Il Museo del Tessuto di Prato festeggia i 40 anni con la mostra “Heritage”

Nato nel 1975, il Museo del Tessuto di Prato compie quaranta anni e festeggia questa prestigiosa ricorrenza con la mostra Heritage. Storie di Tessuti e di Moda, un viaggio tra le collezioni del Museo, che apre i suoi depositi attraverso una selezione di opere di grande interesse e valore, molte delle quali acquisite o restaurate di recente, oppure poco note al grande pubblico. L’esposizione – aperta dal 22 novembre al 30 aprile 2016 – sarà ospitata nella Sala dei tessuti antichi, la Schatzkammer (camera del tesoro) del Museo, 400 metri quadri interamente riallestiti per l’occasione.

 

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Nel percorso espositivo, che dal XVI secolo giunge fino agli anni Sessanta del Novecento, tessuti ed abiti dialogano continuamente, sottolineando le reciproche interconnessioni ed invitando il visitatore a leggere il tessuto in funzione del suo utilizzo finale (abbigliamento o arredamento) ed ogni prodotto finito in relazione al materiale tessile in cui è realizzato. Accanto a tessuti, abiti ed accessori, una selezione di libri campionario, figurini e giornali antichi di moda, bozzetti originali per abiti e rare edizioni.

 

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Nella prima teca, spiccano per importanza tre “vesti per sotto” del Cinquecento, esempi rarissimi di intimo dell’epoca per uomo, donna e bambino, che fanno parte di un corredo prodotto per l’aristocrazia, giunto miracolosamente fino a noi. Nella seconda teca si può apprezzare l’evoluzione degli stili e dei motivi decorativi nei tessuti del Sei e Settecento, con preziosi esemplari in stile “bizarre” che rappresentano l’influsso delle arti e della cultura orientali.

 

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Nella terza teca si segnala una livrea in lana da uomo ed un gilet ricamato in seta del XVIII secolo, oltre ad uno straordinario e rarissimo esemplare di partitura tessuta della Marsigliese, realizzata in seta al telaio Jaquard a Lione nel XIX secolo e dotata di una densità di fili di ordito a centimetro impressionante (oltre cento). La quarta teca è dedicata agli abiti di corte, con una veste realizzata per la corte borbonica – testimoniata anche da altri esemplari tra i quali uno conservato al Metropolitan Museum di New York – ed una uniforme della guardia marinara dei Cavalieri di Santo Stefano, entrambe del XIX secolo.

 

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Nella quinta teca spiccano i preziosi scialli Cashmere, realizzati in lana cashmere nell’omonima regione dell’India e ampiamente importati nell’Europa del XIX secolo, presenti in mostra sia nella versione originale, che in un pregevole riadattamento come veste da passeggio (visite). Oltre ad essi uno spettacolare tessuto in stile art nouveau progettato dal celebre Silver Studio in Inghilterra alla fine del XIX secolo. Gli anni ’10 e ’20 del Novecento occupano la sesta teca, con splendidi tessuti stampati progettati dall’artista francese Raoul Dufy, una straordinaria cappa in velluto di cotone stampato con motivi di ispirazione medievale, opera della celebre artista/disegnatrice di abiti e tessuti Maria Gallenga, oltre ad un abito da sera in seta acquistato nei celebri grandi magazzini di Parigi.

 

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L’ultima grande teca, la settima, ospita cinque straordinari abiti femminili sartoriali del Novecento – emblematici dell’ampliamento di interessi del Museo verso il tema della moda – che raccontano per episodi l’evoluzione dello stile e dell’eleganza, scandendo quasi al decennio sessanta anni di cambiamenti sociali e di gusto.

 

Museo del Tessuto di Prato (via Puccetti, 3 59100 Prato)
Orari di apertura: ma-gio 10-15; ven sab 10-19; dom 15-19
Info: www.museodeltessuto.it

Il MAST e François Hébel portano a Bologna la Biennale “Foto/Industria 2015”

Il mondo del lavoro in tutte le sue forme e in particolare la produzione industriale dalla creazione al riciclaggio è al centro della seconda edizione della Biennale Foto/Industria 2015 di Bologna. La rassegna, promossa dalla Fondazione MAST in collaborazione con il Comune di Bologna e la Direzione Artistica di François Hébel, si articola in 14 esposizioni che, dopo una prima esposizione nelle principali sedi storiche di Bologna, si svolgeranno fino al 10 gennaio presso la sede del MAST.

