“Come Falene” è il titolo della collezione di prêt-à-porter Autunno/Inverno 2017-2018 presentata da Greta Boldini ad Altaroma. Sontuosa eleganza in bilico tra contemporaneità e suggestioni anni Quaranta caratterizzano una collezione iconica, che celebra la crescita stilistica del giovane brand, disegnato da Alexander Flagella: accettazione, perdono e redenzione divengono le parole chiave attorno alle quali si sviluppa la sfilata. La donna che calca la passerella ricorda una falena, mantide enigmatica e sospesa in una dimensione onirica, in cui si avverte il peso incombente di note belliche. In un crogiolo di libere associazioni si erge lo stile di Greta Boldini, che trae ispirazione dall’arte di Van Eyck e di George Grosz. Lo stile Forties sembra dominare, in una collezione che si snoda tra echi nostalgici e dettagli maschili. Flagella rivisita intramontabili classici del guardaroba, come la giacca Barbour in tela anti pioggia, che si indossa ora con gonne in seta plissettata e lunghi abiti alla caviglia in ciniglia e velluto prezioso. Una combattente la donna Greta Boldini, che percorre sicura la passerella di una sfilata velata da una vena di spiritualità. Tripudio di sete plissé per lunghi abiti che scoprono le caviglie: i capispalla sono rubati al guardaroba maschile. Domina il rigore di costruzioni tipicamente anni Quaranta, per un’eleganza sobria ma che non lesina in suggestioni couture. Largo ad ardite sovrapposizioni ed inediti coup-de-theatre: tripudio di lana bouclé e cashmere pregiato, seguito a ruota da viscose, tulle ricamati, organze preziose, crepe de chine e pizzo. Suggestioni Art Déco nei dettagli in vetro nero e cristalli, lusso nelle pellicce di visone, volpe e mongolia, che danno vita a caleidoscopici giochi insieme al mohair in pelliccia e alle spugne misto lana-cotone. Calda e drammatica la palette cromatica, che indugia nei toni dell’antracite, del chianti, del muschio, del phard e del glicine, fino ad aprirsi alle scale dei grigi e dei rosa violenti. I gioielli sono firmati da Iosselliani e le borse da Cecchi de Rossi. Alexander Flagella è la mente creativa dietro Greta Boldini: il giovane, classe 1984, si è laureato presso il Polimoda di Firenze. Il brand si ispira ad un’estetica bifronte, che guarda da un lato alla bellezza di una diva senza tempo come Greta Garbo e dall’altro allo charme imperituro delle donne ritratte da Giovanni Boldini.
Autore: Chiara Caputo
Altaroma: nel giardino segreto di Giada Curti
Eterea e suggestiva la collezione presentata da Giada Curti all’ultima edizione di Altaroma: un simbolismo dai risvolti onirici si unisce ad un’estetica influenzata da echi lontani e sontuose antichità. L’arte di Lawrence Alma Tadema ispira alla couturier una collezione impalpabile, che intende celebrare la femminilità in bilico tra sogno e realtà. Una Primavera/Estate 2017 che guarda alle vestigia del glorioso passato, reinterpretandone codici e stili, adattandoli alla contemporaneità: un intento didascalico che trova espressione nell’abito da ballo che si tinge ora di mikado e voile di seta. Impreziosito da bucoliche stampe floreali e finemente decorato con paillettes e striature a righe, l’abito lungo torna in auge e si adatta ora anche alle più giovani. Elementi archeologici si uniscono ad una visione quasi onirica della couture, che ripristina sfarzo e suggestioni luxury, a partire dalla location scelta per il défilé, i sontuosi saloni del St. Regis Rome Hotel, tra ispirazioni Art Déco ed opulenza barocca. Giada Curti riserva attenzione certosina per i dettagli: il particolare diviene portatore di inaspettate epifanie, in un gioco di rimandi storici ed allegorici. In passerella sfila una regina contemporanea che sfoggia copricapi impreziositi da fiori, in una cornice sfavillante, giardino segreto in cui rivivono nostalgici echi di un passato immemore. Le scarpe sfavillanti sono firmate da Valentina Gallo, che interpreta il mood sparkling prevalente nell’intera collezione. Largo a lunghi abiti in impalpabile chiffon di seta e crepe de chine. I gioielli sono firmati invece dall’estro di Alex Carelli: tripudio di ferro che si unisce alla magia di pietre preziose come l’acquamarina, l’ametista e le perle. Le borse piumate esaltano una femminilità sofisticata, vissuta con garbo e charme evergreen.
