Sfila a New York l’intensa femminilità di Brock

Un’intensa femminilità è stata la protagonista assoluta della sfilata di Brock, che ha avuto luogo nell’ambito della settimana della moda newyorkese. Una collezione autunno/inverno 2017 che unisce suggestioni daywear a capi da gran soirée dai risvolti couture. I coniugi Laura Vassar e Kris Brock, designer di Brock, hanno dichiarato di essere mossi da un unico scopo: far sentire bene le loro donne. Un intento semplice per virtuosismi stilistici dal forte impatto scenografico. Il duo creativo, vincitore lo scorso novembre del CFDA/Vogue Fashion Fund Awards, ha incantato le passerelle della Grande Mela con una collezione che unisce note wasp a citazioni vittoriane: in passerella sfila una donna sicura di sé e consapevole del proprio potere seduttivo, che non ha bisogno di ostentare. Non mancano note bon ton accanto a tocchi di quell’American style destinato a non passare mai di moda: tra cardigan strizzati in vita da cinture e stivali ton sur ton, si alternano colli di visone e fur coat da diva. I designer coccolano la loro donna, offrendole numerose opzioni per apparire sempre al meglio. “Con tutto ciò che sta succedendo nella moda e nel mondo, in questa stagione volevamo solo abbracciare e amare la nostra donna”, ha dichiarato Laura Vassar. “Ciò significa offrirle vestiti che vuole indossare ogni giorno accanto a pezzi emozionanti che la facciano sentire al meglio”, ha continuato la stilista. Il duo creativo ha dato vita ad un inedito approccio moderno per reinterpretare lo stile vittoriano, che trova espressione nelle silhouette ampie e nelle maniche a sbuffo, ma anche nei bustier e nelle stampe in broccato prezioso, che impreziosiscono lunghi vestiti da sera da favola. Le proporzioni sono midi, indossate su gonne a vita alta in tweed e maglioni in cashmere. Largo poi a sontuosa georgette di seta, midi dress a stampa floreale e dettagli tomboy. Pura eleganza nelle silhouette e nei tagli sartoriali, per suggestioni couture. Tripudio di delicata femminilità nei bustier a quadretti vichy, che ricordano lo stile delle pin up anni Cinquanta.

Creatures of Comfort: il glamping irrompe sulle passerelle newyorkesi

Ha sfilato nell’ambito della settimana della moda di New York la collezione autunno/inverno 2017 di Creatures of Comfort. Jade Lai, direttrice creativa della maison, unisce note luxury ad uno stile disimpegnato, tra silhouette fluide e capi oversize che tuttavia riescono ad esaltare la femminilità. Largo a nuance delicate, in un tripudio di stampe e slogan che inneggiano ad un bisogno impellente di umanità e condivisione. Non mancano stampe e fantasie cromatiche, a partire dagli iconici quadretti vichy, che impreziosiscono capi e tute. Jade Lai ha dichiarato di essersi ispirata al glamping, innovativa tendenza che unisce al tradizionale camping inedite note glamour: sfila quindi un’eleganza casual, tra proporzioni rilassate e capi daywear, in un gioco di sovrapposizioni ardite che uniscono comfort e lusso, capi basic e virtuosismi declinati in tessuti preziosi. “Desideravo trascorrere più tempo a stretto contatto con la natura, specie dopo essermi trasferita a New York dalla California”, ha commentato la designer. “Ma ho bisogno di avere con me i miei piccoli lussi quotidiani”, ha poi aggiunto Jade Lai. Se la sfilata si apre con le note morbide e avvolgenti di maglioni oversize declinati in colori pastello ed impreziositi da slogan come “We are all human beings”, non mancano andando avanti virtuosismi stilistici e sovrapposizioni sperimentali: sfila la salopette, indossata sopra maglioni dalle suggestioni grunge. Il maglione si indossa ora sulla gonna a ruota di ispirazione Fifties, mentre i blouson hanno un piglio romantico e le tute sono declinate in lussuoso jacquard. Largo anche a maglie in lurex rosa baby e preziosi maxi dress in velluto e tessuti glitterati, ode ad una femminilità che fa fieramente capolino anche durante le intemperie, a partire dalla bufera di neve che imperversa nella Grande Mela.

