“Fashion victim a New York” è il titolo dell’ultimo libro di Megan Hess: la regina dell’illustrazione di moda sforna un altro volume imperdibile per le fashioniste di ogni parte del mondo. Dopo la biografia illustrata di Coco Chanel e l’illustrazione per la cover del celebre libro di Candace Bushnell Sex & the City, Megan Hess vi aspetta ancora una volta in libreria, con la sua guida a New York, in versione fashion. Amatissima per le sue illustrazioni chic ed ironiche, Megan Hess vanta in curriculum collaborazioni con Prada, Dior, Louis Vuitton, Yves Saint Laurent, Tiffany & Co. e Bergdorf Goodman, per cui decorato una limited edition di accessori. Il suo tratto versatile e glamour descrive ora il suo amore per la Grande Mela: una guida fuori dal comune, quella scritta da Megan Hess, che immagina la sua giornata ideale a New York, sulla scia delle indimenticabili protagoniste di Sex & the City. Tanti gli indirizzi chiave, dai concept store alle boutique di lusso fino ai grandi magazzini, ma non solo: nella sua raffinata guida l’autrice seleziona i luoghi più ambiti per lo shopping e il lifestyle, dai mercatini vintage ai locali più trendy, dai quartieri glamour agli hotel di lusso, passando per Times Square senza tralasciare una full immersion nel verde di Central Park. I musei, luoghi di culto per gli appassionati d’arte, tornano in primo piano, accanto al celebre Fashion Institute of Technology, la Mecca della moda. Ultima meta imperdibile del tour promosso dalla Hess è la casa di Carrie Bradshaw, location degli episodi della serie cult, rimasti per sempre impressi nella nostra memoria. “Fashion victim a New York”, edito da Mondadori, è uscito pochi giorni fa: una guida imperdibile, creata da una amante della Grande Mela. .«Credo sia la mia città preferita in assoluto, contando anche che ci sono andata praticamente di continuo negli ultimi 15 anni. Mi sono innamorata della sua energia da subito: il rumore, la gente, le differenze tra Uptown e Downtown… E poi è il luogo della mia prima grande occasione lavorativa, quindi occupa un posto speciale nel mio cuore anche per questo. È quel tipo di posto in cui non importa quante volte tu ci vada, c’è sempre qualcosa di nuovo e interessante da scoprire che ti fa mantenere la voglia di ritornarci», così ha commentato l’autrice del volume.
Autore: Chiara Caputo
Caroline Corbetta nuovo volto di Pomellato nella nuova campagna firmata Peter Lindbergh
È il volto elegante di Caroline Corbetta ad illuminare la nuova campagna di Pomellato: la curatrice d’arte è stata immortalata in sofisticati scatti firmati da Peter Lindbergh. Tra i sei volti scelti per rappresentare la donna contemporanea, Caroline Corbetta si distingue per lo charme innato: classe 1972, madre francese e viso espressivo, l’esperta d’arte più amata da Renzo Rosso, che la definisce ironicamente “la teacher”, incarna alla perfezione l’ideale di bellezza contemporanea promosso da Pomellato. Tra i valori fondanti dell’estetica del brand, come anche delle foto realizzate da Peter Lindbergh, l’autenticità occupa un posto predominante: essenziale e pura, la bellezza promossa da Pomellato inneggia ad una naturalezza oggi in disuso. Come i gioielli indossati dalle sei protagoniste della campagna, che si contraddistinguono per un design essenziale e rigoroso. La bellezza è verità, afferma Caroline Corbetta, che vanta nel suo curriculum progetti come Expo Gate e la Biennale d’Arte di Venezia: nel corso della sua lunga carriera ha scritto di mostre d’arte per Vogue, Domus, Flash Art e Rolling Stone. Dopo esseri formata all’Accademia di Brera, Corbetta ha frequentato un master per diventare curatrice d’arte. Tante le esposizioni curate in giro per il mondo, forte di un occhio critico e sempre attento alle novità. Tra i suoi lavori più noti il Crepaccio, spazio no profit installato in una trattoria minalese di Porta venezia, fucina di idee e crocevia di talenti. Frangetta irriverente e lineamenti forti, la curatrice d’arte più glamour d’Italia posa con nonchalance per l’obiettivo di Lindbergh, accanto ad Helen Nonini, alla scrittrice e modella finlendese Pilha Hintikka, a Larissa Hofmann ed Anh Duong, tra le altre ambasciatrici del brand. L’hashtag ufficiale della nuova campagna Pomellato è #PomellatoForWomen.
