Sorgerà a Porta Nuova la Biblioteca degli alberi, prossima esclusiva novità per la vita milanese. “Una sorpresa per i milanesi, che lo ameranno”, così viene annunciato il grande parco tematico con foreste circolari e percorsi ciclabili, che sorgerà ai piedi dei grattacieli di Porta Nuova. La Biblioteca degli alberi conterà ben 23 boschi circolari: largo a campi immensi, percorsi da utilizzare come mercatini e location per eventi e giochi per i più piccoli. Un progetto originale di orticultura urbana, in un suggestivo esperimento che intende radunare singole specie per creare delle “stanze vegetali” illuminate in modo diverso dal resto del verde; trattasi di vere e proprie miniforeste collegate alle fermate della metropolitana e degli autobus attraverso viali e sentieri, con percorsi ciclabili e pedonali. Una festa di primavera è stata occasione per presentare il progetto ai cittadini: a metà aprile via libera ai lavori per il secondo lotto, che si estenderà per 95mila metri quadri e verrà ultimato entro quest’estate. Un investimento complessivo pari a 14 milioni di euro, che punta alla valorizzazione del verde urbano. La biblioteca degli alberi costituirà il terzo parco pubblico più grande del centro di Milano con 8 ettari all’interno dei quali si troveranno 23 specie diverse di piante con miniforeste circolari. “I milanesi ameranno il parco come hanno amato tutto il resto dell’intervento e cambierà l’esperienza di coloro che si trovano a vedere Milano aiutandoci anche in quel racconto della città dove ogni mese c’è sempre qualcosa da vedere”, così ha commentato Pierfrancesco Maran, assessore all’Urbanistica, che ha poi aggiunto: “Il modo in cui è stato progettato credo sarà una sorpresa per i milanesi perché è un tipo di verde diverso da quello a cui siamo abituati. Questa da area dismessa e abbandonata potrà diventare uno dei nuovi centri di Milano”.
Autore: Chiara Caputo
Dolce & Gabbana e Smeg al Salone del Mobile
Colore e design dominano nella nuova collezione di piccoli elettrodomestici firmata in collaborazione con Dolce & Gabbana e Smeg: giunta al suo primo anno, la partnership esclusiva si riconferma protagonista assoluta anche dell’edizione 2017 del Salone del Mobile, con un tripudio di anima made in Italy. “Sicily Is My Love” è il titolo iconico della nuova collezione realizzata con Smeg: modelli esclusivi e coloratissimi di piccoli elettrodomestici per la casa impreziositi da pattern iconici che omaggiano i profumi e i sapori della Sicilia. Tostapane, macchine del caffè, bollitori, frullatori, spremiagrumi, impastatrici ed estrattori di succo: questa la vasta gamma di prodotti unici e vibranti, decorati finemente con l’estetica iconica del brand di moda italiana, che non lesina anche questa volta in stampe caratteristiche, raffiguranti l’Etna e i carretti siciliani, i limoni e gli agrumi di una terra unica, che continua ad ispirare uno stile entrato nel mito. Una collezione ricca di spunti eterogenei, che segna un nuovo successo per il design italiano: e se il duo di stilisti continua da anni ad affascinarci con un’estetica improntata alla riscoperta dello stile mediterraneo, fulcro di bellezza imperitura, ora anche nel design l’avventura italiana si apre a scorci inediti, che offrono spunti non meno interessanti. Deliziosi i piccoli elettrodomestici per la casa, decorati in nuance vibranti e in pattern all’insegna del brio. Colore e design si uniscono in un progetto unico, che si pone già come una delle realtà più affascinanti del Salone del Mobile di Milano.
Torna a Firenze l’Adorazione dei Magi di Leonardo da Vinci
E’ tornato alla Galleria degli Uffizi dopo 5 anni e mezzo di lavori il celebre dipinto di Leonardo da Vinci: l’Adorazione dei Magi, grande incompiuta del genio di Vinci, realizzato tra il 1481 e il 1482 per i monaci di San Donato a Scopeto, è ora al centro di un’esposizione. Dopo una complessa serie di indagini diagnostiche e un lungo restauro, realizzato nei laboratori dell’Opificio delle pietre dure, il dipinto è ora visitabile dal 28 marzo fino al 24 settembre.