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Marina Corazziari rivisita la Medusa di Versace

Si ispira a Gianni Versace Marina Corazziari, anche quest’anno protagonista di Altaroma: Marina Corazziari & Friends, ormai appuntamento imperdibile dell’alta moda capitolina, si arricchisce in quest’edizione di inedite note vintage, per “Gianni Versace Inspiration”, una mostra evento esclusiva, che coniuga i gioielli istrionici della designer ad abiti, tableaux, video art, sound design e performance dal vivo. Marina Corazziari, scenografa e designer di gioielli, per la sua nuova collezione guarda al passato della moda e si lascia ispirare da uno dei più grandi stilisti, lo scomparso Gianni Versace, per la creazione di eclettici monili rigorosamente unici e lavorati a mano. Creazioni preziose e affascinanti, che nascono dalla fusione di stili e tendenze, in un inedito sincretismo che spazia dal neoclassicismo al barocco fino al pop: Marina Corazziari supera se stessa, realizzando intere parure con pietre preziose e non. Tra oro e onice nera tripudio di vivaci coralli e perle declinate nelle più svariate forme e gradazioni. Imperdibili le iconiche “Teste di Medusa”, simbolo del brand Versace, che vengono ora sapientemente rivisitate dalla designer attraverso l’uso di iridescenti cristalli di roccia, uniti a stelle, conchiglie e antichi cammei, catene e maglie modulari. Presenti alla mostra, accanto alla designer, anche il maestro Ilian Rachov, creatore di opere in stile neoclassico, il sound designer Francesco Gagliardi, l’interior designer Gianna Tedeschini, che ha dato vita a suggestivi tableaux-vivantes con modelle, grazie ai suoi elementi di arredo antichi sapientemente reinterpretati. In mostra anche la “Medusa“ di Guido Corazziari, rivisitazione digitale della celebre opera del Caravaggio esposta agli Uffizi di Firenze: la medusa diviene metafora eterna del fascino pericoloso della bellezza e del suo opposto, la mostruosità, capace di inghiottirci come vortice marino nei suoi abissi. Presenti all’evento le esclusive calzature firmate da Duccio Venturi Bottier, eccellenza del Made in Italy. Le sontuose sale di Villa Brasini, a Ponte Milvio, hanno ospitato l’evento a cura di Marina Corazziari.

La California girl di Tommy Hilfiger

Mentre a New York imperversa una bufera di neve, Tommy Hilfiger si rifugia nelle spiagge assolate della California per presentare la collezione Primavera/Estate 2017: la location scelta per la sfilata è la spiaggia di Venice Beach, a Los Angeles. Una collezione che nasce dalla collaborazione con la splendida supermodella Gigi Hadid, che ha aperto e chiuso il défilé. Il sodalizio artistico tra i due è stato rinnovato per altre due stagioni. La California degli anni Settanta diviene ispirazione privilegiata per Tommy Hilfiger, che si ispira al glamour californiano degli anni Ottanta e Novanta: Los Angeles, patria di star del cinema e della musica, diviene cifra stilistica di un’estetica da sempre fortemente legata agli Stati Uniti, patria dello stilista. Sulle note di Tupac Shakur sfilano 55 uscite, davanti agli occhi entusiasti di 3 mila invitati. Su 9mila metri quadrati di palcoscenico veniamo proiettati in un circo in bilico tra arte, moda e musica. Sul palco a fine evento canta anche Fergie, mentre i capi che si sono alternati sulla passerella sono già in vendita: è la filosofia del see-noe-buy-now a rendere possibile tutto questo, e Hilfiger è stato tra i primi ad intuire le potenzialità del nuovo format. «La gente non vuole aspettare di avere un abito che va in passerella. Lo vedo oggi, lo voglio indossare stasera», ha dichiarato Tommy Hilfiger. In passerella top model come Bella Hadid e Sara Sampaio: tripudio di bianco, rosso e blu e mood californiano per stampe coloratissime che inneggiano alla joie de vivre. Hilfiger ripesca dall’archivio della maison per riportare in auge pezzi storici, come le bluse da rugby e le righe interrotte da cuori. Largo ad abiti-felpa impreziositi da H oversize, e shirt con la bandiera americana. Le silhouette scoprono l’ombelico, tra crop top e bikini portati a vista. Non manca denim d’ordinanza, indossato con stivali texani e frange all over. Tra stampe patchwork e gonnelloni anni Settanta non mancano suggestioni tailoring per trench in denim.