Altaroma: la teoria del bambù di Marianna Cimini
Ha sfilato nell’ambito di Altaroma la collezione prêt-à-porter Autunno/Inverno 2017-18 di Marianna Cimini: la giovane stilista, finalista a Who’s On Next 2014 nella sezione prêt-à-porter, presenta una collezione ispirata alla cultura giapponese. Suggestioni botaniche e tocchi oriental si uniscono per grafismi eclettici e velluti preziosi: si intitola “La teoria del bambù” la collezione che ha calcato la passerella di Altaroma. Il bambù diviene fil rouge di una sfilata ricca di suggestioni: l’arbusto, simbolo di tenacia, vitalità ed equilibrio, ispira alla stilista partenopea stampe audaci ed irriverenti, che celano profonde riflessioni filosofiche. Robusta e tenace, la radice del bambù sembra assomigliare all’animo femminile, fragile e forte, pronto ad affrontare la vita con entusiasmo ragazzino.
In bilico tra rigore e spensieratezza, la collezione parte da una serie di lunghi abiti in velluto nero, per poi aprirsi ai colori: largo a jumpsuit, abitini e gonne frastagliate da giochi di rouches, da indossare con manteau e giacche a vento trapuntate. Le silhouette sono a trapezio, in un gioco di rimandi al passato, in primis agli anni Sessanta. Brio e fantasia nei contrasti cromatici e nello styling irriverente, che non lesina nell’uso del calzino. Come da copione, la collezione è pervasa da note sportswear ma non lesina in romanticismo e sprazzi di una femminilità ancora in fieri.
Cresciuta in Costiera Amalfitana, Marianna Cimini ancora giovanissima si trasferisce a Milano, dove frequenta il prestigioso Istituto Marangoni. Seguono collaborazioni con brand del calibro di Max Mara, dove disegna per più di tre anni la linea ‘S Max Mara, e Tod’s, dove crea una capsule collection per Fay Donna. Tanti i riconoscimenti di cui la giovane designer è stata insignita, come il “Premio Moda Italia” sponsorizzato dal CNA. La stilista è stata finalista con menzione speciale del concorso “Next Genaration” e finalista al concorso Muuse per Vogue Talents for The Young Vision Awards.
Nel 2012 la giovane lancia il marchio che porta il suo nome ed ottiene subito notevoli riscontri da parte della critica. Nel 2014 sfila alla decima edizione di Who’s On Next, concorso organizzato da Vogue Italia ed Altaroma. Nel settembre dello stesso anno viene inserita da Vogue Talents tra i migliori 200 designer emergenti. Nelle sue collezioni trionfa il Made in Italy, insieme ad uno stile fresco e frizzante, in bilico tra femminilità evergreen ed attualità. Il suo stile iconico è caratterizzato da una grafica metropolitana vibrante, che unisce le radici mediterranee, capisaldi dell’estetica del brand, a note minimal-chic che strizzano l’occhio alla contemporaneità.
Altaroma: l’architettura araba in passerella da Sabrina Persechino
Sabrina Persechino ha sfilato nell’ambito di Altaroma con una collezione altamente evocativa: una moda sperimentale e mai banale, quella dell’architetto couturier, che trae ispirazione da paesaggi esotici ed atmosfere dal fascino millenario per la collezione haute couture Primavera/Estate 2017, intitolata Jaali. Ricorda una grata Jaali, pietra perforata lavorata con motivi ornamentali realizzati attraverso l’uso della calligrafia e della geometria. Suggestioni islamiche si uniscono ad un’allure sofisticata in una collezione che parte dalla pietra Jaali per attuare un excursus affascinante dai risvolti filosofici: grazie alla pietra veniamo proiettati in una visione del mondo nuova, unidirezionale, che facilita il passaggio di luce e aria, prerogativa fondamentale nelle società islamiche per preservare l’intimità familiare, permettendo così di poter guardare fuori impedendo a chiunque di osservare all’interno. Un mondo nuovo ed un’estetica che coniuga funzionalità e sperimentazione: il mondo dell’architettura, cui Sabrina Persechino appartiene, rivive nell’inedito brise-soleil moderno, utilizzato per realizzare un effetto di smaterializzazione dell’involucro, quasi una sorta di filtro, che modifica e dosa il passaggio della luce a seconda delle ambientazioni esterne e dell’incidenza dei raggi solari. La couture firmata Atelier Persechino sdogana un’estetica camaleontica e multiforme: così come gli edifici architettonici assumono aspetti diversi attraverso il filtraggio della luce, anche gli abiti che si alternano sulla passerella variando continuamente la propria immagine, accentuando la sensazione di mobilità e di velocità che si traduce in capi fluidi ma al contempo statici. Sabrina Persechino interpreta l’intaglio della pietra, necessario per creare lo Jaali, traducendo le tecniche millenarie nella creazione del macramè geometrico, fil rouge della collezione: largo ad abiti bianchi dalle forme lineari e pulite, che evocano forza e trasparenza.
