Metamorfosi: la scultura contemporanea in mostra al Museo d’arte Mendrisio

È stata inaugurata lo scorso 9 aprile al Museo d’arte Mendrisio la mostra “Metamorfosi. Uno sguardo alla scultura contemporanea”: un suggestivo percorso alla scoperta della scultura contemporanea, nel segno di una forma complessa. La mostra, che inaugura la stagione espositiva 2017 del Museo d’arte Mendrisio, esplora la scultura contemporanea in una dimensione che recupera la struttura organica e l’origine naturale attraverso l’uso di materiali tradizionali, quali il legno, il ferro, il gesso e la ceramica, e attraverso composti tipici della produzione contemporanea, che spaziano dal bronzo al marmo, dalla plastica all’alluminio. Un percorso espositivo che si pone come un viaggio in una dimensione onirica in cui il mondo organico assume forme nuove ed inedite. Attraverso le opere di una ventina di artisti provenienti da diverse parti del mondo, vengono esplorate le infinite forme della materia, in bilico tra naturalia ed artificialia: tanti gli artisti esposti, in un percorso disegnato appositamente per il Museo, attraverso installazioni spettacolari che lasciano il visitatore a bocca aperta. Tra gli esponenti della scena artistica contemporanea troviamo le opere di Ai Weiwei, John Armleder, Jean Arp, Selina Baumann, Mirko Baselgia, Alan Bogana, Carlo Borer, Lupo Borgonovo, Serge Brignoni, Lorenzo Cambin, Loris Cecchini, Julian Charrière, Tony Cragg, Matteo Emery, Luisa Figini & Rolando Raggenbass, Christian Gonzenbach, Christiane Löhr, Claudia Losi, Margaret Penelope Mackworth-Praed, Benedetta Mori Ubaldini, Meret Oppenheim, Julia Steiner, Gerda Steiner & Jörg Lenzlinger, Teres Wydler: nomi molto diversi tra loro per formazione ed età anagrafica, uniti però dal comune denominatore della spettacolarità: opere accomunate da forme complesse ed eccentriche, non diverse dalle celebri Wunderkammerm i piccoli gabinetti delle meraviglie di principi e reali in cui venivano osservati e raccolti oggetti bizzarri, che attraevano la curiosità già alla fine del XVI secolo. Un affascinante viaggio nella forma labirintica e molecolare, ingigantita da una dimensione interiorizzata. La mostra, allestita negli spazi dell’ex Concento dei Serviti, resterà aperta fino al 25 giugno 2017.



(Cover: Ai Weiwei, Ruyi 2012)

Il costume da bagno must have dell’estate 2017

Dimenticatevi bikini che scoprono il corpo: il costume da bagno del momento ha le maniche lunghe. Il modello, andato letteralmente a ruba in Australia, sta per sbarcare anche in Europa: si chiama Original Sexy Rashie ed è prodotto dal brand di swimwear Une Piece, il costume da bagno più ambito dell’estate 2017. Il modello, molto sofisticato, è intero, con le maniche lunghe ed una cerniera anteriore, a regolare la profondità della scollatura. Il costume da bagno, sold out in una settimana in Australia, si adatta a qualsiasi taglia senza sacrificare la sensualità. Un successo senza precedenti per Carly Brown, imprenditrice australiana e fondatrice, insieme al marito, di Une Piece. Dopo anni trascorsi in Europa, dove ha lavorato come marketing manager di brand come Revlon, Coca-Cola e Uber, Carly Brown è tornata nel Queensland: qui la creazione della linea di costumi da bagno, con una collezione corredata dalle illustrazioni di Kerrie Hess. I costumi di Une Piece, realizzati con pregiati tessuti italiani, sono caratterizzati dalle maniche lunghe e sono pensati per tutte le donne, a prescindere dall’età e dalla forma fisica. “Una rinascita dell’eleganza”, così Carly Brown ha commentato l’uso della manica lunga, strategico per proteggere la pelle dal sole. #unepiecewomen è la campagna con cui Une Piece invita le donne a raccontarsi, infrangendo i tabù riguardanti il peso. I costumi sono disponibili in cinque colori (nero, bianco, blu, rosso e azzurro) e sono in vendita online al prezzo di 195 dollari. Il modello denominato Original Sexy Rashie è un vero e proprio must have: una settimana prima che il costume entrasse in commercio sul web la lista di attesa contava già 500 donne, mentre solo nel primo giorno di vendite il portale superava i 20mila accessi.