Le foto di Gosha Rubchinskiy in mostra a Seoul

Artista poliedrico e visionario, Gosha Rubchinskiy è tra i protagonisti di Youth, retrospettiva multidisciplinare dedicata alla Street culture allestita presso il D Museum di Seoul, Corea. Il designer viene celebrato nella sua veste inedita di fotografo e filmmaker: la sua passione per la fotografia era già evidente nei progetti che da sempre accompagnano le sue collezioni. Ora lo stilista russo è in mostra fino al 28 maggio insieme ad altri artisti, tra cui Larry Clark e Ryan McGinley. Divenuto famoso per aver rivoluzionato gli standard della moda con il suo stile streetwear dalle suggestioni post-sovietiche, Gosha Rubchinskiy già all’età di quindici anni sognava di entrare nel mondo della moda. Dopo il college, dove ha studiato anche hair styling, make-up e styling, Gosha si trasferisce a Mosca, dove inizia a lavorare nel fashion system. Nel 2008 la fondazione del suo brand eponimo, caratterizzato principalmente da t-shirt e felpe. L’anno seguente viene presentata la sua prima collezione, “Evil Empire”, ispirata al mondo degli skaters. Il suo stile diviene in breve iconico: tanti i riferimenti a movimenti culturali e artistici alla base delle sue collezioni. Dopo aver lavorato con due brand di streetwear come Vans e Reebok, lo stilista ha anche sfilato come modello per Vetements. La ricerca estetica di Gosha Rubchinskiy continua ad attrarre le attenzioni della comunità internazionale della moda: la sua estetica dura e struggente pone in primo piano le culture giovanili della Russia post sovietica, unendole a note sportswear e suggestioni artistiche provenienti dalla fotografia e dal cinema. Non solo moda quindi ma anche una profonda riflessione sociale, alla base della sua estetica.

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Aldo Coppola celebrato alla Triennale di Milano

A quasi quattro anni dalla sua scomparsa, Aldo Coppola viene ricordato in una retrospettiva fotografica organizzata presso La Triennale di Milano: Aldo Coppola, bellezza senza tempo è una mostra che intende celebrare i 50 anni di carriera del genio dell’hairstyling milanese scomparso nel 2013 all’età di 73 anni. Fino al 2 marzo saranno esposti 250 scatti d’autore, firmati da Oliviero Toscani, Giovanni Gastel, David Bailey, solo per citarne alcuni: tra racconti inediti e video-installazioni, verrà narrata la carriera del guru dell’hairstyling attraverso dodici temi che esplorano cinque decenni di storia italiana. Cinquant’anni fa Aldo Coppola apriva il suo primo salone in via Manzoni, a Milano. Una mostra iconica che ricorda le collaborazioni di Aldo Coppola con i grandi stilisti e i grandi fotografi, come Fabrizio Ferri, Gian Paolo Barbieri, Giovanni Gastel, David Bailey, Javier Vallhonrat e Oliviero Toscani, suo grande amico. Una vita trascorsa tra sfilate e set, per un uomo generoso che ha inventato nuove tecniche di taglio, colorazione e styling. Appena dodicenne, Coppola inizia a lavorare nel salone del padre; a quindici anni viene nominato maestro d’arte e vince il campionato italiano dell’acconciatura femminile. Nel 1961 pettina le modelle durante il Pitti. Seguirà la collaborazione con L’Oréal. Nel 1991 apre il primo salone progettato da Philippe Starck in Corso Garibaldi, punto di riferimento per il design. Il resto è storia. In breve il suo nome diviene famoso a livello internazionale. Il percorso espositivo si estende anche in un libro omonimo edito da Carlo Cambi Editore. La vita di Coppola viene raccontata in 210 pagine. Il ricavato delle vendite sarà devoluto interamente alla Fondazione Francesco Rava.

