dei maestri artigiani che hanno abitato il nostro paese. Armature intarsiate e tavoli decorati, arabeschi e fili di perle, arazzi e pagine miniate hanno ispirato la capsule collection che arriverà tra pochi giorni nei punti vendita OVS.
Il progetto, che l’anno scorso ha avuto grande successo, ha dei testimonial d’eccezione: la cantante Emma Marrone, le attrici Valeria Solarino e Ambra Angiolini, lo chef Davide Oldani, lo scrittore Luca Bianchini e infine il regista Giovanni Veronesi, che realizzerà un corto sulla collezione e sulle opere d’arte a cui si ispira. Legni, metalli, ceramiche, tessuti, pietre si sono trasferiti dalla Galleria Palatina di Palazzo Pitti, dal Museo degli Argenti di Firenze e dal Museo Poldi Pezzoli di Milano, per diventare stampe e applicazioni sui capi d’abbigliamento OVS. La capsule collection OVS Arts of Italy comprende abitini stampati, felpe, giacche di pelle e t-shirt resi unici e preziosi dalle esclusive decorazioni. Ispirati ai motivi iconografici di alcune opere del Seicento e Settecento, i pattern che dominano la collezione provengono da capolavori dell’arte italiana tanto prestigiosi quanto poco conosciuti, aprendo lo scrigno delle meraviglie nascoste disseminate nel nostro paese. OVS prende ispirazione dall’arte e le regala un contributo prezioso: il ricavato della vendita di questi capi, insieme a una raccolta fondi che si svolgerà contemporaneamente nei punti vendita, sarà utilizzato per sostenere Norcia. I fondi contribuiranno infatti al restauro del dipinto “Madonna col Bambino in gloria, Santa Scolastica e altri Santi del XVII sec.”, della Basilica di San Benedetto da Norcia, simbolo della rinascita del paese dopo il gravissimo sisma che ha sconvolto il centro Italia.
Firenze come Royal Ascot: arriva la gara di cappelli per beneficenza
Piume, fiori, nastri e velette: Firenze si prepara all’invasione di cappelli da signora come Royal Ascot. Esattamente come il famoso ippodromo inglese, in cui dal 1711 si sfoggiano copricapo esagerati durante le corse dei cavalli, anche nel capoluogo toscano la Corsa dell’Arno vedrà sfilare signore e ragazze in sgargianti ed eccentrici cappellini. Il concorso “Il cappello più bello per Corri la Vita” è un’iniziativa benefica organizzata dal consorzio Il Cappello di Firenze, che invita tutti i fiorentini a presentarsi alla storica corsa di cavalli del 25 aprile con un copricapo degno della Famiglia Reale inglese. Le signore che accetteranno la sfida potranno recarsi in un atelier dedicato presso un’azienda associata al consorzio, la Memar. Qui dal 17 al 24 aprile potranno scegliere forme, colori, nastri e decorazioni per creare un cappello personalizzato che stupisca tutti. In alternativa, durante la gara all’Ippodromo del Visarno alle Cascine, un chiosco allestito dal consorzio fornirà altri cappelli da acquistare sul momento.
Le signore dotate di copricapo sfileranno durante la Corsa dell’Arno e una giuria le osserverà attentamente per decretare il più bel cappello in tre categorie: eleganza, creatività e promising designer. Quest’ultima categoria sarà dedicata alle proposte dei giovani studenti delle scuole di moda. Le vincitrici del concorso riceveranno dei viaggi in varie città d’Italia, ma tutti i partecipanti avranno la gioia di aver contribuito a un’iniziativa a fin di bene. Il consorzio Il Cappello, infatti, donerà parte del ricavato dell’evento all’Associazione Corri la Vita Onlus. Si tratta di un’organizzazione no-profit che realizza progetti specializzati nella cura, nell’assistenza e nella riabilitazione psico-fisica di donne malate di tumore al seno. Un’iniziativa divertente, che trasformerà l’ippodromo del Visarno alle Cascine in un’elegante e stravagante succursale del Royal Ascot e che permetterà alle signore di sfoggiare le creazioni più fantasiose, con la certezza di aver fatto del bene ad altre donne.
NewGen 2017: i giovani stilisti supportati dal British Fashion Council
Il British Fashion Council ha annunciato i nomi di quindici stilisti che godranno del supporto economico e manageriale NewGen 2017. Si tratta di giovani talenti britannici, che saranno guidati e finanziati nel complesso cammino per raggiungere il successo nel fashion system. Il programma di supporto degli stilisti emergenti subisce una modifica sostanziale: i nomi scelti per NewGen 2017 riceveranno sostegno finanziario, tutoraggio e formazione al business per l’intero anno e non più stagionalmente, come è accaduto negli anni passati. Il British Fashion Council decide quindi di puntare su 15 astri nascenti della moda britannica per un periodo più lungo, che comprenderà sia London Fashion Week Men’s che la London Fashion Week dedicata alla moda femminile.
A-Cold-Wall*, Charles Jeffrey Loverboy, Halpern, Nicholas Daley eRichard Malone sono i brand che riceveranno per la prima volta il sostegno NewGen, mentre Cottweiler, Kiko Kostadinov, Liam Hodges, Phoebe English MAN, Marta Jakubowski, Molly Goddard, Paula Knorr, Sadie Williams e Wales Bonner, che già beneficiavano del programma, continueranno a farne parte. I quindici stilisti presenteranno le loro collezioni tra il 9 e il 12 giugno per la London Fashion Week Men’s e a metà settembre per la prossima settimana della moda donna di Londra. «Essere capaci di selezionare ‘NewGen’ sia per il womenswear che per il menswear fianco a fianco, quest’anno ha dato allo schema una visione panoramica della forza di Londra come punto di riferimento centrale della giovane innovazione – dichiara Sarah Mower, Ambassador per i talenti emergenti di BFC, Responsabile Critico di VogueRunway.com e presidente della commissione di ‘NewGen’ – Eravamo tutti pieni di energia nell’essere ispirati da un tale aumento di talenti diversi provenienti da altrettanti background». Le fa eco la Chief Executive del BFC, Caroline Rush: «Il nuovo format della nostra iniziativa ‘NewGen’ consente al BFC di essere flessibile nel supporto che offre ai designer emergenti, e riconosce la natura mutevole del fashion business. Vogliamo rafforzare questi designer perché possano costruire e potenziare il proprio brand in totale allineamento con la loro visione creativa».