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Il meglio della Toronto Fashion Week

Si è conclusa da poco la Toronto Fashion Week: a sfilare nella kermesse della città canadese le collezioni dedicate al womenswear e al menswear: sarà un autunno/inverno 2017-18 all’insegna dell’estro, come visto sulle passerelle della manifestazione. La Toronto Women’s Fashion Week, alla sua prima stagione, ha avuto luogo nello storico edificio Waterworks. La manifestazione, della durata di quattro giorni, è stata fondata da Jeff Rustia, già creatore della Toronto Men’s Fashion Week. A collaborare all’evento anche numerose organizzazioni locali, come il Toronto Fashion Incubator e la Toronto Film School, o ancora la Eco Fashion Week di Vancouver e il Canadian International Fashion Film Festival di Calgary. Tanti i brand canadesi e i giovani designer che hanno presentato le loro collezioni A/I 17-18. Romantica ed eterea la collezione “Redécouvert” di Shelli Oh: la designer di Toronto porta sulle passerelle della fashion week una collezione ambientata in un mondo ideale, in cui la femminilità più leziosa si unisce alla grinta di dettagli metal. Largo a pizzo e dettagli handmade, che si alternano a note dal piglio aggressivo. A calcare la passerella della Toronto Fashion Week anche David Dixon, uno dei nomi più noti nel fashion system canadese: lo stilista ha sfilato con la collezione ready-to-wear di Picadilly. Tra silhouette nostalgiche sfila una collezione raffinata. Roch Matuszek è l’unico nome internazionale della kermesse: lo stilista berlinese, alla sua prima esperienza a Toronto, si ispira ad una valchiria contemporanea: tra note streetswear sfila una collezione in bilico tra presente e passato. L’amore del designer per la musica si unisce ad una visione in cui la donna assume il potere. Tripudio di colore sulla passerella di Joseph Tassoni, che rielabora i più classici capi invernali in una palette cromatica playful: il caban, il gilet in pelliccia e le suggestioni knitwear vengono reinterpretate in un mood ironico ed irresistibile. Iperfemminile e strong la collezione di Stephan Caras: il duo creativo composto da padre e figlio presenta abiti formali e da sera impreziositi da perline e cristalli. La magia dei Roarin’ Twenties sfila sulla passerella di Mikael D: in un vortice di gold, paillettes e ricami intricati ritorna il glamour delll’età del jazz, tra frange e femminilità irriverente. La Toronto Men’s Fashion Week ha avuto luogo nella mirabile cornice di Waterworks, edificio industriale che si è rivelato location perfetta per ospitare le sfilate: tanti i nomi noti, accanto a talenti emergenti. Ad aprire la kermesse Helmer, con una collezione intrisa di classicità reinterpretata però in chiave contemporanea. Suggestioni orientali in passerella da Curtis Oland, tra giacche kimono, tute con spacchi sulle maniche, pantaloni con coulisse. Black all over da Xian, che si ispira ad uno stile urban. Sofisticato il gentleman contemporaneo protagonista della collezione di Zane Barläs: il brand canadese è noto per il taglio impeccabile degli abiti da uomo e dei capi formali confezionati con tessuti italiani di primissima qualità. Note rock sfilano da Hendrixroe: sulla passerella rivive il mito di Jimi Hendrix, in un tripudio di stampe animalier e pelle metallizzata, che rende omaggio anche a Marilyn Monroe, storica musa prediletta dallo stilista.

Tendenze moda PE2017: stampe vichy

Tra le tendenze moda per la primavera/estate 2017 dominano le stampe: ne abbiamo viste di ogni sorta, dal floreale ai grafismi, ma protagonisti indiscussi sulle passerelle sono stati i quadretti vichy. La moda guarda al passato, riportando in auge una stampa di ispirazione vintage: correvano gli anni Cinquanta, quando i quadretti vichy (gingham in inglese) imperversavano come stampa iconica che impreziosiva corpetti e gonne a ruota. Un mood delicato, dalle suggestioni provenzali e dalle note bon ton, per un trend che imperversò fino agli anni Sessanta, quando a sdoganare i quadretti vichy fu la splendida Brigitte Bardot: indimenticabile la mise sfoggiata dal broncio più sexy del cinema, che indossava una gonna a ruota con la stampa vichy in una delle sue pellicole più celebri. Dolcezza ed un tocco di femminilità infantile caratterizzano la stampa, che torna prepotentemente alla ribalta nelle collezioni PE2017: i quadretti vichy, considerati vero e proprio must have di stagione, conferiscono a qualsiasi mise un’allure fresca e una bellezza sofisticata. Indimenticabili gli scenari della Costa Azzurra, dove negli anni Sessanta i vichy impreziosivano shorts e pantaloni a vita alta, indossati dalle icone del jet set internazionale. Oggi i quadretti vichy tornano di moda, declinati su abiti, camicette, bluse, pantaloni, ma anche su accessori, come borse e scarpe. Tanti sono i designer che hanno abbracciato il fashion trend, da Miuccia Prada a Creatures of Comfort, da House of Holland a Blumarine fino a Peter Pilotto, Carolina Herrera ed Antonio Marras. Una tendenza che conquista perché sta bene a tutte e regala un aspetto fresco, qualsiasi capo si indossi.