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Altaroma: note glam in passerella da Mario Orfei

Ha sfilato nell’ambito di Altaroma la collezione Autunno/Inverno 2017-2018 di Mario Orfei. Suggestioni Seventies dominano in un défilé caratterizzato da silhouette ampie e stampe vivaci. Colorati e glam i tessuti avvolgenti indossati dalla donna Mario Orfei, che non lesina in sensualità e charme. La collezione, intitolata Reflex City, unisce note metropolitane a citazioni anni Settanta, in un crogiolo di ispirazioni multiformi: il passato e il futuro sembrano convergere in una dimensione atemporale, tra sovrapposizioni di lussuose armonie e contrapposizioni ardite. Il contrasto è la parola chiave, tra lussuose armonie e note glam nelle lavorazioni metalliche e nei tessuti laminati. Largo a sete fluttuanti e stampe dévoré, tra bagliori di rame plissé, oro e platino illuminano i classici velluti blu, cioccolato e rosa baby dai tagli sartoriali rubati dal guardaroba maschile. La donna che calca la passerella sfoggia completi e giacche rigorose in doppio petto ma anche note geometriche nel check rivisitato che si alterna al principe di Galles e all’ecopelle, che spicca tra i materiali usati, accanto a pregiate lane d’alpaca che conferiscono una nota sofisticata a pantaloni, tute, gilet e cappotti. I capispalla costituiscono il pezzo forte della collezione: tra cappotti oversize con collo in eco-pelliccia policroma e cappotti sartoriali, veniamo proiettati in inediti flashback ad un passato che si rivela sorprendentemente contemporaneo. Dettagli preziosi negli abiti fluttuanti, in cui spiccano decorazioni in argento e vetro di murano: suggestioni oriental nelle maniche e nelle cascate di rouches, per una femminilità evergreen.



(Foto cover: Blog & the City)

Lo stile di Lauren Remington Platt

Fisico statuario e charme innato, Lauren Remington Platt è una delle it girl più sofisticate. La giovane newyorkese sembra avere avuto proprio tutto dalla vita: businesswoman di successo ed icona di stile, l’influencer si è laureata alla Columbia University nel 2006 prima di creare Vênsette.com, sito web innovativo che permette ai suoi membri di selezionare diverse opzioni di hair styling e make up e di prenotare una visita a domicilio di make up artist ed hair stylist a partire da una cifra pari a 250 dollari.

Il sito web, divenuto in poco tempo Bibbia per gli amanti del make up, ha reso la giovane Lauren imprenditrice di successo: tra le clienti figurano nomi di spicco, dalla modella Anouck Lepere a Charlotte Casiraghi. Vênsette, fondato nel 2011, si è imposto all’attenzione dei media internazionali, e ha sdoganato la sua creatrice come una delle icone da tenere d’occhio. Origini olandesi e scozzesi nel suo DNA ed altezza svettante (un metro e 78), la giovane Lauren dopo alcune esperienze come modella è diventata guru della bellezza, fondando un impero.