Alcantara in mostra a Palazzo Reale
Per il terzo anno consecutivo, Alcantara torna ad essere protagonista delle dieci stanze dell’Appartamento del principe di Palazzo Reale, a Milano: si intitola “Codice di avviamento fantastico. Alcantara e 6 artisti in viaggio nell’appartamento del Principe” il percorso espositivo inaugurato lo scorso 25 marzo: la mostra, curata da Davide Quadrio e Massimo Torrigiani, patrocinata dal Comune di Milano, da Milano Art Week e da Palazzo Reale, esplora le opere di Aki Kondo, Michael Lin, Soundwalk Collective, Georgina Starr, Nanda Vigo e Lorenzo Vitturi: questi i sei artisti chiamati ad interpretare lo stile di Alcantara, sulle orme di Gianni Rodari e dei suoi versi. “Siamo orgogliosi di portare in scena la singolare versatilità del materiale, facendo dialogare ancora una volta Alcantara con arte e design”, così ha commentato Andrea Boragno, presidente e ad dell’azienda. Un progetto ambizioso, che si propone di interpretare in chiave contemporanea uno spazio storico attraverso la sensibilità artistica di sei creativi provenienti da mondi e Paesi diversi: gli artisti hanno così fornito la propria personale visione del celebre tessuto, in un suggestivo percorso immaginario che unisce i colori e le stampe alla Grammatica della Fantasia di Gianni Rodari. E proprio a Rodari si deve il titolo stesso dell’esposizione, contenuto in una novella. In un percorso articolato in una serie di installazioni iconiche si snoda una condivisione di storie e pensieri, in bilico tra suggestioni oniriche e fantascientifiche. La mostra resterà aperta fino al 30 aprile 2017.
I bijoux di Carlo Zini in mostra a Cremona
Si è aperta lo scorso 25 marzo la mostra curata da Grandi bigiottieri italiani: nella cornice del Museo del Bijoux di Casalmaggiore, Cremona, una rassegna esclusiva curata da Bianca Cappello celebra le creazioni di Carlo Zini. La rassegna, giunta alla sua terza edizione, dedica quest’anno una sezione monografica al designer milanese: una lunga e prolifica carriera, quella di Zini, che ha collaborato con brand come Enrico Coveri, Raffaella Curiel e Moschino. L’alta artigianalità manifatturiera si unisce a colori audaci e ad una creatività fuori dal comune: “Sono un uomo che ha avuto la fortuna di fare quello che sognava di fare”, così Zini ha commentato più volte la propria arte. Lui, nato nel 1950, si è imposto come una delle firme più autorevoli della bigiotteria italiana: ora la sua arte viene omaggiata a Cremona, fino al 4 aprile. Turchesi, rubini, zirconi, madreperla, oro, smeraldi e diamanti, per orecchini, collier preziosi e monili portatori di un’estetica sofisticata ed unica: la storia di Carlo Zini inizia nel laboratorio orafo del padre, dove il giovane impara i trucchi del mestiere. Appena sedici anni entra nell’azienda di Diana Monili, dove diviene modellista. Determinante nella sua carriera l’incontro con Cathy Berberian, cantante e moglie del compositore Luciano Berio, che sarà pigmalione del designer, commissionandogli i primi bijoux. Mirabile arbiter elegantiae, Zini ama mixare i pezzi scovati nei mercatini vintage alle pietre preziose. Influenzato da suggestioni etniche e da un classicismo di fondo, i suoi raffinati amuleti sposano il gusto delle icone contemporanee, che ne amano ogni creazione. In bilico tra sperimentazione e amore per la tradizione, Zini crea gioielli per una donna emancipata ed ironica: la sua estetica è caratterizzata da un’incessante ricerca per il gusto, in un mix di antico e moderno.
Lady Gaga compie 31 anni: i migliori look della trasformista della musica
Ha compiuto ieri 31 anni Lady Gaga, diva della musica pop, amatissima per i suoi look istrionici e per il talento raro: sangue italianissimo nelle sue vene, Stefani Joanne Angelina Germanotta è nata il 28 marzo 1986 a New York, da Joseph Germanotta, imprenditore statunitense di origini siciliane. La famiglia di Stefani viene da Naso, piccolo comune nell’entroterra messinese. La madre Cynthia Bissett, è una casalinga di origini franco-canadesi. Stefani cresce nell’Upper West Side di Manhattan, insieme alla sorella minore Natali; la giovane frequenta la scuola cattolica per sole ragazze Convent of the Sacred Heart School. Molto disciplinata e studiosa, Stefani è oggetto di atti di bullismo data la sua indole insicura.
