Androginia e note monastiche in passerella da Veronique Branquinho

Androgina ed irriverente la collezione autunno/inverno 2017-18 di Veronique Branquinho, che ha sfilato nell’ambito della Paris Fashion Week: una fantasia femminile che non lesina in suggestioni mannish e capi dalle note tailoring. Se è vero che gli opposti si attraggono, i contrasti portati sulla passerella parigina dalla stilista risultano certamente affascinanti: tante le varianti stilistiche che si alternano, tra capispalla e tailleur sartoriali e giacche doppiopetto da indossare con shorts irriverenti e camicia bianca dal fascino timeless. Non mancano dettagli preziosi, come i sandali gioiello, da indossare ora anche in pieno inverno. Classicità senza tempo si unisce a bluse dal fascino folcloristico, tra cappe e cappotti rubati al guardaroba maschile, che vengono sapientemente smussati nell’accostamento con bluse a collo alto e femminilità romantica. Un’attitudine ultraconservatrice si unisce al nero quasi monastico, che apre poi ad echi esistenzialisti nei dress fino a toccare note workwear nei tailleur da gentleman contemporaneo. Capispalla in check si uniscono a camicie dallo stile vittoriano; come un’uniforme il cappotto diviene capo passepartout, stretto da cinture e fibbie e declinato in proporzioni long. Non mancano chemisier e tute da indossare con camicie istrioniche, in un mix di stili che spaziano dal monastico al minimal-chic. Teatrali e suggestive le cappe, mentre le maniche delle camicie rivelano giochi scultorei in stile elisabettiano. Una magistrale interpretazione, per una collezione iconica.

Il viaggio psichedelico in chiave borghese di Ellery

In bilico tra tradizione e modernità la collezione di Ellery, che ha sfilato nell’ambito della Paris Fashion Week: protagonista dell’autunno/inverno 2017-18 di Kym Ellery è una donna fortemente borghese, fedele ad un’estetica tradizionale, che subisce però un risveglio elettrizzante, che la fa indossare capi eccentrici, tra note techno e suggestioni high-tech. Uno stile etnico si unisce al mood urban, tra caleidoscopici voli pindarici e stampe iconiche, in un crescendo di brio e teatralità. Un’estetica dissonante e a tratti distopica, che mixa note hippie e pattern bohémien a certa eleganza timeless che sembra quasi evocare Marie Antoinette e certo spirito bougeois pre-rivoluzionario. Un borghese che intraprende un viaggio psichedelico, questo il mood della collezione, che sdogana trend contrastanti, come i bottoni in madreperla oversize accanto a coat dress in pizzo francese e latex caleidoscopico. Non mancano tailleur doppiopetto dal piglio classico, tra note sartoriali timeless e vibranti sfumature techno. I volumi sono scultorei, i dettagli spaziano dalla pelliccia al lurex. Note femminili nei bustier con maniche esasperate. Sofisticata eleganza evergreen nei tailleur in stampa check e principe di Galles, che si alternano a capispalla in latex, da cui fanno capolino colletti da educanda. Istrionici i fur coat in bicromie ardite, che si alternano a tailleur oversize da indossare sulla pelle nuda e dress svolazzanti in materiali high-tech. Si continua con interessanti chemisier in vernice e fur coat glitterati, in un viaggio in chiave 3D. Ellery, brand presente nel calendario ufficiale della fashion week parigina dal 2015, segna con questa collezione una svolta che dimostra la maturità artistica di Kym Ellery. Tra le celebrities che amano la griffe figurano nomi come Rihanna ed Olivia Palermo, solo per citarne alcuni.

Sacai sfila tra costruttivismo ed ironia

Costruzioni ibride ed accattivanti sulla passerella di Sacai: Chitose Abe per l’autunno/inverno 2017-18 sceglie di vestire una donna consapevole e sicura di sé, che sa esattamente ciò che vuole. Fedele alla propria estetica, Abe spazia attraverso ispirazioni e riferimenti eterogenei, dal romanticismo all’atletica, dallo stile college al denim all over, passando per lo chic à la parisien e i bestiari medioevali. Non manca inoltre un curioso omaggio a Chanel e a Kaiser Karl Lagerfeld. Le sihouette sono fluide e ricercate, in uno stile casual che rigetta i cliché e le convenzioni, liberando la donna da ogni diktat precostituito. La donna è ora libera di accostare una gonna jeans a un coat vestaglia profilato in pelliccia, che strizza l’occhio ai paesaggi della Patagonia. Largo ad una moda dinamica che non lesina in costruzioni accattivanti ed originali, spaziando tra stili ed epoche diverse: tra parka in nulon e pantaloni cargo decorati con stampe floreali dal sapore vittoriano sfila una parata di trench in giallo e blu che inneggiano a note sporty. Suggestioni preppy rivisitate nelle felpe stile college, mentre i tailleur classici ricordano lo stile evergreen di Chanel, tra eleganza lady-like e tweed d’ordinanza. Chitose Abe elabora una propria visione in cui rivisita i codici iconici delle case di moda, apportando un suo geniale contributo non privo di ironia. Tripudio di sovrapposizioni affascinanti, che mixano stili diversi, spaziando dallo streetswear allo sporty-chic: una collezione pensata per la donna contemporanea, che unisce comodità e spirito avanguardistico.