L’esposizione, curata da Eike Schmidt e da Marco Ciatti e Cecilia Frosinini, è un’occasione unica per esplorare le dinamiche di una straordinaria opera di restauro, che oltre ad aver risolto problemi conservativi ha permesso un inaspettato recupero di sorprendenti tonalità cromatiche che gettano nuova luce nell’interpretazione dell’opera, accentuandone dettagli mai messi in risalto prima d’ora. “E’ un Leonardo mai visto quello che il visitatori potranno godere. Ora vediamo i colori effettivamente da lui scelti e voluti per la tavola e sono riapparse le tante figure umane e animali che erano scomparse da secoli sotto le vernici”, ha commentato Eike Schmidt, direttore della Galleria degli Uffizi.
Esposta insieme alla tavola di Leonardo anche la versione dell'”Adorazione” eseguita da Filippino Lippi nel 1496, commissionata all’artista pratese dai monaci di san Donato dopo che Leonardo partì per Milano lasciando il lavoro incompiuto. Il restauro è stato eseguito da un team di cinque restauratori guidati da Roberto Bellucci e Patrizia Riitano, sotto la supervisione di Cecilia Frosinini e del responsabile dell’Opificio, Marco Ciatti.
“Grazie al lavoro che abbiamo condotto sono emersi dettagli e particolari prima impercettibili, che ci hanno consentito di comprendere molto di più delle tecniche di lavoro di Leonardo -ha commentato Ciatti-. Una delle scoperte più importanti che abbiamo potuto fare, oltre al fatto che Leonardo ha effettuato gli studi di prospettiva direttamente sull’opera con incisioni impercettibili e non su carte, è stata il fatto che in questo dipinto, che porta la data del 1481, abbia effettuato sperimentazioni che poi ritroviamo, in forma più compiuta, in altri suoi capolavori. La zuffa di cavalieri che appare sullo sfondo ricorda molto di quanto sappiamo della “Battaglia di Anghiari”; vicino alla Vergine collocata al centro troviamo la testa di un vecchio che fa pensare senz’altro ad una sorta di studio del suo “San Girolamo”. Ed anche i riflessi d’acqua, visibili, con un po’ di attenzione sotto i piedi di Maria, evocano l’effetto visivo che comparirà, con maggiore forza nella “Vergine delle Rocce””. Al termine della mostra, l’opera sarà spostata nella nuova sala di Leonardo, sita al secondo piano della Galleria, accanto al “Battesimo di Cristo” e all'”Annunciazione”.
Calzedonia: la collezione costumi per l’estate 2017
Sarà un’estate caldissima, quella di Calzedonia: il noto brand anche quest’anno ha sfornato un catalogo ricco di sorprese e novità, per apparire sempre al meglio anche in spiaggia. Una vasta gamma di costumi da bagno pensati per tutte le esigenze, per esaltare la bellezza e proporre look sempre freschi e alla moda: la nuova linea beachwear per l’estate 2017 appare ricca di proposte, perfette per tutti i gusti.
Dal top a fascia al trikini, dal più classico bikini a triangolo fino ai sofisticati costumi interi, davvero tante sono le idee e i modelli proposti dal brand. Tra le testimonial della nuova campagna spiccano i volti e i fisici perfetti di Toni Garrn, Georgia Fowler, Ophélie Guillermand e Blanca Padilla, immortalate su spiagge paradisiache: sono loro ad incarnare la nuova filosofia del brand, che unisce un’estetica fortemente contemporanea al glamour del beachwear pensato per enfatizzare la bellezza femminile.
E se il costume a fascia sembra essere il must have da sfoggiare per il primo sole, per ottenere un’abbronzatura perfetta, tante sono le proposte anche per quanto riguarda i reggiseni: dai modelli preformati a quelli con imbottitura, fino alle scollature a cuore e alle stampe iconiche, ce n’è davvero per tutti i gusti, in un caleidoscopio di varianti. Dal reggiseno liscio a quello con ferretto, dalla coppa a conchiglia al modello con nodo al centro, per suggestioni Seventies, la varietà è ancora una volta la parola d’ordine.
Non manca inoltre un occhio di riguardo anche per gli slip, come il modello brasiliana senza cucitura e la vita bassa, fino alla culotte. Tantissime le stampe iconiche che impreziosiscono i modelli della collezione estate 2017: tra i colori predominanti nella palette cromatica spicca il turchese, con blu, l’intramontabile nero e nuance pop, che figurano accanto a righe, stampe floreali e suggestioni etniche e tribali.
Cecilia Matteucci Lavarini: il guru del collezionismo di moda
Se il collezionismo di moda avesse un volto, sarebbe certamente il suo: il guardaroba di Cecilia Matteucci Lavarini, icona di stile contemporanea e protagonista del jet-set milanese e non solo, vanta oltre 3000 pezzi, tra haute couture e prêt-à-porter.
