Volumi scultorei e fascino post apocalittico per Rick Owens

Teatrale e suggestiva la collezione AI2017-18 di Rick Owens, protagonista della settimana della moda parigina dedicata al menswear. Tra volumi esasperati e materiali techno sfila Glitter, collezione evocativa che sdogana una nuova estetica all’insegna dell’anticonformismo. «Ho scelto questo nome come reazione al mio ultimo ciclo di collezioni che trattavano più il declino fisico ed ecologico… Era il momento di andare avanti», ha dichiarato lo stilista californiano. «Glitter si riferisce a un periodo degli anni 70 che celebrava l’immoralità, la trasgressione, la liberazione sessuale e l’anticonformità con pomposità. Quasi un artificio grottesco, che rigettava le paure in momenti oppressivamente problematici». L’uomo Rick Owens sfila con voluminosi piumini legati addosso, in un intricato gioco di sovrapposizioni: quasi delle corazze o degli scudi da utilizzare per ripararsi dal gelo invernale, i piumini creano silhouette scultoree e mirabolanti virtuosismi sartoriali. Genio visionario ed amante dell’ermetismo, Owens porta in passerella figure iconografiche e misteriose, che ricordano dei guerrieri in chiave urban. I pantaloni sfiorano il pavimento mentre il viso dei modelli è tinto di bianco e i capelli sono stretti in inedite cuffie. Sulle note di Monserrat Caballé che canta l’aria di Dalila sfila al Palais de Tokyo una collezione dal fascino post apocalittico. Quasi un nomade contemporaneo, l’homeless in chiave luxury tratteggiato da Owens sfoggia sovrapposizioni ardite e volumi scultorei. Teatrale e mistica, la collezione non lesina in giacche dalle proporzioni over e dettagli preziosi. La palette cromatica indugia sul verde, sul kaki e sul nero, tra caleidoscopici giochi cromatici e charme primigenio. Owens affascina anche questa volta con il suo stile iconico e teatrale, tra guizzi futuristi e citazioni Seventies.

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La sensualità punk di Haider Ackermann

La collezione AI2017-18 di Haider Ackermann, che ha sfilato nell’ambito della settimana della moda di Parigi, è intrisa di suggestioni punk, tra tripudio di pelle nera che impreziosisce gilet e giacche. “Sono sempre attratto dall’uomo elegante ma sono sempre un pasticcio”, ha dichiarato lo stilista. Una collezione interamente basata sull’istinto: “Indossi qualcosa. Sta bene. Sta male. Questo è il mio mondo”, ha commentato Ackermann, che ha anche debuttato alla direzione creativa di Berluti. Una marcia dark quella che si sussegue sulla passerella, tra teche che custodiscono minerali e gemme preziose: nella location della Galerie de Mineralogie di Parigi sfilano silhouette morbide e dettagli sportswear: lo stilista di origine colombiana si perde in virtuosismi iconici che rivisitano i completi maschili classici attraverso tartan e pelle. Androgino l’uomo Ackermann indossa leggings in stampe check e velluti preziosi che rimandano ad ispirazioni rock. Sensuale l’estetica di Ackermann, che tratteggia un nuovo dandismo in chiave parisien: un uomo ribelle ed anticonformista, che non teme gli eccessi bohémien e sfoggia cappotti dal piglio militare. Largo a parka e bomber in suede
da indossare con maglioni a collo alto. Versatile ed eclettico, lo stile Ackermann vede un’eleganza effortlessy-chic che punta a colpire lo spettatore. Non mancano sapienti tocchi glam rock, in un tripudio di nuance strong e giochi cromatici: domina il mix & match di stampe, che accosta il pied-de-poule al tartan rivisitato, tra inediti grafismi e tocchi gold. Le proporzioni slim enfatizzano le gambe. Nei cappucci e nelle sovrapposizioni predominano ispirazioni streetwear, per una collezione ricca di charme.