 

David LaChapelle Land Scape, Castle Rock, 2013 © David LaChapelle, Courtesy Galerie Daniel Templon Paris/ Brussels
David LaChapelle
Land Scape, Castle Rock, 2013
© David LaChapelle, Courtesy Galerie Daniel Templon Paris/ Brussels

 

Una manifestazione di straordinaria importanza a livello nazionale e internazionale che conferma sia la volontà della Fondazione MAST di offrire iniziative culturali di qualità ad un pubblico sempre più variegato e motivato, sia la vocazione del Comune di Bologna di promuovere attività artistiche legate alla tradizione e alla storia concreta dell’industria.

 

Edward Burtynsky Acciaieria Baosteel n. 2, Shanghai, Cina, 2005 © Edward Burtynsky, courtesy Nicholas Metivier Gallery, Toronto / Howard Greenberg Gallery and Bryce Wolkowitz Gallery, New York
Edward Burtynsky
Acciaieria Baosteel n. 2, Shanghai, Cina, 2005
© Edward Burtynsky, courtesy Nicholas Metivier Gallery, Toronto / Howard Greenberg Gallery and Bryce Wolkowitz Gallery, New York

 

La Biennale Foto/Industria si conferma un appuntamento importante per la città, un evento internazionale pensato per valorizzare la cultura industriale e del territorio, alla scoperta di alcuni dei suoi luoghi chiave. Isabella Seràgnoli, attraverso la Fondazione MAST, ci offre la rappresentazione dell’industria e del mondo del lavoro, tramite la fotografia d’autore, cogliendo temi e valori di un universo che caratterizza fortemente il tessuto sociale ed economico della nostra area metropolitana“, dichiara il Sindaco di Bologna, Virginio Merola.

 

Kathy Ryan Office Romance: 7/3/2013, 6:36 p.m. The New York Times © Kathy Ryan
Kathy Ryan
Office Romance: 7/3/2013, 6:36 p.m. The New York Times
© Kathy Ryan

 

Ancor più della prima edizione del 2013 – spiega il curatore François Hébelquesta rassegna unica al mondo per la sua capacità di selezionare sguardi e visioni sul lavoro e la produzione, è in realtà un autentico festival internazionale di fotografia offerto dalla Fondazione MAST e dal Comune di Bologna ai visitatori nella cornice eccezionale del centro storico della città e nella riqualificata area periferica dove sorge il MAST. Nel Centro Città nuovi spazi espositivi con Palazzi storici, cappelle barocche e musei, danno modo ai visitatori di accedere a piedi a luoghi di grande interesse e alle loro collezioni, in occasione della visita alla mostra”.

 

Luca Campigotto Arsenale di Venezia, 2000 © Luca Campigotto
Luca Campigotto
Arsenale di Venezia, 2000
© Luca Campigotto

 

Gli artisti scelti fanno parte a pieno titolo del mondo della fotografia, pur con storie molto diverse tra loro: artisti molto noti, reporter, ritrattisti, fotografi di impresa, giovani professionisti, tutti hanno in comune modi di operare forti, inattesi e altamente significativi.

 

O. Winston Link La locomotiva Hot Shot in direzione est, laeger, West Virginia, 1956 © The Estate of O. Winston Link, courtesy Robert Mann Gallery
O. Winston Link
La locomotiva Hot Shot in direzione est, laeger, West Virginia, 1956
© The Estate of O. Winston Link, courtesy Robert Mann Gallery

 

La Biennale Foto/Industria Bologna 2015 – conclude François Hébelcrede nella possibilità di estendere il territorio della fotografia industriale a una platea sempre più vasta e di contribuire a una migliore qualità del nostro sguardo”.