Una trama nodosa a base quadrata a disegnare una griglia ornamentale che lascia spiare la siluette esaltandone la femminilità. Preziose lavorazioni di intarsi di filigrane d’oro ed intrecci di fili in resina che creano una struttura traforata, elemento chiave di una collezione che rielabora i tradizionali codici della couture in chiave altamente personale. La stilista crea mirabili virtuosismi geometrici che danno vita a feritoie di luce che illuminano prospetti dal piglio razionale: il risultato è una couture caratterizzata da estrema indossabilità. In una palette cromatica che predilige il bianco e l’oro all over non mancano i colori del deserto e il nero, per capi pensati per il giorno, che si alternano a sontuosi abiti da sera e da cocktail. Largo a trame in piqué di seta che ricordano le suriyah libiche, in una collezione intrisa di citazioni all’architettura araba. Una magistrale interpretazione per una haute couture all’insegna della sperimentazione.
La couture di Anton Giulio Grande conquista Roma
Lusso e sfarzo, mirabolanti giochi di piume e pizzi, caleidoscopiche alchimie di crinoline e rouches, in una cascata di pietre preziose e lavorazioni artigianali: è di scena a Roma l’haute couture firmata Anton Giulio Grande. Un nome illustre dell’alta moda italiana, da sempre ambasciatore di un’estetica che celebra la più dirompente femminilità: protagonista storico del fashion biz, tanti sono i successi collezionati dal couturier calabrese in una lunga e prolifica carriera. Le sue creazioni, ode alla sensualità femminile, sono state indossate dai nomi più famosi dello star system italiano ed internazionale, da Belen Rodríguez a Naomi Campbell.
Un’attitudine innata per la moda, quella di Anton Giulio, genio visionario che già da bambino sognava di disegnare i capi per le bellissime soubrette che animavano il sabato sera televisivo: il suo sogno diviene poi realtà grazie ad un talento fuori dal comune, che lo porta a studiare al Polimoda di Firenze e successivamente al Fit di New York. A soli 23 anni Anton Giulio illumina Piazza di Spagna e collabora con l’atelier delle Sorelle Fontana e con la maison Gattinoni. Nel 1996 il lancio della maison che porta il suo nome.
Il resto è storia: il suo stile balza all’attenzione dei media grazie anche alla kermesse “Donna sotto le stelle”, che ne consacra il successo mondiale. Tutte sono pazze di lui e di quei suoi capi dall’allure principesca e sexy: Anton Giulio Grande veste dive del calibro di Valeria Marini, Alba Parietti, Nina Moric, Aida Yespica, Anna Kanakis, Martina Colombari, Manuela Arcuri, Anna Falchi, Eva Grimaldi, Anna Valle ed Elenoire Casalegno, solo per citarne alcune. Un successo dovuto all’eccezionale qualità dei capi, realizzati rigorosamente a mano dalle sue sartine di Calabria, depositarie dell’antica arte del ricamo: tripudio della più genuina artigianalità, per collezioni che profumano di tradizioni antichissime, unite ad uno charme dirompente.