Già durante gli anni del liceo la passione per la musica si fa sentire: a quindici anni la giovane fa una breve apparizione nella serie televisiva I Soprano, mentre a 19 anni appare nel programma televisivo di MTV Boiling Points. Nello stesso periodo subisce una violenza sessuale, che causa in lei un profondo trauma: Stefani trova rifugio nell’alcol e nei disturbi alimentari. Dopo il liceo, la giovane entra alla Tisch School of the Arts di New York, che però abbandona successivamente per dedicarsi alla musica. Dapprima la vediamo esibirsi nei locali del Lower East Side, dove si impone per il suo stile provocatorio. Lady Gaga c’è già tutta nelle esibizioni accanto alle drag queen e agli spogliarellisti: così Stefani forgia l’immagine che la rende iconica sulla scena musicale, un mix perfetto di teatralità e provocazione. Sofisticata e chic come l’ultima delle dive, l’artista scrive testi irriverenti conditi da una musicalità del tutto nuova. In breve il suo stile la aiuta ad imporsi come una degli artisti contemporanei più amati.
Oltre alla sua musica (tante le hit di successo, da Poker Face a Bad Romance fino all’ultimo singolo Million Reasons), è proprio quel suo stile unico ad averla resa uno dei volti più carismatici del momento attuale: teatrale e vulcanica, Lady Gaga è una vera trasformista, amante della masquerade più estrosa. Accostata spesso ad icone della moda come Isabella Blow e ad artiste come Cher, la passione per la moda le è stata trasmessa dalla madre.
SFOGLIA LA GALLERY:
Tra i suoi designer più amati l’indimenticabile Alexander McQueen. Premiata dal Council of Fashion Designers of America con il Fashion Icon Award nel 2011, Lady Gaga è a tutti gli effetti considerata una delle icone fashion più ammirate del mondo: prima cantante ad essere insignita di tale onorificenza, la star ha anche calcato più volte la passerella, sfilando per Mugler e Marc Jacobs. Inoltre ha anche lavorato come fashion editor per la rivista V, ed è stata inserita nella lista delle 100 icone della moda stilata dal Time, accanto ad artisti come Madonna, Michael Jackson e i Beatles.
«I’m not real. I’m theatre», così la cantante ha definito il proprio stile: tra le variazioni di peso e gli innumerevoli successi che l’hanno vista protagonista, Lady Gaga ci ha abituato nel corso degli anni a look altamente scenografici, come abiti fatti di carne cruda, bolle di plastica e pupazzi di Kermit la Rana. Grottesca e femme fatale, la cantante è molto amica di Giorgio Armani e di Donatella Versace, per cui è stata anche testimonial nel 2014. Dal 2012 il suo consulente in fatto di immagine è Brandon Maxwell.
Antonio Grimaldi veste Amy Lee degli Evanescence
Nuovo successo internazionale per lo stilista italiano Antonio Grimaldi: dopo essere stato ammesso nell’Olimpo dell’haute couture, presentando la sua ultima collezione durante la settimana dell’alta moda parigina, il designer è stato scelto da Amy Lee, frontwoman del gruppo statunitense Evanescence, per il video del nuovo singolo ‘Speak to me’. La cantante nel videoclip indosserà una creazione haute couture firmata da Grimaldi: il brano è stato scelto come colonna sonora del film ‘Voice from the Stone’, diretto dal regista Eric D. Howell, con protagonista la bellissima Emilia Clarke. Ispirata al romanzo di Silvio Raffo, la pellicola uscirà nelle sale il prossimo aprile. Amy Lee nel videoclip indossa un sontuoso abito acquamarina: immortalata come una ninfa silvestre, la cantante sfoggia un lungo abito romantico, che ne esalta l’incarnato eburneo e i lunghi capelli corvini. Classe 1981, Amy Lee è cofondatrice del gruppo, nato nel 1998. Antonio Grimaldi, couturier romano formatosi alla scuola di Fernanda Gattinoni, non è certo nuovo nel fashion biz: amatissimo da dive contemporanee e teste coronate, tra le sue fan spiccano nomi del calibro di Ornella Muti e Fiorella Mannoia, che ha indossato le sue creazioni nell’ultima edizione del Festival di Sanremo. Ora ad interpretare una vestale onirica la frontwoman degli Evanescence, che sembra essere perfetta nella mise scelta per il nuovo videoclip. Un successo tutto italiano, che ci rende orgogliosi di una delle firme più amate nel panorama internazionale della moda.