La Rinascente racconta i suoi primi 50 anni con una mostra

In occasione del suo 150° anniversario, la Rinascente racconta i suoi primi 50 anni di vita, quando non si chiamava ancora la Rinascente, con una mostra che ripercorre il periodo che va dalla fondazione da parte di Luigi e Ferdinando Bocconi nel 1865 degli omonimi Magazzini Bocconi, alla costruzione del negozio in piazza Duomo nel 1889, fino alla prima guerra mondiale e al nuovo nome ideato da Gabriele D’Annunzio nel 1917. La mostra la Rinascente prima della Rinascente avrà luogo dal 18 novembre al 1 dicembre nel Techno Souq di via Santa Radegonda a Milano.

 

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Questi primi 50 anni prendono vita attraverso fotografie e documenti provenienti da archivi e biblioteche e mostrano come la storia dei grandi magazzini s’intrecci con quella di Milano, che proprio in quei decenni si trasforma nella “città più città d’Italia” e si afferma come motore economico della neonata nazione.

 

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Per rendere omaggio alla città che l’ha vista nascere, la Rinascente ha deciso inoltre di raccontare le dinamiche di questo periodo straordinario anche attraverso la penna di sette autori. I testi che compongono questo suggestivo ritratto di Milano, verranno inviati alla stampa e pubblicati sul sito della Rinascente e suoi account social ufficiali. Ogni giorno verrà divulgato un racconto nuovo creando un effetto di costruzione per capitoli di un racconto più ampio, come nei romanzi a puntate che usavano proprio in quell’epoca. Il pubblico potrà così scoprire il ruolo chiave avuto dal capoluogo lombardo a livello internazionale nel commercio e nella finanza, nell’editoria e nella comunicazione, nella moda e nel design.

 

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Il lavoro è stato curato da Memoria e Progetto, l’associazione che, in collaborazione con il Centro Interdipartimentale MIC Moda Immagine Consumi dell’Università degli Studi di Milano, sta operando la ricostruzione della storia della Rinascente, attraverso una ricerca bibliografica e archivistica, che ricompone in forma digitale la documentazione presente in biblioteche e archivi pubblici e privati.

“Music&Cocktail”, il nuovo programma tv a base di whisky e musica

Parte il 18 novembre alle 21 su Sky Arte il nuovo programma televisivo Music & Cocktail, format inedito ideato dal whisky single malt Talisker. 7 puntate in onda ogni mercoledì per ripercorrere la storia della musica attraverso l’analisi di 7 diversi generi, uniti dal filo conduttore del celebre whisky single malt Talisker interpretato in ogni puntata in cocktail ad hoc ispirati al genere musicale dell’episodio.

 

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Tra blues, jazz, pop e rock, video e foto d’epoca scorrono fondendosi con le suggestive panoramiche dei paesaggi scozzesi in un dialogo visivo tra musica e whisky accompagnato dalle voci narranti di Alioscia Bisceglia, leader dei Casino Royale e Marco Russo, bartender e proprietario del 1930 Cocktail Bar, lo speakeasy milanese tra i più conosciuti e iconici del paese. Raccolti intorno al bancone del secret bar meneghino i due anfitrioni accompagnano gli spettatori in un percorso che alterna aneddoti di storia della musica a pillole di mixology sulla preparazione e il servizio dei migliori cocktail a base di whisky protagonisti oggi di un vero e proprio trend che sdogana definitivamente il distillato anche nel bere miscelato.

 

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Un momento di grande visibilità per Talisker che dà seguito al lancio dell’ultimissima novità proposta dalla celebre distilleria scozzese: Talisker Skye. Creato per rispecchiare la bellezza aspra e selvaggia dell’isola di Skye dove sorge la distilleria, questa nuova referenza rende omaggio ai maestosi paesaggi e alle suggestive coste della più frastagliata isola dell’arcipelago delle Ebridi. Un distillato d’autore amabile e affumicato che si sviluppa via via in note marine profonde per esplodere infine al palato in un finale intenso e speziato.