Per la collezione haute couture Primavera/Estate 2017 lo stilista sceglie i sontuosi saloni di Palazzo Ferrajoli, al centro della Capitale: una location intrisa di storia e nobiltà. Qui, tra le opere di Andy Warhol e Mario Schifano, lo stilista ha immaginato la donna protagonista della sua nuova collezione, veicolata attraverso la rete dai social media: Grande si appropria dei nuovi linguaggi comunicativi, affidando ad internet, principale arbiter elegantiae contemporaneo, gli scatti che immortalano la sua collezione PE2017. Uno shooting all’insegna del lusso, per una diva contemporanea fiera del suo fascino, che usa come strumento di seduzione: sensuale e al contempo raffinata, la valchiria immaginata dal couturier sfoggia abiti scultura dal piglio regale. Largo a corpetti ricamati in tulle elasticizzato, che rimandano alla più pregiata lingerie, da indossare con gonne in georgette e taffetà, lavorate da sete plissé e giochi di balze. Voluminose eppure leggerissime, le gonne sono costituite da metri e metri di organza, tagliata in piccoli sbiechi plissettati cuciti poi tra loro, per un inedito effetto patchwork dal grande impatto scenografico.
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Teatrale e suggestiva la collezione non lesina in sfarzo e suggestioni principesche, che riportano l’haute couture al significato primigenio del termine: in una palette cromatica che indugia sui toni del rosso fuoco, del rosa cipria, del giallo e dell’arancio, si snoda una parata di abiti da gran soirée, impreziositi da mantelle in pizzo rosso o nero profilate di piume di marabù e tempestate da ricami e fini lavorazioni artigianali rigorosamente handmade. Una collezione che evoca la leggiadra eleganza di un cigno, unita a note felliniane che rimandano a figure dal fascino onirico, a metà tra una cortigiana in chiave luxury e una nobildonna della Belle Époque. Il plissé soleil si pone come fil rouge dell’intera collezione, in una rivisitazione sperimentale, che coniuga inediti disegni di rombi e losanghe mixati tra loro. Anton Giulio Grande si conferma come uno degli stilisti più apprezzati, deus ex machina di una couture ancora capace di farci sognare. Per dive contemporanee.
(Tutti gli scatti dell’articolo sono di Giovanni Perfetti)
GCDS sceglie Caroline Vreeland
Curve da capogiro immortalate in scatti dalle suggestioni vintage: il brand milanese GCDS (acronimo di God Can’t Destroy Streetwear) ha appena svelato in anteprima gli scatti della campagna pubblicitaria Primavera/Estate 2017. Testimonial d’eccezione è la bombastica Caroline Vreeland: viso angelico e curve esplosive, la it girl e cantante statunitense la moda l’ha impressa nel DNA, essendo la nipote della celebre fashion editor Diana Vreeland. Considerata una delle influencer più seguite al mondo e protagonista assoluta della vita mondana di Los Angeles, la bionda Caroline è stata immortalata in scatti ad alto tasso erotico, tra note pop e dirompente sensualità. Proprio al suo stile e al suo fisico esplosivo il brand emergente GCDS si ispira per la campagna pubblicitaria per la primavera/estate 2017: la collezione è stata presentata attraverso un lookbook e un cortometraggio, entrambi realizzati da Jason Lee Parry. La location scelta è la California, patria della modella. E lo stile predominante nella collezione di GCDS è quello tipico di una California girl: largo a costumi e shorts a stampa floreale, silhouette semplici e lineari e dettagli sportswear. Non mancano richiami ai Nineties negli iconici accessori e nel logo del brand, che recita “J’ADORE GCDS”. Rosso e giallo predominano nella palette cromatica, tra tocchi argentati e tripudio di rosa baby: una collezione deliziosa e sensuale, come gli scatti, che immortalano la Vreeland in pose ad alto tasso erotico accanto al modello Adonis Bosso, protagonista maschile della campagna. In lacrime dentro una macchina vintage rosa baby, o ancora immortalata sul letto in pose languide, Caroline Vreeland incarna perfettamente l’estetica del brand. Una sorta di luna di miele sui generis è quella rappresentata nel cortometraggio, girato a Los Angeles: una giovane coppia si ritrova nella cornice del #GCDSHOTEL, sulla scia di un amore dal retrogusto amaro. Il tema prevalente sembra essere la nostalgia: “Nessuno ottiene mai quel che vuole in amore. Lei voleva piangere”, così recita la didascalia sullo schermo. “Eppure lei rideva in quei giorni felici che non ritorneranno. Tutto sembra semplice finché non ci pensi”. Romantico e dark l’amore tra i due protagonisti si consuma in camere arredate in stile rétro.