Il rituale apotropaico di Walter Van Beirendonck

Un rituale arcaico dalle suggestioni dark è quello che si è consumato durante la sfilata di Walter Van Beirendonck: l’Unheimlich di freudiana memoria fa il suo ingresso ufficiale alla Paris Fashion Week dedicata al menswear grazie alla collezione dello stilista belga. Un défilé dai risvolti onirici, a partire dalla location scelta per l’evento, un garage sito nell’elegante quartiere di Iéna: qui irrompe sulla passerella una banda di demoni pelosi dalle corna affilate. La colonna sonora della sfilata è affidata alle note dionisiache dei Seidä Pass, band tirolese che sconvolge l’auditorium con un crescendo di percussioni dal ritmo selvaggio. Van Beirendonck, capo del dipartimento moda alla Royal Academy di Antwerp, sforna un esorcismo intriso di sapori nordici, per una delle sfilate più suggestive in assoluto della settimana della moda uomo parigina. I modelli che si alternano sulla passerella hanno il volto coperto da una sciarpa di seta decorata dagli artisti Scooter LaForge, Gio Black Peter e Brian Kenny. Ricorda un po’ un samurai l’uomo stretto in smilze giacchine di velluto con maniche a campana: misteriosi ed inquietanti i giganteschi guanti da baseball, che pendono dai blouson. Rappresentazione onirica di inconsce paure o mero accessorio da sfoggiare il prossimo inverno? Camouflage all over predomina accanto a flanella e dettagli preziosi, come le spille in strass, i ponpon che fanno capolino dai berretti e le corazze da samurai. Tweed inglese nei pantaloni mentre il fascino apocalittico della sfilata dà vita a mirabili epifanie estetiche. Non mancano scene da guerriglia urbana tra stampe animalesche e suggestioni apotropaiche: “Un rituale molto positivo”, così lo stilista ha commentato la collezione, che ha come scopo quello di guarire il mondo e riportare indietro gli spiriti buoni, facendo invece piazza pulita degli spiriti maligni. La collezione stessa si intitola, non a caso, Zwart, parola olandese per indicare l’oscurità, il buio.
Misteriosa e arcaica, la collezione incanta mixando elementi militari a suggestioni sartoriali, evidenti nei cappotti e nei blazer, tra sapienti costruzioni e decostruttivismo ardito. La palette cromatica vede una prevalenza di arancione, grigio, verde e stampa mimetica. Un momento positivo per la moda belga.

Il moschettiere 2.0 di Y/Project

Suggestiva ed affascinante la sfilata Y/Project, che ha avuto luogo nell’ambito della settimana della moda maschile di Parigi. Gleen Martens esaspera i volumi delle maniche e dei pantaloni, dando vita ad un’estetica altamente evocativa. Lo stilista belga, nato a Bruges, fin da bambino ha sviluppato un’ossessione per la bellezza classica: tuttavia crescendo il suo lato ribelle è venuto alla ribalta e il suo occhio ha assorbito suggestioni fiamminghe come anche note underground derivanti dalle luci al neon e dai negozi, spesso caratterizzati da elementi kistsch. Ne deriva una visione del bello ricca di contraddizioni: una dicotomia che si arricchisce, per la collezione AI2017-18 di inedite suggestioni francesi. L’uomo che calca la passerella è un eroe ribelle che ostenta un lato noir e un fascino romantico: il moderno moschettiere ripristina codici ottocenteschi e cita Napoleone Bonaparte, protagonista anche dell’invito al défilé. Largo a sapienti decostruzioni e tripudio di denim all over per inedite ruches che arricchiscono pantaloni e maniche: Martens gioca con i volumi, creando silhouette dal piglio streetwear che si caratterizzano per virtuosismi couture come le maniche esasperate che sbucano da tute workwear e da cappotti e giacche in pelle. Un nuovo romanticismo si fa strada tra il velluto e i colori dark che sfilano, in primis il viola: altamente scenografici i pantaloni ampi fermati da pannelli, camaleontico il patchwork in denim, perturbante il satin rosso. Ricordano certi costumi sfoggiati nei teatri di periferia, improvvisando un Macbeth o un Otello shakespeariano, i capi che indossa l’uomo Y/Project. Non mancano inoltre suggestioni tailoring in una sfilata dal mood onirico, che cerca anche di creare una dimensione nuova ridefinendo i codici tradizionali dello stile. Il dramma sembra dominare il défilé, tra inaspettati colpi di scena come i capi monospalla e i cappotti lunghi fino al pavimento: inserti di pelliccia fanno capolino da giacche techno. Martens, maestro nelle tecniche di decostruzione, crea un’estetica nuova, pregna di antiche suggestioni che rivivono ora in chiave contemporanea.