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Brigitte Bardot sdoganò i quadretti vichy come must have già nei lontani anni Sessanta


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Adidas: tutte pazze per le nuove sneakers EQT

Suggestioni street style si uniscono a note urban, in una scarpa che è già diventata un must have di stagione: le nuove sneakers Adidas hanno davvero conquistato tutti. EQT, sigla di Equipment, è il nome della scarpa cult, sdoganata da blogger e celebrities di ogni parte del mondo e cliccatissima su Instagram. Ma se pensate che si tratti di un modello nuovo, sarete costretti a smentirvi: le sneakers nascono infatti negli anni Novanta. Adidas ha scelto di recuperare il modello quest’anno, per sposare una tendenza imperante qual è la scarpa running usata. Ecco che note grunge dal piglio squisitamente Nineties si uniscono al mood urban tipico dello stile streetswear, che oggi va tanto di moda. Ed ecco che, ai piedi di it girl e blogger di ogni parte del mondo, fanno capolino le sneakers: le EQT stanno bene praticamente su tutto, dalla mise sportiva all’outfit più sofisticato, che viene smitizzato dalla scarpa sportiva in un affascinante mix & match. Tante le blogger che sfoggiano sneaker da jogging anche con mise classiche: una tendenza imperante, che vede il successo anche di linee come Yeezy, disegnata da Kanye West. Adidas sceglie di guardare al proprio archivio storico, ripescando il modello risalente agli anni Novanta: la collezione sta davvero ossessionando tutti. La prima collezione è ora disponibile anche in versione Millennial Pink, nuance iconica ed iperfemminile. Il successo della scarpa passa dai social network, in particolare da Instagram, dove le foto del modello stanno letteralmente spopolando, al punto che è stato creato anche un hashtag apposito, #eqtgirls, dove le fashioniste di ogni parte del mondo possono condividere le foto che le immortalano mentre indossano il modello cult firmato Adidas.

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Tutto pronto per il Coachella 2017

In passato fu Woodstock: e se i festival musicali hanno da sempre giocato un ruolo importante nell’immaginario collettivo, unendo musica, lifestyle e moda, il Coachella Music festival è oggi uno degli eventi più attesi in assoluto. Parte domani, 14 aprile, il primo dei due weekend in cui si divide l’edizione 2017 del festival più glamour.

Dal 14 al 16 aprile e dal 21 al 23 il deserto californiano ospiterà la 18esima edizione della kermesse: a soli 200 km da Los Angeles sono previste 12 ore di concerti che si svolgeranno nella Coachella Valley. I biglietti dell’edizione di quest’anno, in vendita dallo scorso gennaio, sono andati letteralmente a ruba in solo poche ore: considerato ormai uno status symbol, il Coachella attira celebrities, top model e fashion blogger da ogni parte del mondo.

La kermesse nacque nel 1999, tre mesi dopo i festeggiamenti per l’anniversario di Woodstock. Il festival, dopo un anno di pausa, tornò nel 2001 con un calendario che prevedeva una sola giornata: dal 2002 le giornate divennero due. Nel 2007 il festival contava tre giornate di festeggiamenti, mentre nel 2012 l’evento assunse la formula odierna, che prevede due weekend consecutivi.

Il calendario di quest’anno, dopo la defezione di Beyoncé, dovuta alla gravidanza, vede la presenza di nomi come Lady Gaga, i Radiohead, in programma per i venerdì 14 e 21, Kendrick Lamar, Daft Punk, Bon Iver, the xx e Lorde.