I trend della Tokyo Fashion Week: stile militare

Si è da poco conclusa la Tokyo Fashion Week dedicata alle collezioni autunno/inverno 2017-18. Tanti i trend che hanno attraversato le passerelle giapponesi, definendo ciò che andrò di moda nella prossima stagione invernale. A dominare in assoluto tra le tendenze sembra essere lo stile militare, protagonista di quasi ogni collezione presentata. Tra androginia e semplicità, tanti sono i designer che hanno prediletto suggestioni army-chic nelle loro collezioni. Il verde militare si impone come colore passepartout per l’autunno/inverno 2017-18, declinato su capispalla iconici e su gonne e capi dalle note sportswear. Tripudio di verde militare domina nella collezione di Discovered, che sdogana capi dalle suggestioni sporty-chic; sofisticata ed iperfemminile la collezione di 5-knot, che non lesina in accostamenti arditi, unendo camicie e bluse in seta a pantaloni sartoriali e parka militari. Grinta da suffragetta contemporanee e femminilità timeless sulla passerella di Growing Pains: tra gonne a ruota e baschi army-chic, sfila una sorta di crocerossina in chiave luxury, perfetta interprete di pellicole belliche, in un tripudio di glamour d’altri tempi e sovrapposizioni avanguardistiche. Femminile e sofisticata anche la donna di House_commune, che sfoggia inedite sovrapposizioni di più capispalla: ecco che sopra il più classico dei trench fa capolino un maxi coat in pelliccia. Sperimentale ed avanguardistica la collezione di Lithium, che omaggia il cappotto in stile militare conferendogli nuova vita: tra maxi tasche in pelliccia sfila una femminilità nuova caratterizzata da uno spirito playful. Verde miliare impreziosisce tailleur sartoriali anche da Matohu, in un trionfo di comfort e vestibilità homewear. Sovrapposizioni iconiche e tute dal sapore workwear hanno sfilato da Name, in bilico tra androginia e suggestioni aviator. Camouflage e note underground dominano invece sulla passerella di Sulvam: tra capispalla oversize e sneakers ai piedi si consuma un inaspettato mix di elementi sportswear e riferimenti militari. Chiude infine Ujoh, che declina lo stile military-chic in chiave iperfemminile, per capispalla con maniche furry da indossare sulla più classica gonna a matita.

Da Masha Ma sfilano nostalgici echi punk

Decostruzioni e suggestioni tailoring sfilano sulla passerella di Masha Ma: sarà un autunno/inverno 2017-18 all’insegna dei contrasti, in una collezione denominata “Collection P”, tributo alla moda punk, amatissima dalla designer, formatasi a Londra. Masha Ma, ex studentessa della Saint Martin, a Londra iniziò anche la sua carriera, lavorando tra gli altri anche per Alexander McQueen: la stilista si lascia andare ad echi nostalgici per i suoi anni giovanili, senza perdere di vista la grinta e la trasgressione insite nell’essenza stessa dello stile punk. Largo ad una collezione iconica, che accanto a tuxedo sartoriali porta sulla passerella della Paris Fashion Week hoodie ed asimmetrie ardite, gonne in tartan con nato di spilla da balia e stivali platform svettanti. Strong ed eclettica la donna che indossa pelle all over, incarna perfettamente lo stile che dominava nella Londra underground degli anni Ottanta; non mancano jeans a gamba larga, pannelli che fanno capolino dai capi in tartan, collari dal piglio fetish. Sulle t-shirts dominano slogan che inneggiano ad un’adolescenza che sembra non voler finire mai, mentre il focus dei capi sartoriali punta alle spalle: non mancano costruzioni ardite e sovrapposizioni audaci, in un tripudio di tartan all over, che si alterna a black e tocchi gold nei maxi dress laminati. Interessanti le maniche extra long di capispalla croptop e di giacche biker in pelle. Trasgressiva ed irriverente, la musa di Masha Ma percorre a passo sicuro il catwalk, forte di una personalità esplosiva e di uno stile iconico.