Bar Refaeli mamma bis: la top model è di nuovo in dolce attesa
Bar Refaeli sarà di nuovo mamma: la splendida top model israeliana ha appena reso noto di essere in attesa del secondo figlio. E’ ancora una volta Instagram il canale privilegiato dalle celebrities per diffondere la notizia del lieto evento: Bar Refaeli ha scelto di postare sul social network una foto che evidenzia il pancino arrotondato. “C’è qualcosa in forno”, così la modella ha commentato la fotografia. Dopo aver dato alla luce la sua prima figlia lo scorso agosto, Bar Refaeli si appresta a diventare mamma per la seconda volta: sposata con l’imprenditore Adi Ezra, sposato lo scorso settembre nel Carmel Forest Spa Resort ad Haifa, in Israele, la modella è già mamma di Liv, nata ad agosto all’Ichilov Hospital di Tel Aviv. La bellissima modella non aveva mai nascosto il suo desiderio di maternità: dopo essere stata legata per anni a Leonardo Di Caprio, Bar Refaeli ha trovato nell’imprenditore israeliano Adi Ezra l’uomo della sua vita, con cui creare una famiglia. “Ho sempre voluto avere bambini”, aveva ammesso la top model durante un’intervista ad Hello! Magazine. “Mi piacciono molto i bimbi e non mi ha mai spaventato l’idea di averne uno.” Nata ad Olesh il 4 giugno 1985, Bar Refaeli ha iniziato la sua carriera nella moda nel 1999, a soli 14 anni, firmando il suo primo contratto con l’agenzia Irene Marie Models. Curve sinuose per 1,75 di altezza, nel 2000 vince il Model of the Years isrealiano: da lì la sua carriera è in forte ascesa e innumerevoli sono le cover collezionate, da Elle a Maxim fino a Vogue e GQ. Nel 2007 appare sulla cover di Sports Illustrated, dove sarà immortalata anche nel 2008 e nel 2009. Nella sua giovinezza la top model è stata coinvolta anche in uno scandalo per avere sposato un amico di famiglia per evitare il servizio militare, obbligatorio in Israele per uomini e donne. La modella è stata legata sentimentalmente all’attore David Charvet, ad Uri El-Natan, figliastro del magnate israeliano Erwin Eisenberg, ad Arik Weinstein e Leonardo DiCaprio: dall’estate 2012 ha una relazione con Adi Ezra. L’11 agosto 2016 è nata la primogenita della coppia, Liv Ezra.
Il discorso di Valeria Bruni Tedeschi ai David di Donatello
Ha avuto luogo ieri la cerimonia di premiazione della 62ª edizione dei David di Donatello: una manifestazione coinvolgente, che, come di consueto ha visto premiata l’eccellenza del cinema d’autore italiano. Condotta da Alessandro Cattelan, la cerimonia si è svolta presso gli Studi De Paolis di Roma ed è trasmessa in diretta sui canali Sky Cinema, Sky Uno e TV8. A monopolizzare l’attenzione è stata Valeria Bruni Teseschi, vincitrice del premio come Migliore Attrice Protagonista per il film La Pazza Gioia di Paolo Virzì: molto toccante è stato il discorso con cui l’attrice italiana ha commentato la vittoria, tra lacrime di sincera commozione e risate spontanee. In un momento tanto importante per la sua carriera, l’attrice ricorda gli amici più cari, gli uomini che ha amato e che l’hanno amata, e infine i figli e le persone più importanti della sua vita.
Ha avuto solo 45 secondi a disposizione, Valeria Bruni Tedeschi, ma l’emozione palpabile non le ha giocato brutti scherzi: sono arrivate copiose tutte le lacrime a suggellare un momento unico, che segna un altro grande successo nella sua lunga carriera. Sorella della celebre top model ed ex Première Dame di Francia Carla Bruni, Valeria Bruni Tedeschi è nata a Torino il 16 novembre 1964: figlia dell’industriale Alberto Bruni Tedeschi e della pianista Marisa Borini, Valeria ha un altro fratello, Virgilio, scomparso prematuramente nel 2006 a causa di complicanze dovute al virus dell’HIV. Lasciata l’Italia per paura degli attentati terroristici delle Brigate Rosse, la famiglia di Valeria si trasferisce a Parigi quando la giovane ha appena 9 anni.