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Dal 14 al 16 aprile parte la nuova edizione del Coachella Festival, giunto quest’anno alla 18esima edizione


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La prima edizione del Coachella Festival ebbe luogo nel 1999


Protagoniste indiscusse del Coachella sono ogni anno le modelle e le celebrities, che per l’occasione sfoggiano mise dal sapore folk e dalle suggestioni boho-chic, come frange, kimono, caftani, shorts, gilet e capi in crochet. L’evento si caratterizza per il sapore dichiaratamente hippy, che strizza l’occhio a Woodstock e agli anni Settanta. E se un brand come H&M firma una capsule collection dedicata all’evento, denominata H&M Loves Coachella 2017, la moda è davvero in primo piano: tra dress in pizzo, capi impreziositi da stampe floreali e shorts, il festival si preannuncia già come uno degli eventi fashion per antonomasia. Protagonista è ovviamente la musica, che spazia dal rock all’indie all’elettronica.

Per i fortunati che prenderanno parte all’evento, per arrivare al Coachella è attivo un servizio di bus navetta che partono quotidianamente da Palm Springs a Los Angeles. La musica però, resta la protagonista con generi che variano dalla musica rock, indie, alternative alla elettronica. E’ possibile soggiornare nei camper e nelle tende in stile hippie messe a disposizione, per una full immersion nell’anima bohémien che contraddistingue il Coachella.

Mellerio: i gioielli più amati dalle regine

Gioielli dallo charme senza tempo, che uniscono storia e tradizioni millenarie: Mellerio è uno dei nomi più antichi nella gioielleria. Mellerio dits Meller è una maison di gioielli fondata nel lontano 1613 dalla famiglia Mellerio: una famiglia che vanta oltre 12 generazioni di gioiellieri. Principesse, teste coronate e rampolli di famiglie blasonate costituiscono da 400 anni a questa parte la clientela prediletta dalla maison: ad innamorarsi dei monili creati da Mellerio figurano nomi come Maria de’ Medici, Maria Antonietta, Giuseppina Bonaparte. Una storia iniziata al confine tra Piemonte e Svizzera: la famiglia Mellerio è infatti originaria di Craveggia, un piccolo villaggio nei pressi del Lago Maggiore. Da qui i discendenti decisero poi di emigrare in Francia, dove fondarono la maison che li ha resi celebri. Già alla fine del XIX secolo la corona olandese incaricò Mellerio della realizzazione di gioielli, che furono poi donati da Guglielmo III alla moglie Emma: tra questi gioielli spicca la Tiara di Rubini. “Mellerio dits Meller” (che letteralmente significa ‘Mellerio detto Meller’) è il nome scelto per la maison, che ha la sede al numero 9 du Rue de la Paix, a Parigi. Tra i membri illustri della famiglia Mellerio anche François, che fu nominato cavaliere dall’Imperatore d’Austria. Tra le sue clienti anche la regina del Belgio, la regina di Svezia, la regina di Gran Bretagna, Charles Maurice de Talleyrand e molti esponenti dell’aristocrazia russa, tedesca e italiana. Fu proprio François, insieme al fratello Jean-Jacques, ad attraversare indenne eventi come la Rivoluzione francese, lasciando ai figli Jean-François ed Antoine un impero, che ben presto si espanse in altri Paesi. Nel 1850 la casa aprì la prima filiale a Madrid. Tanti i gioielli creati per la corona spagnola, come anche per i Savoia: è di Mellerio il diadema indossato dalla Regina Margherita quando sposò il Principe Umberto. Oggi la maison è seguita anche su Instragram, dove vengono postate quotidianamente le foto che raffigurano le grandi icone del passato che hanno indossato i gioielli Mellerio. Una storia che dura da ben 400 anni.