Donna di raro charme, nel mondo patinato della collezionista sembra quasi di trovarsi in una dimensione onirica, sospesa nel tempo, in bilico tra echi Art Déco e suggestioni barocche, nelle sete preziose dei suoi kimono o ancora nelle piume e nei copricapi istrionici spesso sfoggiati durante eventi ufficiali e gala. Nata in Toscana, ma bolognese di adozione, Donna Cecilia già da bambina mostra una naturale inclinazione per la moda, negli immensi pomeriggi trascorsi nei Grandi Magazzini Lavarini, di proprietà dei genitori. Dopo il matrimonio si trasferisce a Bologna.
Dior, Chanel, Saint Laurent sono solo alcuni dei brand che figurano nell’archivio immenso dell’iconica collezionista, sublime incarnazione di uno stile che unisce citazioni erudite, un senso spiccato per la storia del costume ed una personalità esplosiva.
Algida e sottile, eccentrica e fieramente sopra le righe, Cecilia Matteucci Lavarini predilige nel suo archivio un gusto fine e ricercato, che l’ha portata negli anni a scovare vere e proprie perle, come gli amati kimono giapponesi risalenti all’Ottocento, i capi firmati da Biki ed appartenuti a Maria Callas, accanto a tailleur Chanel, capi Dior, Balenciaga, Saint Laurent, che spaziano dagli anni Venti agli anni Novanta.
Una collezione iniziata negli anni Ottanta, la sua, quando l’icona fashion acquistò il primo capo vintage in un mercatino di Forte dei Marmi. Il resto è storia: da allora la passione per il collezionismo di moda non è mai finita e Donna Cecilia è presenza fissa nelle aste più importanti del mondo, da Sotheby’s a Christie’s.
Lei, che asserisce che il vestirsi bene è paragonabile ad una forma di cultura, ama definirsi eclettica. Tra i capi indossati anche uno smoking maschile, appartenuto al marito: un secco no invece per quanto concerne piumini o infradito, che l’icona aborre.
Tra i designer contemporanei più amati spicca in assoluto Alessandro Michele, considerato enfant prodige della moda italiana. Inoltre la collezionista adora anche il genio di Lagerfeld e l’estro di Galliano. Il suo smisurato archivio è già destinato alla galleria del Costume di Palazzo Pitti, realtà affermata a cui la collezionista ha già ammesso di aver fatto testamento: a loro spetteranno gli spettacolari capi della sua collezione, un patrimonio unico da salvaguardare con cura.
Blanca Padilla: chi è la modella del momento
Regina indiscussa delle ultime fashion week, Blanca Padilla è la top model del momento: occhi scuri, volto da bambola e broncio irresistibile, la modella spagnola è stata protagonista di quasi tutte le collezioni che hanno sfilato il mese scorso a Milano, Londra, Parigi e New York.
Una bellezza acqua e sapone, la sua, ma che all’occorrenza sa diventare sofisticata: viso perfetto ed altezza svettante, Blanca Padilla è nata il 7 gennaio 1995 a Madrid. Centottanta centimetri di altezza e lineamenti delicati, la sua carriera nella moda inizia per caso, quando viene scoperta da Ignacio Aysha: all’epoca la giovane era una studentessa della ESIC Business & Marketing School. Subito la ragazza firma un contratto con la Next Model Management, che la porta a lavorare a Parigi, New York, Milano e Londra.
Nel febbraio 2014 Blanca viene inserita al 59esimo posto nella classifica della Female Model of the Year stilata dalla Mercedes-Benz Madrid Fashion Week. Nello stesso anno calca la passerella del Victoria’s Secret Fashion Show, dove è la quarta modella spagnola dopo Esther Cañadas, Eugenia Silva e Clara Alonso.
Nel 2015 diviene il volto di Dolce & Gabbana e debutta sulla cover di Vogue España, dopo ben nove anni dall’ultima volta in cui a posare per la testata patinata era una modella spagnola. Intanto si moltiplicano gli ingaggi, che la vedono sulla passerella di nomi come Anna Sui, Dolce & Gabbana, DSquared2, Elie Saab, Giorgio Armani, Moncler, Oscar de la Renta, Valentino e Versace, solo per citarne alcuni. Nel febbraio 2017 l’abbiamo vista praticamente ovunque: lunghi capelli neri e charme europeo, la splendida Blanca ha calcato la passerella di Max Mara, Tommy Hilfiger, Elie Saab e di molti altri nomi, raccogliendo proseliti. Seguitissima sui social network, la modella incanta con una fotogenia rara e un sorriso splendido.