Chan-Hyo Bae scardina ogni convenzione sociale con “Sartor Resartus”

Si chiama Sartor Resartus la prima mostra del fotografo sud coreano Chan-Hyo Bae allestita al Visionarea Art Space di Roma e curata da Antonio Calbi, direttore del Teatro di Roma, critico e studioso delle arti sceniche. Un’esposizione, aperta al pubblico fino al 20 novembre, che si inserisce nel progetto voluto dall’artista Matteo Basilé  che è teso a valorizzare il luogo dell’Auditorium della Conciliazione nel rispetto della sua vocazione ma ampliandone le potenzialità espressive andando alla ricerca di quella umanità meno visibile.

 

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Con questo spirito nasce la mostra fotografica di Chan-Hyo Bae, incentrata sull’identità, un luogo i cui confini il più delle volte dobbiamo ancora addomesticare, senza prendersi troppo sul serio. L’artista e autore, immigrato a Londra, si traveste da donna con costumi d’epoca di un’aristocrazia del XIII/XIX secolo inglese scuotendo ad uno ad uno tutti i sacri templi: del potere, della razza, della nascita e della distinzione sociale. Il suo è un percorso a metà tra il sogno e la fiaba con un effetto dirompente e straniante: quando l’artista (uomo, orientale e contemporaneo) si traveste da icone (donne, occidentali e del secolo scorso) della monarchia inglese, di fatto scardina – tra il serio ed il faceto – i ruoli codificati delle convenzioni sociali, dell’identità di genere e della detenzione del potere cui siamo avvezzi.

 

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La bellezza non domata diventa un patchwork di citazioni “rattoppate”, appunto come il fantastico sarto di Carlyle, che assegna il nome a questa mostra. Un lavoro estetico ed ironico che nasconde profondità e tematiche forti, sussurrate e nascoste dietro il trucco dei perfetti set che l’artista ricrea per i suoi scatti.

Al Palazzo Reale “My Mommy Is Beautiful”, l’opera collettiva di Yoko Ono

Ultimi giorni per visitare La Grande Madre, la mostra a cura di Massimiliano Gioni – ideata e prodotta dalla Fondazione Nicola Trussardi – che rimane aperta al pubblico fino a domenica 15 novembre 2015 nelle sale al piano nobile di Palazzo Reale. E in quest’ultima settimana di apertura, la mostra si è arricchita di una nuova opera: l’installazione My Mommy Is Beautiful di Yoko Ono.  Realizzata per la prima volta dall’artista nel 2004 per la Biennale di Liverpool e inclusa fino a ora all’interno della mostra milanese soltanto come progetto digitale, lanciato lo scorso 10 maggio in occasione della Festa della Mamma.

 

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La celebre artista invita tutti gli spettatori a partecipare a questa sua opera collettiva chiamando i visitatori a raccontare e condividere gli affetti familiari, i legami più speciali e i racconti più personali su un grande muro bianco collocato all’ingresso della mostra a Palazzo Reale, dove sarà possibile lasciare la propria testimonianza, raccontare i propri ricordi, condividere immagini e ritratti della propria madre, creando in questo modo un monumento spontaneo e popolare dedicato alla figura della mamma.

Una “Pagina Bianca” in Piazza Duomo a Milano: lasciare un segno contro la violenza

Sabato 7 novembre, dalle ore 10.00 alle ore 19.00, Piazza del Duomo a Milano sarà coperta con un immenso telo bianco, oltre 3.000 metri quadrati, che diventerà il simbolo della seconda edizione di Pagina Bianca, una performance pubblica di sensibilizzazione contro ogni forma di abuso e violenza di genere, nonché bullismo e cyber bullismo.

 

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L’iniziativa vede in prima linea i contributi di Ivan Tresoldi, poeta di strada e artista pubblico, Valentina Pitzalis, donna simbolo della lotta alla violenza sulle donne e Fare X Bene, Onlus impegnata da anni nella prevenzione e lotta a ogni tipo di discriminazione e violenza. L’evento del 7 novembre rientra nell’attività della Onlus in vista del 25 novembre, Giornata Internazionale dell’eliminazione della Violenza contro le Donne.