Queer: in mostra alla Tate Gallery 50 anni di amore omosessuale

Si è aperta lo scorso 5 aprile alla Tate Gallery la mostra Queer, prima retrospettiva che celebra l’arte LGBT: una suggestiva selezione di opere datate dal 1861 al 1967 che celebrano l’identità gay e lesbo e il mondo trans e queer. La mostra celebra il 50esimo anniversario dalla depenalizzazione parziale dell’omosessualità in Inghilterra e Galles. Un affascinante excursus dell’arte in cui veniamo proiettati nell’estetica di artisti appartenenti ad ogni orientamento sessuale: accanto ad opere intimiste ecco lavori destinati invece al grande pubblico. Opere importanti per il loro contributo nel forgiare un’identità gay e nel conseguente riconoscimento della comunità omosessuale da parte della società inglese. Fondamentale appare in tal senso l’utilizzo del termine “Queer”, come evidenziato dalla stessa Tate Gallery: “Gli storici della sessualità hanno sostenuto che il termine Queer è preferibile ad altri termini per indicare la sessualità in quanto riesce a mappare al meglio le identità sessuali moderne. La mostra è stata pensata e ideata grazie anche alla consulenza che abbiamo svolto con Stonewall e diversi enti di beneficenza LGBT insieme ai focus gruop con persone LGBT”. Saranno esposti dipinti, disegni, fotografie e film di artisti come John Singer Sargent, Dora Carrington, Duncan Grant, Frances Bacon, Cecil Beaton e David Hockney. Tra le opere in mostra anche un ritratto di Oscar Wilde: come dimenticare la condanna ai lavori forzati a cui il celebre scrittore fu sottoposto, solo in virtù della sua omosessualità? Correva l’anno 1895 e Wilde venne imprigionato a Reading, dove venne condannato a due anni di lavori forzati. La mostra intende esplorare tematiche varie, dal piacere alla trasgressione, in un percorso che abbraccia la sfera pubblica e privata. Sarà possibile visitare Queer fino al primo ottobre. Una mostra imperdibile, che coniuga tematiche fortemente attuali alla bellezza senza tempo di opere entrate nel patrimonio culturale ed artistico mondiale.

Head Prop: un libro celebra l’arte di Tomihiro Kono

È stato presentato a New York lo scorso 7 aprile Head Prop, il primo libro di Tomihiro Kono, visionario Hair e Head Prop Artist che firma da anni i cappelli scultura di Junya Watanabe. Il volume, edito da konomad, raccoglie le idee realizzate da Kono tra il 2013 e il 2016: una raccolta esclusiva che, in 232 pagine, include foto, schizzi e testi che esplorano il processo creativo mediante cui Tomihiro Kono realizza i suoi celebri cappelli scultura.

Kono, nato in Giappone ma residente a New York, si è affermato nel fashion biz grazie ad un estro unico nel panorama mondiale della moda: la sua estetica si basa su un approccio inedito, in cui l’influenza nipponica si unisce a suggestioni surrealiste. Appena adolescente Kono scoprì la musica punk e la moda; finite le scuole si trasferì a Tokyo, dove iniziò a lavorare come hair stylist.

Tante le collaborazioni illustri, da Jil Sander a Proenza Schouler, fino al sodalizio storico con Junya Watanabe: proprio Kono firma infatti i cappelli scultura delle collezioni di Watanabe. Nel 2007 l’artista si trasferì a Londra, dove i suoi lavori attirarono l’attenzione di riviste del calibro di Dazed e i-D. Da allora il suo stile è diventato iconico e Kono è acclamato come uno degli artisti più eclettici della nuova generazione.

Il volume Head Prop è stato presentato a New York lo scorso 7 aprile
Il volume Head Prop è stato presentato a New York lo scorso 7 aprile


“Creare qualcosa di originale richiede un duro lavoro”, così l’hair stylist commenta la propria estetica, all’insegna di una costante ricerca e sperimentazione, in cui la forma abbraccia la materia. Nel volume tante sono le foto che documentano i pezzi iconici realizzati da Kono utilizzando forme 3D. Sono raccolti anche prototipi inediti mai visti prima, realizzati dall’artista nel periodo compreso tra il 2013 e il 2016. Kono il prossimo agosto sarò celebrato anche in Giappone, suo Paese d’origine, dove sarà allestita una mostra dedicata a Head Prop, che avrà luogo presso la Gallery Place by Method di Tokyo.