Il minimalismo chic di Lemaire

Suggestioni workwear dominano nella collezione AI2017-18 di Lemaire, che ha sfilato nell’ambito della settimana della moda maschile parigina. Una sfilata intrisa di un’aria malinconica, che porta sulla passerella parigina la solitudine degli impiegati dei call center, che si sentono in sottofondo come colonna sonora del défilé: la nuova società digitalizzata sembra aver perso ogni attenzione per l’individualità. Ispirazioni working dominano nei pantaloni cargo e nelle canottiere senza maniche. Largo anche a blouson con maniche ampie e capispalla dall’aria pulita ed elegante, che si alternano al più classico trench. Cristophe Lemaire, che ha disegnato la collezione a quattro mani con Sarah-Linh Tran, ha dichiarato di essersi ispirato ad un workwear raffinato, che non lesina in forme e volumi che guardano al Giappone underground degli anni Ottanta. Lo stilista ha aggiunto più colore alla collezione, che indugia sui toni neutrali del sabbia, verde oliva, mostarda e prugna. Tra i materiali utilizzati predomina la lana gabardine, il cotone pesante twill, cotone idrorepellente e nylon. Tripudio di knitwear tra tocchi classici ed evegreen nei pullover e dei dolcevita. I pantaloni con elastico in vita sfoggiano proporzioni cropped o si stringono sulla caviglia. L’estetica di Lemaire si evolve con questa collezione in senso più classico, tra silhouette morbide e l’uso di una palette cromatica più ricca, che offre anche dettagli in colori come il giallo, il blu e il rosso. L’uomo Lemaire sfila sfoggiando un’eleganza effortlessy-chic che non teme di fare proprio uno stile disimpegnato e casual. La semplicità diviene leitmotiv di una collezione raffinata come poche, in cui lo stesso uso della palette cromatica dà vita a virtuosismi stilistici nella composizione di piccoli capolavori cromatici ton sur ton. Un uomo naturalmente elegante che non ha bisogno di abbondare in inutili orpelli ma punta invece ad un sofisticato minimalismo.

L’attitudine urban di Facetasm

Suggestioni streetwear ed estetica ribelle caratterizzano la collezione autunno/inverno 2017-2018 di Facetasm. Eclettica e moderna, la sfilata, che ha avuto luogo nell’ambito della Paris Fashion Week dedicata al menswear, si distingue per un’attitudine urban e per ispirazioni tratte dalla musica rock. Largo a denim all over per giacche e dettagli, tra maglioni e pantaloni in nylon vince il comfort, per uno stile disimpegnato ed un’allure easy. Non manca un’attenzione certosina per il dettaglio, tra stampe floreali e accenni di pelliccia. Tra i materiali usati predominano il denim, il velluto, il cotone, la maglieria, il nylon, la pelle, e il jersey di cotone. Facetasm ripristina il total look per silhouette rilassate che ricordano i pigiami. Anticonformista e ribelle, l’uomo che calca la passerella rifiuta i diktat provenienti dal mondo esterno e rivendica la propria personale concezione di eleganza. Indagato nelle sue molteplici sfaccettature, l’uomo immaginato da Hiromichi Ochiai guarda al mondo dello sport, in primis dell’atletica, e affronta la nuova società multiculturale forte del suo spirito curioso e amante del diverso. Largo a pantaloni ampi che toccano il pavimento e a capispalla oversize dal mood ibrido, che mixano un’estetica dichiaratamente nipponica a suggestioni streetwear. Ochiai rivisita alcuni pezzi classici del guardaroba maschile, che ripropone in chiave urban, scegliendo la strada della più audace sperimentazione, evidente nella scelta di materiali techno. Non mancano ardite decostruzioni, come nelle tute e nelle giacche. Tripudio di ispirazioni che ricordano l’abbigliamento da sci, tra cappotti e giacche sportive. Il mood prevalente di ispirazione sporty viene interrotto qua e là da inaspettati virtuosismi stilistici, come il prezioso velluto borgogna indossato in contrasto con il bianco, per una sorta di kimono in versione maschile. Suggestioni primitive nei cappotti destrutturati. Ai piedi i modelli che si alternano sulla passerella indossano delle Converse, a celebrare il centesimo anniversario di Converse All Star.

La prima sfilata di Lucien Pellat-Finet alla Paris Fashion Week

Ha sfilato nella prima giornata della fashion week parigina Lucien Pellat-Finet: una prima volta assoluta per lo stilista, che passa con questa stagione dal format della presentazione al défilé. Il genio del cashmere porta in passerella uno stile urban intriso di suggestioni streetwear. Largo a bomber, short, capi sporty-chic e sandali in stile giapponese: sfila la sua moda maschile e femminile, tra ispirazioni jogging e dettagli ironici. I codici stilistici da sempre emblema del brand vengono riproposti in una chiave inedita: le maglie in cashmere tornano alla ribalta, ma questa volta impreziosite da slogan provocatori, come l’invito alla consumazione di cannabis o l’inequivocabile «Baise-Moi». Lo stilista non si preoccupa di falsi perbenismi ma cavalca sicuro l’onda emotiva di una collezione forse priva di spettacolarità ma fedele all’estetica della griffe: Lucien Pellat-Finet cita Jean Cocteau, affermando che “Il cattivo gusto di oggi è il buon gusto di domani”. Largo a velluti e lurex che impreziosiscono due pezzi dal mood trasgressivo. Il brand, nato 23 anni fa, ripropone in passerella i suoi pezzi cult. Tripudio di pot culture, tra stampe che inneggiano al consumo di erba e atmosfere rilassate: l’uomo Lucien Pellat-Finet sfila indossando occhiali da sole scuri e capi morbidi e fluidi. Nel cashmere fanno capolino intarsi ispirati ai graffiti dell’artista newyorkese Crash. La sfilata, pur non distinguendosi per guizzi stilistici che passeranno alla storia, ripristina l’estetica tipica del brand tra suggestioni Nineties e dettagli sportswear. Per un’eleganza disimpegnata.