 

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Una immensa superficie di carta bianca ricopre piazze, strade e luoghi pubblici creando così la suggestione di un grande foglio libero che, progressivamente con il contributo delle genti, diventa strumento d’espressione poetica e figurativa. L’idea che sottende questo lavoro esprime, come racconta Ivan, la volontà di: “…liberare le genti in un grande spazio autogestito senza regole ne padroni…”.

 

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Pagina Bianca sarà un “gesto pubblico”, uno strumento di espressione poetica e figurativa, grazie al contributo di quanti, partendo dalla suggestione di un grande foglio libero, vi potranno riportare ed esprimere, attraverso poesie, disegni e canzoni, le diverse testimonianze contro la violenza di genere. L’edizione di quest’anno sarà dedicata a Elio Fiorucci, grande protagonista della performance del 2014 e ambasciatore storico Fare X Bene, nonché ideatore del suo logo, una mano rosa che si apre al mondo con un cuore che vola verso il cielo.

“Snoopy & Friends”: al Wow di Milano una mostra dedicata ai personaggi di Charles Schulz

All’interno di WoW – Il Museo del Fumetto di Milano, è allestita fino al 10 gennaio 2016 una mostra dedicata ai mitici personaggi della Peanuts disegnati da Charles Schulz nel 1950. L’esposizione, allestita per festeggiare questo 65° anniversario, gode del prestigioso patrocinio del Charles M. Schulz Museum di Santa Rosa in California e accompagna l’uscita del film Snoopy & FriendsIl Film dei Peanuts, da ieri al cinema.

 

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L’impacciato Charlie Brown, la scorbutica Lucy, il tenero Linus, l’intraprendente Piperita Patty, il solitario Schroeder e naturalmente l’insuperabile Snoopy, svelano ai visitatori i segreti del loro successo grazie all’esposizione di tavole originali del grande Charles Schulz. Pannelli biografici, statue, installazioni multimediali, video, volumi, riviste, quotidiani d’epoca, giochi, documenti, comic books, manifesti cinematografici raccontano dinamicamente un successo lungo sessantacinque anni. Nella mostra il visitatore potrà leggere più di 500 strisce, rivedere le scene più belle dei cartoni animati, scattarsi divertenti fotografie in compagnia del proprio personaggio preferito e scoprire nuovi contenuti di Snoopy & Friends il film d’animazione diretto da Steve Martino.

 

"Snoopy & Friends - Il Film dei Peanuts"
“Snoopy & Friends – Il Film dei Peanuts”

 

Grazie ai pezzi unici provenienti dall’archivio della Fondazione Fossati si potranno inoltre ammirare i volumi pubblicati in Italia, i numeri più importanti del mensile Linus, così come testi monografici, saggi, libri e articoli. A ogni personaggio principale (Charlie Brown, Marcie, Linus, Snoopy, Schroeder, Lucy, Piperita Patty) sarà dedicata poi un’area espositiva aperta da una statua 3D con pubblicazioni e strisce che ne raccontano la personalità e lo sviluppo grafico nel corso degli anni. Una sezione a parte è invece dedicata a Snoopy, il simpatico e intraprendente bracchetto che con il suo universo immaginifico ha conquistato generazioni di lettori diventando, insieme a Charlie Brown, vero e proprio testimonial della serie.

 

Charles Schulz disegna Charlie Brown
Charles Schulz disegna Charlie Brown

 

Si potrà anche vedere la prima apparizione animata dei Peanuts all’interno dello spot pubblicitario girato dalla Ford nel 1959, qualche estratto dello storico lungometraggio “A Boy Named Charlie Brown” (1969), di “Snoopy Cane Contestatore” (1972) e dello speciale televisivo che segnò il vero debutto in animazione da protagonisti “A Charlie Brown Christmas” (1965).

La Fontana di Trevi torna al suo splendore grazie a Fendi

Dopo appena diciassette mesi dall’inizio dei lavori, e prima della data inizialmente prevista per fine 2015, dal 3 novembre è tornata a scorrere l’acqua nella Fontana di Trevi grazie all’imponente operazione di restauro finanziata da Fendi. Durante il periodo del restauro, l’idea da parte della Sovrintendenza Capitolina di realizzare la passerella panoramica con pannellatura trasparente, accessibile direttamente dalla piazza, ha permesso ai visitatori di vedere la Fontana di Trevi da una prospettiva unica, di entrare fisicamente in un capolavoro artistico di fama internazionale e di avere una prossimità mai avuta prima.