L’amore per il teatro scorre già nelle vene della ragazza, che frequenta l’Ecole des Amandiers di Nanterre: qui tra i suoi insegnanti spicca Patrice Chéreau, che la aiuterà a esordire nel mondo del cinema nel 1987 con Hôtel de France del quale era regista. Tante le pellicole interpretate da Valeria Bruni Tedeschi, e numerosi i riconoscimenti ottenuti: nel 1996 l’attrice vince il suo primo David di Donatello per il film La seconda volta, di Mimmo Calopresti. Nel 1998 arriva la seconda vittoria con La parola amore esiste, sempre per la regia di Calopresti. Ma è in Francia, sua patria d’adozione, che la carriera di Valeria Bruni Tedeschi vede la vera svolta, grazie a pellicole come Le persone normali non hanno niente di eccezionale, di Laurence Ferreira Barbosa, film per cui si aggiudica il premio César come miglior giovane promessa femminile e il premio come miglior interprete femminile al festival di Locarno. Valeria recita anche per François Ozon, nel film CinquePerDue-Frammenti di vita amorosam che la vale una candidatura agli European Film Awards 2004 come migliore attrice.
Nel 2003 l’esordio come regista con il film autobiografico È più facile per un cammello…(Il est plus facile pour un chameau…), con il quale ha vinto il Premio Louis-Delluc come migliore opera prima. Nel 2006 dirige ed interpreta la sua opera seconda, Attrici. Nel 2009 gira Baciami ancora, la cui interpretazione le vale una candidatura ai Nastri d’argento come miglior attrice non protagonista. Tra gli altri film che la vedono protagonista Il capitale umano di Paolo Virzì, che l’ha diretta anche in La Pazza Gioia, pellicola per la quale l’attrice si è aggiudicata il David di Donatello 2017. Durante il suo discorso l’interprete è stata raggiunta sul palco dalla compagna di set Micaela Ramazzotti: «Senza di lei, senza Donatella, Beatrice non potrebbe esistere», così Valeria Bruni Tedeschi ha commentato il suo personaggio nel film. Una pellicola struggente e delicata, quella di Virzì, che racconta il percorso di persone troppo fragili per affrontare la vita.
«Ringrazio Franco Basaglia», ha continuato poi l’attrice, «che cambiò radicalmente l’approccio della malattia mentale in Italia. Paolo Virzì, che mi guarda da anni con tenerezza, allegria e senza paura. Ringrazio la mia amica Barbara, che mi propose ufficialmente la sua amicizia il primo giorno di asilo e mi dette un po’ della sua focaccia facendomi sentire magicamente non più sola». «Ringrazio poi i miei amici, le mie amiche senza i quali non potrei vivere. Il mio povero psicoanalista. Ringrazio Leopardi, Ungaretti, Pavese ma soprattutto Natalia Ginzburg, i cui libri mi illuminano e mi consolano». Come un flusso di coscienza, Valeria Bruni Tedeschi continua, ringraziando le figure che più l’hanno ispirata nel corso della sua lunga carriera: da Anna Magnani a Fabrizio De Andrè, dalla madre alla sorella alla zia, fino agli uomini. Non solo coloro con i quali ha vissuto delle storie d’amore, ma anche quelli che l’hanno rifiutata: «Ringrazio gli uomini che mi hanno amata, che ho amato e anche quelli che mi hanno abbandonata, perché mi sento fatta di tutti loro, ed è a loro che mi racconto. Ringrazio gli sconosciuti che mi fecero un sorriso, un gesto, ma nei giorni più bui. Ringrazio i miei due meravigliosi bambini. Ecco. E grazie a voi. Scusate».
Franca Sozzani premiata come icona della moda negli USA
È Franca Sozzani l'”icona della moda” secondo il Council of Fashion Designers of America: la direttrice di Vogue Italia, scomparsa lo scorso dicembre, riceverà il premio alla carriera, doveroso omaggio al suo operato nel fashion system. Il prestigioso riconoscimento è stato annunciato negli stessi giorni in cui è stato reso ufficiale il fidanzamento del figlio Francesco Carrozzini, con Bee Schaffer, figlia di Anna Wintour, celebre direttrice di Vogue America nonché grande amica della compianta Sozzani. E negli stessi giorni in cui il giovane fotografo e regista, firma del documentario “Franca. Chaos and Creation”, dedicato alla madre prima della sua prematura scomparsa, si fidanza con la figlia della Wintour, la memoria di Franca Sozzani viene onorata con quello che è universalmente considerato tra i più prestigiosi riconoscimenti nel mondo della moda americana. Classe 1950, Franca Sozzani era nata a Mantova: dopo aver conseguito una laurea in Lettere e filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, la giornalista iniziò la sua carriera dalle pagine di Vogue Bambini, rivista fondata nel 1973. Successivamente divenne direttrice di Lei e di Per Lui. Nel 1988 la svolta nella sua carriera, con l’incarico di direttrice di Vogue Italia, che manterrà fino alla fine. La signora della moda italiana è scomparsa lo scorso 22 dicembre all’età di 66 anni, dopo aver combattuto una dura battaglia contro il cancro. Il premio conferitole postumo dal Council of Fashion Designers of America sarà consegnato a giugno.