Gli scatti di Mauro Masera in mostra a Venezia
È stata inaugurata lo scorso 21 marzo presso l’Università Iuav di Venezia la mostra dedicata a Mauro Masera, autorevole firma della fotografia del design italiano. Il fotografo, che per tutta la sua carriera ha collaborato attivamente con designer ed architetti, viene celebrato con una retrospettiva esclusiva, che resterà aperta fino al 19 maggio. Nato e vissuto a Milano, Masera ha collaborato con importanti aziende italiane, come Gavina, Kartell, Vassina, Zanotta, Alessi e Fontana Arte. Innumerevoli le collaborazioni con riviste di settore, da Abitare ad Ottagono. La mostra, intitolata “Mauro Masera, fotografo del design italiano (1957-1992)”, espone i lavori principali di una delle figure più importanti del design italiano. Nato nel 1934 e scomparso nel 1992, Masera è stato tra i testimoni più autorevoli della nascita del Made in Italy. Accanto a nomi come Oliviero Toscani, Giorgio Casali e Sergio Libis, il fotografo ha immortalato con il proprio obiettivo i primi vagiti di un’epoca destinata a restare per sempre impressa sui libri di storia. Tanti gli oggetti da lui ritratti diventati poi iconici, in bilico tra sperimentazione ed evoluzione. Curata da Alberto Bassi e Carlo Masera, la mostra riassume il suo lavoro fotografico mettendo in risalto la sua formazione nell’ambito della fotografia industriale. In esposizione non solo le sue fotografie ma anche materiale d’archivio come documenti ed interessanti spunti inediti sulla sua carriera. La mostra si tiene all’Università Iuav di Venezia ed è aperta dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 17.30. L’ingresso è libero. Un’occasione imperdibile per approfondire la vita di uno dei protagonisti del design italiano.
John Galliano si ispira allo charme della Marchesa Casati
Evocativa ed affascinante la collezione autunno/inverno 2017-18 di John Galliano, che ha sfilato nell’ambito della Paris Fashion Week.
Tanti i riferimenti storici che costituiscono ispirazione predominante di una prova magistrale per Galliano: il designer sceglie stavolta di lasciarsi ammaliare dallo charme di una delle donne più affascinanti della storia, protagonista di alchimie misteriose e leggendaria icona di stile, la marchesa Luisa Casati Stampa di Soncino (qui un pezzo su di lei). La blasonata musa nonché amante di Gabriele D’Annunzio, sublime incarnazione della dark lady per antonomasia, tra fascino sulfureo e suggestioni oniriche, diviene protagonista assoluta del défilé di Galliano. Largo ad un tripudio di suggestioni tailoring per capi ad alto tasso scenografico, che si alternano a note rétro, a partire dagli istrionici copricapi, che ricordano da vicino lo stile iconico della marchesa, figura di spicco del jet-set internazionale. Non era raro, secondo le cronache mondane dell’epoca, incontrarla per le calli veneziane vestita solo di una pelliccia, mentre portava a spasso le sue pantere. Emblema dello stile degli anni Venti, la marchesa incarnava certo dandismo in gonnella che all’epoca appariva quantomai rivoluzionario rispetto ai diktat imperanti sulla figura femminile: potenti gli echi del passato tornano in auge in una collezione che unisce mirabilmente note mannish alla femminilità Art Déco di capi impreziositi da balze, per silhouette svolazzanti e contrasti iconici. Potenti i capispalla in jacquard di seta, che raffigurano pattern floreali con crisantemi e tapestry che profuma di antico, tra pigiama palazzo e velluti dévoré impreziositi da motivi iconici. Non mancano maglie in mohair, bluse a collo alto e capi dalle suggestioni Thirties, in un trionfo di sete plissettate.
Rachel Mortenson: chi è il nuovo volto di Guess
Labbra carnose, lunghi capelli biondi e curve bombastiche: è Rachel Mortenson il nuovo volto di Guess, che prende il posto di Belen Rodríguez. Un corpo perfetto che sta già facendo impazzire i social network, a partire da Instagram, dove la bionda modella conta oltre 109mila follower.
Tanti gli scatti sexy che la immortalano, dall’alto di una perfezione fisica che non è certo passata inosservata al brand Guess, che dagli anni Ottanta ad oggi, ha ingaggiato nel suo team bellezze del calibro di Claudia Schiffer, Eva Herzigova, Naomi Campbell, Laetitia Casta, fino a Vanessa Hessler, Kate Upton e all’argentina Rodríguez.