 

Fontana di Trevi restaurata 3 novembre

 

Il progetto di ripristino, giocando di creatività, ha dato vita ad uno dei cantieri di restauro tra i più innovativi concepiti finora per interventi di questo tipo e consentito di non interrompere la fruizione di uno dei monumenti più belli e visitati di Roma. E il progetto non si ferma qui: per il 2016 la Maison romana conferma il proprio impegno in operazioni di mecenatismo legate alla città di Roma e alle sue fontane grazie a Fendi for Fountains, sostenendo il restauro e/o manutenzione della Fontana del Gianicolo, del Mosè del Ninfeo del Pincio e del Peschiera.

 

Il restauro della Fontana di Trevi in numeri:

3.000.000 di visitatori

516 giorni lavorativi su 600 previsti

59.092 visite al sito web

2.867 APP IOS scaricate

1.721 APP Android scaricate

3.900 mq di travertini e marmi restaurati

340 mq di stucchi restaurati

100 mq di intonaci restaurati

80 mq di laterizi restaurati

320 mq di vasca restaurati

31 tecnici progettazione e Direzione Lavori

26 restauratori

36  operai specializzati

27 tecnici

10 addetti alla sorveglianza

“Henri Cartier-Bresson e gli altri”: l’Italia in 80 anni di fotografia

Dall’11 novembre al 7 febbraio 2016, a Milano, Palazzo della Ragione Fotografia ospita Henri Cartier-Bresson e gli altri – I Grandi fotografi e l’Italia, la mostra che racconta come i grandi fotografi internazionali hanno visto l’Italia in un arco di tempo di quasi ottant’anni. L’esposizione è divisa in sette ampie aree tematiche, all’interno delle quali si sviluppa una storia indiretta della fotografia e dell’evoluzione dei suoi linguaggi.

 

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Il lungo viaggio in Italia inizia con un autoritratto di Henri Cartier-Bresson del 1933: il suo sogno umanista di fermare il tempo, di cogliere il momento decisivo nel flusso in divenire della realtà influenzerà a lungo la fotografia di tutto il mondo e sarà adottato da generazioni di fotografi. Dopo Cartier-Bresson, e il suo viaggio durato circa trent’anni, il reportage di Robert Capa al seguito delle truppe americane durante la Campagna d’Italia del 1943, segue l’elegante rilettura del mondo della fede affrontato da David Seymour e il fascino che un’Italia minore esercita su Cuchi White, ancora studentessa di fotografia.

 

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Poi la visione umanista si stempera nelle luci classiche del racconto di Herbert List o nella destabilizzazione della visione di William Klein che entra da protagonista nel provocatorio racconto di Roma del 1956. Infine Sebastião Salgado che, con la consueta magistrale capacità di rileggere la realtà degli uomini, racconta l’epopea degli ultimi pescatori di tonni in Sicilia.

 

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Si passa poi alla fascinazione per la fotografia in bianco e nero nella quale la narrazione si allontana dal reportage ma conserva intatta la poesia della visione classica: è il viaggio di Claude Nori che ripercorre le strade dei ricordi sul litorale adriatico alla ricerca di radici familiari ma è anche la visione della capitale di Helmut Newton che in 72 Ore a Roma ricrea una passeggiata notturna nel centro monumentale della città.

 

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Le nostre città d’arte e cultura diventano poi terreno di interpretazione e di sperimentazione dei molti linguaggi che la tecnologia contemporanea offre oggi alla fotografia. Alexey Titarenko racconta una Venezia magica, Abelardo Morell, ad esempio, utilizzando le tecniche del “foro stenopeico”, crea visioni nelle quali interni ed esterni si sommano, Gregory Crewdson riscopre la fotografia in bianco e nero per interpretare Cinecittà, Irene Kung invece ricrea un’atmosfera onirica per ritrarre i monumenti del passato e del presente di Milano.