Anjali Lama: sfila in India la prima modella transgender
Svolta di portata storica alla Lakme Fashion Week: per la prima volta in passerella una modella transgender. La moda indiana si apre al genderless grazie ad Anjali Lama: la splendida top model è stata protagonista assoluta della fashion week, evento di primo piano della moda indiana. All’anagrafe Nabin Waiba, la modella è nata in Nepal, ad un centinaio di chilometri da Khatmandu. Fin dall’infanzia la giovane, che ha quattro fratelli maggiori e due sorelle minori, non si riconosce nel sesso maschile: “Mi sentivo molto strana quando avevo piaceri, dispiaceri e pensieri di una ragazza, quando tutti mi identificavano come maschio”, dichiarerà più avanti. Dopo aver trascorso un’infanzia difficile, a causa dei continui attacchi subiti a seguito della sua decisione di andarsene dal villaggio, all’età di 17 anni la giovane si trasferisce nella capitale indiana, dove trova il sostegno della Ong “Società del diamante azzurro”: qui Anjali svolge un percorso di crescita personale e trova finalmente il suo vero io. Altezza svettante e volto perfetto, la giovane tenta la carriera di modella: per ben tre anni Anjali si propone sulle passerelle della moda ma viene sempre puntualmente respinta. La causa è tutta nella sua identità di genere. La giovane soffre per quell’ostacolo che sembra insuperabile: proprio quando ormai non ci spera più arriva l’occasione attesa da tutta una vita. Dopo aver superato tre selezioni molto ardue, Anjali viene finalmente scelta per calcare la passerella della fashion week indiana. Crolla così l’ultima barriera e le settimane della moda si aprono ai modelli transgender. Proprio lei ha inaugurato la nuova tendenza, sfilando alla Lakme Fashion Week/Resort 2017, che ha avuto luogo a Mumbai, in India. La prossima tappa per la modella sarà trovare un agente che possa rappresentarla a livello internazionale, aiutandola nella sua carriera in ascesa. Intanto sulla sua vita è stato anche girato il documentario di 50 minuti, intitolato ‘Anjali: vivere nella pelle di qualcun altro”, diretto da Mohan Rai. “Dapprima ho lottato con me stessa per sapere chi fossi, poi con la società”, ha dichiarato la modella, impegnata nella lotta per il riconoscimento della propria identità. Ora che la battaglia è stata vinta, la giovane spera che il suo esempio possa dare speranza ai milioni di giovani che non hanno ancora trovato la forza per perseguire la propria vera identità.
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Chiara Ferragni sbarca ad Harvard
Chiara Ferragni non si ferma: la regina delle fashion blogger si appresta a fare il suo ingresso trionfale nel tempio del sapere. Ad accogliere una lectio magistralis dell’influencer più famosa al mondo sarà la prestigiosissima Università di Harvard. Il tema della lezione sarà il successo planetario ottenuto dalla it girl grazie al suo blog, The Blonde Salad. Fondato nel 2009, oggi il blog vanta un fatturato di 315 milioni di euro e uno stuolo di dipendenti che si occupano della supervisione delle linee di abbigliamento ed accessori creati da Chiara. La bionda fashion blogger, fidanzata del famoso rapper Fedez, continua la sua inarrestabile ascesa che in pochi anni l’ha consacrata regina del fashion system mondiale: non si contano più le cover che l’hanno immortalata, mentre le collaborazioni includono brand come Hogan, Yamamay, Guess, solo per citarne alcuni. La futura professoressa, seguita da milioni di fan sui social media, era anche in lizza per il Festival di Sanremo, dove secondo i rumours avrebbe dovuto presenziare in qualità di valletta o di ospite speciale. Chiara Ferragni si recherà ad Harvard insieme a Riccardo Pozzoli, suo socio storico: i due intratterranno gli studenti iscritti ad un corso di marketing organizzato nel rinomato ateneo. Il tema cardine del dibattito sarà la creazione e la gestione di un blog. Inoltre la it girl parlerà anche delle tecniche di comunicazione e di gestione dei social media, a cui deve la sua incredibile popolarità. Tanti saranno quindi i temi trattati, tra editorial, e-commerce e produzione. Si cercherà anche di tracciare un excursus di The Blonde Salad, senza tralasciare il punto di vista finanziario ed editoriale.