Akris sfila a Parigi con un’ode al cappotto, capo passepartout

Essenziale e pratica la collezione autunno/inverno 2017-18 di Akris: “Una donna in cappotto e borsa” è il titolo scelto da Albert Kriemler per la collezione che ha sfilato alla Paris Fashion Week. Un titolo semplice, che descrive l’essenza dello stile promosso dal designer per la prossima stagione invernale. E proprio sui cappotti e sulle borse si concentra il fil rouge della collezione, che non lesina in coat iconici da indossare come nuovo capo passepartout, accanto a jeans, capi sporty, ma anche dress femminili. Sulla scia dell’autoritratto di Rodney Graham intitolato Coat Puller, che dipinge l’artista nel tentativo di indossare il suo cappotto, e dell’installazione denominata “Der Mantelanzieher”, Kriemler dà vita ad una collezione che sceglie il cappotto quasi come mezzo tramite cui perdersi in epifanie suggestive: il capo più amato durante la stagione invernale si arricchisce di spunti inediti, fino alla parata che chiude il défilé, con otto cappotti raffiguranti una stampa delle due opere che ispirano il designer. Giacche e capispalla per ogni occasione, realizzati usando tessuti impeccabili, dominano la collezione, tra note glamour e tailoring. Ce n’è davvero per tutti i gusti, dal bianco e nero in chiave cocoon al classico in stampa check double-faced fino al cappottino bon ton dalle note ladylike, preferibilmente in cashmere: accanto al cappotto la borsa torna in primo piano, sia come tote bag che come secchiello. Non mancano note knitwear nelle giacche in pelle dal piglio young, accanto a dettagli fur. La palette cromatica predilige verde, porpora, blu e nero. Femminilità nel trench in chiffon pensato per la sera. Non mancano stampe vichy, a conferire un tocco di femminilità leziosa, sapientemente smorzato dalle linee sartoriali e dal comfort, cifra stilistica del brand.

Rahul Mishra in bilico tra arte e sportswear

Suggestioni artsy dominano sulla passerella di Rahul Mishra: per la collezione autunno/inverno 2017-18 lo stilista esplora il suo amore per il movimento pittorico del Puntinismo, attraverso un design che strizza l’occhio allo sportswear senza disdegnare decorazioni fatte a mano. Mishra si conferma geniale nell’utilizzare i capi come delle tele, riproducendo con maestria le opere di Vincent van Gogh e Paul Signac, ed esplorando la sua innata passione per il Puntinismo, movimento pittorico nato in Francia verso il 1870, caratterizzato dalla scomposizione dell’immagine in piccoli punti: il designer unisce ispirazioni tratte dal mondo dell’arte a capi dal piglio sporty. Il risultato è un tripudio di capi basic che vengono ridefiniti in chiave multicolor, tra paesaggi e girasoli che impreziosiscono giacche in check e principe di Galles e maxi gonne in velluto. Non mancano note mannish nelle silhouette oversize, come nei pigiami palazzo, in una moda che sceglie l’inedito accostamento tra l’arte e lo streetwear. Sagace deus ex machina della situazione, Mishra riesce nel suo ambizioso progetto, creando una collezione altamente indossabile, ricca di effetti optical piacevoli alla vista: non mancano note high-tech come nell’uso di applicazioni e passamanerie realizzate in 3D, ad impreziosire capi semplici dal gusto timeless e dal grande comfort. Ecco che blazer in check vengono invasi da girasoli e fiori, accanto a maxi gonne a balze, tripudio di femminilità rétro; il gessato si alterna a stampe patchwork, in un gioco di sapienti sovrapposizioni, un mix & match dal forte impatto scenografico.