Balenciaga incanta Parigi tra workwear e note Eighties

Ha sfilato nell’ambito della settimana della moda parigina dedicata al menswear la collezione Balenciaga AI2017-2018: Demna Gvasalia rivisita il workwear più classico conferendogli un imprinting affascinante. Un’estetica che strizza l’occhio a note sporty, tra proporzioni over che rimandano agli anni Ottanta e sapienti tocchi sartoriali. Il guardaroba da lavoro non è mai stato tanto chic: in una location che ricorda un ufficio sfila un impiegato in chiave techno. Largo a silhouette squadrate e volumi oversize, per capispalla sartoriali: cappotti e trench reinterpretano lo stile più iconico della maison Balenciaga, ma il mood strizza l’occhio alla contemporaneità. Un uomo aggressivo e sicuro di sé è il protagonista della collezione: un manager rampante che sfoggia una sorta di uniforme pensata per l’ufficio. Non mancano ardite contaminazioni tra tailoring e sportswear. Le linee sono allungate, la cravatta è il nuovo must have, sapientemente smitizzata dalle sneakers. L’anima sportiva balza all’occhio nelle giacche a vento, nei cappucci che si aprono sotto i lunghi cappotti, insieme ad inaspettate parigine, per un tocco di ironia e trasgressione che non guasta mai. Largo a bomber in pelle e pantaloni stretti a vita bassa, tra glam e loghi fanno capolino riflessi metallizzati, in un’estetica estremizzata.
Linee morbide e disimpegnate fanno da contraltare al rigore dei completi dal piglio sartoriale, per una nuova eleganza. Ai piedi l’uomo Balenciaga sfoggia stivali antipioggia o sneaker in stile combat. Demna Gvasalia gioca con uno stile forte e porta sulla passerella modelli professionisti che si alternano ad uomini comuni. Non mancano felpe e bomber, tra stratificazioni che rivelano l’influenza street. Una sfilata istrionica che inaugura un nuovo menswear: diversi sono i codici stilistici che ispirano Gvasalia, in un tripudio di immagini iconiche. Lo stilista si conferma una delle voci più interessanti del fashion system contemporaneo.

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Angelina Jolie nuovo volto di Guerlain

Un profilo nascosto nell’ombra e i tatuaggi iconici che fanno capolino sulla schiena: è Angelina Jolie la nuova musa di Guerlain. Il nuovo volto della maison è stato presentato al mondo attraverso Instagram in uno scatto in bianco e nero: la straordinaria bellezza dell’attrice e la sua aura trasgressiva hanno contribuito a fare di Angelina Jolie una delle dive contemporanee più amate.

Seguitissima la fine della sua love story con Brad Pitt, che ha messo l’attrice al centro delle cronache rosa dello scorso anno, tra scandali e liti sulla custodia dei 6 figli. Ora che tutto questo è alle spalle la diva americana torna sulle scene grazie a Guerlain: la casa cosmetica francese fondata nel lontano 1828 l’ha infatti scelta come volto di Mon Guerlain, la nuova fragranza in prossima uscita.

Occhi da gatta e broncio celebre, Angelina Jolie non è nuova a campagne pubblicitarie (basti ricordare quella di Louis Vuitton del 2011) ma non è mai stata brand ambassador: la diva, impegnata nel charity, ha già dichiarato di aver devoluto interamente il compenso alla causa umanitaria. Tra i prossimi progetti dell’attrice ci sarebbe secondo rumours il seguito di Maleficent, dove la Jolie interpretava il ruolo della strega cattiva.