La collezione di Intimissimi dedicata a San Valentino 2017
Segreti e seduzioni caratterizzano la collezione di Intimissimi dedicata al San Valentino 2017: un gioco di audaci trasparenze e pizzi preziosi per una collezione sofisticata ed intrigante, che unisce il glamour alla sensualità più hot. La lingerie firmata Intimissimi è da sempre sinonimo di qualità e stile: per festeggiare anche quest’anno la festa degli innamorati, il brand ci propone romantiche vestaglie da diva e trasparenze hot, per inediti nude look dal forte magnetismo. Il nero domina la palette cromatica, ma non mancano note di candido bianco dal sapore virginale, per una femminilità dolce e raffinata. Allure da diva e trame decorate con fini lavorazioni che vedono l’uso di fiori e dettagli preziosi, per una collezione perfetta per lasciare il vostro lui a bocca aperta, ma anche come regalo per dimostrare il sentimento che vi unisce. Tanti modelli, perfetti per ogni esigenza e ogni stile: largo a reggiseni push up e brassière, declinate in un romantico pizzo nero floreale. Non mancano poi coulotte arricchite da trasparenze audaci e vestaglie in pizzo con arricciature sull’orlo delle maniche. Sontuosa eleganza nei ricami preziosi e nelle linee che enfatizzano le curve senza forzature. Un inno alla femminilità più autentica, per sfoggiare un completino super sexy nella ricorrenza dedicata all’amore. I pezzi della collezione sono disponibili in tutti i punti vendita del marchio.
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Yamamay celebra San Valentino
Sete preziose, intrecci di tulle e chiffon, decorazioni in macramè e tripudio di raso: è il San Valentino 2017 firmato Yamamay. Il colosso dell’underwear sforna anche quest’anno, come ogni anno, una collezione dedicata appositamente alla festa degli innamorati: un’ampia varietà di scelta per chi è alla ricerca del regalo perfetto o per chi vuole stupire il proprio lui, sfoggiando completini sexy pensati per San Valentino. Il gioco della seduzione firmato Yamamay anche quest’anno si compone di una selezione di pezzi sexy e raffinati: la mini capsule collection per il San Valentino 2017 è un’ode alla sensualità e alla femminilità più sfrontata, tra tripudio di black & white, nuance prediletta. Niente rosso d’ordinanza ma una collezione originale, che enfatizza le silhouette del corpo femminile con giochi cromatici accattivanti e cuciture intelligenti. La collezione prevede completini composti da slip e reggiseno: balconcini e tanga si alternano a body e raffinati négligé sapientemente decorati con dettagli in tulle. Largo poi a decorazioni pregiate, in materiali come chiffon, macramè e raso di seta. Fiocchetti e trasparenze dominano in una collezione il cui hashtag ufficiale è #perchisiama: romanticismo in pillole, per il brand che ha fatto propria un’estetica all’avanguardia e all’insegna della sensualità. Elegante e mai scontata, la collezione Yamamay vi aspetta in tutti i punti vendita del brand. Per un San Valentino all’insegna della seduzione.
Valentine: la borsa Guess per San Valentino 2017
San Valentino è sempre un’occasione speciale e quest’anno lo è ancora di più: Guess lancia un nuovo modello di borsa dedicata proprio alla festa degli innamorati. Si chiama Valentine ed è destinata a diventare la it bag della primavera 2017: uno stuolo di romantici cuori impreziosiscono la nuova borsa firmata Guess, dedicata alla ricorrenza di San Valentino. Un modello esclusivo in vera pelle, funzionale e capiente: Valentine è caratterizzata dall’uso di materiali di pregio, come la pelle, e da due manici funzionali decorati anch’essi in pelle. Inoltre la collezione prevede anche una pochette, rigorosamente a forma di cuore. San Valentino 2017 si preannuncia già come una festività da vivere nel segno dello stile, grazie alla nuova collezione di accessori Guess: la borsa Valentine unisce eleganza a comfort. Declinata in tre colori, la borsa è disponibile in rosso, colore della passione per antonomasia, rosa, per i più romantici, e nero, per uno stile ammaliante. Inoltre la borsa vede anche un simpatico accessorio: in ogni modello di Valentine è infatti presente la pochette a forma di cuore, una vera e propria mini bag removibile, in pelle, che può essere abbinata ton sur ton o da usare a contrasto. La borsa Valentine è disponibile esclusivamente sul sito del brand, Guess.eu, al costo di 190 euro. Il regalo perfetto per San Valentino.