Paul & Joe in bilico tra note mannish e femminilità

Si respira un’aria nuova sulla passerella di Paul & Joe: per la collezione autunno/inverno 2017-18 Sophie Mechaly sceglie di essere meno dolce rispetto al solito. L’attitudine che prevale tende questa volta al rock, con un tocco androgino che non guasta. Suggestioni streetwear dominano, al posto del preppy d’ordinanza, più volte sperimentato dall’eclettica designer. Grintosa e senza fronzoli la donna che attraversa la passerella della Paris Fashion Week, sfoggiando capi dalle suggestioni mannish. Largo a colori accesi, come il giallo lime e il verde, per pattern suggestivi e ricchi di sfumature caleidoscopiche. Il velluto domina l’intera collezione, sia declinato a costine che su hoodie dal piglio sporty declinate in blocchi cromatici e grafismi arditi in colori al neon, come ambra e blu elettrico. Femminilità nella seta floreale, tra stampe playful, quintessenza dell’estetica di Mechaly. Tante le sfumature di rosa, come nei pattern a forma di rossetto, protagonisti assoluti della collezione. Istrionica e femminile, la stampa a forma di rossetto domina su blazer dal taglio sartoriale e su gonne, sposando lo Zeitgeist contemporaneo, che vede un fiorire di stampe cartoon in quasi tutte le collezioni presentate nelle principali fashion week. Femminile ma mai leziosa, la donna Paul & Joe unisce un’anima cosmopolita e contemporanea alle note timeless di una sartorialità destinata a non passare mai di moda.
“Volevo qualcosa di estremamente urbano ma che fosse anche lussuosa”, ha commentato la stilista. Trionfo di effortlessy-chic nei tuxedo in velluto rosso, per una moda androgina, sapientemente smorzata dalle bluse in pizzo decorate con perle, che conferiscono un tocco ultrafemminile all’intera collezione.

Models Matter: un volume celebra le top model più iconiche

Un volume esclusivo celebra la bellezza femminile in circa un secolo di moda: Models Matter raccoglie un’antologia di vite famose, volti entrati nel mito. L’autore, Cristopher Niquet, stylist francese di grande successo, ha collezionato gli autografi dei volti più iconici della moda, creando un’opera unica nel panorama odierno. Da Lauren Hutton a China Machado, da Brooke Shields ad Alek Wek, passando per Cindy Crawford, Twiggy e Peggy Moffitt: i volti della moda mondiale vengono tutti ritratti, decennio per decennio, in un’affascinante excursus attraverso le trasformazioni subite dall’ideale di bellezza femminile imperante.

Tutto ebbe inizio nel 2008, quando Niquet incontrò Peggy Moffitt in un ristorante di Beverly Hills: lo stylist, mai stato amante degli autografi, quella volta non riuscì a resistere, trovandosi davanti l’incarnazione dei mitici Swinging Sixties. Da allora Niquet iniziò una vera e propria collezione di autografi, raccogliendo le firme delle supermodelle più famose del mondo, da Jean Shrimpton a Jerry Hall, da Lauren Bacall ad Isabella Rossellini, da Anita Pallenberg a Naomi Campbell.

Il volume, dal titolo degno di nota (“Le modelle contano”), vede la prefazione di Steven Meisel, che ha più volte immortalato le icone in questione in scatti entrati di diritto nella storia del costume. “Mi rattrista che molti volti dagli anni Cinquanta alla fine degli anni Ottanta siano scivolati nell’oblio”, scrive Meisel.

Photography courtesy Models Matter, Damiani (Twiggy by Burt Glinn/Magnum)
Photography courtesy Models Matter, Damiani (Twiggy by Burt Glinn/Magnum)


“Finché non ho incontrato Christopher Niquet pensavo di essere il loro unico ammiratore, il solo a ricordare le loro storie. Il fatto che qualcuno giovane come Cristopher tenesse all’eredità di Susan Moncur era per me motivo di stupore, sollievo e fiducia. Queste donne meritano il nostro riconoscimento. Erano tutte così uniche, talentuose, appassionate del loro lavoro. Come dimenticarle?”, continua il fotografo.

SFOGLIA LA GALLERY:



Niquet include tra le icone del volume molte modelle di colore, spesso discriminate dal fashion biz, accanto alle colleghe asiatiche. L’autore ha iniziato la sua carriera come stylist lavorando per Self Service, prima di trasferirsi a New York, dove risiede da circa dieci anni. Quindi ha iniziato a scrivere per l’edizione francese di Vanity Fair. Models Matter è la sua opera prima, anche se l’autore sta già lavorando ad altri due progetti.