Curve sinuose ed occhi da gatta, Rachel Mortenson si appresta a conquistare i fan dello storico brand creato da Paul Marciano. Una ragazza della porta accanto, così la modella viene descritta dai media. Eppure sulla sua vita privata sembra regnare il mistero e davvero poche sono le informazioni sulla splendida testimonial di Guess.
Nata in Arizona, Rachel Mortenson ha iniziato la sua carriera di modella relativamente tardi, rispetto alle colleghe, ma ciò non ne ha minimamente intaccato lo charme e la bellezza. Labbra a cuore, efelidi e fisico da copertina, la bellissima modella americana sembra già determinata a farci dimenticare Belen, che ha prestato il volto per Guess nelle ultime due campagne pubblicitarie.
La giornata media della bionda Rachel si divide tra estenuanti sedute di shooting in bikini, in cui posa come una diva patinata, senza perdere di vista l’autoironia. Fotogenia imbarazzante e femminilità esplosiva, la modella incarna fedelmente gli ideali di bellezza promossi da sempre da Guess.
Junko Shimada sfila tra pop e underground
Eclettica ed avanguardistica la collezione AI2017-18 di Junko Shimada, che ha sfilato nell’ambito della Paris Fashion Week: lo spirito indomito dello stile Shimada trova espressione in una masquerade iconica che non lesina in istrionici coup de theatre. Nessuna nostalgia per il passato, ma uno stile in perenne trasformazione, per Junko Shimada, che non ama lasciarsi andare ad echi nostalgici preferendo un panta rei creativo proiettato nel futuro. La designer, figura indipendente ed emblematica della scena parigina, unisce da sempre il rigore e l’umiltà giapponesi con l’audacia e l’open-mindedness parisien. Nella collezione AI 2017-18 tornano i topos che hanno reso iconico il suo stile, in un crogiolo di ispirazioni che vertono su note pop e suggestioni decadenti, tra suggestioni ludiche e tuffi nell’Unheimlich di freudiana memoria. Onirica come una vestale, la donna Shimada ha il volto coperto da maschere in stile nipponico: come una geisha in chiave urban, sfoggia cappe in pelliccia declinate in nuance al neon, da indossare con capi dalle note sporty. Uno stile che attinge molto allo streetwear, in bilico tra sovrapposizioni dal piglio strong e note sportswear che ridefiniscono un’estetica classica imprimendovi un tocco basic ed active. Stivali di gomma ai piedi e tripudio di knitwear in colori fluo, per capi che omaggiano lo stile Eighties. Largo a giallo lime, rosso e rosa fucsia, in una collezione ricca di virtuosismi stilistici e note playful. Ironica e a tratti barocca, la moda di Junko Shimada coniuga note futuriste ad ispirazioni underground. Tra gessato d’ordinanza che impreziosisce cappotti sartoriali sfilano mini dress in tapestry e jacquard prezioso, tra parrucche napoleoniche e tocchi gold, come nei serpenti che decorano il black all over.
Moncler Gamme Rouge sfila a Parigi tra romanticismo folk e spirito ribelle
Romantica e suggestiva la collezione autunno/inverno 2017-18 di Moncler Gamme Rouge: su un tappeto di foglie autunnali sfila una nuova stagione firmata Giambattista Valli, in bilico tra folclore e raffinatezza. Il mood predominante prediige l’outdoor, per una moda funzionale pensata per una donna che affronta il rigore invernale tra i boschi e vallate impervie. Come un folletto, stretta in iconici mantelli decorati con stampe bohémien, la donna Moncler non rinuncia allo charme: in una passerella invasa da fogliame e muschio selvatico, viene proiettato alle pareti un video evocativo che rappresenta la foresta, in un accattivante sentiero selvaggio che ci prende per mano portandoci in una full immersion nella natura. Una natura beffarda ma amica, che ricorda nella tavolozza cromatica certi scenari del Canada. Femminilità delicata si alterna ad un mood folk, tra knitwear pregiato, come i tweed provenienti dalla Isola di Fair, e il fascino di note boho-chic che trovano espressione nelle stampe floreali, in bilico tra un tapestry dal piglio rétro ed un inedito mix & match. Non mancano accessori come i calzini, gli zaini da montagna e da campeggio. A sfilare è una borghese dallo spirito indomito e ribelle, che affronta gli scenari alpini forte di un amore primigenio per la natura. Largo a giacche in tweed e nylon stampate, da indossare con gonne e maglioni a collo alto; suggestioni folk nel pizzo bianco e in certe sciarpe che creano inedite sovrapposizioni. Non manca un tocco di romanticismo declinato in chiave wild, nei maglioni da sci da indossare con fur coat o nelle giacche dal sapore workwear in plaid.