Buon compleanno african girl

Iman


Iman celebra i suoi 60 anni da eclettica, poliglotta e intraprendente super modella.


Icona globale della moda per oltre 40 anni, di cui metà passati accanto al camaleontico David Bowie, Iman raggiunge il suo sessantenario.

E lo fa in grande stile, con il noto sorriso che accompagna la fisionomia androgina e selvaggia che ha fatto impazzire le più grandi maison del mondo.
Scoperta nel 1975 dal fotografo di moda Peter Beard, divenne prima la musa di Yves Saint Laurent, poi di Calvin Klein, Donna Karan, Escada, Kenzo, Revlon, Tommy Hilfiger, Valentino e Versace.
Conquistatrice instancabile delle più “blasonate” copertine del mondo, grazie alla sua vivace cultura da figlia di un ex ambasciatore, e con in tasca una laurea in scienze politiche, è stata in grado di reinventarsi diventando imprenditrice di successo.
Suo,
infatti, il brand IMAN Cosmetics dedicato alle donne di colore.
E di Bowie cosa dice? Al loro primo incontro non era affatto intenzionata ad avere una relazione con il genio musicale.


D-Art le rende omaggio con gli scatti della storia che la ritraggono.


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“Who Is On Next?” – I prossimi saranno i primi

Alla scoperta dei talenti premiati dal contest che, da oltre 10 anni, dà la possibilità, alle giovani leve della moda, di emergere.

Chiusi i battenti degli anni accademici dei maggiorni istituti di moda, culminati con fashion show più o meno sperimentali, ecco giungere un attesissimo evento per coloro che sognano una carriera nel settore.

Who Is On Next?” è nato come uno dei principali contest che, oltre a decretare i massimi esponenti emergenti, portatori sani di impegno, caparbietà e creatività espressiva, offre la possibilità di immettersi direttamente nel mercato del Made in Italy.

Patrocinato da Altaroma e Vogue Italia, partner in crime nello scovare e sostenere nuovi talenti, il concorso si svolge durante la settimana della moda capitolina e ha luogo da oltre dieci anni.

Who's on next
Who’s on next


Location d’eccezione il Palazzo delle Esposizioni, costellato dalle opere del fotografo David LaChapelle, grazie alla personale attualmente in corso che ha accolto il 13 luglio stampa, buyer e produttori internazionali.

A seguito del dinamico evento sfilata, dove ogni candidato ha avuto modo di mostrare le proposte per la prossima primavera-estate 2016, si sono svolte le premiazioni a cura di Silvia Venturini Fendi, presidente di Altaroma, e Carla Sozzani, editor-in-chief di Vogue Italia, a capo di una giuria settoriale.

I vincitori con Franca Sozzani e Silvia Venturini Fendi
I vincitori con Franca Sozzani e Silvia Venturini Fendi


Due i premiati per la categoria accessori:

Nicolò Giannico Beretta che, con stravaganti idee creative e la massima operatività sui social network, è stato scelto per l’ancor acerbo, ma alquanto ambizioso, progetto imprenditoriale. Le scarpe Giannico, infatti, già calcano i red carpet hollywoodiani e sono apprezzate dalle star come Dita Von Teese e Lady Gaga.

A circa 20 anni, e con in tasca il sogno di frequentare la prestigiosa Central Saint Martins School, l’enfant prodige del settore calzaturiero italiano, prevede di far scintille.

Giannico
Giannico


Heritage e tradizione, invece, il connubio che ha decretato il premio per la categoria borse.
A vincere Carol Oyekunle, artista con origini americane e keniote che, trasferitasi a Parigi, ha lanciato il marchio Lolita Lorenzo Minaudière.

Nelle sue collezioni notiamo come i variopinti codici di stile africani vengono rielaborati artigianalmente per conferire alle creazioni un’ aura di intramontabilità.
Forte dell’ impegno sociale, il brand ha lo scopo di promuovere la manodopera dei paesi del Terzo Mondo. La Oyekunle, infatti, collabora con un gruppo di donne nigeriane operative nel realizzare i tessuti per la produzione delle sue borse.

Lolita Lorenzo
Lolita Lorenzo


Tris di premi per il trionfatore della categoria abbigliamento:

Il britannico Lee Wood è stato scelto principalmente per la comprovata esperienza nel mondo della moda. Con all’attivo 16 anni nell’ufficio stile della Maison Versace, nel 2015 decide di lanciare il brand L72, per far emergere la visione estetica personale. Una collezione che consegna le chiavi di accesso al suo mondo, fatto di svariate sinergie creative e collaborazioni. L72 è infatti anche studio di consulenza a 360 gradi dove, insieme a un team di validi professionisti, vengono sviluppate collezioni e materiali visivi.