 

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A introdurre il quarto itinerario, affidato ad autori che utilizzano quello che per consuetudine viene definito “linguaggio documentario”, è Paul Strand, che con Cesare Zavattini ha realizzato una delle più straordinarie opere dedicate alla realtà contadina: Un Paese del 1953. Strand, attraverso ritratti, still life e paesaggi conserva la storia di un piccolo centro emiliano, Luzzara. A cinquant’anni di distanza ma con lo stesso intento Thomas Struth ritrae il centro storico di Milano e Joan Fontcuberta si dedica ai gabinetti delle curiosità dei Musei scientifici di Bologna e di Reggio Emilia. Il Grand Tour continua toccando anche una fotografia più disturbante, quella dei disagi esistenziali e degli scempi architettonici: Art Kane, che progetta immagini-sandwich che raccontano la scomparsa di Venezia e di Michael Ackerman che racconta invece in una lunga sequenza un doloroso incontro napoletano.

 

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Fanno da contraltare a queste immagini numerosi autori che rileggono il nostro Paese con sguardo positivo: Joel Meyerowitz racconta le luci magiche della Toscana e arricchisce le sue immagini con il contributo poetico di Maggie Barret, Steve McCurry, a Venezia, è affascinato dall’alchimia estetica che si crea tra le persone e l’ambiente e Martin Parr invece, sulla costiera Amalfitana, gioca con l’immagine dei turisti che si dedicano a ritrarre se stessi sullo sfondo di straordinari paesaggi.

 

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Chiude idealmente il percorso espositivo la narrazione autobiografica: Nobuyoshi Araki, anche lui affascinato da Venezia, si fotografa con le maschere del carnevale e racconta in chiave soggettiva i suoi incontri. Sophie Zénon ripercorre la storia della sua famiglia, costretta a emigrare, affiancando i ritratti dei suoi nonni ai loro luoghi di provenienza e infine Elina Brotherus e i suoi autoritratti nel paesaggio che si ricollegano all’inizio del nostro itinerario allo stupefacente e modernissimo autoritratto di Henri Cartier-Bresson che ha dato il via a questo lungo viaggio.

Otto città per otto generi letterari: in tv arrivano i “BookLovers”

Da martedì 10 novembre arriva su Sky Arte HD BookLovers, un nuovo format dedicato ai libri e agli amanti della letteratura. Il giornalista Giorgio Porrà accompagnerà i telespettatori attraverso i generi letterari in un viaggio di otto puntate in altrettante città italiane. In ogni appuntamento vengono letti brani scelti tra i romanzi più rappresentativi, mentre Porrà intervista uno scrittore capofila del genere e un personaggio trasversale alla letteratura.

 

Giorgio Porrà
Giorgio Porrà

 

La prima puntata sarà a tinte noir, sullo sfondo di una Milano che ha ispirato Giorgio Scerbanenco e di cui ci parleranno Carlo Lucarelli e il critico cinematografico Gianni Canova. La seconda tappa sarà a Torino (17 novembre), dove si affrontano le sfaccettature del romanzo psicologico con Paolo Giordano e i gemelli De Serio. Il 24 novembre la serata è dedicata a Roma e alla fantascienza con la partecipazione di Valerio Evangelisti e Gipi. Si passa a Mantova (1° dicembre), dove si parla di grapich novel con Roberto Recchioni e Lorenzo Mattotti e alla commedia che ha animato Luino (8 dicembre): qui Stefano Benni tratteggia un ritratto esclusivo di sé e Claudio Bisio racconta l’amicizia nata con Daniel Pennac.

 

Raul Montanari sarà tra gli ospiti del programma.
Raul Montanari sarà tra gli ospiti del programma.

 

La sesta puntata (15 dicembre) vede protagonista Bologna e i romanzi di formazione con il premio Strega 2015 Nicola Lagioia e Raul Montanari. Si chiude il 22 dicembre con un doppio appuntamento: prima a Parma (ore 21.10), si parla di satira con Francesco Bonami e Carla Signoris; poi, sul romanzo biografico, si passeggia con il regista Pupi Avati per la città di Genova (ore 21.45).