Dolce & Gabbana: party esclusivo a Los Angeles con i Millennials

Sulla scia dell’ultima sfilata di ready-to-wear, Dolce & Gabbana continuano a cavalcare la nuova generazione di divi 2.0. Sono i Millennials le nuove icone di riferimento predilette dal duo di stilisti, che negli anni ha lanciato modelle del calibro di Monica Bellucci, Marpessa Hennink e Bianca Balti, solo per citarne alcune: amatissimi sui social network, i nuovi divi sono stati protagonisti assoluti sulla passerella, indossando le 150 creazioni della collezione autunno/inverno 2017-18. Ecco che una parata di figli di personaggi famosi, blogger, socialite e millennials ha invaso la Milano Moda Donna: dal biondissimo modello Lucky Blue Smith, che ha sfilato con la fidanzata Stormi Bree, anche lei regina di Instagram, a Rafferty Law, figlio di Jude Law, fino a Destry Allyn Spielberg, figlia del celebre regista, questi solo alcuni dei nomi dei protagonisti dell’ultimo défilé. Ora i nuovi divi della rete sono stati al centro anche dell’ultimo evento, organizzato a Los Angeles: un party esclusivo, #DGNewVision, che celebra la nuova collezione: la serata, le cui foto sono rimbalzate su tutti i social con l’hashtag #dgmillennials, ha visto tra i protagonisti Pixie Lott, Zendaya e Bianca Balti, ma non solo. Presenti anche la sexy Sasha Grey e il figlio di Cindy Crawford, già volto del brand. Una grande festa, quella celebrata nel cuore di Rodeo Drive, centro pulsante della moda di Los Angeles: ad improvvisarsi dj per una sera Brandon Thomas Lee e Pyper America Smith, mentre protagonisti assoluti dell’after party sono stati Rafferty Law e DJ Mad Marj.

In mostra a Chatsworth 500 anni di moda

È stata inaugurata lo scorso 25 marzo la mostra “House Style: 500 anni di moda a Chatsworth”: l’esclusiva esibizione, patrocinata da Gucci, comprende anche due abiti disegnati da Alessandro Michele. Protagoniste dell’evento sono le donne legate a Chatsworth House, storica dimora dei duchi di Devonshire, sita nel Derbyshire: in esposizione oltre 100 capi haute couture, tiare e copricapi iconici, gioielli, abiti da sposa e vesti da battesimo, accanto ad uniformi, livree e cimeli antichissimi.

Obiettivo della mostra curata da Hamish Bowles, international editor at large di Vogue America, è ripercorrere mezzo millennio della storia dell’aristocrazia inglese, svelando retroscena affascinanti sui personaggi che hanno abitato le stanze di Chatsworth: tante le donne famose che hanno vissuto qui, da Georgiana Spencer, consorte di William Cavendish, quinto Duca di Devonshire, icona di stile del XVIII secolo, fino ad Adele Astaire , celebre partner di Fred, passando per Kathleen Kennedy, sorella di John Fitzgerald Kennedy, e Stella Tennant, blasonata ed androgina top model anni Novanta, nipote di Andrew e Deborah Cavendish, undicesimi Duchi di Devonshire.

La mostra, sponsorizzata da Gucci, vede anche due creazioni realizzate ad hoc per l’evento da Alessandro Michele, direttore creativo della maison: «Non c’è un posto come Chatsworth da nessun’altra parte al mondo», ha commentato lo stilista. «Questa rassegna dimostra quanto gli oggetti storici siano un’incredibile fonte d’ispirazione per il presente». La mostra nasce da un’idea di Lady Laura Burlington, moglie di William Cavendish, Conte di Burlington, erede del dodicesimo Duca di Devonshire. Lady Laura, ex modella nonché membro attivo del comitato New generation della London Fashion Week, rovistando tra gli archivi di Chatsworth House ebbe l’illuminazione: quel materiale era perfetto per dare vita ad un’esposizione destinata ad entrare nella storia.

Deborah Devonshire & Stella Tennant, Chatsworth, 2006. Foto Mario Testino
Deborah Devonshire & Stella Tennant, Chatsworth, 2006. Foto Mario Testino


«Ci sono voluti sei anni per mettere a punto House style, che ora comprende molto più di quanto immaginassimo quando abbiamo iniziato a scavare negli archivi di Chatsworth», ha commentato Lady Burlington. «Spero che i visitatori apprezzino le dimensioni e aspirazioni della mostra e si divertano a esplorare le storie che questi vestiti e cimeli rivelano sulla famiglia Cavendish».

Mistress of the Robes Coronation Gown, worn by Duchess Evelyn at 1937 coronation and Duchess Mary at 1953 coronation, Painted Hall, Chatsworth, 2016. Photo by Thomas Loof, © Chatsworth
Mistress of the Robes Coronation Gown, worn by Duchess Evelyn at 1937 coronation and Duchess Mary at 1953 coronation, Painted Hall, Chatsworth, 2016. Photo by Thomas Loof, © Chatsworth


In mostra anche alcune creazioni di Christian Dior, Alexander McQueen e Chanel. La mostra resterà aperta fino al 22 ottobre 2017. Per maggiori informazioni su biglietti e prenotazioni: www.chatsworth.org/book-tickets/