Icona del jet set internazionale e mirabile interprete dello stile wasp americano, la bella Lauren è diventata regina indiscussa dello Street style e presenza fissa nel front row delle sfilate di moda. Il suo stile, da lei definito conservatore e al contempo irreverente, predilige brand italiani come Max Mara, Loro Piana, Valentino e Armani. La sua divisa quotidiana prevede un paio di flat Tod’s, un cappotto Max Mara, una t-shirt Calvin Klein e knitwear St. John.

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Businesswoman ed icona di stile, Lauren Remington-Platt è uno dei volti più chic della moda contemporanea


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La giovane imprenditrice predilige smoking maschili e tailleur pantaloni


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Nel guardaroba di Lauren Remington-Platt tripudio di bianco e capi sartoriali


Volto affilato e labbra carnose, la giovane ereditiera ama citare Simone de Beauvoir. Nel suo guardaroba non mancano pezzi cult come un cappotto militare di Ralph Lauren acquistato dalla it gilr quando aveva 17 anni. Gambe chilometriche e sorriso da copertina, Lauren Remington Platt non ha mai puntato solo sul fisico, come testimonia la sua carriera. Tra i suoi libri preferiti Anna Karenina e Tenera è la notte. Una predilezione per tailleur e smoking maschili, la giovane icona di stile vanta anche la partecipazione a sfilate importanti, come quella di Valentino. Nel suo guardaroba tanto bianco, per minidress e cuissard che fasciano le sue lunghe gambe e il suo fisico statuario.

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Altaroma: sfila il surrealismo ibrido di Melampo

Ha sfilato nell’ambito di Altaroma la collezione Fall/Winter 2017-2018 di Melampo: finaliste di “Who Is On Next? 2016″, Lulù e Anna Poletti, le menti creative di Melampo Milano, presentano sulle passerelle di Altaroma una collezione dai risvolti introspettivi, che trae ispirazione dalle opere del pittore surrealista contemporaneo Dino Valls. Le due designer partono per un viaggio lisergico attraverso un universo onirico, in cui l’individuo è al contempo centrale e sognato. Una collezione che si snoda in una affascinante dicotomia tra costruzioni e decostruzioni, tra ardite sovrapposizioni e fluidità delle silhouette. La camicia diviene capo passepartout, in una moda ibrida, in bilico tra leisure wear e homewear. In un crogiolo di connessioni e sinapsi, veniamo proiettati in un viaggio che mixa luoghi e stili: largo a tartan scozzese, indossato accanto a colli vittoriani e dettagli edoardiani. Ma sono presenti anche suggestioni che omaggiano il barocco spagnolo e gli animali mitologici delle chiese gotiche francesi. Largo a ricami floreali e decorazioni che rimandano ad un bestiario astratto su materiali diversi, che spaziano dal cotone maschile di tessiture da camiceria alla mussola in seta, dalla lana tartan al pizzo chantilly fino al velluto délavé e al tapestry prezioso. Infine tripudio di candida broderie anglaise. Introspettiva e suggestiva, la collezione delle due designer, entrambe nate a Milano, Lulù nel 1979, Anna nel 1981. Dopo un’infanzia trascorsa in fabbrica, le giovani iniziano a cucire. Dopo gli studi in architettura al Politecnico di Milano, Lulù frequenta il Corso per fotografi di scena dell’Accademia Teatro alla Scala e inizia a lavorare con fotografi del panorama contemporaneo italiano e internazionale. Anna invece fin dai tempi del liceo si all’azienda di famiglia. Non termina gli studi in Economia per iniziare a lavorare a tempo pieno come responsabile dello sviluppo prodotto, imparando a gestire tutte le fasi della realizzazione, dal figurino all’abito. Tra il 2013 e il 2014 inizia per le due giovani la nuova avventura: le due stiliste danno vita a Melampo, brand che si pone come interprete della moda contemporanea con