A Wood inoltre sono andati anche il premio Fashion Valley, che gli consentirà di elaborare una capsule collection con il distretto tessile pratese, e quello di Yoox.com, store virtuale, leader nel mondo. Quest’ ultimo, infatti, consentirà ai vincitori di vendere un look o una creazione esclusiva in oltre 100 paesi.

L72
L72


Una lancia va, infine, spezzata a favore del designer orientale, candidato ma non decretato vincitore, MiaoRan. Cinese, con studi conseguiti a Milano nell’ambito progettuale, attualmente insegna alla NABA. L’eclettico creativo vede l’uomo e la donna indossare gli stessi capi, nel segno della filosofia no gender che conferisce a essi minimalismo, tagli e volumi over. La forte sensibilità verso la composizione pittorica e il disegno rendono MiaoRan una perla del panorama contemporaneo.

Miao Ran
Miao Ran


Al termine della manifestazione possiamo dire che sono emersi il forte ottimismo e l’effettiva volontà nella costruzione del sistema moda che verrà.
Un’unione di intenti per far sì che le risorse nascenti non si disperdano nel buco nero dei sogni. L’obiettivo primario degli organizzatori è unicamente quello di incrementare i risultati a favore della branca del settore terziario che ha reso noto il nostro Paese in tutto il mondo.

FOTO Credits: Raffaele Soccio e Luca Latrofa/ L.Sorrentino

Collegamenti:

www.altaroma.it
www.giannicoshoes.com
www.lolita-lorenzo.com
www.miaoranstudio.com

Gli angeli orfani di Elio Fiorucci

Si è spento nella giornata di lunedì 20 luglio il visionario imprenditore che, nel pieno dei moti rivoluzionari di fine anni ’60, ha cambiato il modo di percepire la moda in Italia e nel mondo.

Milano. Possiamo definirci una generazione di angeli orfani della nuvola di divertimento e provocazione, creativa e visiva, che accompagnava l’universo di Elio Fiorucci, spentosi all’età di 80 anni.

Sui social network rimbalzano post, tweet e articoli intenti a ricordare il folle meneghino che importò in Italia la rivoluzione del costume proveniente dalla Swinging London. Colui che aprì le porte verso una via di fuga dall’ancora ingessata e borghese Italia.

Il primo al mondo a ideare, nel 1974, un concept store multisensoriale, dove si potevano non solo acquistare articoli di vario genere, ma assistere a performance, degustare il “tè delle 5” e mangiare deliziosi hamburger su piatti di Richard Ginori.

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La Milano libera e cosmopolita di Fiorucci venne catapultata, grazie al suo estro e alle advertising dallo spirito ribelle, firmate da Oliviero Toscani, ad onor di cronaca.
Seguirono i monomarca in giro per il mondo, alcuni dei quali firmati in collaborazione con Ettore Sottsass, Andrea Branzi e Franco Marabelli, per poi finire nelle grazie del re della Pop Art, Andy Wahrol, che scelse di presentare il suo magazine “Interview” proprio presso una boutique Fiorucci; senza dimenticare la consolidata amicizia con Keith Haring, che dipinse le vetrine in San Babila.

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Antesignano è dir poco quando, con Lycra, diventò fautore del primo jeans stretch. Quello nato a inizio secolo come indumento da lavoro, grazie a Fiorucci viene proclamato elemento chiave del guardaroba di tutte le donne che vogliono sentirsi sexy e desiderate.

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Un marchio come espressione di uno stile di vita, senza regole e costrizioni, emblema della felicità e dell’anticonformismo di una società libera di indossare, a qualsiasi età, t- shirt con i personaggi Disney e scaldamuscoli in pieno “stile Flashdance”.

Con l’inizio degli anni ’90 il brand viene acquistato dai giapponesi per affdare a Fiorucci solo la direzione creativa.
La “sua terapia dell’amore” continua negli anni a seguire con iniziative e progetti benefci fno a pochi giorni fa quando ancora dispensava sorrisi e consigli ai vicini di quartiere in Porta Venezia.
Lui che con quegli angeli vittoriani, logo del brand progettato insieme all’architetto Italo Lupi, ha finito per giocarci davvero.

Fiorucci logo