Il gioco delle silhouette sfila sulla passerella di Comme des Garçons
Teatrale e futurista la collezione di Comme des Garçons, che ha sfilato nell’ambito della Paris Fashion Week: Rei Kawakubo esplora il futuro della silhouette, in una collezione altamente sperimentale ed avanguardistica, che gioca con le proporzioni osando fino all’eccesso. Sulla passerella parigina si alterna una parata di capi scultorei, tra busti iconici e corazze. Dimenticate ogni diktat precostituito: qui la parola d’ordine è osare, in un continuo gioco di rimandi. Le nuove silhouette di certo colpiscono l’occhio e la mente: le braccia, tagliate fuori dal guscio, sono le grandi assenti. Largo a palle di cotone che ricordano sculture ancora in fase di elaborazione, e suggestioni oniriche, per eteree creature misteriose che sfoggiano le Nike ai piedi. Come due gemelle, una coppia di mannequin percorre il catwalk come si trattasse di una dimensione sconosciuta, un pianeta misterioso che le ospita temporaneamente: suggestioni post-apocalittiche pervadono l’intera collezione, caratterizzata da blocchi di lana e materiali grezzi, sapientemente accostati a texture luxury. Clessidre si alternano a blocchi a forma di sfera, in un gioco infinito di varianti, per un effetto altamente scenografico. Come un bulbo o una corazza iridescente, la donna di Kawakubo è nascosta dentro blocchi monolitici che ne occultano la vera silhouette, come in un gioco di specchi deformanti. Una collezione intrisa di simbolismi ed allegorie misteriose, in bilico tra note siderali che auspicano l’avvento di una nuova era ed accenni ad una femminilità celata. Creature eteree e quasi aliene, le donne di Comme des Garçons inaugurano un’epoca nuova per la moda, in cui la sperimentazione più avanguardistica si unisce all’estro senza confini.
Andreas Kronthaler for Vivienne Westwood sfila in bilico tra punk ed arte
Una collezione pervasa dallo stile iconico del brand e da suggestioni direttamente tratte dal mondo dell’arte, quella disegnata da Andreas Kronthaler for Vivienne Westwood, che ha sfilato a Parigi. Il movimento austriaco della Wiener Wiener Werkstätten ispira a Kronthaler una collezione ricca di spunti, in bilico tra astrattismo e punk. E se a calcare per ben due volte la passerella è Vivienne Westwood in persona, ne vedremo certe delle belle: la regina del punk si cimenta nella veste inedita di mannequin, in una collezione che celebra il suo stile più iconico. Largo a stampe geometriche che omaggiano Gustav Klimt, personaggio chiave nell’estetica di Kronthaler, che si ispira al controverso pittore austriaco. Ma non fatevi ingannare dai rimandi all’arte: il punk più trasgressivo ed irriverente fa la sua comparsa su stampe raffiguranti seni e membri maschili. L’uomo sfila in felpe oversize impreziosite da motivi africani: spirali, triangoli e rombi, che ritroviamo nell’opera di Klimt. Motivi Art Déco si alternano al piglio tirolese di certe gonne, come quella che apre il défilé, un omaggio al folclore austriaco: l’Austria, che ha dato i natali a Kronthaler, è onnipresente nell’intera collezione, sapientemente affiancata ad epifanie punk che rendono invece tributo all’heritage di Vivienne Westwood. Non mancano inoltre suggestioni army nei capispalla impreziositi da frange e fiocchi, quasi teatrali. Le silhouette sono esasperate, le decostruzioni ardite: dress in satin drappeggiato ispirati ad Emilie Flöge, celebre compagna di Klimt, si alternano a tartan d’ordinanza e capispalla scultorei in gessato classico. Note Eighties e romanticismo si alternano a colore e decostruzioni, in una riuscita prova per Kronthaler.