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Attrice, regista, ambasciatrice dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e fondatrice del Preventing Sexual Violence Initiative, Angelina Jolie sarà la testimonial del nuovo profumo di Guerlain: la partnership è stata siglata alla fine del 2015, quando l’attrice era impegnata in Cambogia con le riprese del suo film First they killed my father. Un accordo che sembra però avere radici lontane: già la madre della star era una grande amante della polvere Guerlain per il viso. La maison francese fin dagli albori ha sempre puntato a grandi donne, come dichiarato dallo stesso fondatore Jacques Guerlain. Tante le fragranze storiche, da Shalimar a L’Heure Bleue: ora si punta al carisma della bella Jolie, paladina di cause umanitarie e diva patinata.

Kate Moss firma una capsule collection per Nikkie

Dopo il grande successo della linea disegnata per Topshop, Kate Moss torna a vestire i panni della fashion designer con una esclusiva capsule collection disegnata per il brand olandese Nikkie. La linea di womenswear, che è stata battezzata Selected by Kate Moss, è stata presentata nell’ambito della settimana della moda di Berlino: la collezione comprenderà abiti, giacche, gonne, top e pantaloni. Gli articoli saranno in vendita da luglio sul sito del brand nikkie.com e negli store.

Grande intuizione da parte di Nikkie Plessen, fondatrice dell’omonimo brand di abbigliamento femminile: la creativa ha voluto a tutti i costi Kate Moss come designer della collezione. “Kate è sempre stata una grande ispirazione per me”, ha dichiarato la Plessen. La partnership è stata celebrata con un cocktail privato a Berlino, che ha visto tra gli ospiti Selena Gomez, Rihanna, Jennifer Lopez e Stefano Pilati. Uno stile iperfemminile e cool, quello che caratterizzerà la collezione: lo stesso che ha sdoganato Kate Moss come icona di stile contemporanea tra le più ammirate.

“La linea di Kate Moss è tutto quello che desidero comunicare con il mio marchio: una collezione forte, dura ma anche femmile e sexy”, ha commentato Nikkie Plessen in una nota. “Il fatto che sto per lanciare una collezione con Moss, che avrà lo stesso range di prezzo della linea Nikkie, è una follia. Lo considero una dimostrazione del fatto che lei ama il marchio Nikkie. Con Kate come nostra testimonial internazionale, il marchio accresce la sua solidità sul panorama mondiale”, ha aggiunto la stilista.

Kate Moss e Nikkie Plessen
Kate Moss e Nikkie Plessen


Correva l’anno 2011 quando Nikkie Plessen fondava il brand nella sua Olanda: l’etichetta fin dal lancio ha puntato ad una distribuzione internazionale, arrivando a contare 15 negozi e numerosi spazi all’interno di store del calibro di Galeries Lafayette, Selfridges, Takashimaya, Robinsons e Le Marais. Nato come un brand che si pone tra i marchi di alto libello di lusso e i retailer high-Street, Nikkie ora punta tutto su Kate Moss.

Ouka Leele in mostra da Loewe

Arte e moda sono indissolubilmente legate in casa Loewe: il brand spagnolo, che fa parte del gruppo Lvmh, ospiterà all’interno della sua boutique una mostra della celebre fotografa Ouka Leele. Un’esposizione affascinante che omaggia la fotografia dell’artista madrilena: la location scelta è la boutique sita al numero 8 della Gran Via di Madrid: qui saranno esposte diciannove immagini tratte dalla serie Peluqueria.

La mostra resterà aperta al piano inferiore della galleria dello store fino al 26 febbraio 2017. Un’occasione unica per scoprire il talento di Ouka Leele. All’anagrafe Bárbara Allende Gil de Biedma, più nota come Ouka Leele, la fotografa è nata a Madrid il 29 giugno 1957 in una famiglia di artisti: lo zio Jaime Gil de Biedma è un poeta famoso e la cugina Esperanza Aguirre è stata presidente di Madrid dall’ottobre 2003 al settembre 2012.

Ouka Leele sogna inizialmente di diventare una pittrice ma quando si accosta alla fotografia trova nel nuovo mezzo valida espressione per la sua arte. Figura chiave dell’intellighenzia durante il movimento della movida spagnola degli anni Ottanta, alla morte di Franco, l’artista si distingue per il suo approccio surrealista. Ricordano dei dipinti le sue foto, coloratissime ed ironiche. In bilico tra gioco e provocazione, Leele ha fondato una nuova estetica, sdoganando un nuovo concetto di bellezza.

La fotografia per lei è uno strumento per imporre il suo punto di vista sia a livello intimo che a livello universale. La fotografa ha lavorato anche come illustratrice ed ha scritto numerosi libri di poesia. Nella boutique Loewe saranno anche acquistabili in occasione della mostra una serie di oggetti decorati con le sue immagini iconiche. Una mostra imperdibile per gli amanti dell’arte.

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