David Bowie: in vendita la casa di New York

L’agenzia immobiliare Corcoran ha messo in vendita l’appartamento di New York in cui David Bowie ha vissuto insieme alla moglie Iman: la dimora (principesca), sita davanti Central Park, nella rinomata Billionaires Row, considerata la via dei miliardari, è stata residenza del Duca Bianco dal 1991 al 2002. L’appartamento, che rientra nel condominio della Essex House, al numero 160 di Central Park South, è stato messo sul mercato per la cifra record di sei milioni e mezzo di dollari. Bowie, icona del rock prematuramente scomparso nel gennaio 2016, era solito comporre i suoi brani, passati alla storia, col suo pianoforte Yamaha, anch’esso in vendita. La dimora, che si estende per 175 metri quadrati, è composta da tre stanze da letto, un soggiorno, cucina in granito e due bagni in marmo, con una vista mozzafiato su Central Park. L’agenzia immobiliare Cocoran, nel prezzo di 6 milioni e 495mila dollari, pari a 6 milioni e 50mila euro, comprende anche le pulizie e il servizio in stanza: il fortunato acquirente del prestigioso immobile si aggiudicherà quindi un pacchetto completo, oltre ad un pezzo di storia, per gli appassionati di musica. David Bowie, all’anagrafe David Robert Jones, era nato a Londra l’8 gennaio 1947. Icona trasformista, incarnazione del glam-rock ed autore di hit indimenticabili, come Life on Mars, Starman ed Heroes, solo per citarne alcune, è scomparso il 10 gennaio 2016, dopo aver combattuto una battaglia contro il cancro. La rockstar convolò a nozze con la modella Iman nel 1992. La coppia ha avuto una figlia, Alexandria Zahra “Lexi” Jones, nata il 15 agosto 2000, ed ha adottato Duncan Jones, figlio di Bowie avuto dal primo matrimonio, con Mary Angela Barnett.

Jungle: l’animalier in mostra alla Reggia di Venaria

È stata inaugurata oggi la mostra “Jungle. L’immaginario animale nella moda”, un suggestivo percorso espositivo che esplora l’evoluzione dell’animalier nella moda. Attraverso un centinaio di capi ed accessori viene raccontata l’ispirazione prediletta da molti dei nomi più importanti della storia del costume e della moda, che hanno interpretato secondo la propria ottica e la propria estetica pattern iconici presi a prestito dal mondo animale: in un tripudio di colori si alternano stampe tigrate, zebrate e leopardate, accanto a motivi che ricordano le ali delle farfalle o ancora le pelli mutanti di rettili. Fino al 3 settembre le Sale delle Arti della Reggia di Venaria ospitano la mostra, che celebra la sensualità delle stampe animalier, in un affascinante excurcus storico che parte da Christian Dior fino ad arrivare a Gianfranco Ferré ed Azzedine Alaïa. Ludovica Gallo Orsi, ideatrice della mostra, ha posto l’accento sull’importanza dell’immaginario wild evocato dalle stampe che imitano i mantelli degli animali insieme a forme geometriche astratti che rispecchiano le forme infinite della natura, degli alberi e dei fiori. Tanti i foulard stampati esposti, da Hermes a Valentino, da Salvatore Ferragamo a Thierry Mugler fino a Jean Paul Gaultier e Roberto Cavalli. L’allestimento è curato dallo scenografo Pietro Ruffo. “Non è la prima volta che la Reggia ospita la moda -hanno sottolineato il direttore e il presidente della Reggia di Venaria, Mario Turetta e Paola Zini -Basta pensare alle mostre ‘Made in Italy’ di Franca Sozzani, di Capucci e dell’Alta Moda. La residenza sabauda si tinge per l’occasione di pattern suggestivi, in un iconico bestiario. “E’ una mostra trasversale, capace di attirare il pubblico più diverso e a cui pensavamo da tempo -ha commentato l’assessore alla Cultura della Regione Piemonte, Antonella Parigi -anche quello meno avvezzo alle mostre d’arte. E questo è importante sotto un profilo culturale e anche imprenditoriale. I privati ci stanno contattando per progetti diversi”. Tra i capi esposti il celebre modello Jungle, un capo haute couture presentato da monsieur Christian Dior nel lontano 1947, accanto a creazioni firmate da Maurizio Galante, Fausto Puglisi, Givenchy, Krizia, Iris Van Herpen e Stella McCartney, solo per citarne alcuni.

“Jungle. L’immaginario animale nella moda” si tiene alla Reggia di Venaria, Sale delle Arti, I piano -tel. +39 011 4992333 – www.lavenaria.it

La mostra è stata inaugurata oggi 12 aprile 2017 e resterà aperta fino al 3 settembre 2017.

Il costo intero del biglietto ammonta a 12 euro -Ridotto (gruppi di min. 12 persone, maggiori di 65 anni e quanti previsti da Ridotti) costa invece 10 euro Ridotto over 6 under 21 (ragazzi dai 6 ai 20 anni) -Per gli studenti universitari under 26 6 euro. La mostra è inoltre compresa nel biglietto “Tutto in una Reggia”.

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