Vittorio Camaiani si ispira al Barocco spagnolo

Ha sfilato nell’ambito di Altaroma la primavera/estate 2017 di Vittorio Camaiani. Una collezione che trae ispirazione dall’arte del pittore spagnolo Diego Velazquez, quella che lo stilista ha presentato nella cornice dell’Hotel Excelsior di Via Veneto. I gai e vivaci baffi di Velazquez divengono motivo iconico che impreziosisce abitini da cocktail, tute e lunghi abiti da sera. Lo stilista entra in alchimia con il pittore spagnolo, a cui si sente vicino per la comune passione per l’arte. Una vera e propria affinità elettiva, che lo stesso Camaiani ha commentato così: “Una “corrispondenza” tra me e Velazsquez, lontani e diversi, ma legati dalla stessa passione per l’arte”. L’ironia dei caratteristici baffi del pittore andaluso diviene leitimotiv della collezione, tra ricami a mano ed intarsi applicati sui capi, tra preziosi broccati di stampo barocco e tripudio di seta batik. Lo stilista, originario di San Benedetto del Tronto, gioca con i soggetti dei quadri di Velazquez, che traslittera in creazioni in lino, garza e chiffon. Il Seicento spagnolo rivive sulla passerella, per suggestioni antiche che, sotto le mani esperte del couturier, divengono estremamente attuali. In passerella sfila un’eleganza discreta e al contempo sontuosa, che omaggia la vanità e l’arte. Le gloriosa vestigia del passato rivivono nelle creazioni del couturier marchigiano: largo a linee a trapezio per camicie e abiti, pantaloni in seta di linea morbida in lino e cotone più accostati al corpo, una nuova gonna la cui forma richiama l’Infanta Margarita, protagonista di un capolavoro del Velazquez, “Las Meninas”. La palette cromatica abbraccia i toni del grigio, del rosso, del nero, passando per l’azzurro, colori che acquistano intensità e corposità su lino, chiffon, crepe, satin, garza di cotone, duchesse taffetà, organza e vinile. Collaborazione tra Camaiani e Lella Baldi per le calzature che accompagnano il défilé, mentre la matita di Vittorio Camaiani incontra le sapienti mani dell’artista Marina Corazziari, per inediti gioielli scultura fatti di lastre d’argento, punte di madreperla cristalli antichi fumée e onice nero. I “quadri moda” di Vittorio Camaiani saranno presentati in tre sale dell’Hotel Excelsior arricchite di profumi per creare una “casa del caffè” del Seicento grazie al prodotto di “Orlandi passion”.

Altaroma: suggestioni botticelliane da Renato Balestra

Suggestioni botticelliane in passerella da Renato Balestra, che ha chiuso come di consueto Altaroma. Una collezione ispirata al risveglio della natura, in una primavera ancora in bocciolo: come i primi fiori che sbocciano, si risveglia anche la leggiadra ninfa immaginata dallo stilista. In una palette cromatica dai toni pastello sfilano sontuosi abiti da gran soirée, per una haute couture dallo charme evergreen. Largo a colori delicati come il glicine, il rosa, il verde acqua, il celeste, fino a tinte arcobaleno, che impreziosiscono chiffon ed organze preziose. Come una Venere botticelliana, la donna che calca la passerella ha i capelli cosparsi da petali colorati, mentre fiori e ventagli plissettati in taffeta e chiffon decorano le giacche sartoriali e gli abiti da cocktail. Romantica e raffinata, la donna Balestra sfoggia lunghi abiti da sera perfetti per un red carpet: non mancano note di sensualità nei corpetti che enfatizzano le curve, tra tripudio di tulle multicolor e preziose decorazioni. Sfila una principessa dai risvolti fairy tale, in una collezione poetica dall’allure eterea. Chiude il défilé la sposa di Renato Balestra, una regina stretta in un candido mikado decorato con pizzo chantilly e capelli adornati da una cascata di nuvole di fiori bianchi. Eleganza e garbato equilibrio caratterizzano la collezione, che segna un altro tassello nella lunga storia della maison romana. A consegnare il riconoscimento al Maestro Balestra la sindaca Virginia Raggi.